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Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Cicatrice


   Silente e la Mcgranitt si chinarono sull'involto di coperte. Dentro, appena visibile, c'era un bambino profondamente addormentato. Sotto il ciuffo di capelli corvini che gli spuntava sulla fronte, scorsero un taglio dalla forma bizzarra, simile a una saetta.
‘E' qui che...’ chiese in un bisbiglio la professoressa Mcgranitt.
‘Sì’ rispose Silente. ‘Questa Cicatrice se la terrà per sempre’.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Una volta che si fu vestito, attraversò l'ingresso diretto in cucina. Il tavolo scompariva quasi completamente sotto la pila dei regali di compleanno di Dudley. Sembrava proprio che Dudley fosse riuscito a ottenere il nuovo computer che desiderava tanto, per non parlare del secondo televisore e della bici da corsa. Il motivo preciso per cui Dudley voleva una bici da corsa era un mistero per Harry, visto che Dudley era molto grasso e detestava fare moto, a meno che - inutile dirlo - non si trattasse di prendere a pugni qualcuno. Il punching-ball preferito di Dudley era Harry, quando riusciva ad acchiapparlo, il che non era facile. Non sembrava, ma Harry era molto veloce. Forse per il fatto che viveva in un ripostiglio buio Harry era sempre stato piccolo e mingherlino per la sua età. E lo sembrava ancor più di quanto in realtà non fosse, perché non aveva altro da indossare che i vestiti smessi di Dudley, e Dudley era circa quattro volte più grosso di lui. Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso. L'unica cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una Cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta. Per quanto ne sapeva, l'aveva da sempre, e la prima domanda che ricordava di aver mai rivolto a zia Petunia era stata come se la fosse fatta.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   Ad esempio, una volta zia Petunia, stanca di veder tornare Harry dal barbiere come se non ci fosse stato affatto, aveva preso un paio di forbici da cucina e gli aveva tagliato i capelli talmente corti da lasciarlo quasi pelato, tranne per la frangetta, che non aveva toccato per ‘nascondere quell'orribile Cicatrice’. Dudley era scoppiato a ridere a crepapelle al vedere Harry così conciato, e lui aveva passato una notte insonne al pensiero di come sarebbe andata l'indomani a scuola, dove già tutti lo prendevano in giro per i vestiti sformati e gli occhiali tenuti insieme con lo scotch. Ma la mattina dopo, al risveglio, aveva trovato i capelli esattamente come erano prima che zia Petunia glieli avesse rapati. Per questo era stato punito con una settimana di reclusione nel ripostiglio, sebbene avesse cercato di spiegare che non sapeva spiegare come mai gli fossero ricresciuti così in fretta.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   ‘Tu-Sai-Chi li uccise. E poi - e questa è la cosa veramente misteriosa - cercò di uccidere anche te. Chissà, voleva fare piazza pulita, o forse a quel tempo ammazzava solo per il gusto di farlo. Ma non ci riuscì. Ti sei mai chiesto come hai quella Cicatrice sulla fronte? Non fu un taglio qualsiasi. Quello è il segno che ti rimane quando vieni toccato da un caso potente e maligno: non ha risparmiato la tua mamma e il tuo papà, e neanche la casa, ma su di te non ha funzionato, e questo è il motivo per cui sei famoso, Harry. Nessuno di quelli che lui aveva deciso di uccidere l'ha fatta franca, nessuno, tu solo. E bada bene che ha ucciso maghi e streghe tra i migliori del suo tempo: i McKinnon, i Bone, i Prewett; e tu, che eri soltanto un neonato, ce l'hai fatta’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Mr Olivander toccò con un dito lungo e bianco la Cicatrice a forma di saetta sulla fronte di Harry.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)


   ‘E quella che cos'è?’ chiese d'un tratto uno dei gemelli indicando la Cicatrice che aveva sulla fronte.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Harry udì la vocina della più piccola.
‘Oh, mamma, posso salire sul treno per vederlo? Mamma, ti prego...’ ‘L'hai già visto, Ginny, e quel povero ragazzo non è mica un animale dello zoo. Ma davvero è lui, Fred? Come lo sai?’ ‘Gliel'ho chiesto. Ho visto la Cicatrice. proprio... come un fulmine’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Harry si scostò la frangia per mostrare la Cicatrice a forma di saetta.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Harry, che cominciava a sentire caldo e sonno, alzò di nuovo lo sguardo verso il tavolo delle autorità. Hagrid era tutto intento a bere dal suo calice. La professoressa Mcgranitt conversava con il professor Silente. Il professor Raptor, con il suo assurdo turbante, parlava con un altro insegnante dai capelli neri e untuosi, il naso adunco e la pelle giallastra.
Accadde all'improvviso. L'insegnante dal naso adunco guardò dritto negli occhi di Harry, oltre il turbante di Raptor, e un dolore acuto attraversò la Cicatrice sulla fronte del ragazzo.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Si girò dall'altra parte e riprese sonno, e quando si svegliò, il mattino seguente, non conservava il minimo ricordo del sogno.
‘Guarda lì!’
‘Dove?’
‘Vicino a quello alto coi capelli rossi’.
‘Quello con gli occhiali?’
‘Ma hai visto che faccia?’
‘E la Cicatrice, l'hai vista?’
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Il centauro non rispose. Aveva occhi di un blu stupefacente, come pallidi zaffiri. Guardò Harry con attenzione, soffermandosi a osservare la Cicatrice che gli spiccava livida sulla fronte.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   In quella, gli trapassò la testa una fitta di dolore come non ne aveva mai provate: era come se la sua Cicatrice avesse preso fuoco. Mezzo accecato, arretrò barcollando. Dietro di sé udì un rumore di zoccoli al galoppo, e qualche cosa lo superò d'un balzo, piombando addosso all'incappucciato.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Come vorrei sapere che cosa significa!’ disse con uno scatto di rabbia. ‘Questa Cicatrice non la pianta di farmi male... mi è già capitato, ma mai tanto spesso’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Ma Harry... che farai se con lui c'è Tu-Sai-Chi?’
‘Be'... ho avuto fortuna una volta, non è vero?’ disse Harry additando la sua Cicatrice. ‘Potrei aver fortuna di nuovo’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    Harry balzò verso la porta lambita dalle fiamme, ma Voldemort gridò: «PRENDILO!», e un istante dopo Harry sentì la mano di Raptor stringerglisi intorno al polso. Di colpo, una fitta acuta corse lungo tutta la Cicatrice che Harry aveva sulla fronte: era come se la testa gli si spaccasse in due. Gridò, lottando con tutte le sue forze, e con suo grande stupore Raptor lasciò la presa. Il dolore alla testa diminuì. Harry si guardò intorno, in preda alla disperazione, per vedere dove fosse finito Raptor, e lo vide, piegato in due per il dolore, guardarsi le dita, che si stavano riempiendo di vesciche a vista d’occhio.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)


    «Prendilo! PRENDILO!» gridò di nuovo Voldemort con voce stridula, e Raptor fece un balzo in avanti mandando Harry lungo disteso per terra e afferrandogli il collo con entrambe le mani. Il dolore della Cicatrice quasi lo accecava, ma ciò non gli impedì di vedere Raptor torcersi in preda agli spasimi.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Vedi, tua madre è morta per salvarti. Ora, se c’è una cosa che Voldemort non riesce a concepire, è l’amore. Non poteva capire che un amore potente come quello di tua madre, lascia il segno: non una Cicatrice, non un segno visibile… Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle. Raptor, che avendo ceduto l’anima a Voldemort era pieno di odio, di brama e di ambizione, non poteva toccarti per questa ragione. Per lui era un tormento toccare una persona segnata da un marchio di tanta bontà».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Harry non assomigliava affatto al resto della famiglia. Zio Vernon era grasso e senza collo, con enormi baffi neri; zia Petunia aveva una faccia cavallina ed era tutta pelle e ossa; Dudley era biondo e roseo come un porcello. Harry, al contrario, era piccolo e magro, con brillanti occhi verdi e capelli nerissimi, sempre arruffati. Portava occhiali rotondi e sulla fronte aveva una sottile Cicatrice a forma di saetta.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Era quella Cicatrice a rendere Harry cosi fuori dall’ordinario, anche fra i maghi: era l’unico segno del suo misterioso passato, della ragione per cui, undici anni prima, era stato deposto davanti alla porta di casa Dursley.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    All’età di un anno Harry era scampato a una maledizione lanciata dal più grande stregone di tutti i tempi, Voldemort, un nome che la maggior parte delle streghe e dei maghi non osava ancora pronunciare. L’attacco sferrato da Voldemort era costato la vita ai genitori di Harry, ma lui si era salvato, con la sua Cicatrice a forma di saetta, e per qualche ragione — nessuno sapeva perché — i poteri di Voldemort erano andati distrutti nel momento stesso in cui non era riuscito a uccidere il ragazzo.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Harry quindi era stato allevato dalla sorella della defunta madre e da suo marito. Aveva trascorso dieci anni con i Dursley senza mai capire perché gli accadesse di far succedere cose strane senza averne l’intenzione, e credendo alla storia che gli avevano raccontato i Dursley, che cioè quella Cicatrice se l’era procurata nell’incidente d’auto in cui erano morti i suoi genitori.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    E poi, esattamente un anno prima, Harry aveva ricevuto una lettera da Hogwarts e aveva scoperto la verità. Harry era andato a occupare il posto che gli spettava nella scuola dei maghi, dove lui e la sua Cicatrice erano famosi… ma ora l’anno scolastico era finito e lui era tornato dai Dursley per le vacanze estive, a essere trattato come un cane rognoso.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    «E a cosa serve, se non sono nella squadra?» disse Malfoy tutto imbronciato e stizzito. «L’anno scorso Harry Potter aveva una Nimbus Duemila e un permesso speciale di Silente per farlo giocare con il Grifondoro. E non è nemmeno così bravo! Solo perché è famoso… famoso per quella stupida Cicatrice sulla fronte…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «…E tutti lo considerano brillante! Potter il Magnifico, con la sua Cicatrice e la sua scopa…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Harry, Harry, Harry» ripeté Allock allungando un braccio e passandoglielo intorno alle spalle. «Io ti capisco. È naturale voler riassaporare una cosa che si è gustata per la prima volta… e io devo rimproverarmi per esserne stato la causa, perché dovevo prevedere che ti avrebbe dato alla testa… Ma vedi, giovanotto, non puoi cominciare a far volare le automobili per cercare di farti notare. Ti devi calmare, d’accordo? Avrai tutto il tempo per farlo quando sarai più grande. Sì, sì, lo so cosa stai pensando! ‘Fa presto a parlare lui che è già un mago famoso in tutto il mondo!’ Ma quando avevo dodici anni non ero proprio nessuno, come te adesso. Anzi, direi che ero ancor meno che nessuno! Voglio dire che qualcuno ha già sentito parlare di te, non è così? Tutte quelle storie a proposito di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato!» Lanciò un’occhiata alla Cicatrice a forma di saetta sulla fronte di Harry. «Lo so, lo so che non è piacevole come vincere cinque volte di fila il Premio per il Sorriso-Più-Affascinante indetto dal Settimanale delle Streghe, come è successo a me… ma è comunque un modo per iniziare, Harry, è un modo per iniziare».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)


    «Così potrò dimostrare di averti incontrato» disse Colin Canon tutto eccitato avvicinandosi ancora un poco. «Io so tutto di te. Tutti ne parlano. Che sei sopravvissuto quando Tu-Sai-Chi cercò di ucciderti e che lui è scomparso e tutto il resto e che tu hai ancora sulla fronte una Cicatrice a forma di saetta» (e qui i suoi occhi scrutarono rapidamente l’attaccatura dei capelli di Harry), «e un ragazzo del mio dormitorio ha detto che se svilupperò la pellicola nella pozione giusta, le foto si muoveranno». Colin tirò un profondo respiro di emozione che lo fece fremere e proseguì: «È meraviglioso qui, non è vero? Io non ho mai saputo che tutte le strane cose che riuscivo a fare erano magiche fino a che non ho ricevuto la lettera da Hogwarts. Mio padre fa il lattaio, e neanche lui voleva crederci. Per questo sto scattando montagne di foto da mandargli. E sarebbe davvero stupendo averne una tua» guardò Harry con aria implorante, «forse la potrebbe scattare il tuo amico così io mi metto accanto a te? E poi me la potresti firmare?»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Geloso?» disse Malfoy che ora non aveva più bisogno di gridare, dato che metà del cortile lo stava ascoltando. «E di che cosa? Grazie tante, ma non voglio certo una stupida Cicatrice sulla fronte. Per quanto mi riguarda, non penso che farsi spaccare la testa in due renda così speciali».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Vedi, Ginny mi ha raccontato tutto di te, Harry» disse Riddle. «Tutta la tua affascinante storia». Posò gli occhi sulla Cicatrice a forma di saetta e la sua espressione divenne ancor più famelica. «Sapevo di dover scoprire altre cose sul tuo conto, di doverti parlare, incontrarti, se potevo. Per questo ho deciso di mostrarti l’episodio della mia famosa cattura di quel gran sempliciotto di Hagrid: per conquistarmi la tua fiducia».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Be’» disse Riddle sorridendo amabilmente, «come è potuto accadere che un neonato senza alcun particolare talento magico sia riuscito a sconfiggere il più grande mago di tutti i tempi? Come hai fatto a cavartela solo con una Cicatrice, mentre i poteri di Lord Voldemort sono andati distrutti?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Harry, tu parli il Serpentese» disse calmo Silente, «perché Voldemort — che è l’ultimo discendente rimasto di Salazar Serpeverde — parla il Serpentese. A meno che io non mi sbagli di grosso, la notte in cui ti ha lasciato quella Cicatrice ti ha trasmesso alcuni dei suoi poteri. Anche se di certo non ne aveva intenzione…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   Harry, benché ancora piuttosto piccolo e mingherlino per la sua età, era cresciuto di qualche centimetro nell'ultimo anno. I suoi capelli nerissimi, comunque, erano quelli di sempre: ostinatamente in disordine, qualunque cosa facesse. Gli occhi dietro le lenti erano verdi e brillanti, e sulla fronte, chiaramente visibile attraverso il ciuffo, c'era una sottile Cicatrice a forma di saetta.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Di tutte le cose insolite di Harry, quella Cicatrice era la più straordinaria. Non era, come i Dursley avevano sostenuto per dieci anni, il segno dell'incidente d'auto in cui erano morti i genitori di Harry, perché Lily e James Potter non erano morti in un incidente. Erano stati uccisi dal più temuto stregone degli ultimi cent'anni, Voldemort. Ma Harry era scampato all'attacco senz'altro segno che quella Cicatrice: la maledizione di Voldemort, invece di ucciderlo, si era ritorta contro chi l'aveva scagliata. Più morto che vivo, lo stregone era fuggito...
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Guardò Stan, che lo fissava a bocca aperta. A disagio, Harry vide lo sguardo di Stan posarsi sulla Cicatrice che aveva sulla fronte.
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   «Niente» rispose rapido Harry schiacciandosi i capelli sulla Cicatrice. Se il Ministero della Magia lo stava cercando, non voleva certo facilitargli il compito.
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   «Lo sapevo!» strillò Stan giulivo. «Ern! Ern! Indovina chi è il nostro Neville, Ern! E Harry Potter, si sì! Ha la Cicatrice
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)


   «Ehm... no, grazie, Colin» disse Harry, che non aveva voglia di star lì con decine di occhi avidamente puntati sulla sua Cicatrice. «Devo... devo andare in biblioteca a fare una ricerca».
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Il suo momento di gloria» disse Fred, incapace di restar serio. «Che la Cicatrice sul dito di Goyle sia perenne tributo alla sua memoria. Dài, Ron, vai a Hogsmeade e comprati un topo nuovo. A cosa serve lamentarsi?»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Harry giaceva sulla schiena, il respiro affannoso, come se avesse corso. Si era svegliato da un sogno molto vivido con il viso nascosto tra le mani. La vecchia Cicatrice a forma di saetta sulla sua fronte scottava sotto le dita come se qualcuno gli avesse appena premuto un filo incandescente sulla pelle.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Harry sfiorò di nuovo la Cicatrice con le dita. Faceva ancora male. Accese la lampada, scivolò fuori dal letto, attraversò la stanza, aprì l’armadio e si guardò nello specchio all’interno dello sportello. Un ragazzo smilzo di quattordici anni ricambiò il suo sguardo, i verdi occhi brillanti perplessi sotto i capelli neri spettinati. Esaminò più da vicino la Cicatrice a forma di saetta del suo riflesso. Sembrava normale, ma bruciava ancora.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Chiuse gli occhi con forza e cercò di ricordare l’aspetto di Voldemort, ma fu impossibile… tutto quello che Harry sapeva era che nel momento in cui la poltrona di Voldemort era stata girata, e lui, Harry, aveva visto che cosa vi era seduto, uno spasmo di terrore lo aveva svegliato… o era stato il dolore della Cicatrice?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Eppure… eppure… Harry, irrequieto, tornò verso il letto e vi si sedette, toccandosi di nuovo la Cicatrice. Non era il dolore a preoccuparlo; male fisico e ferite non erano una novità per lui. Una volta aveva perso le ossa del braccio destro, e gli erano ricresciute tutte, dolorosamente, in una notte. Poco tempo dopo lo stesso braccio era stato dilaniato da una zanna velenosa lunga trenta centimetri. Solo l’anno prima Harry aveva fatto un volo di quindici metri da un manico di scopa volante. Era abituato agli incidenti più bizzarri: erano inevitabili, se frequentavi la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e avevi il dono di attirarti un sacco di guai.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    No, la cosa che turbava Harry era che l’ultima volta la Cicatrice gli aveva fatto male perché Voldemort era vicino… ma Voldemort non poteva essere lì in quel momento… l’idea di Voldemort appostato in Privet Drive era assurda, impossibile…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Addormentati: era così che Harry preferiva i Dursley; da svegli non erano per lui di alcuna utilità. Zio Vernon, zia Petunia e Dudley erano i soli parenti di Harry al mondo. Erano Babbani (ovvero non-maghi) che odiavano e disprezzavano la magia in qualunque forma, e questo significava che Harry era benvenuto nella loro casa quasi quanto una torma di insetti infestanti. Avevano raccontato a tutti che, negli ultimi tre anni, Harry era stato assente non perché frequentava Hogwarts, bensì il Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Ragazzi Irrimediabilmente Criminali. Sapevano benissimo che, in quanto mago minorenne, Harry non aveva il permesso di usare la magia al di fuori di Hogwarts, ma erano sempre pronti ad accusarlo di qualunque cosa andasse storta a casa loro. Harry non aveva mai potuto contare su di loro, o rivelare alcunché della sua vita nel mondo dei maghi. La sola idea di parlargli della Cicatrice che gli faceva male e delle sue preoccupazioni per Voldemort era ridicola.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Eppure era soprattutto a causa di Voldemort che Harry era andato a vivere con i Dursley. Se non fosse stato per Voldemort, Harry non avrebbe avuto la Cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Se non fosse stato per Voldemort, Harry avrebbe avuto ancora i suoi genitori…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Harry aveva un anno la notte in cui Voldemort — il più potente Mago Oscuro del secolo, un mago che in undici anni aveva toccato le vette del potere — andò a casa sua e uccise suo padre e sua madre. Poi Voldemort puntò la bacchetta su Harry; scagliò l’anatema che aveva stroncato molti maghi e molte streghe adulti nel corso della sua inarrestabile scalata al potere… e, incredibilmente, non funzionò. Invece di uccidere il bambino, la maledizione rimbalzò contro Voldemort. Harry sopravvisse senza altro segno che la Cicatrice a forma di saetta sulla fronte, e Voldemort fu ridotto a una cosa che a malapena poteva dirsi viva. Persi i poteri, la vita quasi estinta, Voldemort fuggì; la cappa di terrore sotto la quale la comunità segreta dei maghi e delle streghe era vissuta tanto a lungo si dissolse, i seguaci di Voldemort si dispersero, e Harry Potter diventò famoso.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Ma mancavano ancora due settimane all’inizio della scuola. Si guardò di nuovo intorno, smarrito, e il suo sguardo indugiò sui biglietti di compleanno che i suoi due migliori amici gli avevano spedito alla fine di luglio. Che cosa avrebbero detto se gli avesse scritto della Cicatrice dolorante?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    «Ti ha fatto male la Cicatrice? Harry, è una cosa seria… Scrivi al professor Silente! Io intanto consulterò Comuni Disturbi e Malanni Magici… Forse dice qualcosa sulle cicatrici da anatema…»
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Caro professor Silente, mi dispiace disturbarla, ma questa mattina mi ha fatto male la Cicatrice. Cordialmente, Harry Potter.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    «Ti ha fatto male la Cicatrice? Ma… ma Tu-Sai-Chi non può essere nei dintorni adesso, no? Voglio dire… tu lo sapresti, no? Cercherebbe di farti secco di nuovo, no? Non so, Harry, forse le cicatrici da anatema bruciano sempre un po’… Lo chiederò a papà…»
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Il signor Weasley era il mago Direttore dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani al Ministero della Magia, ma per quanto ne sapeva Harry non aveva particolari conoscenze in materia di incantesimi. E in ogni caso, a Harry non andava l’idea che tutta quanta la famiglia Weasley sapesse che lui, Harry, diventava isterico al primo doloretto. La signora Weasley si sarebbe agitata più di Hermione, e Fred e George, i fratelli gemelli sedicenni di Ron, avrebbero pensato che Harry s’era rammollito. I Weasley erano in assoluto la famiglia preferita di Harry; sperava che lo invitassero da loro da un momento all’altro (Ron aveva detto qualcosa a proposito della Coppa del Mondo di Quidditch) e non voleva che il suo soggiorno fosse costellato di ansiose indagini sulla sua Cicatrice.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Però questa mattina è successa una cosa strana. La Cicatrice mi ha fatto male di nuovo. L’ultima volta è successo quando Voldemort era a Hogwarts. Ma non credo che ora possa essere da queste parti, no? Sai per caso se le cicatrici da anatema possono far male a distanza di anni?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Harry la guardò sparire, poi strisciò sotto il letto, sollevò l’asse mobile ed estrasse un grosso pezzo di torta di compleanno. Rimase seduto sul pavimento a mangiarla, assaporando la felicità che lo invadeva. Aveva un dolce, e Dudley non aveva altro che pompelmo, era una bella giornata estiva, avrebbe lasciato Privet Drive l’indomani, la Cicatrice era di nuovo perfettamente normale, e avrebbe visto la Coppa del Mondo di Quidditch. Era difficile in quel momento preoccuparsi di qualcosa, perfino di Voldemort.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    All’improvviso gli venne in mente la ragione per cui aveva scritto a Sirius e per un attimo fu lì lì per raccontare a Ron e Hermione della Cicatrice bruciante e del sogno che lo aveva svegliato… Ma non voleva proprio metterli in agitazione in quel momento, non quando lui stesso si sentiva così felice e tranquillo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Era ormai abituato alla curiosità della gente e alle occhiate che tutti lanciavano alla sua Cicatrice, ma si sentiva sempre a disagio.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Bagman fu colto alla sprovvista quando udì il nome di Harry, e subito i suoi occhi scattarono, come di consueto, verso la famosa Cicatrice.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Ma anch’io conosce Dobby, signore!» squitti l’elfa. Si riparava il viso come se la luce l’accecasse, anche se la Tribuna d’onore non era molto illuminata. «Mi chiamo Winky, signore… e il signore…» i suoi occhi marrone scuro diventarono grandi come piattini mentre si posavano sulla Cicatrice di Harry, «il signore è certo Harry Potter!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Il mago bulgaro all’improvviso notò la Cicatrice di Harry e cominciò a blaterare ad alta voce, tutto agitato, indicandola.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Tre giorni prima — sembrava che fosse passato molto più tempo, ma erano solo tre giorni — si era svegliato con la Cicatrice che gli bruciava. E quella notte, per la prima volta dopo tredici anni, il Marchio di Voldemort era comparso nel cielo. Cosa significava tutto questo?
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «C’è una cosa che non vi ho detto» disse Harry. «Sabato mattina mi sono svegliato con la Cicatrice che mi faceva male di nuovo».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Ron era semplicemente ammutolito. «Ma… non era là, vero? Tu-Sai-Chi? Cioè… l’ultima volta che la Cicatrice ti faceva male, lui era a Hogwarts, vero?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Sì, ma lo era davvero?» disse Harry, voltandosi per guardare dalla finestra il cielo sempre più chiaro. «È strano, no…? Mi fa male la Cicatrice, e tre giorni dopo i Mangiamorte sono in marcia, e il marchio di Voldemort è di nuovo su in cielo».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Ho scritto a Sirius della Cicatrice» disse Harry stringendosi nelle spalle. «Sto aspettando la sua risposta».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Volo immediatamente a nord. La notizia della tua Cicatrice è l’ultima di una serie di strane voci che mi sono giunte fin qui. Se ti fa ancora male, vai subito da Silente: dicono che ha convinto Malocchio a tornare al lavoro, il che significa che sta leggendo i segni, anche se è l’unico.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Credo di aver solo immaginato che mi facesse male la Cicatrice. Ero mezzo addormentato l’ultima volta che ti ho scritto. Non serve che tu ritorni, qui va tutto bene. Non stare in pensiero per me, la mia testa è perfettamente a posto.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Quella è una bugia, Harry» disse Hermione bruscamente mentre facevano colazione, quando lui raccontò che cosa aveva fatto. «Non ti sei immaginato che ti faceva male la Cicatrice, e lo sai».
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Sono tornato e sono al sicuro. Voglio che tu mi tenga informato su tutto ciò che accade a Hogwarts. Non usare Edvige, continua a cambiare gufi, e non preoccuparti per me, pensa solo a guardarti le spalle. Non dimenticare quello che ho detto a proposito della Cicatrice.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    E poi s’immobilizzò. Si voltò di nuovo verso Harry e lo guardò come se non riuscisse a credere ai suoi occhi. Dietro di lui, anche gli studenti di Durmstrang si fermarono. Gli occhi di Karkaroff risalirono lentamente il viso di Harry e indugiarono sulla sua Cicatrice. Anche gli studenti di Durmstrang fissavano Harry incuriositi. Con la coda dell’occhio, Harry vide le facce di alcuni illuminarsi di comprensione: il ragazzo con i vestiti macchiati diede un colpetto alla sua vicina e indicò apertamente la fronte di Harry.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Eppure nel suo sogno, appena prima di svegliarsi con la Cicatrice dolorante, Voldemort non era solo… parlava con Codaliscia… progettava l’assassinio di Harry…
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Magnifico» disse Harry amaramente. «Davvero magnifico. Digli da parte mia che facciamo cambio quando vuole. Digli da parte mia che è il benvenuto… la gente che sbircia la mia Cicatrice ovunque vada…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Piantala!» disse Harry, guardandosi intorno per essere sicuro che nessuno ascoltasse; ma i prati erano deserti. «È tornato solo perché mi faceva male la Cicatrice. Probabilmente correrà al castello se gli dico che qualcuno mi ha iscritto al Torneo Tremaghi…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Una brutta Cicatrice, ricordo di un tragico passato, sfigura l’altrimenti affascinante volto di Harry Potter, i cui occhi…
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Tieni» sibilò Harry. «Portati questa, martedì. Magari adesso avrai anche tu una Cicatrice, se sei fortunato… è questo che vuoi, no?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Codaliscia urlò, urlò come se ogni nervo che aveva in corpo fosse in preda alle fiamme, e le urla riempirono le orecchie di Harry mentre la Cicatrice che aveva sulla fronte gli bruciava insopportabilmente; anche lui si ritrovò a urlare… Voldemort l’avrebbe sentito, avrebbe scoperto che era lì…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Harry aprì gli occhi. Era disteso sul pavimento della stanza della professoressa Cooman, con le mani sulla faccia. La Cicatrice gli bruciava ancora così forte che gli lacrimavano gli occhi. Il dolore era vero. Tutta la classe era in piedi attorno a lui, e Ron era inginocchiato al suo fianco, terrorizzato.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    «Ti stavi toccando la Cicatrice!» esclamò la professoressa Cooman. «Ti sei rotolato per terra, toccandoti la Cicatrice! Andiamo, Potter, ho una certa esperienza in materia!»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Quando Harry fu ai piedi della scala a pioli, comunque, non si diresse verso l’infermeria. Non aveva alcuna intenzione di andarci. Sirius gli aveva detto che fare se la Cicatrice gli avesse fatto di nuovo male, e Harry avrebbe seguito il suo consiglio: stava andando difilato nell’ufficio del Preside. Percorse i corridoi pensando a ciò che aveva visto nel sogno… era reale quanto quello che lo aveva svegliato di soprassalto a Privet Drive… ripassò i particolari nella mente, cercando di ricordarli… aveva sentito Voldemort accusare Codaliscia di aver combinato un pasticcio… ma il gufo aveva portato buone notizie, il guaio era stato rimediato, qualcuno era morto… quindi Codaliscia non sarebbe stato dato in pasto al serpente… questa sorte sarebbe toccata a lui, Harry…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Harry si sedette davanti alla scrivania di Silente. Per parecchi minuti rimase a guardare i vecchi Presidi russare nelle cornici, riflettendo su quanto aveva appena udito, e strofinandosi la Cicatrice. Aveva smesso di fargli male.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Voldemort ha ricevuto una lettera via gufo. Ha detto una cosa tipo “il guaio di Codaliscia è stato rimediato”. Ha detto che qualcuno era morto. Poi ha detto che Codaliscia non sarebbe finito in pasto al serpente — c’era un serpente vicino alla sua poltrona. Ha detto… ha detto che al suo posto gli avrebbe dato in pasto me. Poi ha scagliato la Maledizione Cruciatus su Codaliscia… e la Cicatrice ha cominciato a bruciarmi» concluse Harry. «Faceva così male che mi ha svegliato».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Capisco» disse Silente piano. «Capisco. Ora, la Cicatrice ti ha fatto male ancora quest’anno, a parte quella volta che ti ha svegliato la scorsa estate?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Lei… lei sa perché la Cicatrice mi fa male?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Silente guardò intensamente Harry per un istante, poi disse: «Ho una teoria, niente di più… È mia convinzione che la Cicatrice ti faccia male sia quando Voldemort si trova vicino a te, sia quando prova un moto d’odio particolarmente violento».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Potter, come la Gazzetta del Profeta è in grado di rivelare in esclusiva, sviene regolarmente durante le lezioni, e spesso lo si sente lamentare un dolore alla Cicatrice che porta sulla fronte (ricordo della maledizione con la quale Voi-Sapete-Chi cercò di ucciderlo). Lunedì scorso, nel corso di un lezione di Divinazione, il vostro inviato della Gazzetta del Profeta può testimoniare che Potter è uscito di gran fretta dalla classe, sostenendo che la Cicatrice gli faceva troppo male per continuare a studiare.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    È possibile, spiegano i massimi esperti dell’Ospedale di San Mungo per le Malattie e Ferite Magiche, che il cervello di Potter sia stato danneggiato dall’aggressione di Voi-Sapete-Chi, e che la sua insistenza nel sostenere che la Cicatrice gli fa ancora male sia una manifestazione del profondo stato confusionale in cui versa.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Come ha fatto a sapere che ti faceva male la Cicatrice a Divinazione?» disse Ron. «Non è possibile che fosse là, non c’è modo che possa aver sentito…»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    E poi, senza preavviso, la Cicatrice di Harry esplose di dolore. Era un male che non aveva mai provato prima; la bacchetta gli cadde dalle dita mentre si portava le mani sul viso; le ginocchia cedettero; cadde a terra accecato dal dolore, la testa stava per spaccarglisi in due.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Un lampo di luce verde saettò attraverso le palpebre di Harry, e sentì qualcosa di pesante cadere a terra accanto a lui; il dolore alla Cicatrice raggiunse un tale picco che fu preso da un conato di vomito, e poi diminuì; terrorizzato all’idea di ciò che stava per vedere, apri gli occhi che gli bruciavano.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Il corpo di Cedric era disteso a sei metri di distanza. Un po’ più in là, lucente nell’oscurità, giaceva la Coppa Tremaghi. La bacchetta di Harry era a terra, ai suoi piedi. Il fagotto di stoffe che Harry aveva scambiato per un neonato era poco più in là, vicino alla tomba. Sembrava che si agitasse furiosamente. Harry lo osservò, e la Cicatrice gli bruciò di nuovo… e all’improvviso seppe che non voleva vedere che cosa c’era lì dentro… non voleva che il fagotto venisse aperto…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Lascialo annegare, pensò Harry, con la Cicatrice che gli bruciava insopportabilmente, ti prego… lascialo annegare…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Harry provò di nuovo una fitta d’intenso dolore alla Cicatrice, e Codaliscia emise un altro gemito: Voldemort tolse il dito dal Marchio, e Harry vide che era diventato nero come il giaietto.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Sapete, naturalmente, che hanno definito questo ragazzo la mia caduta?» disse dolcemente Voldemort, gli occhi rossi fissi su Harry. La Cicatrice prese a fargli così male che quasi urlò dal dolore. «Sapete tutti che la notte in cui persi i miei poteri e il mio corpo avevo cercato di ucciderlo. Sua madre morì nel tentativo di salvarlo… e senza volerlo gli fornì una protezione che, lo ammetto, non avevo previsto… non riuscii a toccare il bambino».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Era un dolore al di là di quanto Harry avesse mai provato. Perfino le ossa erano in fiamme; la testa stava per spaccarsi lungo la Cicatrice, lo sentiva; gli occhi gli roteavano folli nella testa; voleva che finisse… che si spegnesse… voleva morire…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

   Harry si sentì scagliare a terra; aveva il viso schiacciato nell’erba; il suo odore gli riempì le narici. Aveva chiuso gli occhi mentre la Passaporta lo trasportava, e li tenne chiusi. Non si mosse. Sembrava che tutto il fiato gli fosse stato sottratto a forza; la testa gli girava così forte che il terreno sotto di lui gli parve dondolare come il ponte di una nave. Per cercare di restare fermo, si aggrappò più forte alle due cose che teneva ancora strette: il liscio, freddo manico della Coppa Tremaghi, e il corpo di Cedric. Sentiva che sarebbe scivolato via nell’oscurità che si addensava sulla soglia della sua mente se solo avesse mollato la presa dell’uno o dell’altro. Lo spavento e la stanchezza lo trattennero a terra, a respirare l’odore dell’erba, in attesa… in attesa che qualcuno facesse qualcosa… che succedesse qualcosa… e intanto, la Cicatrice era un dolore sordo sulla fronte…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Ha preso qualcosa dalla tomba di suo padre, e da Codaliscia, e da me» rispose Harry. La testa gli si snebbiava; la Cicatrice non faceva poi così male; ora vedeva distintamente il volto di Moody, anche se l’ufficio era buio. Udì ancora gemiti e grida dal lontano campo di Quidditch.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Suppongo che tu ti riferisca al dolore che Harry prova alla Cicatrice» disse Silente imperturbabile.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Ascoltami, Cornelius» disse Silente, facendo un passo verso Caramell, e ancora una volta parve emanare quell’indefinibile aura di potere che Harry aveva avvertito dopo che aveva stordito il giovane Crouch. «Harry è sano quanto te e me. Quella Cicatrice che porta sulla fronte non ha danneggiato il suo cervello. Credo che gli faccia male quando Voldemort è vicino, o si sente particolarmente in vena di uccidere».
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Caramell fece un passo indietro, ma non parve meno ostinato. «Mi perdonerai, Silente, ma ho già sentito parlare di una Cicatrice da maledizione che si comporta come un campanello d’allarme…»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Proprio così» rispose Hermione. «E Viktor mi ha tolto uno scarabeo dai capelli dopo che avevamo parlato vicino al lago. E se non mi sbaglio di grosso, Rita era appollaiata sul davanzale dell’aula di Divinazione il giorno che ti faceva male la Cicatrice. È tutto l’anno che ronza in giro in cerca di storie».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Harry scavalcò con un salto il cancello chiuso del parco e s’incamminò nell’erba rinsecchita. Il parco era vuoto come le strade attorno. Quando fu alle altalene, si lasciò cadere sull’unica che Dudley e i suoi amici non erano ancora riusciti a distruggere, attorcigliò un braccio attorno alla catena e rimase lì a fissare ingrugnito il terreno. Non poteva più nascondersi nell’aiuola dei Dursley. L’indomani avrebbe dovuto pensare a un nuovo modo per ascoltare il telegiornale. Nel frattempo, l’unica sua prospettiva era un’altra notte di sonno disturbato, perché anche quando sfuggiva agli incubi su Cedric faceva sogni sconvolgenti di lunghi corridoi ciechi o che finivano contro porte chiuse a chiave, cosa che attribuiva alla sensazione di prigionia che provava da sveglio. Spesso la vecchia Cicatrice sulla fronte prudeva fastidiosa, ma Harry non s’illudeva più che Ron o Hermione o Sirius l’avrebbero trovato interessante. In passato, il dolore alla Cicatrice era stato il segnale d’avvertimento che Voldemort stava ridiventando forte, ma adesso che lui era tornato probabilmente gli avrebbero detto che era ovvio che fosse sempre irritata… niente di cui preoccuparsi… roba vecchia…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    «Scommetto che non ti dispiacerebbe poter nascondere quella Cicatrice ogni tanto, eh?»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Il suo sguardo individuò la Cicatrice a forma di saetta sulla fronte di Harry.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «No, non mi dispiacerebbe» borbottò Harry, voltandosi. Non gli andava che la gente fissasse la sua Cicatrice.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «Sai che ha scritto che svenivi dappertutto e dicevi che ti faceva male la Cicatrice eccetera, no?»
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Be’, parlano di te come se fossi un frustrato, uno che cerca attenzione, che crede di essere un grande eroe tragico o roba del genere» disse Hermione rapidissima, come se fosse meno spiacevole per Harry venire a sapere quei fatti velocemente. «Continuano a buttar lì commenti malevoli su di te. Se esce un articolo su una storia inverosimile, scrivono cose tipo “Un racconto degno di Harry Potter”, e se qualcuno ha un incidente buffo o cose così, “Speriamo che non gli resti una Cicatrice sulla fronte o presto ci toccherà adorarlo”…»
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «È vero? È Harry Potter? Kreacher vede la Cicatrice, dev’essere vero, quello è il ragazzo che ha fermato il Signore Oscuro, Kreacher si chiede come ha fatto…»
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Nonostante dormisse ancora male e sognasse ancora corridoi e porte chiuse che gli facevano prudere la Cicatrice, Harry riuscì a divertirsi per la prima volta in tutta l’estate. Finché era indaffarato, era sereno; ma quando sospendevano il lavoro e abbassava la guardia, o giaceva sfinito a letto osservando ombre sfocate muoversi sul soffitto, lo riprendeva l’ansia per l’udienza imminente. La paura gli perforava le viscere al pensiero di che cosa gli sarebbe successo se fosse stato espulso. L’idea era così terribile che non osava esprimerla, nemmeno a Ron e Hermione, i quali, anche se lui li vedeva spesso sussurrare tra loro e gettargli sguardi ansiosi, seguivano il suo esempio e non ne parlavano mai. A volte non poteva impedire alla sua fantasia di mostrargli un funzionario senza volto del Ministero che spezzava in due la sua bacchetta e gli ordinava di tornare dai Dursley… ma non ci sarebbe andato. Su questo era fermissimo. Sarebbe tornato in Grimmauld Place a vivere con Sirius.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    E nel pensarlo, la Cicatrice sulla fronte bruciò così forte che lui dovette battervi sopra una mano.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «La Cicatrice» borbottò Harry. «Ma non è niente… succede di continuo, ormai…»
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Senza alcun preavviso, la Cicatrice sulla fronte gli bruciò di nuovo e il suo stomaco si contorse orribilmente.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Piantala» disse deciso, strofinandosi la Cicatrice mentre il dolore si affievoliva.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

   Harry passò una notte inquieta. I suoi genitori continuavano a entrare e uscire dai suoi sogni, senza mai parlare; la signora Weasley singhiozzava sul cadavere di Kreacher, vegliato da Ron e Hermione che portavano fiori, e ancora una volta Harry si ritrovò a camminare lungo un corridoio che finiva su una porta chiusa a chiave. Si svegliò all’improvviso con la Cicatrice che gli prudeva. Ron era già vestito e gli stava parlando.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Avanzò verso di lui e tese le corte dita coperte di anelli per prendergli il braccio. E quando lo afferrò per osservare le parole ora incise nella sua pelle, il dolore esplose, non sul dorso della mano, ma nella Cicatrice sulla fronte. Nello stesso momento, Harry avvertì una sensazione del tutto insolita attorno al diaframma.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry osservò per un attimo Fred, George e Lee Jordan che facevano i giocolieri con le bottiglie vuote di Burrobirra. Poi Hermione disse: «Ma l’anno scorso la Cicatrice ti faceva male senza che nessuno ti toccasse. E Silente non ha detto che dipendeva da quello che provava Tu-Sai-Chi in quel momento? Voglio dire, forse quello che senti adesso non c’entra affatto con la Umbridge, forse è solo una coincidenza che sia successo mentre eri con lei».
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «È tremenda, sì, ma… Harry, credo che dovresti dire a Silente che ti fa male la Cicatrice».
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Sì» sbottò Harry prima di riuscire a trattenersi, «è la sola parte di me che interessa a Silente, vero, la mia Cicatrice
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Ehi, Potter, come va la Cicatrice?» urlò Malfoy. «Sicuro che non hai bisogno di un riposino? Dev’essere, vediamo un po’, una settimana intera che non vai in infermeria, per te è un record, no?»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «No, era scritta molto bene» confermò Sirius, sorridendo. «Comunque meglio sbrigarci, prima di venire interrotti… la Cicatrice».
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    All’improvviso Harry si sentì così stanco che fu tentato di sprofondare di nuovo nella poltrona e dormire lì, ma si costrinse ad alzarsi e seguire Ron di sopra. La sua notte inquieta fu costellata di sogni di lunghi corridoi e porte chiuse a chiave, e il mattino dopo si svegliò con la Cicatrice che bruciava di nuovo.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Faccio io» disse in fretta Harry, porgendogli le monete. Il barista lo squadrò, indugiando per una frazione di secondo sulla sua Cicatrice. Poi si voltò e mise i soldi in un antiquato registratore di cassa di legno, il cui cassetto si aprì automaticamente. Harry, Ron e Hermione andarono a sedersi al tavolo più lontano dal bancone e si guardarono attorno. L’uomo con le sudicie bende grigie batté con le nocche sul banco e ricevette dal barista un altro beverone fumante.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Si premette l’asciugamano sul viso, stringendo gli occhi dal dolore. La Cicatrice sulla fronte bruciava di nuovo, molto più forte che nelle ultime settimane.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Cos’è successo?» chiese Ron quando Alicia fu sparita oltre la porta. «La Cicatrice
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Harry ci stava pensando. Aveva guardato la Umbridge negli occhi… la Cicatrice gli aveva fatto male… e aveva avvertito quella strana sensazione allo stomaco… una strana sensazione improvvisa… di contentezza… ma naturalmente non l’aveva riconosciuta per quello che era, dato che lui era così abbattuto…
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «L’ultima volta è stato perché era contento» disse. «Molto contento. Credeva… che stesse per succedere qualcosa di buono. E la notte prima che tornassimo a Hogwarts…» Ripensò al momento in cui la Cicatrice gli aveva fatto male da morire, nella stanza che occupava con Ron a Grimmauld Place «…era furioso…»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    A quanto pareva Hermione era andata a letto presto, lasciando Grattastinchi acciambellato su una sedia e un assortimento di bitorzoluti berretti da elfo su un tavolo accanto al fuoco. Harry fu piuttosto contento di non trovarla, perché non aveva voglia di discutere della sua Cicatrice dolorante e di sentire anche lei che lo esortava ad andare da Silente. Ron continuava a lanciargli occhiate ansiose, ma Harry prese i libri di Incantesimi e si mise a finire il suo tema, anche se fingeva solo di concentrarsi; quando Ron annunciò che anche lui andava a dormire, non aveva scritto quasi nulla.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Cercò di scendere dal letto, ma Ron lo respinse indietro; Dean e Seamus bisbigliavano ancora lì vicino. Harry non seppe dire se passò un minuto oppure dieci; rimase lì a tremare, con il dolore alla Cicatrice che si affievoliva pian piano… poi si udirono passi affrettati su per le scale, e di nuovo la voce di Neville.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    All’improvviso la sua Cicatrice bruciò come se la vecchia ferita si fosse riaperta… e inaspettato, involontario, un odio spaventoso s’impadronì di Harry, così intenso che per un istante non desiderò altro che colpire, mordere, affondare le zanne nell’uomo di fronte a lui…
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Ma non è tutto» proseguì Harry, la voce appena più forte di un bisbiglio. «Sirius, io… io sto impazzendo, credo. Nell’ufficio di Silente, prima di prendere la Passaporta… per un paio di secondi ho pensato di essere un serpente, mi sentivo un serpente… la Cicatrice mi faceva male quando guardavo Silente… Sirius, io volevo aggredirlo!»
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Raggiungeva la porta nera ma non riusciva ad aprirla… restava a guardarla, col disperato desiderio di entrare… lì c’era qualcosa che voleva con tutto il cuore… un premio al di là dei suoi sogni… se solo la Cicatrice avesse smesso di bruciare… sarebbe riuscito a ragionare più chiaramente, allora…
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Era di nuovo a quattro zampe sul pavimento dell’ufficio di Piton; la Cicatrice bruciava in modo spiacevole, ma la voce che era uscita dalle sue labbra era trionfante. Si rialzò e vide che Piton lo fissava, la bacchetta levata. Ma stavolta sembrava che avesse interrotto l’incantesimo prima ancora che Harry tentasse di resistere.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Harry non rispose subito; stava ancora assaporando quel lampo accecante di comprensione, mentre si passava le dita sulla Cicatrice
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Si guardarono storto. La Cicatrice diede un’altra fitta, ma Harry non vi badò. Piton sembrava agitato; ma quando parlò di nuovo, cercò di apparire freddo e distaccato.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Bene» borbottò Harry. Prese la sua borsa e corse alla porta. Mentre la apriva si voltò a guardare Piton, che gli dava le spalle: stava raccogliendo i propri pensieri dal Pensatoio e se li rimetteva con cura dentro la testa. Harry uscì senza aggiungere altro, chiudendo con attenzione la porta. La Cicatrice gli pulsava dolorosamente.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Harry aveva i brividi; la Cicatrice gli faceva ancora male, si sentiva quasi la febbre. Quando sedette davanti a Ron e Hermione, intravide la propria immagine nella finestra di fronte; era molto pallido e la Cicatrice sembrava più vistosa che mai.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Aprì gli occhi e si rese conto che la risata usciva dalla sua bocca. In quel momento cessò; giaceva ansante sul pavimento, gli occhi al soffitto, la Cicatrice che pulsava terribilmente. Ron era chino su di lui, molto preoccupato.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Guardò dubbioso Harry mentre lo aiutava ad andare a letto. Harry annuì senza la minima convinzione e si lasciò cadere sui cuscini, dolorante per essere caduto a terra tante volte quella sera, e per la Cicatrice che ancora bruciava. Non poteva fare a meno di pensare che la sua prima esperienza di Occlumanzia gli aveva indebolito la mente invece di rafforzarla, e si chiese con grande trepidazione che cosa rendesse Lord Voldemort felice come mai era stato negli ultimi quattordici anni.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Prima di cominciare a studiare Occlumanzia, la sua Cicatrice pizzicava ogni tanto, di solito di notte, o durante uno di quegli strani picchi dell’umore di Voldemort. Invece ora non smetteva mai di bruciare, e spesso Harry avvertiva un senso improvviso di fastidio o allegria che non aveva alcun legame con ciò che gli stava succedendo, accompagnato da una fitta particolarmente dolorosa alla fronte. Aveva l’orribile sensazione di essersi trasformato in una sorta di antenna sintonizzata sulle minime fluttuazioni d’umore di Voldemort, ed era certo di poter fare risalire l’inizio di questa sensibilità esasperata alla prima lezione di Occlumanzia con Piton. In più, sognava quasi ogni notte di camminare lungo il corridoio che portava all’Ufficio Misteri, e finiva sempre con lui che si fermava a guardare con desiderio la semplice porta nera.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Sono le lezioni di Piton che la fanno peggiorare» rispose Harry. «Non ne posso più di questo dolore alla Cicatrice, e mi sono stufato di camminare lungo quel corridoio tutte le notti». Si strofinò la fronte con rabbia. «Vorrei solo che quella porta si aprisse, mi sono stufato di stare lì a guardarla…»
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Harry fu salutato come un eroe nella sala comune di Grifondoro, quella sera. Fred e George, temerari, avevano scagliato un Incantesimo di Ingrandimento sulla copertina del Cavillo e l’avevano appesa al muro, così che una testa gigantesca di Harry sorvegliava tutto, e ogni tanto tuonava: «MINISTERO DI DEFICIENTI» e «VAI A MANGIARE LETAME, UMBRIDGE». Hermione non lo trovò molto divertente; disse che disturbava la sua concentrazione e finì per andare a letto presto, irritata. Harry dovette ammettere che dopo un’ora o due il manifesto non era più tanto buffo, soprattutto quando l’incantesimo parlante cominciò a svanire, e gridava parole sconnesse come “LETAME” e “UMBRIDGE” a intervalli sempre più frequenti e con voce sempre più acuta. Anzi cominciò a dargli il mal di testa, e la sua Cicatrice riprese a bruciare in modo sgradevole. Tra i borbottii contrariati di quelli che, seduti attorno a luì, gli chiedevano di raccontare per l’ennesima volta l’intervista, annunciò che anche lui aveva bisogno di andare a riposare.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Il dormitorio era vuoto. Appoggiò per un momento la fronte contro il vetro freddo della finestra accanto al letto; era un sollievo per la Cicatrice. Poi si svestì e si infilò sotto le coperte, sperando che il mal di testa passasse. Aveva anche un po’ di nausea. Si voltò su un fianco, chiuse gli occhi e si addormentò quasi subito…
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Ron aprì le tende e Harry, disteso sulla schiena, con la Cicatrice che bruciava, lo fissò alla luce della luna. Ron si stava preparando per andare a dormire, e aveva un braccio fuori dalla veste.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Harry gemette e ricadde tremante sul letto, strofinandosi la Cicatrice.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Con “loro” intendeva Silente. Tornò a letto e si voltò su un fianco, dando le spalle a Ron, e dopo un po’ sentì anche il materasso accanto cigolare. La Cicatrice cominciò a bruciargli; strinse forte il cuscino tra i denti per non lasciarsi sfuggire dei gemiti. Da qualche parte, Avery veniva punito.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Non appena le dita di Silente gli presero il polso, un dolore lancinante attraversò la Cicatrice sulla fronte di Harry, e di nuovo il ragazzo provò un desiderio terribile di colpire Silente con uno scatto serpentino, di morderlo, di fargli del male…
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    La Cicatrice bruciava…
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Harry sentì Ron e Dean alzarsi e correre alla finestra, ma lui rimase a letto, immobile e silenzioso, mentre il dolore alla Cicatrice si placava e un’ondata di delusione lo sommergeva. Aveva l’impressione che qualcosa di meraviglioso gli fosse stato strappato di mano all’ultimo momento… c’era arrivato così vicino, stavolta.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Una vampata di eccitazione gli esplose nello stomaco: era come guardare se stesso, ma con alcuni errori intenzionali. James aveva gli occhi nocciola, il naso un po’ più lungo di quello di Harry e nessuna Cicatrice sulla fronte, però avevano lo stesso viso sottile, la stessa bocca, le stesse sopracciglia; i capelli di James stavano ritti esattamente come quelli di Harry, le sue mani avrebbero potuto essere quelle di Harry, e Harry sapeva che quando James si fosse alzato, sarebbero stati più o meno della stessa altezza.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Ma qualcuno gridò mentre Voldemort calava di nuovo la bacchetta; qualcuno gridò, scivolò su un banco arroventato e cadde sul freddo pavimento di pietra. Harry si svegliò toccando terra, urlante, la Cicatrice in fiamme, mentre la Sala Grande sembrava esplodere attorno a lui.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Sto benissimo» rispose lui brusco, e trasse dalla borsa il Mantello dell’Invisibilità. A dire il vero la Cicatrice gli bruciava, ma non tanto da fargli pensare che Voldemort avesse già inferto a Sirius il colpo mortale; era stato molto peggio quando Voldemort aveva punito Avery…
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Scoppiò a ridere. Harry controllò a stento l’impulso di voltarsi di scatto e prenderla per la gola. Sentiva la Cicatrice pulsare nell’aria dolce della sera, ma ancora il dolore non era lacerante come sarebbe successo se Voldemort avesse sferrato il colpo mortale.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Lo scalpitare dei centauri e i tonfi del gigante diventarono sempre più deboli. Mentre Harry tendeva l’orecchio, sentì una fitta lancinante attraversargli la Cicatrice e un’ondata di terrore lo sommerse.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    «Sì» rispose Harry, mentre la Cicatrice tornava a bruciare di dolore. «Sono sicuro che è ancora vivo, ma non so come fare a raggiungerlo in tempo».
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Esplosero altre proteste. E la Cicatrice gli diede una nuova fitta, più dolorosa. Ogni momento perduto era prezioso; non aveva tempo per discutere.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Calò il crepuscolo: il cielo aveva assunto uno sfumato colore violetto trapunto di piccole stelle d’argento, e ormai solo le luci delle città Babbane davano il senso dell’altezza e della velocità a cui viaggiavano. Le braccia strette attorno al collo del Thestral, Harry avrebbe voluto fare ancora più presto. Quanto tempo era passato da quando aveva visto Sirius nell’Ufficio Misteri? Quanto ancora sarebbe riuscito a resistere? Sapeva soltanto che il suo padrino non aveva ancora obbedito a Voldemort e non era morto, perché di sicuro entrambi questi eventi gli avrebbero trasmesso in corpo l’esultanza o la furia di Voldemort, facendo bruciare di dolore la Cicatrice come la notte dell’attacco al signor Weasley.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    «Bene!» gridò Harry, mentre la Cicatrice ricominciava a pulsare. «Adesso possiamo muoverci?»
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    «Silente non ti ha mai detto che il motivo per cui hai quella Cicatrice era nascosto nelle viscere dell’Ufficio Misteri?» sogghignò Malfoy.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Io… cosa?» Per un momento, Harry dimenticò completamente il suo piano. «Che cosa c’entra la mia Cicatrice
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Harry fissò gli occhi grigi di Malfoy, scintillanti attraverso le fessure del cappuccio. Era per quella profezia che i suoi genitori erano morti e lui aveva la Cicatrice a forma di saetta? Teneva fra le mani la risposta?
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Be’, allora dovrai uccidermi, perché la profezia non c’è più!» urlò di rimando Harry, e in quell’istante un dolore acutissimo gli lacerò la fronte; la Cicatrice era di nuovo in fiamme, e per un attimo si sentì soffocare da una collera non sua. «E lui lo sa!» esclamò, con una risata folle, simile a quella di Bellatrix. «Il tuo caro vecchio amico Voldemort sa che non c’è più! E la cosa non gli farà piacere, non trovi?»
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    La Cicatrice scottava, bruciava… un male atroce che gli fece salire le lacrime agli occhi…
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    Poi la Cicatrice si lacerò e Harry seppe di essere morto: era un dolore inimmaginabile, insopportabile…
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Quindici anni fa» proseguì, «non appena vidi la Cicatrice sulla tua fronte, intuii che cosa poteva significare. Intuii che poteva essere il segno di un legame fra te e Voldemort».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «È vero» ammise Silente in tono di scusa. «Ma vedi… è necessario cominciare dalla tua Cicatrice. Perché quando ti riunisti al mondo magico fu subito chiaro che la mia intuizione era giusta, e che la Cicatrice ti avvertiva dell’avvicinarsi di Voldemort e dello scatenarsi delle sue emozioni».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Stavo sempre peggio, dopo quelle lezioni; la Cicatrice mi faceva più male…» Ricordò i sospetti di Ron e proseguì d’impeto: «Come fa a sapere che non stesse cercando d’indebolirmi per aiutare Voldemort, per rendergli più facile penetrare nella mia…»
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «E così arriviamo al tuo secondo anno a Hogwarts. Di nuovo hai incontrato sfide che nemmeno maghi adulti hanno mai affrontato; e di nuovo ti sei comportato meglio che nei miei sogni più entusiastici. Tuttavia non hai chiesto di nuovo perché Voldemort ti aveva lasciato quel marchio. Abbiamo parlato della Cicatrice, sì… siamo arrivati molto, molto vicini all’argomento. Perché non ti ho rivelato tutto?
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Dimentichi la parte che segue, l’elemento finale che identifica chi è in grado di sconfiggere Voldemort… Voldemort stesso lo designerà come suo eguale. E così ha fatto, Harry. Ha scelto te, non Neville. Ti ha inciso sulla fronte quella Cicatrice, che si è dimostrata insieme una benedizione e una maledizione».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Ha scelto il ragazzo che a suo parere aveva più probabilità di costituire un pericolo» disse Silente. «E nota bene, Harry: non il purosangue (che secondo il suo credo è l’unico mago degno d’esistere), ma il Mezzosangue come lui. Prima ancora di averti visto, si è riconosciuto in te; e nell’imprimerti quella Cicatrice non ti ha ucciso, com’era sua intenzione, ma ti ha dato un potere, e un futuro, che ti ha permesso di sfuggirgli non una volta, ma quattro: un’impresa mai riuscita né ai tuoi genitori, né a quelli di Neville».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Allora dimmi, Harry» cominciò Silente. «La Cicatrice… ti fa male?»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Oho» mormorò. I grandi occhi si spostarono rapidi sulla fronte di Harry e sulla Cicatrice a forma di fulmine. «Oho!»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Harry lo guardò. Gli occhi acquosi dell’ex professore scivolarono sulla Cicatrice di Harry e questa volta si soffermarono su tutto il volto.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Non ti fa male la Cicatrice, vero?» chiese Ron, teso.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Se avesse fatto l’altra scelta, ora sarebbe stato Neville ad avere la Cicatrice a forma di saetta e a sopportare il peso della profezia… o no? La madre di Neville sarebbe morta per salvarlo, come Lily per Harry? Certo che sì… ma se non fosse riuscita a frapporsi tra suo figlio e Voldemort? Allora non ci sarebbe stato nessun ‘Prescelto’? Un posto vuoto dove ora sedeva Neville e un Harry senza Cicatrice che sarebbe stato baciato e abbracciato dalla propria madre, e non da quella di Ron?
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Le autorità Babbane erano perplesse. Per quanto ne so, a tutt’oggi ignorano come siano morti i Riddle, perché la Maledizione Avada Kedavra in genere non lascia tracce… L’eccezione è qui davanti a me» aggiunse Silente, accennando alla Cicatrice di Harry. «Il Ministero, d’altra parte, capì subito che si trattava di un assassinio magico. Sapevano anche che un nemico dichiarato dei Babbani viveva dall’altra parte della valle, ed era già stato incarcerato una volta per aver aggredito una delle persone assassinate.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

   Poi la Cicatrice in fronte gli arse come fuoco: su ciascun lato della moto apparve un Mangiamorte, e due Anatemi che Uccidono, scagliati da dietro, lo mancarono di un soffio...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Getti di luce verde li sfiorarono di nuovo. Harry aveva perso il senso dell'alto e del basso: la Cicatrice bruciava ancora; era certo di morire da un momento all'altro. Una sagoma incappucciata su un manico di scopa era a poca distanza da lui, la vide alzare il braccio...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Il dolore della Cicatrice lo costrinse a chiudere gli occhi, ma la sua bacchetta agì di propria iniziativa. Si sentì tirare la mano come da un enorme magnete, intravide uno schizzo di fuoco dorato attraverso le palpebre socchiuse, udì un crac e un grido di rabbia. Il Mangiamorte superstite imprecò; Voldemort urlò «No!»; in qualche modo, Harry si ritrovò col naso a un centimetro dal pulsante del fuoco di drago; lo premette con la mano libera e la moto eruttò altre fiamme, precipitando verso il suolo.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Quando si riebbe, era disteso a pancia in su sopra quelli che sembravano cuscini; il braccio destro e le costole gli facevano male. Il dente caduto era stato fatto ricrescere. La Cicatrice in fronte gli pulsava ancora.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «No» rispose Harry, mentre la Cicatrice gli pulsava come una ferita aper ta. «Mangiamorte, un sacco... ci hanno inseguito...»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Si sentiva accerchiato e ricattato: credevano che non sapesse che cosa avevano fatto per lui, non capivano che era proprio quella la ragione per cui voleva andarsene, perché non soffrissero ancora per colpa sua? Calò un lungo, imbarazzante silenzio. La Cicatrice continuava a prudere e pulsare. Infine la signora Weasley chiese, per cambiare argomento: «Dov'È Edvige, Harry? Possiamo metterla di sopra con Leotordo e darle qualcosa da mangiare».
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

    «Non è andata così» replicò Harry a denti stretti. La Cicatrice gli bruciava; era arrabbiato e frustrato; detestava l'idea che tutti lo immaginassero dotato di un potere pari a quello di Voldemort.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Sentì una fitta violenta alla Cicatrice; riuscì a stento a non lamentarsi ad alta voce. Borbottando che aveva bisogno di aria fresca, posò il bicchiere e uscì.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   E poi, all'improvviso, il dolore della Cicatrice schizzò alle stelle. Si tenne la fronte e chiuse gli occhi, mentre una voce gli urlava dentro la testa.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Finì com'era cominciato: Harry stava tremando nel buio, aggrappato al cancello, con il cuore a mille e la Cicatrice ancora formicolante. Gli ci volle qualche secondo per rendersi conto che Ron e Hermione erano al suo fianco.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Ma doveva smettere! La Cicatrice... non doveva farlo più! Non devi permettere che la connessione si riapra... Silente voleva che bloccassi la mente!»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Harry aprì gli occhi. Era di nuovo disteso sulla branda nella squallida soffitta di Ron. Il sole non era ancora sorto e la stanza era foderata di ombre. Vide Leotordo addormentato con la testa sotto la piccola ala. La Cicatrice lo tormentava.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Harry si alzò a sedere, strofinandosi la Cicatrice, ormai sveglio. Cercò di ricordare di preciso che cosa aveva visto nel sogno, ma gli venne in mente solo un orizzonte montuoso e il profilo del piccolo villaggio rannicchiato in una valle profonda.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

    la tua insolenza e le tue ribellioni? Puoi anche portare in giro quella Cicatrice come una corona, Potter, ma non spetta a un diciassettenne dirmi come fare il mio lavoro! è ora che impari ad avere un po' di rispetto!»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Ginny si guardò attorno sorridendo, fece l'occhiolino a Harry e si voltò di nuovo. La mente di Harry vagò molto lontano dal tendone, ai pomeriggi trascorsi con lei nelle zone più appartate attorno alla scuola. Sembrava che fossero passati secoli; erano sempre stati momenti troppo belli per essere veri, come se avesse rubato ore splendenti dalla vita di una persona normale, una persona che non aveva una Cicatrice a forma di saetta sulla fronte...
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Harry aveva urlato di dolore: aveva sentito un'altra fitta alla Cicatrice mentre qualcosa gli dardeggiava nella mente come un lampo di luce sull'acqua. Vide una grande ombra e provò una rabbia non sua pulsargli nel corpo, violenta e repentina come una scarica elettrica.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Harry era infastidito, confuso, e Hermione non migliorò la situazione dicendo con voce spaventata: «Di nuovo la Cicatrice? Ma cosa succede? Pensavo che la connessione si fosse chiusa!»
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «È stato così, per un po'» borbottò Harry; la Cicatrice gli faceva ancora male e gli rendeva difficile concentrarsi. «Io... io credo che abbia ricominciato ad aprirsi tutte le volte che lui perde il controllo, era così, una volta...»
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Mentre Ron e Hermione ridevano, un lampo di dolore attraversò la Cicatrice. Harry portò la mano alla fronte: vide che Hermione stringeva gli occhi e cercò di farlo passare come un gesto per spostarsi i capelli.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Be', se andiamo tutti e tre, ognuno dovrà Smaterializzarsi per conto proprio» stava dicendo Ron. «Insieme sotto il Mantello non ci stiamo più». La Cicatrice bruciava sempre più forte. Harry si alzò. Kreacher si avvicinò di corsa.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Harry, per favore, non insultare la nostra intelligenza» ribatté Hermio ne, respirando a fondo. «Ci siamo accorti che ti faceva male la Cicatrice, sei bianco come un lenzuolo».
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   La Cicatrice prese a pizzicare di nuovo. Temette che fosse a causa di quei pensieri e cercò di rivolgerli altrove. Pensò al povero Kreacher, che aveva atteso il loro ritorno e invece si era visto arrivare Yaxley. L'elfo avrebbe tenuto la bocca chiusa o avrebbe rivelato al Mangiamorte tutto quello che sapeva? Harry voleva credere che Kreacher fosse cambiato nell'ultimo mese, che sarebbe stato leale, ora, ma chi poteva dirlo? E se i Mangiamorte l'avessero torturato? Orribili immagini gli si affollarono nella mente e Harry tentò di respingere anche quelle, perché non poteva far nulla per Kreacher: lui e Hermione avevano già deciso di non tentare di Appellarlo; se con lui fosse comparso anche qualcuno del Ministero? Non potevano giurare che la Materializzazione elfica fosse immune allo stesso problema che aveva condotto Yaxley in Grimmauld Place attaccato alla manica di Hermione.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   La Cicatrice adesso bruciava. C'erano tante cose che non sapevano: Lupin aveva ragione quando parlava di magia mai immaginata. Perché Silente non aveva spiegato di più? Aveva pensato che ci sarebbe stato il tempo; che sarebbe vissuto per anni, per secoli, forse, come il suo amico Nicolas Flamel? In tal caso si era sbagliato... Ci aveva pensato Piton... Piton, la serpe in seno, che aveva colpito in cima alla Torre...
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «Lo so che è stata la Cicatrice! Lo vedo dalla tua faccia! Stavi guardando dentro la mente di Vol...»
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   La Cicatrice di Harry continuava a fargli male. Notò che succedeva più spesso, quando portava l'Horcrux. A volte non riusciva a nascondere il dolore.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   E Ron si voltava, senza nascondere la delusione. Harry sapeva che sperava di avere notizie della sua famiglia, o del resto dell'Ordine della Fenice, ma dopotutto lui, Harry, non era un'antenna televisiva; vedeva solo quello che stava pensando Voldemort in quel momento, non poteva sintonizzarsi su quello che gli pareva. Evidentemente Voldemort si soffermava senza posa sul giovane ignoto dalla faccia allegra, e Harry era certo che nemmeno lui ne conoscesse nome e indirizzo. Poiché la Cicatrice continuava a bruciare e il gioioso ragazzo biondo galleggiava tentatore nella sua memoria, Harry imparò a reprimere ogni segno di dolore o disagio, perché gli altri due non mostravano altro che impazienza alla sola menzione del ladro. Non poteva del tutto biasimarli, visto il loro disperato bisogno di un indizio sugli Horcrux.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Harry si avvicinò, per guardare le facce dei suoi genitori. Non aveva immaginato di trovare una statua... che strano vedersi rappresentato in pietra, un bambino felice senza Cicatrice in fronte...
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Poi lei chiuse gli occhi e accaddero molte cose contemporaneamente: la Cicatrice di Harry cominciò a bruciare; l'Horcrux batté così forte da muovere il maglione; la buia stanza fetida svanì per un attimo. Harry provò un moto di gioia ed esclamò, con voce acuta e fredda: «Tienilo!»
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Si chinò ad afferrarla, ma il serpente sembrava riempire tutta la stanza e la sua coda frustava l'aria; Hermione non si vedeva e per un attimo Harry pensò il peggio, ma poi sentì il fragore di un'esplosione e vide un lampo di luce rossa: il serpente volò in aria, schiaffeggiandolo forte sul volto mentre una spira dopo l'altra saliva verso il soffitto. Harry sollevò la bacchetta, ma la Cicatrice bruciò ancora più forte, più forte di quanto avesse fatto in anni.
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   La tirò via dal letto e lei strillò di dolore; il serpente si alzò di nuovo, ma Harry sapeva che stava arrivando di peggio, forse era già al cancello, la sua testa si sarebbe spaccata a metà per il dolore alla Cicatrice...
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   E poi la Cicatrice si aprì e lui era Voldemort, attraversava di corsa la
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Xenophilius non gli strinse la mano, ma l'occhio che non guardava la punta del suo naso corse subito alla Cicatrice sulla fronte.
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   «Ah» fece Xenophilius. «Aiuto. Mmm». L'occhio buono si posò di nuovo sulla Cicatrice. Pareva allo stesso tempo terrorizzato e ipnotizzato. «Sì. Il fatto È... aiutare Harry Potter... piuttosto pericoloso...»
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   E la Bacchetta, la Bacchetta di Sambuco, dov'era nascosta? Dove la stava cercando Voldemort? Harry desiderò che la Cicatrice ardesse e gli mostrasse i pensieri di Voldemort, perché per la prima volta in vita sua condivideva con il nemico lo stesso desiderio... a Hermione quell'idea non sarebbe piaciuta, ovvio... ma lei non credeva... Xenophilius aveva ragione, in un certo senso... Limitata. Chiusa. Di vedute ristrette. La verità era che l'idea dei Doni della Morte la spaventava, soprattutto la Pietra della Resurrezione... Harry premette di nuovo le labbra sul Boccino, lo baciò, quasi lo inghiottì, ma il freddo metallo non si mosse...
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Perfino il mistero della cerva d'argento, che gli altri due continuavano a discutere, gli sembrava meno importante ora, un'attrazione secondaria, di relativo interesse. La sola altra cosa che gli premeva era che la Cicatrice aveva ripreso a pizzicare, anche se si sforzava di tenerlo nascosto ai suoi amici. Quando succedeva, cercava scuse per stare da solo, ma era deluso da ciò che vedeva. Le visioni che condivideva con Voldemort avevano cambiato di qualità; adesso erano sfocate, sfuggenti; un momento erano nitide e quello dopo non lo erano più. Harry riusciva a stento a riconoscere i tratti indistinti di un oggetto che poteva assomigliare a un teschio, e qualcosa come una montagna, più ombra che sostanza. Abituato a immagini precise quanto la realtà, era sconcertato dal mutamento. Era preoccupato che la connessione tra lui e Voldemort fosse stata danneggiata, quella connessione che insieme paventava e teneva in gran conto, qualunque cosa avesse detto a Hermione. Collegava quelle immagini vaghe e deludenti alla distruzione della propria bacchetta, come se fosse colpa di quella nuova se non vedeva più bene come prima nella mente di Voldemort.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Senza dubbio, Romulus» convenne Lee, «perciò vi suggeriamo di continuare a dimostrare la vostra dedizione all'uomo con la Cicatrice a saetta ascoltando Radio Potter! E ora passiamo al mago che si sta dimostrando elusivo quanto Harry Potter. Ci piace riferirci a lui come al Mangiamorte Capo. Qui con noi, per commentare alcune delle voci più deliranti che circolano sul suo conto, ho il piacere di presentarvi il nostro nuovo collaboratore: Rodente».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Mentre Scabior parlava, la Cicatrice di Harry, che era tirata sulla fronte gonfia, arse dolorosamente. Più nitida di qualunque altra cosa attorno a lui, vide una torre. Una cupa fortezza, minacciosa e nera come la pece. I pensieri di Voldemort erano improvvisamente tornati chiarissimi; avanzava scivolando verso la gigantesca costruzione con serena e gioiosa determinazione...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   La Cicatrice bruciò nel silenzio e Harry fece una grande fatica per restare lucido, per non scivolare dentro la testa di Voldemort. Udì lo scricchiolio degli stivali di Greyback che si stava accucciando accanto a Hermione.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Sulla scena calò il silenzio. La Cicatrice bruciava, il dolore era intensissimo, ma Harry si oppose con tutte le sue forze all'attrazione dei pensieri di Voldemort: restare presente a se stesso non era mai stato tanto importante.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

    suadente, e premette un dito sudicio sulla Cicatrice tesa; il suo alito fetido investì le narici di Harry.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   La Cicatrice arse di nuovo.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Si Smaterializzarono, trascinando con sé i prigionieri. Harry cercò di liberarsi dalla presa di Greyback, ma fu inutile: aveva Ron e Hermione appiccicati ai suoi fianchi, non poteva separarsi dal gruppo, e mentre il fiato gli veniva schiacciato fuori dai polmoni, la Cicatrice arse ancora più dolorosa...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   L'ira di Voldemort pulsava dentro di lui, Harry sentì la Cicatrice quasi esplodere dal dolore e riportò la mente al proprio corpo, là dove i prigionieri venivano spintonati sulla ghiaia.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Lo so che è gonfio, signora, ma è lui!» s'intromise Scabior. «Se lo guarda da vicino, si vede la Cicatrice. E questa qua, vede la ragazza? è la Nata Babbana che va in giro con lui, signora. è lui, abbiamo preso anche la sua bacchetta! Ecco, signora...»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Harry fu preso dal panico: non vedeva una via d'uscita e adesso era più semplice, con il montare della paura, ignorare i pensieri di Voldemort. Ma la Cicatrice continuava a bruciare.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «C'È qualcosa lì» sussurrò, «potrebbe essere la Cicatrice, molto tirata...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Hermione urlò di nuovo; il suono attraversò Harry come un dolore fisico. Senza quasi far caso alla Cicatrice che bruciava, anche lui si mise a correre attorno alla cella, tastando le pareti in cerca di non sapeva cosa, sapeva solo, nell'intimo, che era inutile.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Mentre parlava, la Cicatrice gli bruciò più forte che mai, e per qualche istante volse gli occhi in basso, non sul fabbricante di bacchette, ma su un uomo altrettanto vecchio, altrettanto magro, che però rideva sprezzante.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Harry attese, trattenendo il fiato, lottando contro il dolore alla Cicatrice. «No» rispose Unci-unci. «È una copia».
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Immediatamente, la Cicatrice di Harry parve aprirsi di nuovo. Tutto ciò che lo circondava sparì: era Voldemort, e il mago scheletrico davanti a lui rideva con la bocca sdentata, rideva di lui; fu irritato dal richiamo... li aveva avvertiti, aveva detto di convocarlo solo per Potter. Se si erano sbagliati...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Harry lo sapeva; la Cicatrice stava scoppiando di dolore, percepiva Voldemort volare nel cielo, lontano, sopra un mare cupo e tempestoso. Presto sarebbe stato abbastanza vicino da potersi Materializzare e Harry non vedeva via d'uscita.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Il dolore alla Cicatrice era accecante. Harry sapeva, indistintamente, che mancava pochissimo, pochi secondi, all'arrivo di Voldemort.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Sentì il mare che si frangeva sulle rocce lì vicino, mentre gli altri parlavano, discutendo argomenti che non lo interessavano, prendendo decisioni. Dean portò in casa Unci-unci ferito, Fleur corse con loro; Bill stava suggerendo dove seppellire l'elfo. Harry disse di sì senza badarci. Guardò il piccolo corpo e la Cicatrice pizzicò e bruciò, e in una parte della sua mente, visto come dal lato sbagliato di un lungo telescopio, Voldemort stava punendo coloro che erano rimasti a Villa Malfoy. La sua rabbia era terribile, eppure il dolore di Harry per Dobby parve attenuarla, come fosse una tempesta lontana, all'orizzonte di un vasto oceano silenzioso.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   La Cicatrice bruciava, ma lui dominava il dolore; lo provava, ma ne era distaccato. Aveva finalmente imparato a controllarlo, a chiudere la mente a Voldemort, proprio come Silente aveva voluto che apprendesse da Piton. Voldemort non era riuscito a possedere Harry quando era divorato dal dolore per Sirius, e adesso i suoi pensieri non potevano penetrarlo mentre piangeva Dobby. Il dolore, sembrava, scacciava Voldemort... anche se Silente avrebbe detto che era l'amore...
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Guardò la sua opera per qualche istante, poi si allontanò, la Cicatrice che pizzicava, la mente occupata dalle rivelazioni che gli erano giunte mentre scavava, idee che avevano preso forma nel buio, a un tempo affascinanti e terribili.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   La Cicatrice bruciava ancora, e seppe che anche Voldemort era vicino alla soluzione. Harry capiva e non capiva. L'istinto gli diceva una cosa, il cervello un'altra. Il Silente nella testa di Harry sorrideva, contemplandolo sopra le dita unite come in preghiera.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Harry rimase immobile, lo sguardo vitreo, a fissare il punto in cui il contorno oro vivo del sole accecante sorgeva dall'orizzonte. Poi si guardò le mani pulite e si stupì nel vedere che reggevano uno strofinaccio. Lo posò e tornò nell'ingresso, dove avvertì la Cicatrice pulsare rabbiosa; rapido come il riflesso di una libellula sull'acqua, nella sua mente balenò il profilo di un edificio che conosceva molto bene.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Qui dentro» fece Bill, aprendo la porta della camera sua e di Fleur. Anche quella guardava sul mare, macchiato d'oro al sorgere del sole. Harry andò alla finestra, voltò le spalle alla vista spettacolare e attese, le braccia incrociate, la Cicatrice in fiamme. Hermione prese la sedia vicino al tavolino da toeletta; Ron si sedette sul bracciolo.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Harry e il folletto si guardarono, misurandosi. La Cicatrice bruciava ancora. Harry voleva concludere in fretta la conversazione con Unci-unci, ma allo stesso tempo aveva paura di fare una mossa falsa. Stava cercando il modo migliore di formulare la sua richiesta, quando il folletto parlò.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «In che senso?» chiese Harry, stropicciandosi distrattamente la Cicatrice. «Hai scavato la tomba».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Harry non aveva intenzione di dirlo in modo così diretto; le parole gli uscirono a forza mentre il dolore gli incendiava la Cicatrice e vedeva di nuovo il profilo di Hogwarts. Chiuse la mente, deciso. Prima doveva trattare con Unci-unci. Ron e Hermione lo fissavano come se fosse impazzito.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Il folletto osservò Harry; la Cicatrice bruciava, ma lui la ignorò, rifiutandosi di accettare il suo dolore o il suo invito.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Portatori di bacchette» ripeté Harry: l'espressione gli suonò curiosa, e intanto la Cicatrice bruciava, Voldemort volgeva i suoi pensieri verso nord e Harry non vedeva l'ora di interrogare Olivander, nella stanza accanto.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Il cuore gli batteva fortissimo. Raddoppiò gli sforzi per ignorare il pulsare della Cicatrice.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   La Cicatrice pulsava, ma lui la ignorò; voleva che Ron e Hermione capissero la storia della Gringott prima di parlare con Olivander.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Si grattò la Cicatrice.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   La Cicatrice di Harry pulsava. Sapeva per certo che non c'era quasi più tempo per arrivare prima di Voldemort al suo obiettivo o per cercare di deviarlo. Provò uno spasimo di panico... ma aveva fatto la sua scelta quando aveva deciso di parlare prima con Unci-unci. Simulando una calma che non provava, prese dalla saccoccia che portava al collo le due metà della bacchetta spezzata.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Ma ci sono leggende» insisté Harry, e il suo battito accelerò, il dolore alla Cicatrice si fece più intenso; era sicuro che Voldemort avesse deciso di mettere in atto la sua idea. «Leggende che parlano di una bacchetta o certe bacchette passate di mano in mano tramite omicidi».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Come lo so non ha importanza» ribatté Harry, chiudendo per un attimo gli occhi. La Cicatrice ardeva, e per qualche istante ebbe la visione della strada principale di Hogsmeade, ancora buia, perché si trovava molto più a nord. «Ha detto a Lei-Sa-Chi che Gregorovich aveva la Bacchetta?»
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Dopo cinque minuti, il timore iniziale che il drago se li scrollasse di dosso in parte svanì, perché sembrava che il suo unico scopo fosse allontanarsi il più possibile dalla prigione sotterranea. Ma come e quando sarebbero scesi restava un interrogativo abbastanza spaventoso. Harry non aveva idea di quanto potesse volare un drago senza fermarsi, né di come questo drago in particolare, che era semicieco, potesse trovare un buon posto per atterrare. Continuava a guardarsi attorno, immaginando di sentire la Cicatrice formicolare...
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Harry spalancò gli occhi, costringendosi a tornare al presente: era disteso sulla riva del lago, al tramonto, e Ron e Hermione erano chini su di lui. A giudicare dalla loro aria preoccupata e dal continuo pulsare della Cicatrice, la sua improvvisa escursione nella mente di Voldemort non era passata inosservata. Si mise faticosamente a sedere, tremante, un po' sorpreso di essere ancora completamente zuppo, e vide la coppa che giaceva innocente nell'erba davanti a lui, e il lago, blu scuro, macchiato d'oro dal sole calante.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Harry provò un terribile, cocente dolore alla Cicatrice. Voltò le spalle alle loro facce curiose e ammirate. La Stanza delle Necessità sparì e lui si ritrovò in una catapecchia di pietra in rovina, ai suoi piedi le tavole marce dell'impiantito erano state strappate via, una scatola d'oro dissotterrata era aperta e vuota accanto al buco e l'urlo di rabbia di Voldemort vibrava nella sua testa.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

    volta alla rabbia di Voldemort: la Cicatrice bruciava ancora. «Be', io, Hermione e Ron dobbiamo fare una cosa e poi ce ne andremo».
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Non siamo venuti per restare» spiegò Harry massaggiandosi la Cicatrice nel tentativo di placare il dolore. «C'È una cosa importante che dobbiamo fare...»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Perché...» Nel disperato desiderio di cominciare subito la ricerca dell'Horcrux mancante, o almeno di discutere in privato con Ron e Hermione da dove iniziare, Harry trovava difficile radunare i pensieri. La Cicatrice bruciava ancora. «Silente ha lasciato un compito a noi tre» provò con cautela, «e non dobbiamo dirlo... insomma, lui voleva che lo facessimo noi, solo noi tre».
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Non c'È un piano» rispose Harry, ancora disorientato dall'improvvisa comparsa di tutte quelle persone, incapace di assimilare la situazione finché la Cicatrice gli bruciava in quel modo.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   Harry rifletté in fretta, mentre ancora la Cicatrice bruciava e la sua testa minacciava di aprirsi di nuovo. Silente l'aveva avvertito di non parlare degli Horcrux con nessuno tranne Ron e Hermione. Segreti e bugie, ecco come siamo cresciuti, e Albus... aveva un talento naturale... Si stava trasformando in Silente, si teneva i segreti stretti al petto, aveva paura di fidarsi degli altri? Ma Silente si era fidato di Piton e a cos'aveva portato? A un assassinio sulla torre più alta...
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   La Cicatrice di Harry bruciò di nuovo: per un attimo la Stanza delle Necessità danzò davanti a lui e Harry vide la scura terra scorrere sotto di sé e sentì l'enorme serpente attorno alle spalle. Voldemort era di nuovo in volo, ma se fosse diretto al lago sotterraneo o al castello di Hogwarts, Harry non lo sapeva: in ogni caso, non c'era più tempo da perdere.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   Non appena il dito della strega toccò il Marchio, la Cicatrice di Harry arse selvaggiamente, la stanza stellata svanì, e lui si ritrovò su una roccia ai
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Harry chiuse gli occhi, la Cicatrice pulsava e lui decise di immergersi di nuovo nella mente di Voldemort... era nella galleria che portava alla prima caverna... voleva controllare che il medaglione fosse al suo posto prima di andarsene... ma non gli ci sarebbe voluto molto...
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   In una parte remota della mente, quella connessa con la Cicatrice ardente, vide Voldemort attraversare rapido il lago scuro sulla spettrale barca verde... era quasi sull'isola del bacile di pietra...
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

    A queste parole, un'ira simile a dolore fisico attraversò Harry da parte a parte, incendiando la Cicatrice, e per un attimo lui guardò dentro un bacile colmo di una pozione che era diventata trasparente e vide che sotto la superficie non c'era alcun medaglione d'oro...
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Erano scesi di ancora due piani quando altri passi felpati si unirono ai loro. Harry, che sentiva ancora la Cicatrice pizzicare, fu il primo a udirli: cercò la Mappa del Malandrino nella saccoccia attorno al collo, ma prima che riuscisse a sfilarla, anche la McGranitt si accorse che avevano compagnia. Si bloccò, la bacchetta in pugno, pronta al duello, e intimò: «Chi è là?»
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Ma in quel momento la Cicatrice esplose e la Stanza delle Necessità sparì: stava guardando attraverso l'alto cancello di ferro con i cinghiali alati sui pilastri, oltre la distesa buia di prati e boschi, verso il castello illuminato. Nagini era avvolta intorno alle sue spalle. Era posseduto dal gelido, feroce senso di determinazione che precede un assassinio.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Perché era così facile? Perché la Cicatrice bruciava da ore, non aspettando altro che di mostrargli i pensieri di Voldemort? All'ordine di Hermione chiuse gli occhi, e subito le urla e i colpi e tutti i suoni dissonanti della battaglia si fecero soffocati e distanti, come se lui fosse lontano, molto lontano da loro...
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Il tono di Voldemort era meditabondo, tranquillo, ma la Cicatrice di
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Ho detto di no!» esclamò Voldemort voltandosi di nuovo, e Harry scorse il luccichio rosso nei suoi occhi, e il fruscio del suo mantello fu come quello di un serpente; avvertì l'impazienza del Signore Oscuro nella Cicatrice ardente. «La mia preoccupazione al momento, Severus, è che cosa accadrà quando finalmente incontrerò il ragazzo!»
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Ma...» Harry sollevò d'istinto la mano alla Cicatrice a forma di saetta. Non c'era. «Ma avrei dovuto morire... non mi sono difeso! Volevo che mi uccidesse!»
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la Cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   La Cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)