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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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   SCUOLA di MAGIA e
STREGONERIA di HOGWARTS
Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
Un mantello invernale (nero con alamari d'argento)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere
contrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli Incantesimi, Volume primo, di Miranda Gadula
Storia della Magia, di Bathilda Bath
Teoria della Magia, di Adalbert Incant
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante
Altri accessori
1 bacchetta magica
1 Calderone (in peltro, misura standard 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d'ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo, oppure un gatto, oppure un rospo.
Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso di manici di scopa personali.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Hagrid non permise a Harry neanche di comperare un Calderone d'oro massiccio (‘Nella lista c'è scritto "peltro"‘), ma acquistarono una graziosa bilancia per pesare gli ingredienti delle pozioni, e un telescopio pieghevole in ottone. Poi andarono in farmacia, luogo talmente interessante da ripagare del pessimo odore che vi regnava, un misto di uova fradice e cavoli marci. Per terra c'erano barili di roba viscida; vasi di erbe officinali, radici secche e polveri dai colori brillanti erano allineati lungo le pareti; fasci di piume, di zanne e artigli aggrovigliati pendevano dal soffitto. Mentre Hagrid chiedeva all'uomo dietro il bancone una provvista di alcuni ingredienti fondamentali per preparare pozioni, Harry esaminava alcuni corni di unicorno in argento, che costavano ventuno galeoni ciascuno, e minuscoli occhi di coleottero di un nero lucente (a cinque zellini la manciata).
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   La cosa era così ingiusta che Harry aprì bocca per ribattere, ma Ron gli diede un calcio da dietro al loro Calderone. ‘Non esagerare’ gli soffiò a bassa voce. ‘Ho sentito dire che Piton può diventare molto cattivo’.
Un'ora dopo, lasciato il sotterraneo, mentre risalivano le scale, la mente di Harry galoppava e il suo umore era... sottoterra. In una sola settimana, aveva fatto perdere due punti a Grifondoro... Ma perché Piton lo odiava tanto?
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘Ma che razza di idiota!’ sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua bacchetta magica ripuliva il pavimento dalla pozione versata. ‘Suppongo che tu abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il Calderone dal fuoco. Non è così?’
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Ci fu un improvviso rovistare in cerca di penne e pergamene. Sovrastando il rumore, Piton disse: ‘E al dormitorio di Grifondoro verrà tolto un punto per la tua faccia tosta, Potter’.
Col procedere della lezione di Pozioni, la situazione dei Grifondoro non migliorò. Piton li divise in coppie e li mise a fabbricare una semplice pozione per curare i foruncoli. Intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe, osservandoli pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoy, che sembrava stargli simpatico. Aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso da una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente. Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il Calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione quando il Calderone si era bucato e adesso piangeva di dolore, mentre sulle braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)


    ‘Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni’ cominciò. Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una: come la professoressa Mcgranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe. ‘Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del Calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando i sensi... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano’.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   L'ultimo esame fu quello di Storia della Magia. Dopo aver passato un'ora a rispondere a domande su qualche vecchio mago svitato, inventore del Calderone che si mescola da sé, sarebbero stati liberi, liberi per una settimana intera, prima che uscissero i risultati. Quando il fantasma del professor R f ordinò loro di riporre le penne d'oca e di arrotolare le pergamene, Harry non poté fare a meno di rallegrarsi.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    Tutti i libri di magia, la bacchetta magica, gli abiti, il Calderone e il suo superbo manico di scopa Nimbus Duemila erano stati chiusi a doppia mandata da zio Vernon in un armadio nel sottoscala nel momento stesso in cui Harry era arrivato a casa. Che gliene importava ai Dursley se lui perdeva il ruolo nella squadra di Quidditch perché non si era allenato per tutta l’estate? Era forse affar loro se tornava a scuola senza aver fatto i compiti delle vacanze? I Dursley erano quello che i maghi chiamavano Babbani (senza neanche una goccia di sangue di mago nelle vene) e per loro un mago in famiglia rappresentava la vergogna più nera. Zio Vernon aveva addirittura messo un lucchetto alla gabbia di Edvige, la civetta di Harry, per impedirle di portare messaggi a chiunque facesse parte del mondo dei maghi.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Aveva l’aria di essere stata, un tempo, un grosso porcile di pietra, ma qua e là erano state aggiunte delle stanze per un’altezza di diversi piani e, così contorta, la costruzione sembrava proprio reggersi in piedi per magia (il che, come Harry rammentò a se stesso, era probabilmente vero). Sul tetto rosso facevano capolino quattro o cinque comignoli. Su un’insegna sbilenca fissata a terra, vicino all’entrata, si leggeva: ‘La Tana’. Dietro alla porta principale, alla rinfusa, erano ammucchiati degli stivaloni di gomma e un Calderone tutto arrugginito. Molte galline marroni ben pasciute andavano beccando qua e là per l’aia.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «Tu prendi questi» le bofonchiò Harry scaraventando i libri nel Calderone. «Io me li comprerò…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Ron diventò paonazzo come Ginny. Anche lui lasciò cadere i libri dentro al Calderone e fece per lanciarsi contro Malfoy, ma Harry e Hermione lo afferrarono per la giacca.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Si avvicinò al Calderone di Ginny e dal mucchio dei libri nuovi fiammanti di Allock estrasse una copia vecchia e consunta di Guida pratica alla trasfigurazione per principianti.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Ci fu un tonfo metallico e il Calderone di Ginny volò in aria; il signor Weasley si era avventato su Lucius Malfoy, scaraventandolo contro uno scaffale. Decine di pesanti libri di incantesimi caddero sulle loro teste con gran fracasso. Si udì il grido unanime di Fred e George: «Prendilo, papà!» Anche mamma Weasley gridava: «No, Arthur, no!» La folla si ritrasse, facendo cadere altri scaffali. «Signori, vi prego… vi prego!» gridava il mago-commesso, e poi una voce che superava quella di tutti gli altri intimò: «Basta un po’, gente!»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Bene» disse lui trattenendo il respiro per riuscire a infilarsi nel gabinetto. Sul water era stato sistemato un vecchio Calderone e da uno scoppiettio proveniente da sotto Harry capì che era stato acceso un fuoco. Accendere fuochi portatili a prova d’acqua era una delle specialità di Hermione.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Forse può rendersi invisibile» disse Hermione spingendo le sanguisughe verso il fondo del Calderone. «O forse si camuffa… fa finta di essere un’armatura o cose del genere. Ho letto qualcosa sui Fantasmi Camaleonti…»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)


    Harry scomparve rapidamente dietro al suo Calderone, tirò fuori dalla tasca uno dei fuochi d’artificio Filibuster di Fred e lo colpì leggermente con la bacchetta magica. Quello cominciò a sibilare e a crepitare. Ben sapendo di avere soltanto pochi secondi, Harry si raddrizzò in piedi, si fece coraggio, lo lanciò in aria, e quello andò a infilarsi dritto dritto nel Calderone di Goyle.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Quando tutti ebbero sorseggiato l’antidoto e fu posto rimedio alle varie tumefazioni, Piton si avvicinò al Calderone di Goyle e trovò i resti contorti del fuoco d’artificio. Di colpo cadde il silenzio.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Hermione gettò i nuovi ingredienti nel Calderone e cominciò a rimescolare febbrilmente.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Tutti e tre guardarono dentro al Calderone. Vista da vicino, la pozione sembrava una fanghiglia densa e scura.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Piton passò accanto a Harry, senza fare commenti sul banco vuoto e il Calderone inutilizzato di Hermione.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Piton sorrideva compiaciuto mentre passava fra i banchi, e buon per Seamus Finnigan che Piton non lo vide far finta di vomitare nel suo Calderone.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

   La famiglia Dursley di Privet Drive numero 4 era il motivo per cui Harry non si era mai goduto le vacanze estive. Zio Vernon, zia Petunia e il loro figlio Dudley erano i suoi unici parenti, tutti e tre Babbani e con un atteggiamento davvero medioevale nei confronti della magia. I genitori scomparsi di Harry, una strega e un mago, non venivano mai nominati sotto il tetto dei Dursley, e per anni zia Petunia e zio Vernon avevano tiranneggiato Harry in tutti i modi, nella speranza di soffocare in lui ogni scintilla di magia. Con loro grande scorno, avevano fallito, e in quei giorni vivevano nel terrore che qualcuno scoprisse che Harry aveva trascorso gran parte degli ultimi due anni alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il massimo che potevano fare, comunque, era mettere sotto chiave i libri di incantesimi, la bacchetta magica, il Calderone e il manico di scopa di Harry sin dall'inizio delle vacanze estive e proibirgli di parlare con i vicini.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   «Arancione, Paciock» disse Piton, pescandone un po' con il mestolo e facendola colare di nuovo nel Calderone, in modo che tutti vedessero. «Arancione. Dimmi, ragazzo, non ti entra proprio niente in quel testone? Non mi hai sentito quando ho detto che bastava una sola milza di gatto? Non ho detto che bastava una spruzzata di succo di sanguisuga? Che cosa devo fare perché tu capisca, Paciock?»
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

    Harry sollevò il viso dalle mani, aprì gli occhi e si guardò intorno come se si aspettasse di vedere qualcosa d’insolito. A dire il vero c’era una quantità straordinaria di cose insolite in quella stanza: un grosso baule di legno, spalancato ai piedi del letto, mostrava un Calderone, un manico di scopa, abiti neri e svariati libri d’incantesimi. Rotoli di pergamena ingombravano quella parte della sua scrivania che non era occupata dalla grande gabbia vuota in cui di solito era appollaiata Edvige, la sua civetta candida. Sul pavimento accanto al letto c’era un libro aperto; lo stava leggendo prima di addormentarsi la sera prima. Le figure del libro si muovevano: uomini in abiti arancioni sfrecciavano avanti e indietro cavalcando scope e lanciandosi una palla rossa.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    All’estremità del tavolo, Percy stava raccontando a suo padre nei dettagli la relazione sui fondi di Calderone.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)


    «Scusa, Perce» disse Bill con un gran sorriso. «Come vanno i tuoi fondi di Calderone
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Depose una pila di pacchi sulla brandina di Harry e vi lasciò cadere accanto il sacchetto col denaro e un mucchio di calze. Harry prese ad aprire i pacchi: a parte il Manuale di Incantesimi, volume quarto, di Miranda Gadula, aveva un mazzetto di penne nuove, una dozzina di rotoli di pergamena e ricambi per il suo kit di pozioni — era a corto di leonella ed essenza di belladonna. Stava ammucchiando la biancheria nel Calderone quando alle sue spalle Ron fece un versaccio di disgusto.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

   I due giorni successivi trascorsero senza gravi incidenti, a parte il fatto che Neville fuse il suo sesto Calderone a Pozioni. Il professor Piton, che nel corso dell’estate sembrava aver raggiunto nuove vette di perfidia, lo punì costringendolo a sventrare un intero barile di rospi cornuti, e Neville tornò in uno stato di collasso nervoso.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Gli occhi di Piton incontrarono quelli di Harry, e Harry seppe che cosa si preparava. Piton aveva intenzione di avvelenare proprio lui. Immaginò di prendere il Calderone, scagliarsi in avanti e rovesciarlo sulla testa unta di Piton…
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Alcuni dei professori rinunciarono a insegnar loro granché quando le loro menti erano cosi evidentemente altrove; il minuscolo professor Vitious li lasciò giocare durante la sua lezione del mercoledì, e lui stesso rimase a lungo a parlare con Harry del perfetto Incantesimo di Appello che aveva usato nella prima prova del Torneo Tremaghi. Altri insegnanti non furono così generosi. Nulla avrebbe mai distolto il professor Rüf, per esempio, dall’arrancare tra i suoi appunti sulle rivolte dei goblin: visto che Rüf non aveva permesso nemmeno alla propria morte di impedirgli di continuare a insegnare, sospettavano che una cosetta come il Natale non lo avrebbe dissuaso. Era incredibile come riuscisse a far sembrare le più turpi e sanguinarie rivolte dei goblin noiose come la relazione di Percy sui fondi di Calderone. Anche i professori McGranitt e Moody li fecero lavorare fino all’ultimo, e Piton, naturalmente, li avrebbe lasciati giocare in classe tanto quanto avrebbe nominato Harry suo erede universale. Fissandoli con aria cattiva, li informò che li avrebbe messi alla prova sugli antidoti ai veleni nel corso dell’ultima lezione del trimestre.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «Perché non è venuto?» chiese Harry. Non aveva una gran voglia di sorbirsi una conferenza sui fondi di Calderone per tutta la cena.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Furibondo, Harry gettò i suoi ingredienti e la borsa nel Calderone e lo trascinò davanti, verso il tavolo vuoto. Piton lo seguì, prese posto alla cattedra e osservò Harry svuotare il Calderone. Deciso a non guardarlo, Harry riprese a pestare i suoi scarabei, immaginando che ciascuno avesse la faccia di Piton.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry versò gli scarabei polverizzati nel Calderone e prese a tagliuzzare le radici di zenzero. Gli tremavano le mani per la rabbia, ma tenne gli occhi bassi, fingendo di non sentire.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry non disse nulla. Tornò a guardare le sue radici di zenzero, brandì il coltello e cominciò ad affettarle di nuovo. Non gli piaceva affatto quella storia della Pozione della Verità, e non escludeva che Piton potesse propinargliene un po’. Represse un brivido al pensiero di ciò che sarebbe potuto uscire dalla sua bocca in quel caso… a parte il fatto che avrebbe messo nei guai un sacco di persone — Hermione e Dobby, tanto per cominciare — c’erano tutte le altre cose che teneva segrete… come il fatto che era in contatto con Sirius… e — lo stomaco gli si contorse al pensiero — i sentimenti che provava per Cho… Gettò anche le radici di zenzero nel Calderone e si chiese se non fosse il caso di prendere esempio da Moody e cominciare a bere solo da una fiaschetta personale.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Karkaroff rimase a incombere dietro la cattedra di Piton per quel che restava delle due ore. Sembrava intenzionato a impedire a Piton di sgattaiolare via alla fine della lezione. Deciso a sentire quello che Karkaroff aveva da dire, Harry rovesciò di proposito la bottiglia di bile di armadillo due minuti prima della campana, cosa che gli diede il pretesto di chinarsi dietro il proprio Calderone ad asciugare il danno mentre gli altri si accalcavano rumorosamente verso la porta.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)


    «Questo» rispose Karkaroff, e Harry, spiando da dietro il Calderone, vide Karkaroff tirar su la manica sinistra dell’abito e mostrare a Piton qualcosa all’interno dell’avambraccio.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Udì dei rumori e guardò in giù: un serpente gigantesco strisciava nell’erba, aggirando la pietra tombale a cui era legato. Il respiro rapido e affannoso di Codaliscia diventava di nuovo più forte. Era come se stesse spingendo qualcosa di pesante. Poi tornò nel campo visivo di Harry, che lo vide spingere un Calderone di pietra ai piedi della tomba. Era pieno di quella che sembrava acqua — Harry ne sentì lo sciacquio — ed era più grande di qualunque Calderone Harry avesse mai usato; un enorme ventre di pietra abbastanza vasto da contenere un uomo adulto seduto.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    La cosa dentro il fagotto si agitava sempre di più, come se cercasse di liberarsi. Codaliscia stava trafficando con una bacchetta alla base del Calderone. All’improvviso sotto di esso scoppiettò un fuoco. Il grosso serpente scomparve strisciando nell’oscurità.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Il liquido nel Calderone parve scaldarsi molto in fretta. La superficie prese non solo a ribollire, ma anche a emettere scintille ardenti, come se fosse incendiata. Il vapore si addensava, offuscando la sagoma di Codaliscia che alimentava il fuoco. I movimenti sotto il mantello divennero più frenetici. E Harry udì di nuovo la voce fredda e acuta.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    La cosa sembrava quasi innocua; levò le braccine e le mise attorno al collo di Codaliscia, che lo sollevò. Nel farlo, il cappuccio gli ricadde indietro, e nel bagliore del fuoco Harry vide l’espressione di disgusto sul volto pallido e debole di Codaliscia mentre portava la creatura fino alla bocca del Calderone. Per un istante, Harry vide la malvagia faccia piatta illuminata dalle scintille che danzavano sulla superficie della pozione. E poi Codaliscia vi immerse la creatura. Quella scomparve sotto la superficie con un sibilo; Harry udì il suo corpo fragile cadere sul fondo con un tonfo lieve.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    La superficie della tomba ai piedi di Harry si infranse. Paralizzato dall’orrore, Harry vide un sottile filo di polvere levarsi nell’aria all’ordine di Codaliscia, e ricadere dolcemente nel Calderone. Lo specchio adamantino dell’acqua s’infranse con un sibilo; sprigionò scintille in tutte le direzioni, e divenne di un intenso blu venefico.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Harry capì ciò che Codaliscia stava per fare un secondo prima che accadesse: serrò disperatamente gli occhi, ma non poté fermare l’urlo che squarciò la notte, che lo attraversò come se anche lui fosse stato trafitto dal pugnale. Udì qualcosa cadere a terra, udì gli ansiti angosciati di Codaliscia, poi un tonfo rivoltante, mentre qualcosa veniva gettato nel Calderone. Harry non osava guardare… ma la pozione era diventata di un rosso bruciante, la luce splendeva attraverso le sue palpebre serrate…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Poi tornò barcollando al Calderone e lo versò. Il liquido divenne di colpo di un bianco accecante. Codaliscia, compiuta la sua opera, cadde in ginocchio, poi scivolò su un fianco e rimase a terra, a reggersi il moncherino sanguinante, singhiozzando e gemendo.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Il Calderone ribolliva, schizzando dappertutto le scintille simili a diamanti, di una lucentezza così abbagliante che trasformava tutto il resto in un unico velluto nero. Non accadde nulla…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    E poi, all’improvviso, le scintille che emanavano dal Calderone si spensero. Al loro posto si levò un’ondata densa che cancellò tutto davanti a Harry, nascondendo Codaliscia, Cedric o altro che non fosse il vapore che fluttuava a mezz’aria… è andata male, pensò… è annegato… per favore… per favore, fa’ che sia morto…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Ma poi, con un sussulto di terrore, vide nella nebbia la sagoma scura di un uomo alto e scheletrico, che si ergeva lentamente dall’interno del Calderone.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    L’uomo magro uscì dal Calderone, fissando Harry… e Harry a sua volta fissò il viso che da tre anni infestava i suoi incubi. Più bianco di un teschio, con grandi, lividi occhi rossi, il naso piatto come quello di un serpente, due fessure per narici…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Harry annuì. Si sentiva oppresso da una sorta di stordimento e da un senso di totale irrealtà, ma non gl’importava; ne era perfino contento. Non voleva dover pensare a nulla di ciò che era successo da quando aveva toccato la Coppa Tremaghi per la prima volta. Non voleva dover passare in rassegna i ricordi, freschi e nitidi come fotografie, che continuavano a lampeggiare nella sua mente. Malocchio Moody dentro il baule. Codaliscia, accasciato a terra, che si reggeva il moncherino. Voldemort che sorgeva tra i vapori del Calderone. Cedric… morto… Cedric, che gli chiedeva di riportarlo dai suoi genitori…
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Harry riprese; spiegò come Voldemort era sorto dal Calderone e riferì tutto ciò che ricordava del discorso di Voldemort ai Mangiamorte. Poi raccontò come lo aveva slegato, gli aveva restituito la bacchetta e si era preparato al duello.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Ah, be’» concluse Tonks, chiudendo il coperchio con un tonfo, «almeno è tutto dentro. Anche quella ci guadagnerebbe con una bella pulita». Puntò la bacchetta verso la gabbia di Edvige. «Gratta e netta». Un po’ di piume e di cacche svanirono. «Be’, è un po’ meglio… non sono mai riuscita a padroneggiare questo genere di incantesimi casalinghi. Bene… hai tutto? Il Calderone? La scopa? Wow! Una Firebolt!»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Ben presto una serie di pesanti coltelli tagliuzzavano carne e verdure per conto loro, sotto la sorveglianza del signor Weasley; intanto la signora Weasley mescolava un Calderone appeso sopra il fuoco e gli altri prendevano piatti, calici e cibo dalla dispensa. Harry rimase a tavola con Sirius e Mundungus, che continuava a sbattere le palpebre in modo lugubre, guardandolo.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    Harry, Sirius e Mundungus si voltarono e un attimo dopo si tuffarono lontano dal tavolo. Fred e George avevano stregato un gran Calderone di stufato, un boccale di ferro di Burrobirra e una pesante asse di legno per il pane, completa di coltello, in modo che sfrecciassero nell’aria verso di loro. Lo stufato scivolò fino in fondo al tavolo e si bloccò appena prima del bordo, lasciando una lunga bruciatura nera sulla superficie di legno; la bottiglia di Burrobirra cadde con un tonfo, versando dappertutto il contenuto; il coltello del pane scivolò dall’asse e si conficcò con la punta all’ingiù, vibrando minaccioso, esattamente dove un attimo prima c’era la mano di Sirius.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «O un Calderone nuovo, quello vecchio di Charlie è tutto arrugginito, o un topo nuovo, ti piaceva Crosta…»
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Proprio come Harry, Ron e Hermione avevano predetto, Piton non avrebbe potuto assegnare una pozione più complicata e insidiosa. Gli ingredienti dovevano essere aggiunti nel Calderone nell’ordine e nella quantità esatti; l’intruglio doveva essere mescolato per un preciso numero di volte, prima in senso orario, poi antiorario; il calore della fiamma sul quale sobbolliva doveva essere abbassato esattamente al livello giusto per un determinato numero di minuti prima di aggiungere l’ingrediente finale.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Harry, che sudava copiosamente, si guardò intorno disperato. Il suo Calderone emanava un’abbondante quantità di fumo grigio scuro; quello di Ron sprizzava scintille verdi. Seamus attizzava in modo febbrile le fiamme alla base del suo con la punta della bacchetta, perché erano lì lì per spegnersi. La superficie della pozione di Hermione, tuttavia, era una nebbiolina fosforescente di vapore argenteo, e passando Piton la guardò senza fare commenti, il che voleva dire che non trovava nulla da criticare. Ma davanti al Calderone di Harry si fermò, e lo scrutò con un orribile sorriso mellifluo.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    La pozione di Harry svanì; lui rimase come un idiota accanto al Calderone vuoto.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Mentre tutti attorno a lui riempivano le loro fiaschette, Harry ripose le sue cose, fremente. La sua pozione non era peggiore di quella di Ron, che al momento emanava un odoraccio di uova marce; né di quella di Neville, che aveva raggiunto la consistenza di cemento fresco e che Neville era intento a spalare dal Calderone; eppure era lui, Harry, che avrebbe preso zero punti quel giorno. Rificcò la bacchetta nella borsa e si afflosciò sulla sedia, guardando gli altri sfilare fino alla cattedra di Piton con le fiaschette piene e tappate. Al suono della campana fu il primo a uscire, e aveva già cominciato a pranzare quando Ron e Hermione lo raggiunsero nella Sala Grande. Il soffitto era diventato di un grigio ancora più cupo nel corso della mattinata. La pioggia frustava le alte finestre.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Oh, non saprei…» disse sconfortato Harry, che non riusciva a ricordare di aver sognato alcunché negli ultimi giorni. «Diciamo che ho sognato… di affogare Piton nel mio Calderone. Sì, questo va bene…»
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Bene, dobbiamo aggiungere la tua età alla data del sogno, poi il numero delle lettere del soggetto… sarebbe “annegamento”, “Calderone” o “Piton”?»
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Ah, sì» disse lui vago, posando la boccetta e continuando a guardare nell’angolo. La Umbridge si era appena alzata. «Aha» fece Harry piano, vedendola dirigersi tra due file di banchi verso Piton, che era chino sul Calderone di Dean Thomas.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Un altro non classificato, Potter» disse Piton maligno, vuotando il Calderone di Harry con un tocco di bacchetta. «Voglio che tu scriva un tema sulla corretta composizione di questa pozione, indicando dove e perché hai sbagliato, e me lo consegni alla prossima lezione, è chiaro?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    La Umbridge girò sui tacchi e percorse tutta la lunghezza della capanna, guardandosi intorno con grande attenzione. Si chinò a sbirciare sotto il letto, aprì gli armadi. Passò a pochi centimetri dal punto in cui Harry, Ron e Hermione erano appiattiti contro il muro e Harry contrasse lo stomaco. Dopo aver esaminato con cura l’enorme Calderone in cui Hagrid cucinava, la Umbridge si voltò e chiese: «Che cosa le è successo? Come si è procurato quelle ferite?»
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    Quando scesero nel sotterraneo, né Harry né Ron le rivolgevano più la parola, ma Hermione, imperterrita, approfittò di quel silenzio per riversare su di loro un flusso ininterrotto di oscure ammonizioni, borbottate in un sibilo veemente che fece perdere a Seamus cinque minuti buoni per controllare che il suo Calderone non avesse perdite.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Troppo furibondo per parlare, Harry tornò al suo Calderone per riempire un’altra fiaschetta e costringere Piton a dargli un voto, ma scoprì inorridito che era vuoto.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Gli ci vollero poco più di dieci minuti per recuperare tutto ciò di cui aveva bisogno; infine riuscì a estrarre il Mantello dell’Invisibilità da sotto il letto, a riavvitare il tappo sulla boccetta di Inchiostro Cambiacolore e a costringere il coperchio del baule a chiudersi sopra il suo Calderone. Poi, trascinando il bagaglio con una mano e reggendo la gabbia di Edvige nell’altra, tornò di sotto.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «C’è un cliente che cerca un Calderone finto, signor Weasley e signor Weasley» annunciò.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    La segreta era, cosa alquanto insolita, già piena di fumi e strani odori. Ron e Hermione annusarono interessati passando accanto ai grandi calderoni ribollenti. I quattro Serpeverde si raggrupparono attorno a un tavolo, come i quattro Corvonero. Così Harry, Ron e Hermione divisero il tavolo con Ernie. Scelsero quello più vicino a un Calderone dorato che esalava uno degli aromi più seducenti che Harry avesse mai inspirato: gli ricordava al tempo stesso la torta di melassa, l’odore di legno di un manico di scopa e quello dei fiori che poteva aver annusato alla Tana. A un tratto si accorse che il suo respiro era diventato lento e profondo, e che i vapori della pozione sembravano saziarlo come una bibita. Un’enorme contentezza lo pervase; fece un gran sorriso a Ron, che gli sorrise pigramente di rimando.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Indicò il Calderone più vicino al tavolo di Serpeverde. Harry si alzò a metà e vide che conteneva qualcosa di simile ad acqua pura che ribolliva.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «Molto bene, molto bene!» esclamò Lumacorno allegro. «Ora» riprese, indicando il Calderone più vicino al tavolo dei Corvonero, «questa è piuttosto famosa… di recente è stata citata con un certo rilievo in alcuni libriccini del Ministero… Chi sa…?»
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Anche Harry aveva riconosciuto la sostanza fangosa che bolliva lenta nel secondo Calderone, ma non si irritò con Hermione per essersi presa il merito di rispondere; dopotutto era stata lei a prepararla quando facevano ancora il secondo anno.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Con sua grande irritazione notò che il proprietario precedente aveva scarabocchiato tutte le pagine, tanto che i margini erano neri come le parti stampate. Dopo essersi chinato più in basso per decifrare gli ingredienti (anche lì c’erano annotazioni e parole cancellate), Harry corse verso l’armadio delle scorte a prendere l’occorrente. Mentre tornava velocissimo al Calderone, vide Malfoy tagliuzzare radici di valeriana più rapidamente che poteva.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    E si allontanò. Harry tornò a curvarsi sul Calderone con un ghigno. Sapeva che Malfoy si era aspettato di essere considerato come lui o Zabini: forse aveva anche sperato in un trattamento preferenziale come quello che gli aveva sempre riservato Piton. Sembrava che invece dovesse contare su nient’altro che il proprio talento per ottenere la bottiglietta di Felix Felicis.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Harry schiacciò il fagiolo raggrinzito col piatto del pugnale. Con suo stupore, liberò all’istante molto più succo di quanto pensava ne potesse contenere. Lo versò tutto in fretta nel Calderone e con sua sorpresa la pozione diventò subito della precisa sfumatura di lilla descritta dal manuale.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Il professore avanzò lentamente fra i tavoli, spiando nei calderoni. Non fece commenti, ma ogni tanto dava una mescolata o un’annusata. Infine raggiunse il tavolo dove erano seduti Harry, Ron, Hermione ed Ernie. Rivolse un sorriso contrito alla sostanza simile a pece nel Calderone di Ron. Oltrepassò il liquido blu scuro di Ernie. Al decotto di Hermione rivolse un cenno compiaciuto. Poi vide la pozione di Harry, e una gioia incredula gli illuminò il volto.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «E l’ho fatto» ribatté Silente tranquillo. «Ti ho detto tutto quello che so. Da questo momento in poi, lasceremo le salde fondamenta dei fatti e viaggeremo insieme attraverso le torbide paludi della memoria, per addentrarci nel folto delle più audaci congetture. D’ora in poi, Harry, potrei clamorosamente sbagliarmi tanto quanto Humphrey Ruttus, convinto che i tempi fossero maturi per un Calderone di formaggio».
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    Avrebbero dovuto tutti ascoltare la cantante preferita della signora Weasley, Celestina Warbeck, la cui voce usciva trillando da una grossa radio di legno. Fleur, che sembrava trovare Celestina molto noiosa, parlava a voce altissima, e la signora Weasley, accigliata, continuava ad alzare il volume a colpi di bacchetta, così che Celestina cantava sempre più forte. Coperti da una canzone particolarmente vivace dal titolo Un Calderone pieno di forte amor bollente, Fred e George cominciarono una partita a Spara Schiocco con Ginny. Ron continuava a lanciare sguardi furtivi a Bill e Fleur, come a voler prendere spunti. Remus Lupin, più magro e lacero che mai, era seduto vicino al fuoco e ne studiava le profondità, apparentemente sordo alla voce di Celestina.
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    Vieni, mescola il mio Calderone e, se con passione ti riuscirà, il mio forte amor bollente questa notte ti scalderà.
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    Poco dopo, Fleur decise di imitare Celestina cantando Un Calderone pieno di forte amor bollente,e dalla faccia della signora Weasley tutti lo presero come il segnale che era ora di andare a letto. Nella camera di Ron in soffitta era stata aggiunta una brandina per Harry.
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    Le ore di Pozioni erano molto sgradevoli in quel periodo, poiché dovevano condividere il tavolo. Quel giorno Hermione spostò il suo Calderone in modo da stare vicina a Ernie e ignorò gli altri due.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Hermione era scesa dal suo sgabello ed era a metà strada verso la scrivania di Lumacorno prima ancora che il resto della classe avesse capito che era ora di muoversi e, quando Harry, Ron ed Ernie tornarono al tavolo, aveva già versato il contenuto della sua fiala nel Calderone e stava accendendo il fuoco.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Irritato, Harry stappò il veleno che aveva preso dalla cattedra di Lumacorno, un liquido di un rosa sgargiante, lo versò nel Calderone e vi accese sotto il fuoco. Non aveva la minima idea di che cosa fare. Guardò Ron, che aveva copiato tutte le sue mosse e ora stava lì con espressione idiota.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Hermione agitava entusiasta la bacchetta sopra il suo Calderone. Non riuscirono nemmeno a copiare l’incantesimo che stava eseguendo perché ormai era diventata così brava in quelli non verbali che non aveva più bisogno di dirli ad alta voce. Ernie Macmillan però stava borbottando ‘Specialis Revelio!’ sul suo paiolo, che suonava bene, così Harry e Ron si affrettarono a imitarlo.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    A Harry bastarono cinque minuti per capire che la sua reputazione di miglior artefice di pozioni della classe stava per crollare. Lumacorno aveva sbirciato speranzoso nel suo Calderone durante il primo giro della segreta, pronto a profondersi in esclamazioni estasiate come al solito, e invece aveva ritratto in fretta la testa, tossendo, soffocato dall’odore di uova marce. Hermione non avrebbe potuto essere più soddisfatta; non aveva tollerato di essere superata in ogni prova di Pozioni. Al momento stava decantando gli ingredienti del suo veleno, che si erano misteriosamente separati, in dieci diverse fiale di cristallo. Per evitare quello spettacolo irritante, Harry si chinò sul libro del Principe Mezzosangue e voltò alcune pagine con inutile energia.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Aprì la scatola proprio mentre Lumacorno gridava: «Ragazzi, ancora due minuti!» Dentro c’erano alcuni oggetti raggrinziti, più simili a reni secchi che a vere pietre. Harry ne afferrò uno, rimise la scatola nell’armadio e corse indietro al suo Calderone.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Lumacorno fece lentamente il giro della stanza, esaminando i vari antidoti. Nessuno aveva portato a termine il compito, anche se Hermione stava ancora cercando di ficcare alcuni ingredienti nella sua bottiglia prima che Lumacorno arrivasse da lei. Ron aveva rinunciato, e cercava solo di non inalare i fumi putrescenti che si levavano dal suo Calderone. Harry rimase in attesa, col bezoar stretto nella mano sudata.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Il loro tavolo era l’ultimo. Lumacorno annusò la pozione di Ernie e passò a quella di Ron con una smorfia. Non indugiò sul suo Calderone, ma si ritrasse in fretta con un breve conato.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Non è possibile» biascicò Ron, ficcandosi in bocca un secondo CiocCalderone mentre scivolava giù dal letto per vestirsi. «Andiamo, se non ti spicci dovrai Materializzarti a stomaco vuoto… forse sarebbe più facile, chissà…»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Harry restò senza fiato. Voldemort era entrato nella stanza. I suoi tratti non erano quelli che Harry aveva visto affiorare dal vasto Calderone di pietra quasi due anni prima; non erano così serpenteschi, gli occhi non erano ancora rossi, il volto non così simile a una maschera, ma non era più il bel Tom Riddle. Era come se i suoi tratti fossero stati bruciati e confusi; erano cerei e vagamente deformati, e il bianco degli occhi era iniettato di sangue, anche se le pupille non erano ancora ridotte a fessure. Indossava un lungo mantello nero e il suo volto era pallido come la neve che gli scintillava sulle spalle.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Be’, ma guarda, ha un aspetto delizioso» mugolò Lumacorno un’ora e mezzo più tardi, battendo le mani e fissando il contenuto giallo sole del Calderone di Harry. «Euforia, suppongo? E che cos’è che sento? Mmm… hai aggiunto un ciuffetto di menta piperita, vero? Poco ortodosso, ma è stato un lampo d’ispirazione, Harry. Certo, serve a controbilanciare gli sporadici effetti collaterali del canto esagerato e del pizzicore al naso… Non so proprio dove trovi queste idee folgoranti, ragazzo mio… a meno che…»
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Ernie era immusonito; deciso a superare Harry per una volta, aveva frettolosamente inventato una sua pozione, che si era rappresa e aveva formato una sorta di gnocco violaceo in fondo al Calderone. Malfoy stava già riponendo le sue cose, inacidito; Lumacorno aveva definito la sua Soluzione Singhiozzante solo ‘passabile’.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Ma Lumacorno era sparito. Deluso, Harry vuotò il Calderone, raccolse le sue cose, uscì dalla segreta e salì lentamente le scale fino alla sala comune.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    «O qualcuno che sembrava una ragazza o una donna» precisò Harry. «Non dimenticare che c’era un Calderone pieno di Pozione Polisucco a Hogwarts. Sappiamo che in parte è stata rubata…»
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

   Gli ci volle un'altra ora per vuotarlo, gettar via le cose inutili e dividere il resto in pile, a seconda di quanto gli sarebbero servite da quel momento in poi. Le vesti di scuola e da Quidditch, il Calderone, la pergamena, le piume e gran parte dei libri di testo finirono ammucchiati in un angolo. Chissà che cosa ne avrebbero fatto gli zii; li avrebbero bruciati nel cuore della notte, probabilmente, come prove di un crimine orrendo. Gli abiti Babbani, il Mantello dell'Invisibilità, il kit per le pozioni, alcuni libri, l'album di foto che gli aveva regalato Hagrid, un pacco di lettere e la bacchetta andarono a riempire un vecchio zaino. In una tasca sul davanti c'erano la Mappa del Malandrino e il medaglione col messaggio firmato 'R.A.B.' Il medaglione meritava il posto d'onore non perché fosse prezioso in sé era privo di valore ma per quello che era costato impossessarsene.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   La cucina era quasi irriconoscibile. Tutte le superfici splendevano: pentole e padelle di rame erano state lucidate fino a emanare un roseo brillio, il piano del tavolo era lustro, calici e piatti già disposti per la cena scintillavano alla luce di un fuoco allegro, sul quale ribolliva un Calderone. Nessuna trasformazione però era più impressionante di quella dell'elfo domestico che corse incontro a Harry, vestito con uno strofinaccio candido, i peli delle orecchie puliti e vaporosi come cotone, il medaglione di Regulus che gli rimbalzava sul petto scarno.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Purtroppo l'intelligenza che Bathilda dimostrò negli anni passati si è oggi offuscata. «Il fuoco è acceso, ma il Calderone è vuoto» mi ha detto Ivor Dillonsby o, per porla nei termini lievemente più rozzi di Enid Smeek, «È fuori come il sedere di un babbuino». Tuttavia, una sapiente combinazione di rodate tecniche giornalistiche mi ha consentito di estrarre pepite di verità sufficienti per mettere insieme l'intera storia.
Vita e Menzogne di Albus Silente (Cap. 18 Harry Potter 7)

   «Si, anche dopo aver passato tutta la giornata a discutere due ragazzi così intelligenti si intendevano come un Calderone col fuoco a volte sentivo un gufo beccare alla finestra della camera da letto di Gellert per consegnare una lettera di Albus! Gli era venuta un'idea e doveva farlo sapere subito a Gellert!»
Vita e Menzogne di Albus Silente (Cap. 18 Harry Potter 7)

   Ron passava tutte le sere con la bacchetta in mano, tamburellando ritmi diversi sopra la radiolina, mentre le manopole giravano. Ogni tanto intercettava consigli su come curare il vaiolo di drago, e una volta un brano di Un Calderone pieno di forte amor bollente. Ron picchiettava e intanto cercava di indovinare la parola d'ordine giusta, borbottandone sfilze a caso.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   C'era una volta un vecchio mago gentile che adoperava la magia con generosità e saggezza a beneficio dei suoi vicini. Invece di rivelare la vera origine del suo potere, egli fingeva che le pozioni, gli incantesimi e gli antidoti gli sorgessero già bell'e fatti dal piccolo Calderone che chiamava la sua pentola fortunata. Nel raggio di miglia, la gente veniva da lui con i propri problemi e il mago era lieto di dare una rimestata alla pentola e aggiustare ogni cosa.
IL MAGO E IL PENTOLONE SALTERINO (Cap. 1 Harry Potter 8)

    Il figlio maledisse la mente rammollita del padre, poi gettò la pantofola nel Calderone, deciso a usarlo d'ora in avanti come cestino per la spazzatura.
IL MAGO E IL PENTOLONE SALTERINO (Cap. 1 Harry Potter 8)

    Il grottesco Pentolone Salterino, tuttavia, aveva fatto presa sull'immaginazione dei bambini. La soluzione fu di sbarazzarsi della morale pro-Babbana e tenere il Calderone con le sue verruche, perciò verso la metà del sedicesimo secolo tra le famiglie magiche circolava una variante della favola. Nella nuova versione, il Pentolone Salterino protegge un mago innocente dai vicini armati di torce e forconi, catturandoli e inghiottendoli. Alla fine della storia, quando ormai il Pentolone ha consumato la maggioranza dei vicini, il mago ottiene dai paesani che rimangono la promessa che sarà lasciato a praticare la magia in pace. In cambio, ordina al Pentolone di restituire le vittime, che vengono diligentemente rigurgitate, leggermente acciaccate. Ancora oggi, alcuni genitori maghi (generalmente anti-Babbani) raccontano questa seconda versione ai propri figli i quali, se mai leggono l'originale, ne rimangono assai stupiti.
IL MAGO E IL PENTOLONE SALTERINO (Cap. 1 Harry Potter 8)

    Che sia esistita una lavandaia capace di trasformarsi in un coniglio è dubbio; tuttavia, alcuni storici della magia hanno avanzato l'ipotesi che Beda si sia ispirato alla famosa fattucchiera francese Lisette de Lapin, condannata per stregoneria a Parigi nel 1422. Con grande meraviglia dei suoi carcerieri Babbani, che furono accusati di averla aiutata a scappare, Lisette sparì dalla propria cella la notte prima dell'esecuzione. Non è mai stato provato che Lisette fosse un Animagus e che sia riuscita a passare attraverso le sbarre della finestra della cella, ma poco tempo dopo un grosso coniglio bianco fu visto attraversare la Manica a bordo di un Calderone sul quale era issata una vela, e in seguito un simile coniglio divenne un fidato consigliere alla corte di Enrico VI.[15]
BABÀ RABA E IL CEPPO GHIGNANTE (Cap. 4 Harry Potter 8)