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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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   Fu all'angolo della strada che notò le prime avvisaglie di qualcosa di strano: un Gatto che leggeva una mappa. Per un attimo, Mr Dursley non si rese conto di quel che aveva visto; poi girò di scatto la testa e guardò di nuovo. C'era un Gatto soriano ritto sulle zampe posteriori, all'angolo di Privet Drive, ma di mappe neanche l'ombra. Ma che diavolo aveva per la testa? La luce doveva avergli giocato qualche brutto tiro. Si stropicciò gli occhi e fissò il Gatto, che gli ricambiò l'occhiata. Mentre l'auto girava l'angolo e percorreva un tratto di strada, Mr Dursley tenne d'occhio il Gatto nello specchietto retrovisore. In quel momento il felino stava leggendo il cartello stradale che indicava Privet Drive. No, lo stava guardando; i gatti non sanno leggere le mappe e neanche i cartelli stradali. Mr Dursley si riscosse da quei pensieri e allontanò il Gatto dalla mente. Mentre si dirigeva in città, non pensò ad altro che al grosso ordine di trapani che sperava di ricevere quel giorno.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Non appena ebbe imboccato il vialetto del numero 4 di Privet Drive, la prima cosa che scorse - e che certo non contribuì a migliorare il suo umore - fu il Gatto soriano che aveva visto la mattina. Seduto sul muro di cinta del giardino. Era assolutamente certo che fosse quello della mattina: aveva gli stessi segni intorno agli occhi.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Il Gatto non si mosse. Si limitò a fissarlo con sguardo severo. Mr Dursley si chiese se normalmente i gatti si comportavano così. Cercando di riprendersi, entrò in casa. Era ancora deciso a non dire niente alla moglie.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Salirono in camera per andare a dormire senza più dire una parola sull'argomento. Mentre la moglie era in bagno, Mr Dursley si avvicinò guardingo alla finestra della camera da letto e sbirciò fuori, nel giardino. Il Gatto era ancora lì. Stava scrutando Privet Drive, come se aspettasse qualcosa.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Se Mr Dursley era scivolato in un sonno agitato, il Gatto, seduto sul muretto di fuori, non dava alcun segno di aver sonno. Sedeva immobile come una statua, con gli occhi fissi e senza batter ciglio sull'angolo opposto di Privet Drive. E non ebbe il minimo soprassalto neanche quando, nella strada accanto, la portiera di una macchina sbatté forte, né quando due gufi gli sfrecciarono sopra la testa. Dovette farsi quasi mezzanotte prima che il Gatto facesse il minimo movimento.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)


   Un uomo apparve all'angolo della strada che il Gatto aveva tenuto d'occhio; ma apparve così all'improvviso e silenziosamente che si sarebbe detto fosse spuntato da sotto terra. La coda del Gatto ebbe un guizzo e gli occhi divennero due fessure.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Albus Silente non sembrava rendersi conto di essere appena arrivato in una strada dove tutto, dal suo nome ai suoi stivali, risultava sgradito. Si dava un gran da fare a rovistare sotto il mantello, in cerca di qualcosa. Sembrò invece rendersi conto di essere osservato, perché all'improvviso guardò il Gatto, che lo stava ancora fissando dall'estremità opposta della strada. Per qualche ignota ragione, la vista del Gatto sembrò divertirlo. Ridacchiò tra sé borbottando: ‘Avrei dovuto immaginarlo’.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Aveva trovato quel che stava cercando nella tasca interna del mantello. Sembrava un accendino d'argento. Lo aprì con uno scatto, lo tenne sollevato e lo accese. Il lampione più vicino si fulminò con un piccolo schiocco. L'uomo lo fece scattare di nuovo, e questa volta si fulminò il lampione appresso. Dodici volte fece scattare quel suo ‘Spegnino’, fino a che l'unica illuminazione rimasta in tutta la strada furono due capocchie di spillo in lontananza: gli occhi del Gatto che lo fissavano. Se in quel momento qualcuno - perfino quell'occhio di lince di Mr Dursley - avesse guardato fuori della finestra, non sarebbe riuscito a vedere niente di quel che accadeva in strada. Silente si fece scivolare di nuovo nella tasca del mantello il suo ‘Spegnino’ e si incamminò verso il numero 4 di Privet Drive, dove si mise a sedere sul muretto, accanto al Gatto. Non lo guardò, ma dopo un attimo gli rivolse la parola.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Si voltò verso il soriano con un sorriso, ma quello era scomparso. Al suo posto, davanti a lui c'era una donna dall'aspetto piuttosto severo, che portava un paio di occhiali squadrati della forma identica ai segni che il Gatto aveva intorno agli occhi. Anche lei indossava un mantello, ma color smeraldo. I capelli neri erano raccolti in uno chignon. Aveva l'aria decisamente scombussolata.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   ‘Come faceva a sapere che ero io?’ chiese.
‘Ma, mia cara professoressa, non ho mai visto un Gatto seduto in una posa così rigida’.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Sembrava che la professoressa Mcgranitt avesse toccato il punto che più le premeva di discutere, la vera ragione per cui era rimasta in attesa tutto il giorno su quel muretto freddo e duro, perché mai - né da Gatto né da donna - aveva fissato Silente con uno sguardo così penetrante. Era chiaro che qualsiasi cosa ‘tutti’ mormorassero, lei non l'avrebbe creduto sin quando Silente non le avesse detto che era vero. Ma lui era occupato col suo ghiacciolo al limone, e non rispose.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Silente si voltò e si avviò lungo la strada. Giunto all'angolo, si fermò ed estrasse il suo ‘Spegnino’ d'argento. Uno scatto, e dodici sfere luminose si riaccesero di colpo nei lampioni, illuminando Privet Drive di un bagliore aranciato. A quel chiarore scorse un Gatto soriano che se la svignava dietro l'angolo all'altro capo della strada. Da quella distanza vedeva appena il mucchietto di coperte sul gradino del numero 4.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   SCUOLA di MAGIA e
STREGONERIA di HOGWARTS
Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
Un mantello invernale (nero con alamari d'argento)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere
contrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli Incantesimi, Volume primo, di Miranda Gadula
Storia della Magia, di Bathilda Bath
Teoria della Magia, di Adalbert Incant
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante
Altri accessori
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro, misura standard 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d'ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo, oppure un Gatto, oppure un rospo.
Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso di manici di scopa personali.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

    Con la bocca secca, lo stomaco stretto, Harry si precipitò dietro di lui, cercando di non far rumore. Saltò a pie’ pari gli ultimi sei gradini, atterrò come un Gatto sul tappeto dell’ingresso e si guardò intorno in cerca dell’elfo. Dal salotto, udiva la voce di zio Vernon che diceva: «…signor Mason, racconti a Petunia quella buffissima storiella degli idraulici americani… lei muore dalla voglia di sentirla…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Chiacchierando, i tre ragazzi girarono un angolo e si trovarono proprio all’estremità del corridoio dove era avvenuto il fattaccio. Si fermarono a guardare. La scena era esattamente come l’avevano vista la sera prima, tranne che ora al braccio della torcia non c’era appeso nessun Gatto rigido e stecchito come un baccalà, mentre invece, contro la parete c’era una sedia con su appoggiato il seguente messaggio: ‘La Camera è stata aperta’.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)


    «Volevamo chiederti se ultimamente avevi visto per caso qualcosa di strano» si affrettò a spiegare Hermione, «perché proprio di fronte alla tua porta, il giorno di Halloween, qualcuno ha fatto un attentato a un Gatto».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «E-era un p-pelo di g-Gatto!» gemette. «M-Millicent B-Bustrode deve avere un Gatto! E la p-pozione non può essere usata per trasformarsi in un animale!»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «E invece sì» riprese Riddle con calma. «Naturalmente all’inizio lei non sapeva quel che stava facendo. Era molto divertente. Quanto vorrei che tu avessi potuto leggere le annotazioni che scriveva via via sul diario… Col tempo, sono diventate sempre più interessanti… ‘Caro Tom’ recitò fissando il volto inorridito di Harry ‘credo di star perdendo la memoria. Mi trovo attaccate ai vestiti penne di gallo e non so come ci siano arrivate. Caro Tom, non mi ricordo quel che ho fatto la notte di Halloween, ma un Gatto è stato aggredito e io sono tutta sporca di vernice. Caro Tom, Percy continua a ripetermi che sono pallida e che non sembro più io, penso che sospetti di me… Oggi c’è stata un’altra aggressione, e io non so dove mi trovavo. Tom, che cosa devo fare? Forse sto impazzendo… Credo di essere io quella che aggredisce tutti, Tom!’»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Be’, non è il caso che tu canti vittoria» disse Harry con aria di trionfo. «Questa volta non è morto nessuno, neanche il Gatto. Fra qualche ora sarà pronta la pozione di mandragola e tutti quelli che sono stati pietrificati torneranno normali».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

   Si chinò di nuovo sul baule, ma si rialzò quasi immediatamente e strinse più forte la bacchetta. Lo avvertiva, più che sentirlo con le orecchie: c'era qualcuno o qualcosa lì nello stretto passaggio tra il garage e la staccionata alle sue spalle. Harry cercò di strizzare gli occhi per vedere meglio. Se solo la cosa si fosse mossa, avrebbe scoperto se si trattava di un Gatto randagio o di qualcos'altro.
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   «O un grosso Gatto o una tigre piccola» disse Harry.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   va uscendo dal negozio, ma non con un gufo: teneva ben stretto l'enorme Gatto rosso.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Questione di gusti, pensò Harry. Il Gatto aveva un bel pelo fulvo e soffice, ma le zampe erano decisamente storte e il muso era imbronciato e un po' schiacciato, come se il suo proprietario si fosse schiantato contro un muro. Ora che Crosta non era in vista, comunque, il Gatto faceva le fusa soddisfatto tra le braccia di Hermione.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Non far uscire quella cosa!» disse Ron. Troppo tardi: Grattastinchi balzò fuori dal cestino, si stiracchiò, sbadigliò e balzò sulle ginocchia di Ron. Il rigonfiamento nella tasca di Ron si mise a tremare, mentre il ragazzo spingeva via il Gatto con rabbia.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry prese posto in fondo all'aula, ma era come se si fosse seduto nell'occhio di un riflettore: tutti gli altri continuavano a rivolgergli occhiate furtive, come se dovesse cadere morto da un momento all'altro. Sentì a stento quello che la professoressa diceva degli Animagi (maghi che potevano trasformarsi a loro piacere in animali) e non la vide nemmeno trasformarsi davanti a loro in un Gatto tigrato con i segni degli occhiali attorno agli occhi.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)


   «Arancione, Paciock» disse Piton, pescandone un po' con il mestolo e facendola colare di nuovo nel calderone, in modo che tutti vedessero. «Arancione. Dimmi, ragazzo, non ti entra proprio niente in quel testone? Non mi hai sentito quando ho detto che bastava una sola milza di Gatto? Non ho detto che bastava una spruzzata di succo di sanguisuga? Che cosa devo fare perché tu capisca, Paciock?»
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Ron cercò di sottrarre la borsa a Grattastinchi, ma il Gatto vi rimase aggrappato, soffiando e graffiando.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «PRENDETE QUEL Gatto!» urlò Ron, mentre Grattastinchi si districava dai resti della borsa, sfrecciava sotto il tavolo e si gettava all'inseguimento di uno spaventatissimo Crosta.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   George Weasley cercò di bloccare il Gatto, ma non ci riuscì; Crosta passò attraverso venti paia di gambe e s'infilò sotto un vecchio cassettone; Grattastinchi si immobilizzò, si appiattì e prese a sferrare zampate furiose sotto il mobile.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Guardalo!» disse infuriato a Hermione, facendole penzolare il topo davanti al naso. «È pelle e ossa! Tienigli lontano quel Gatto
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Quel Gatto ce l'ha con Crosta!» insistette Ron, ignorando i compagni che cominciavano a ridacchiare. «E Crosta era qui prima di lui, ed è anche malato!»
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   rivolto al Gatto. «Ci sono un sacco di topi qui in giro, vai a prenderli. Dài» aggiunse, spingendo Grattastinchi col piede giù per la scala a chiocciola, «lascia in pace Crosta».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Era una mappa che mostrava ogni particolare del castello e del parco di Hogwarts. Ma la cosa davvero sorprendente erano le minuscole macchie d'inchiostro che si muovevano sulla carta, ciascuna contrassegnata da un nome scritto molto piccolo su un cartiglio. Stupefatto, Harry si curvò sulla cartina. Una macchiolina con il suo cartiglio nell'angolo superiore sinistro mostrava il professor Silente intento a camminare su e giù per il suo studio; il Gatto del custode, Mrs Purr, si aggirava per il secondo piano, e Pix il Poltergeist al momento attraversava a balzi la sala dei trofei. E mentre il suo sguardo percorreva i familiari corridoi, Harry notò qualcos'altro.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «PORTALO FUORI DI QUI!» ruggi Ron, mentre gli artigli di Grattastinchi gli strappavano il pigiama e Crosta tentava una fuga disperata sulla sua spalla. Ron afferrò Crosta per la coda e sferrò al Gatto un calcio che invece colpì il baule ai piedi del letto di Harry. Il baule si rovesciò e Ron prese a saltellare, strillando.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «È meglio se porti via quel Gatto, Hermione» disse Ron furioso. Era seduto sul letto di Harry e si massaggiava l'alluce. «Non puoi spegnere quella roba?» aggiunse rivolto a Harry, mentre Hermione usciva con Grattastinchi che teneva ancora i maligni occhi gialli fissi su Ron.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)


   Lo spirito natalizio era decisamente scarso nella sala comune dei Grifondoro quella mattina. Hermione aveva chiuso Grattastinchi nel dormitorio femminile, ma era arrabbiata con Ron perché aveva cercato di dargli un calcio; Ron era ancora furibondo per il recente tentativo di Grattastinchi di divorare Crosta. Harry rinunciò a cercare di farli parlare tra loro e si dedicò a un attento esame della Firebolt, che si era portato di sotto. Per qualche motivo, anche questo parve irritare Hermione, che non disse nulla, ma continuò a guardare cupamente la scopa come se anche quella avesse criticato il suo Gatto.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Ron gettò qualcosa sulla traduzione runica di Hermione. Lei e Harry si sporsero per vedere. Sulle strane forme spigolose c'erano parecchi lunghi peli rossi di Gatto.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Ron era furioso perché Hermione non aveva mai preso sul serio i tentativi di Grattastinchi di divorare Crosta, non si era preoccupata di tenerlo d'occhio e tentava ancora di farlo passare per innocente, visto che gli suggeriva di cercare il topo sotto i letti dei ragazzi. Hermione, da parte sua, sosteneva che Ron non aveva nessuna prova che Grattastinchi avesse mangiato Crosta, che i peli rossi potevano essere lì da Natale, e che Ron era sempre stato prevenuto nei confronti del Gatto, fin da quando Grattastinchi gli era balzato in testa al Serraglio Stregato.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Perché non sta bene, ecco perché. È venuta qui a trovarmi tante volte da Natale. Si sente sola. Prima non ci parlavate, con lei, per via della Firebolt, adesso non ci parlate perché il suo Gatto...»
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Perché il suo Gatto ha fatto come fanno tutti i gatti» continuò Hagrid ostinato. «Ha pianto tante volte, sapete. È un brutto momento per lei. Troppi impegni, se volete saperlo, con tutto il lavoro che sta cercando di fare. Ma ha trovato lo stesso il tempo di aiutarmi con il caso di Fierobecco, sapete... ha trovato della roba davvero buona... credo che lui ha qualche possibilità adesso...»
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Se solo si sbarazzasse di quel Gatto, io le parlerei ancora!» disse Ron arrabbiato, «ma lo difende sempre! È un criminale, e lei non vuole nemmeno sentirselo dire!»
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Scrutò di nuovo il prato e dopo un minuto di ricerca frenetica lo individuò. Ora costeggiava il bordo della foresta... non era affatto il Gramo... era un Gatto... Harry afferrò la cornice della finestra, sollevato, riconoscendo la coda cespugliosa. Era solo Grattastinchi...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ma il Gatto si avvicinava...
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «NON FARLO!» urlò Harry sferrando al Gatto un calcio che lo fece balzare da una parte soffiando; Harry afferrò la bacchetta e si voltò...
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, qualcosa di rosso sfrecciò davanti a Harry; un attimo dopo, Grattastinchi balzò su Black e si sistemò sul suo petto. Black batté le palpebre e guardò il Gatto.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Harry guardò Black e Grattastinchi, la presa sempre più salda sulla bacchetta. E allora, che cosa gli importava di dover uccidere anche il Gatto? Era alleato di Black... se era pronto a morire per cercare di proteggerlo, non erano affari di Harry... se Black voleva salvarlo, era solo la prova che gli importava più di Grattastinchi che dei genitori di Harry...
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «Ha paura di quel Gatto pazzo!» disse Ron, accennando a Grattastinchi che continuava a fare le fusa sul letto.
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «Questo Gatto non è pazzo» disse Black con voce rauca. Tese una mano ossuta ad accarezzare la testa soffice di Grattastinchi. «È l'esemplare più intelligente della sua specie che io abbia mai incontrato. Ha riconosciuto subito Peter per quello che era. E quando ha incontrato me, ha capito che non ero un cane. Ci ha messo un po' a fidarsi... alla fine, sono riuscito a spiegargli chi stavo cercando, e mi ha aiutato...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   Gatto... come lo avete chiamato, Grattastinchi?... mi ha detto che Peter aveva lasciato del sangue sulle lenzuola... immagino che si sia morsicato... be', fingere la propria morte aveva già funzionato una volta...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   Si udì un terribile ringhio. La testa di Lupin si stava allungando. Anche il corpo. Le spalle gli si incurvarono. I peli spuntarono a vista d'occhio sul suo viso e sulle mani, che si trasformarono in zampe artigliate. Il pelo di Grattastinchi era di nuovo ritto e il Gatto indietreggiò...
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Harry si voltò e guardò fuori. Qualcosa di grigio e molto piccolo appariva e spariva oltre il vetro. Si alzò per vedere meglio e si accorse che era un piccolo gufo che trasportava una lettera decisamente troppo grande per lui. Il gufo, in effetti, era così piccolo che continuava a rovesciarsi a mezz'aria, sbatacchiato di qua e di là dalla corrente del treno. Harry aprì rapido il finestrino, tese il braccio e lo afferrò. Sotto le dita sembrava un Boccino molto soffice. Lo tirò dentro cautamente. Il gufo lasciò cadere la lettera sul sedile di Harry e prese a svolazzare nello scompartimento, evidentemente molto soddisfatto di aver portato a termine la sua missione. Edvige fece schioccare il becco in tono di dignitosa disapprovazione. Grattastinchi si mise seduto e prese a seguire il volo del gufo con i suoi grandi occhi gialli. Ron, che se n'era accorto, afferrò il gufo e lo mise al sicuro, fuori dalla portata del Gatto.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   «Cosa ne dici?» chiese Ron al Gatto. «Siamo sicuri che è un gufo?»
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    Privet Drive aveva esattamente l’aspetto di una qualunque rispettabile strada suburbana nelle prime ore di un sabato mattina. Tutte le tende erano tirate. Per quanto Harry poteva vedere nell’oscurità, non si vedeva anima viva, neppure un Gatto.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Avevano fatto solo pochi passi quando Grattastinchi, il Gatto di Hermione, fulvo e dalle zampe alquanto storte, scattò fuori dal giardino, la coda a scovolo ritta in aria, inseguendo quella che sembrava una patata fangosa con le gambe. Harry riconobbe uno gnomo: alto a stento venticinque centimetri, aveva piedini callosi che scalpicciavano rapidissimi mentre sfrecciava attraverso il cortile e si tuffava di testa in uno degli stivali di gomma sparpagliati attorno alla porta. Harry udì lo gnomo ridacchiare come un pazzo mentre Grattastinchi infilava una zampa nello stivale, tentando di afferrarlo. Contemporaneamente, dal giardino sul lato opposto della casa si levò un fracasso tremendo: Bill e Charlie, con le bacchette sguainate, avevano incominciato un duello tra due vecchi tavoli che fluttuavano a mezz’aria, facendoli cozzare uno contro l’altro nel tentativo di abbattersi a vicenda. Fred e George facevano il tifo; Ginny rideva e Hermione guardava in disparte, incerta se divertirsi o preoccuparsi.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Leo sfrecciò nella gabbia, tubando in tono acutissimo. Harry conosceva Ron troppo bene per prenderlo sul serio. Si era lamentato continuamente del suo vecchio topo Crosta, ma era rimasto sconvolto quando sembrò che il Gatto di Hermione, lo avesse divorato.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Harry s’infilò carponi sotto il lembo della tenda e rimase a bocca aperta. Era entrato in quello che sembrava un appartamento di tre stanze un po’ vecchiotto, completo di bagno e cucina. Cosa bizzarra, era arredato esattamente allo stesso modo di quello della signora Figg; c’erano foderine all’uncinetto sulle sedie scompagnate, e un forte odore di Gatto.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Dopo un breve giro nella tenda delle ragazze, che era leggermente più piccola di quella dei maschi, anche se priva dell’odore di Gatto, Harry, Ron e Hermione si accinsero ad attraversare il campeggio con il bollitore e le pentole.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Arthur, lo sai com’è fatto Malocchio» disse la testa di Diggory alzando di nuovo gli occhi al cielo. «Qualcuno che striscia nel suo giardino nel cuore della notte? È più probabile che da qualche parte ci sia un Gatto molto traumatizzato coperto di bucce di patata. Ma se quelli dell’Uso Improprio della Magia mettono le mani su Malocchio, è finito: pensa ai suoi precedenti. Dobbiamo farlo uscire con un’accusa minore, qualcosa del tuo Ufficio… quanto valgono i Bidoni Esplosivi?»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Almeno trenta maghi, sette o otto per ciascun drago, cercavano di tenerli sotto controllo, tirando le catene agganciate a pesanti collari di cuoio fissati attorno al collo e alle zampe dei bestioni. Ipnotizzato, Harry guardò in su, molto in alto, e vide gli occhi del drago nero, dalle pupille verticali come quelle di un Gatto, sporgere per la paura o la furia, non sapeva dire perché… emetteva un suono terribile, un urlo stridente, quasi un ululato…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Non aveva mai visto Mirtilla Malcontenta così allegra, a parte il giorno in cui la dose di Pozione Polisucco aveva appioppato a Hermione un muso peloso e la coda di un Gatto.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

   Voldemort distolse lo sguardo da Harry, e prese a esaminare il proprio corpo. Le mani erano come grossi, pallidi ragni; le lunghe dita bianche sfiorarono il petto, le braccia, il viso; gli occhi rossi dalle pupille verticali come quelle di un Gatto scintillarono ancor più vivi nell’oscurità. Alzò le mani e fletté le dita, l’espressione rapita e trionfante. Non badò affatto a Codaliscia, che giaceva a terra contorcendosi e sanguinando, né al grosso serpente, che era tornato strisciando e girava di nuovo attorno a Harry, sibilando. Voldemort fece scivolare una di quelle sue mani dalle dita innaturalmente lunghe in una tasca profonda, ed estrasse una bacchetta. Sfiorò anch’essa con dolcezza; e poi la levò, e la puntò contro Codaliscia, che fu sollevato da terra e scagliato contro la pietra tombale a cui era legato Harry, cadde vicino alla base e rimase lì accasciato a piangere. Voldemort rivolse gli occhi scarlatti verso Harry e rise, una risata acuta, fredda, senza gioia.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Un forte, echeggiante crac infranse il silenzio sonnacchioso come un colpo di fucile; un Gatto sgattaiolò fuori da sotto un’auto parcheggiata e filò via; uno strillo, un’imprecazione sorda e un rumore di porcellana infranta uscirono dal salotto dei Dursley e, quasi fosse il segnale che aspettava, Harry balzò in piedi sfilando dalla vita dei pantaloni una sottile bacchetta di legno come se sfoderasse una spada… ma prima che potesse raddrizzarsi del tutto, la sua testa urtò contro la finestra aperta dei Dursley. Il frastuono che seguì fece strillare zia Petunia ancora più forte.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    «Che cosa?» chiese Harry incredulo, mentre Ginny soffiava come un Gatto arrabbiato.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Harry sentì qualcosa strusciare contro le sue ginocchia e sussultò, ma era solo Grattastinchi, il Gatto rosso con le gambe storte di Hermione, che girò ancora una volta attorno alle sue caviglie, facendo le fusa, poi balzò in grembo a Sirius e si acciambellò. Sirius lo grattò dietro le orecchie con aria assente e si rivolse a Harry, senza abbandonare la sua espressione cupa.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Grazie» disse Hermione, prendendo il Gatto. «Andiamo, saliamo su una carrozza insieme prima che si riempiano tutte…»
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Grazie» disse, accarezzando il Gatto tra le orecchie con la mano sinistra.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Fred si appisolò, con la testa che ciondolava sulla spalla. Ginny era acciambellata sulla sedia come un Gatto, ma non dormiva; Harry vedeva il fuoco riflesso nei suoi occhi. Ron era seduto con il capo fra le mani; impossibile dire se fosse sveglio o no. Harry e Sirius si guardavano di tanto in tanto, sentendosi degli intrusi nel dolore della famiglia… e aspettavano, aspettavano…
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

   Era per quello che Silente non lo guardava più negli occhi? Si aspettava di vedere Voldemort che lo fissava, temeva forse che il verde intenso diventasse all’improvviso scarlatto, e le pupille sottili fessure verticali come quelle di un Gatto? Harry ricordò come la faccia da rettile di Voldemort una volta era sbucata dalla nuca del professor Raptor, e si passò la mano dietro la testa, chiedendosi che cosa avrebbe provato se Voldemort fosse spuntato dal suo cranio.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Mentre Harry si sedeva, un peloso Gatto rosso con il muso schiacciato gli balzò sulle ginocchia e si acciambellò facendo le fusa.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    E in effetti la partenza la mattina dopo filò più liscia del solito. Le auto del Ministero li trovarono già in attesa davanti alla Tana con i bauli pronti, il Gatto di Hermione Grattastinchi rinchiuso al sicuro nel suo cestino da viaggio; e Edvige, Leotordo e Arnold, la nuova Puffola Pigmea viola di Ginny, nelle loro gabbie.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    La sola persona nella stanza più arrabbiata di Hermione era Malfoy che, Harry fu lieto di constatare, si era versato addosso una sostanza che sembrava vomito di Gatto. Prima che uno dei due potesse manifestare la sua ira perché Harry era risultato il primo della classe senza fare niente, però, suonò la campanella.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Dev’essere stato pochi minuti fa, non c’era quando ho fatto uscire il Gatto, ma quando sono andata di sopra…»
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

   «Sto pulendo, sto pulendo! Oh, sei tu» fece Ron sollevato, quando Harry entrò. Tornò a stendersi sul letto, da cui chiaramente si era appena alzato. La stanza era disordinata come era stata per tutta la settimana; l'unica differenza era Hermione nell'angolo più lontano, col suo soffice Gatto rosso Grattastinchi ai piedi, intenta a dividere un mucchio di libri, tra cui Harry riconobbe alcuni dei suoi, in due enormi pile.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Avevano avuto un Gatto... forse era morto come i suoi genitori a Godric's Hollow... oppure fuggito quando non era rimasto nessuno a nutrirlo... Sirius gli aveva regalato il suo primo manico di scopa... i suoi genitori conoscevano Bathilda Bath; li aveva presentati Silente? Silente ha ancora il suo Mantello dell'Invisibilità... che cosa strana...
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Grazie, grazie per il regalo di Harry! è di gran lunga il suo preferito. Ha solo un anno e già sfreccia in giro sulla sua scopa giocattolo, è tutto contento, ti mando una foto così puoi vederlo. Sai benissimo che si alza da terra di neanche un metro, ma ha rischiato di uccidere il Gatto e ha mandato in mille pezzi un orrendo vaso che Petunia mi ha regalato per Natale (nessun rimpianto). Naturalmente James lo trova buffissimo, dice che diventerà un grande giocatore di Quidditch, ma abbiamo dovuto mettere via tutti i soprammobili e quando vola non possiamo levargli gli occhi di dosso.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Dentro c'erano altri Dissennatori, che diffondevano la loro aura gelida; sentinelle senza volto negli angoli più lontani dall'alto palco sopraelevato. Lì, dietro una balaustra, sedeva la Umbridge, con Yaxley a un fianco e Hermione, pallida come la signora Cattermole, all'altro. Ai piedi del palco un Gatto a pelo lungo di un luminoso color argento andava avanti e indietro, avanti e indietro; Harry comprese che era lì per proteggere i magistrati dalla disperazione che emanava dai Dissennatori: dovevano provarla gli accusati, non gli accusatori.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   I singhiozzi della signora Cattermole coprivano i passi cauti di Harry verso i gradini della tribuna. Superato il punto in cui il Gatto Patronus marciava avanti e indietro, avvertì la differenza di temperatura: al di là era caldo e gradevole. Il Patronus, ne era certo, apparteneva alla Umbridge, e brillava così intensamente perché lei era felice lì, nel suo elemento, a sostenere le leggi perverse che aveva contribuito a scrivere. Lentamente, con cautela, avanzò lungo il palco alle spalle della Umbridge, di Yaxley e di Hermione, e prese posto dietro quest'ultima. Aveva paura di farla sobbalzare. Pensò di usare l'Incantesimo Muffliato sulla Umbridge e su Yaxley, ma anche solo mormorando la formula rischiava di agitare Hermione. Poi la Umbridge alzò la voce per rivolgersi alla signora Cattermole e Harry ne
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Yaxley ridacchiò. Più giù, il soffice Gatto d'argento continuava la sua
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Un lampo di luce rossa; la Umbridge si afflosciò picchiando la fronte sulla balaustra: i documenti della signora Cattermole scivolarono dal suo grembo a terra e il Gatto argenteo svanì. Un'aria ghiacciata li investì come un'improvvisa raffica di vento; Yaxley, confuso, cercava di capire da dove fosse venuto il colpo, quando vide la mano senza corpo di Harry e la bacchetta puntata contro di lui. Cercò di estrarre a sua volta la bacchetta, ma troppo tardi.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Il cervo d'argento sbucò dalla punta della bacchetta di Harry e balzò verso i Dissennatori, che indietreggiarono e tornarono a confondersi con le ombre. La luce del cervo, più potente e calda della protezione del Gatto, illuminava tutta la segreta mentre l'animale trottava attorno alla stanza.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Questa volta fece a meno di infilarci la mano e ricorse subito a un Incantesimo di Appello. La tenda affiorò in un groviglio bitorzoluto di tela, corda e picchetti. Harry la riconobbe, anche per l'odore di Gatto: era la stessa in cui avevano dormito la sera della Coppa del Mondo di Quidditch.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «È un Gatto» disse Harry dopo qualche istante, «o un uccello. Se fosse un Mangiamorte, saremmo già stecchiti. Ma andiamo fuori di qui e rimettiamoci il Mantello».
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   «Se mi va di far uscire il Gatto, lo faccio, e al diavolo il vostro coprifuoco!»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «E allora? Mi mandate ad Azkaban? Volete uccidermi perché ho messo il naso fuori dalla porta di casa mia? Prego, fate pure! Ma spero per il vostro bene che non abbiate schiacciato i vostri piccoli Marchi Neri per chiamarlo. Non sarà contento di essere stato convocato per me e il mio vecchio Gatto, eh?»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)