Il giorno dopo, da quando Harry ebbe lasciato il dormitorio, fu inseguito da una miriade di bisbigli. I ragazzi, in fila fuori delle classi, si alzavano in punta dei piedi per dargli un'occhiata anche solo per un attimo, oppure lo superavano lungo i corridoi per poi tornare indietro a osservarlo meglio. Harry avrebbe preferito che non lo facessero, perché stava cercando di concentrarsi sul percorso da seguire per arrivare in classe.
A Hogwarts c'erano centoquarantadue scalinate: alcune ampie e spaziose; altre strette e pericolanti; alcune che il venerdì portavano in luoghi diversi; altre con a metà un gradino che scompariva e che bisognava ricordarsi di saltare. Poi c'erano porte che non si aprivano, a meno di non chiederglielo cortesemente o di non far loro il solletico nel punto giusto, e porte che non erano affatto porte ma facevano finta di esserlo. Molto difficile era anche ricordare dove fossero le cose, perché tutto sembrava soggetto a continui spostamenti: i personaggi dei ritratti si allontanavano continuamente per farsi visita l'uno con l'altro, e Harry avrebbe giurato che le armature camminassero.
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Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro, all'improvviso, scivolava attraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire. Nick-Quasi-Senza-Testa era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto. Ti tirava in testa il cestino della carta straccia, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gesso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: ‘PRESO!’
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Ancor peggio di Pix, se possibile, era il custode Argus Gazza. Harry e Ron riuscirono a prenderlo per il verso sbagliato fin dalla prima mattina. Gazza li sorprese mentre cercavano di passare per una porta, che sfortunatamente risultò essere l'entrata al corridoio del terzo piano di cui era vietato l'accesso agli studenti. Non volle credere che si fossero smarriti, convinto com'era che stessero cercando di forzarne l'entrata di proposito, e minacciò di rinchiuderli in prigione, se non fosse stato per il professor Raptor che passava in quel momento e li salvò.
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Gazza possedeva una gatta di nome Mrs Purr, una creatura color polvere, tutta pelle e ossa, con due occhi sporgenti come fari, spiccicata al suo padrone. La gatta pattugliava i corridoi da sola. Bastava infrangere una regola di fronte a lei, mettere appena un piede fuori riga, ed eccola correre in cerca di Gazza, il quale puntualmente appariva due secondi dopo, tutto ansimante. Gazza conosceva i passaggi segreti della scuola meglio di chiunque altro (tranne forse i gemelli Weasley) ed era capace di sbucare fuori all'improvviso al pari dei fantasmi. Gli studenti lo detestavano, e desideravano con tutto il cuore di riuscire ad assestare un bel calcio a Mrs Purr.
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E poi, una volta che uno riusciva a trovare la classe, c'erano le lezioni. Come Harry scoprì ben presto, la magia era tutt'altra cosa dall'agitare semplicemente la bacchetta magica pronunciando parole incomprensibili.
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Ogni mercoledì a mezzanotte bisognava studiare il cielo stellato con i telescopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti. Tre volte alla settimana, ci si doveva recare nella serra dietro al castello per studiare Erbologia con una strega piccola e tarchiata, la professoressa Sprite, con la quale i ragazzi imparavano a coltivare tutte le piante e i funghi più strani, e a scoprire a
cosa servivano.
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Indubbiamente, la lezione più noiosa era Storia della Magia, l'unico corso tenuto da un fantasma. Il professor Ruf era già molto, molto vecchio quando si era addormentato davanti al camino della sala dei professori e, la mattina dopo, alzatosi per andare a fare lezione, si era lasciato dietro il corpo. R f non la finiva più di parlare con voce monotona, mentre i ragazzi prendevano nota di nomi e date, facendo una solenne confusione tra Emeric il Maligno e Uric Testamatta.
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Invece il professor Vitious, l'insegnante di Incantesimi, era un mago basso e mingherlino che doveva salire sopra una pila di libri per vedere al di là della cattedra. All'inizio della prima lezione prese il registro e, quando arrivò al nome di Harry diede un gridolino eccitato e ruzzolò giù, scomparendo alla vista.
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La professoressa Mcgranitt era ancora diversa. Harry aveva avuto ragione di pensare che era meglio non contrariarla. Severa e intelligente, fece un bel discorsetto ai ragazzi nel momento stesso in cui si sedettero per ascoltare la sua prima lezione.
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‘La Trasfigurazione è una delle materie più complesse e pericolose che apprenderete a Hogwarts’ disse. ‘Chiunque faccia confusione nella mia aula verrà espulso e non sarà più riammesso. Siete avvisati’.
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Poi trasformò la sua cattedra in un maiale e viceversa. Tutti rimasero molto impressionati e non vedevano l'ora di cominciare, ma ben presto si resero conto che ci sarebbe voluto un bel po' di tempo prima che diventassero capaci di trasformare un mobile in un animale. Presero un mucchio di appunti complicati, dopodiché a ciascuno fu dato un fiammifero che dovevano provare a trasformare in un ago. Alla fine della lezione, solo Hermione Granger aveva cambiato qualche cosa nel suo fiammifero; la professoressa Mcgranitt mostrò alla classe che era diventato tutto d'argento e acuminato, e gratificò Hermione con uno dei suoi rari sorrisi.
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Il corso che tutti non vedevano l'ora di frequentare era Difesa contro le Arti Oscure, ma le lezioni di Raptor si dimostrarono un po' una barzelletta. L'aula odorava fortemente di aglio: tutti dicevano servisse a tenere lontano un vampiro che egli aveva incontrato in Romania, e che temeva che sarebbe tornato un giorno o l'altro a prenderlo per portarlo via. Il turbante, così disse ai suoi allievi, lo aveva ricevuto in dono da un principe africano, come pegno di gratitudine per averlo liberato di un fastidioso zombie; ma loro non erano così sicuri che quella storia fosse vera. Tanto per cominciare, quando Seamus Finnigan aveva chiesto a Raptor di raccontare come aveva fatto a scacciare lo zombie, lui era diventato tutto rosso e aveva cominciato a parlare del tempo. E poi avevano notato che intorno al turbante aleggiava uno strano odore, e i gemelli Weasley insistevano che anche quello era imbottito d'aglio, perché Raptor fosse protetto ovunque andasse.
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Harry fu molto sollevato nel constatare che non era poi così indietro rispetto agli altri. Molti venivano da famiglie di Babbani e, come lui, non sapevano di essere streghe o maghi. C'era così tanto da imparare che anche persone come Ron non erano poi molto avvantaggiate.
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Il venerdì successivo fu un giorno importante per Harry e Ron. Finalmente riuscirono ad arrivare alla Sala Grande per colazione senza perdersi neanche una volta. ‘Cosa abbiamo oggi?’ chiese Harry a Ron versandosi lo zucchero nel tè. ‘Pozioni doppie per i Serpeverde’ disse Ron. ‘Il capo del dormitorio Serpeverde è Piton, e quelli di Serpeverde dicono che lui li favorisce sempre... vedremo se è vero’.
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‘Quanto vorrei che la Mcgranitt favorisse noi’ disse Harry. La professoressa Mcgranitt era la direttrice del dormitorio Grifondoro, ma questo non le aveva impedito, il giorno prima, di dargli una montagna di compiti.
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In quel momento arrivò la posta. Oramai Harry ci aveva fatto l'abitudine, ma il primo giorno era rimasto alquanto impressionato quando un centinaio di gufi avevano fatto irruzione all'improvviso nella Sala Grande, durante la colazione, descrivendo cerchi sopra i tavoli finché, individuato il proprio padrone, non gli avevano lasciato cadere in grembo lettere e pacchetti.
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A Harry, Edvige non aveva ancora portato niente. Ogni tanto, veniva per mordicchiargli l'orecchio e farsi dare un pezzetto di toast prima di tornare a dormire nella grande voliera insieme agli altri pennuti della scuola. Ma quella mattina si posò fra la zuccheriera e la coppetta della marmellata d'arancia, lasciando cadere un biglietto sul piatto di Harry. Il ragazzo lacerò immediatamente la busta. arry (c'era scritto con una calligrafia tutta scarabocchi), so che il venerdì pomeriggio sei libero: ti va di venire a prendere una tazza di tè con me intorno alle tre? Voglio sapere tutto della tua prima settimana. Mandami la risposta con Edvige.
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Harry si fece prestare la penna d'oca da Ron e buttò giù la risposta sul retro del biglietto: ‘Sì, grazie, ci vediamo più tardi’. E la consegnò a Edvige perché la recapitasse.
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Meno male che Harry aveva la piacevole aspettativa del tè con Hagrid, perché la lezione di Pozioni fu la peggior cosa che gli fosse capitata fino a quel momento.
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Appena arrivato, durante il banchetto inaugurale, Harry aveva avuto l'impressione di non stare simpatico al professor Piton. Alla fine della prima lezione di Pozioni seppe che si era sbagliato. Non è che lo trovasse antipatico... lo odiava.
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Le lezioni di Pozioni si svolgevano in una delle celle sotterranee. Qui faceva più freddo che ai piani alti, il che sarebbe bastato a far venire loro la pelle d'oca anche senza tutti quegli animali che galleggiavano nei barattoli di vetro lungo le pareti.
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Come Vitious, anche Piton iniziò la lezione prendendo il registro, e sempre come Vitious, giunto al nome di Harry si fermò. ‘Ah, vedo’ disse con voce melliflua, ‘Harry Potter. La nostra nuova... celebrità’.
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Draco Malfoy e i suoi amici Tiger e Goyle nascosero un ghigno dietro la mano. Piton finì di fare l'appello e alzò lo sguardo sulla classe. Aveva gli occhi neri come quelli di Hagrid, ma del tutto privi del suo calore. Erano gelidi e vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio.
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‘Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni’ cominciò. Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una: come la professoressa Mcgranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe. ‘Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando i sensi... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano’.
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Anche questo discorsetto cadde nel silenzio. Harry e Ron si scambiarono un'occhiata alzando le sopracciglia. Hermione Granger era seduta sul bordo della sedia e sembrava non vedesse l'ora di dimostrare che lei non era una ‘testa di legno’.
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‘Potter’ disse Piton d'un tratto. ‘Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?’ Radice in polvere di che cosa, in un infuso di che cosa? Harry lanciò un'occhiata a Ron, che appariva altrettanto sconcertato; invece Hermione era già lì con la mano alzata. ‘Non lo so, signore’ disse Harry.
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Le labbra di Piton si incresparono in un ghigno. ‘Bene, bene... è chiaro che la fama non è tutto’. Ignorò la mano alzata di Hermione.
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‘Proviamo ancora. Potter, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietra bezoar?’ Hermione alzò di nuovo la mano più in alto che poteva senza alzarsi dalla sedia, ma Harry non aveva la più pallida idea di che cosa fosse un bezoar. Cercò di ignorare Malfoy, Tiger e Goyle che si sbellicavano dalle risate. ‘Non lo so, signore’.
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‘Immagino che tu non abbia neanche aperto un libro prima di venire qui, vero, Potter?’ Harry si costrinse a continuare a guardare fisso quegli occhi glaciali. In realtà aveva dato una scorsa ai libri, quando era ancora dai Dursley, ma forse Piton si aspettava che si ricordasse tutto quel che era scritto in Mille erbe e funghi magici?
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Piton continuava a ignorare la mano fremente di Hermione. ‘E... Potter, qual è la differenza tra l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum?’ A questo punto, Hermione si alzò in piedi con la mano protesa come se volesse toccare il soffitto. ‘Non lo so’ disse Harry tranquillamente. ‘Ma penso che Hermione lo sappia. Perché non prova a chiederlo a lei?’
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Alcuni risero; Harry colse lo sguardo di Seamus e Seamus ammiccò. Ma Piton non lo trovò affatto divertente. ‘Sta' seduta!’ ordinò secco a Hermione. ‘Per tua norma e regola, Potter, asfodelo e artemisia insieme fanno una pozione soporifera talmente potente da andare sotto il nome di Distillato della Morte Vivente. Un bezoar è una pietra che si trova nella pancia delle capre
e che salva da molti veleni. Per quanto riguarda l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum, sono la stessa pianta, nota anche con il semplice nome di aconito. Be'? Perché non prendete appunti?’
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Ci fu un improvviso rovistare in cerca di penne e pergamene. Sovrastando il rumore, Piton disse: ‘E al dormitorio di Grifondoro verrà tolto un punto per la tua faccia tosta, Potter’. Col procedere della lezione di Pozioni, la situazione dei Grifondoro non migliorò. Piton li divise in coppie e li mise a fabbricare una semplice pozione per curare i foruncoli. Intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe, osservandoli pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoy, che sembrava stargli simpatico. Aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso da una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente. Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione quando il calderone si era bucato e adesso piangeva di dolore, mentre sulle braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate.
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‘Ma che razza di idiota!’ sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua bacchetta magica ripuliva il pavimento dalla pozione versata. ‘Suppongo che tu abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il calderone dal fuoco. Non è così?’
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Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso. ‘Portalo in infermeria!’ intimò Piton a Seamus in tono sprezzante. Poi si girò verso Harry e Ron, che avevano lavorato accanto a Neville. ‘E tu, Potter... perché non gli hai detto di non aggiungere gli aculei? Pensavi che se lui sbagliava ti saresti messo in luce, non è vero? E questo è un altro punto in meno per i Grifondoro’.
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La cosa era così ingiusta che Harry aprì bocca per ribattere, ma Ron gli diede un calcio da dietro al loro calderone. ‘Non esagerare’ gli soffiò a bassa voce. ‘Ho sentito dire che Piton può diventare molto cattivo’. Un'ora dopo, lasciato il sotterraneo, mentre risalivano le scale, la mente di Harry galoppava e il suo umore era... sottoterra. In una sola settimana, aveva fatto perdere due punti a Grifondoro... Ma perché Piton lo odiava tanto?
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‘Su col morale’ disse Ron. ‘Piton non fa altro che togliere punti a Fred e a George. Posso venire con te a trovare Hagrid?’ Alle tre meno cinque avevano lasciato il castello e avanzavano attraverso il parco. Hagrid viveva in una casetta di legno al limitare della foresta proibita. Fuori della porta erano poggiati una balestra e un paio di stivali di gomma.
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Quando Harry bussò, dall'interno si udì un raspare frenetico e una serie di latrati sempre più forti. Poi risuonò la voce di Hagrid che
diceva: ‘Qua, Thor... qua!’
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La sua grossa faccia pelosa apparve da dietro la porta socchiusa, prima che la spalancasse. ‘Aspettate un attimo!’ disse. ‘Sta' giù, Thor!’
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Li fece entrare, cercando di trattenere per il collare un enorme cane nero, di quelli usati per la caccia al cinghiale.
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La casa era formata da un'unica stanza. Dal soffitto pendevano prosciutti e fagiani; sopra una piccola catasta di legna già accesa c'era un bollitore di rame e, in un angolo, un letto imponente coperto con una trapunta a patchwork.
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‘Fate come se foste a casa vostra’ disse Hagrid lasciando andare Thor che si avventò dritto dritto su Ron, cominciando a leccargli le orecchie. Al pari di Hagrid, Thor non era poi così feroce come sembrava.
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‘Ti presento Ron’ disse Harry a Hagrid, mentre questi versava dell'acqua bollente in una grande teiera e disponeva alcuni biscotti su un piatto.
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‘Un altro Weasley, eh?’ chiese Hagrid guardando le lentiggini di Ron. ‘Ho passato metà della vita a dar la caccia ai tuoi fratelli gemelli per la foresta’.
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Per poco i biscotti non gli spezzarono i denti, ma Harry e Ron finsero di gradirli moltissimo, mentre facevano a Hagrid il resoconto delle prime lezioni. Thor aveva poggiato la testa sulle ginocchia di Harry e gli sbavava addosso, tutto contento.
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Harry e Ron godettero molto a sentire Hagrid chiamare Gazza ‘quel vecchio scemo’. ‘E quanto alla gatta, Mrs Purr, una volta o l'altra la presento a Thor. Lo sapete che ogni volta che vado su alla scuola mi segue dappertutto? Non riesco a levarmela dai piedi... Gazza la aizza’.
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Harry raccontò a Hagrid della lezione di Piton. E Hagrid, al pari di Ron, gli disse di non prendersela, perché a Piton praticamente non andava a genio nessuno degli studenti. ‘Ma a me, sembrava proprio che mi odiasse’. ‘Sciocchezze!’ esclamò Hagrid. ‘E perché mai?’
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Eppure Harry non poté fare a meno di notare che Hagrid, nel pronunciare quelle parole, evitava il suo sguardo. ‘E tuo fratello Charlie, come sta?’ chiese Hagrid a Ron. ‘Mi stava molto simpatico... con gli animali era fantastico’.
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Harry si chiese se Hagrid l'aveva fatto apposta a cambiare argomento. Mentre Ron raccontava a Hagrid che lavoro faceva Charlie con i draghi, Harry prese un pezzetto di carta che era stato lasciato sul tavolo, sotto la teiera. Era il ritaglio di un trafiletto dalla Gazzetta del Profeta: ULTIMISSIME SULLA RAPINA ALLA GRINGOTT Proseguono le indagini sulla rapina avvenuta alla Gringott il 31 luglio scorso a opera di ignoti maghi o streghe dalle Arti Oscure. Oggi i folletti della Gringott hanno ripetutamente affermato che nulla è stato trafugato. Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira era stata svuotata il giorno stesso. ‘Ma tanto non vi diremo che cosa conteneva; quindi, se non volete
guai, non ficcate il naso in questa faccenda’: così ha dichiarato oggi pomeriggio il folletto portavoce della Gringott. Harry ricordò che, sul treno, Ron gli aveva detto che qualcuno aveva cercato di rapinare la Gringott, ma senza dire in che data.
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‘Hagrid!’ esclamò, ‘la rapina alla Gringott è avvenuta il giorno del mio compleanno! Forse è successo quando c'eravamo noi’.
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Non c'erano dubbi: anche stavolta Hagrid evitò lo sguardo di Harry. Bofonchiò qualcosa e gli offrì un altro biscotto. Harry rilesse il trafiletto: ‘Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira era stata svuotata il giorno stesso’. Hagrid aveva vuotato la camera numero settecentotredici... questo, beninteso, se prelevare il lurido pacchetto che c'era dentro si poteva definire svuotarla. Era di quello che i ladri andavano in cerca?
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Quando Harry e Ron fecero ritorno al castello per cena, le loro tasche erano stracolme di biscotti che i due ragazzi erano stati troppo beneducati per rifiutare, e Harry si disse che nessuna delle lezioni frequentate fino a quel momento gli aveva dato tanto da pensare quanto quell'ora trascorsa a prendere il tè con Hagrid. Hagrid aveva ritirato il pacchetto appena in tempo? E ora dove si trovava? E poi, c'era qualche cosa su Piton che Hagrid sapeva e non voleva dirgli?
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