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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Infermeria e di Hospital Wing


   Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso.
‘Portalo in Infermeria!’ intimò Piton a Seamus in tono sprezzante. Poi si girò verso Harry e Ron, che avevano lavorato accanto a Neville.
‘E tu, Potter... perché non gli hai detto di non aggiungere gli aculei? Pensavi che se lui sbagliava ti saresti messo in luce, non è vero? E questo è un altro punto in meno per i Grifondoro’.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘Ciao, eh!’ la salutò Ron.
In tutti i casi, non era quel che si dice il modo ideale di concludere la giornata, pensò Harry molto più tardi, mentre giaceva sveglio ad ascoltare Dean e Seamus che si addormentavano beatamente (Neville non era ancora tornato dall'Infermeria). Ron aveva passato tutta la serata a dargli consigli del tipo: ‘Se cerca di lanciarti una maledizione, sarà meglio che la schivi, perché non mi ricordo come si fa a bloccarla’. Le probabilità che Gazza o Mrs Purr li trovassero erano molte, e Harry sentiva di star sfidando la sorte a infrangere una seconda volta le regole della scuola nell'arco della stessa giornata. D'altro canto, nel buio, continuava a vedere il ghigno di Malfoy: quella era la sua grande occasione per vedersela con lui da uomo a uomo. Non poteva perderla.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Nessuno si muova mentre io lo accompagno in Infermeria. Lasciate le scope dove si trovano, o verrete espulsi da Hogwarts prima di avere il tempo di dire "a". Andiamo, caro’.
Neville, con il volto rigato dalle lacrime e reggendosi il polso, si avviò zoppicando insieme a Madama Bumb, che lo cingeva con il braccio.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   A fine giornata, Harry e Hermione si precipitarono in Infermeria dove trovarono Ron a letto, in condizioni pietose.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

    Harry deglutì e si guardò intorno. Si rese conto di essere nell’Infermeria del castello. Era adagiato in un letto dalle candide lenzuola di lino, e sul comodino accanto sembrava fosse stato trasferito un intero negozio di dolciumi.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)


    «Tu, Weasley, è meglio che vada in Infermeria, stai sanguinando».
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Seduto dove si trovava, Harry si fece piccolo piccolo per la vergogna. L’anno prima, quando era stata giocata la partita finale, lui era ricoverato in Infermeria, privo di sensi, e questo aveva comportato che il Grifondoro era rimasto a corto di un giocatore e aveva subito la peggiore sconfitta degli ultimi trecento anni.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

   Arrivò ottobre, che stese una coltre di freddo umido sui campi e nel castello. In Infermeria, Madama Chips ebbe il suo daffare a curare un’improvvisa epidemia di raffreddore che aveva colpito professori e studenti. Il suo decotto Tiramisù aveva un effetto immediato, anche se lasciava con le orecchie fumanti per molte ore. Ginny Weasley, che aveva anche lei un’aria smunta, fu costretta da Percy a berne un po’. E col fumo che le usciva da sotto i capelli rosso fuoco sembrava proprio che avesse la testa in fiamme.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Perché non posso andare semplicemente in Infermeria?» chiese Harry a denti stretti.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Ah!» esclamò Allock. «Sì, a volte può succedere. Ma l’importante è che le ossa non sono più rotte. Questo è quel che bisogna tenere presente. Perciò, Harry, vai su in Infermeria — e… signor Weasley, signorina Granger, vorreste accompagnarlo? — e vedrai che Madama Chips sarà in grado di… ehm… rimetterti un po’ in sesto».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    In quel momento, la porta dell’Infermeria si spalancò. Sporchi e fradici, i compagni di squadra del Grifondoro erano venuti a trovare Harry.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Dobby deve andare!» ansimò l’elfo terrorizzato; si udì uno schiocco, e il polso che Harry stringeva svani. Harry ricadde pesantemente sul letto, con gli occhi rivolti alla porta buia dell’Infermeria, mentre i passi si avvicinavano.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Il lunedì mattina la notizia che Colin Canon era stato aggredito e che ora giaceva come morto in Infermeria era ormai di dominio pubblico. L’aria si fece subito greve di voci e di sospetti. Ora gli studenti del primo anno si spostavano per il castello a ranghi serrati, temendo di venire aggrediti se si fossero avventurati da soli.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Pessima idea, professor Allock» disse Piton muovendosi silenzioso come un grosso e sinistro pipistrello. «Paciock fa guai anche con gli incantesimi più semplici. Vogliamo mandare dritti in Infermeria i resti di Finch-Fletchley dentro una scatola di fiammiferi?» Il faccione di Neville diventò ancor più paonazzo. «Che ne dice di Malfoy e Potter?» suggerì Piton con un sorriso che era piuttosto un ghigno.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Justin fu portato in Infermeria, ma per Nick-Quasi-Senza-Testa sembrava che nessuno sapesse cosa fare. Alla fine la McGranitt fece apparire dall’aria un grosso ventaglio, che consegnò a Ernie con l’incarico di sventolare Nick-Quasi-Senza-Testa e di sospingerlo su per le scale. E così fece Ernie, sventolando Nick lungo il tragitto, come un nuvolone nero. A quel punto, Harry e la professoressa McGranitt rimasero soli.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)


    «Be’, vattene in Infermeria, e dài un calcio da parte mia a tutti quei mezzosangue» disse Malfoy con un ghigno. «Strano che La Gazzetta del Profeta non abbia ancora dato notizia di tutti questi attentati» proseguì pensieroso. «Immagino che Silente stia cercando di mettere tutto a tacere. Se la cosa non finisce presto gli daranno il benservito. Mio padre dice sempre che Silente è la peggior disgrazia che sia mai capitata a questo posto, perché adora i figli dei Babbani. Un preside decente non avrebbe mai dovuto ammettere un rifiuto della società come quel Canon».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Non ti preoccupare, Hermione» tagliò corto Harry. «Ora ti portiamo in Infermeria. Madama Chips non fa mai troppe domande…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

   Hermione rimase in Infermeria per diverse settimane. Quando gli studenti tornarono dalle vacanze di Natale corsero varie voci sulla sua scomparsa, perché naturalmente tutti pensarono che fosse l’ennesima vittima. Erano talmente tanti gli studenti che facevano la fila fuori dell’Infermeria per farle visita che Madama Chips tirò di nuovo fuori le famose tende e le appese tutt’attorno al letto, per risparmiarle la vergogna di farsi vedere con la faccia pelosa.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    I primi di febbraio una Hermione finalmente priva di baffi, coda e pelo lasciò l’Infermeria. La sera stessa del suo ritorno alla Torre del Grifondoro Harry le mostrò il diario di T.O. Riddle e le raccontò in che modo lo avevano trovato.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    «Quando cercheranno di scambiarsi il vaso sapremo che sono completamente mature» disse a Harry. «A quel punto potremo far tornare in vita quei poverini nell’Infermeria».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Stavano per raggiungere l’Infermeria quando la professoressa McGranitt disse con voce stranamente dolce: «Avrete un grande shock. C’è stato un altro attentato… duplice questa volta».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Ma Harry lo ascoltava solo per metà. Non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Hermione, immobile sul letto dell’Infermeria come una statua di pietra. Quanto a lui, se il colpevole non veniva preso in tempo, la prospettiva che gli si parava davanti era una vita intera con i Dursley. Tom Riddle aveva denunciato Hagrid perché anche lui, se la scuola avesse chiuso, avrebbe trascorso i suoi anni migliori in un orfanotrofio di Babbani. Ora Harry sapeva perfettamente come doveva essersi sentito.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Insieme a Ron, Harry aveva tentato di andare a trovare Hermione, ma ora l’accesso all’Infermeria era vietato ai visitatori.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    «Sono secoli che non la vediamo, professoressa» proseguì Harry precipitosamente, mollando un pestone a Ron, «e… be’… pensavamo di sgattaiolare in Infermeria per andarle a dire che le mandragole sono quasi pronte, e… ehm… di non preoccuparsi».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Ora non avevano scelta: dovevano andare in Infermeria e dire a Madama Chips che avevano il permesso della McGranitt di far visita a Hermione.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)


    «La signorina Weasley dovrebbe salire immediatamente in Infermeria» interruppe Silente con voce ferma. «È stata una prova terribile per lei. Non ci saranno punizioni. Maghi più vecchi e saggi di lei sono stati messi nel sacco da Voldemort». Avanzò verso la porta e l’aprì. «Riposo a letto e, perché no?, una grossa tazza di cioccolata bollente. A me fa tornare sempre il buonumore» aggiunse con una garbata strizzatina d’occhi. «Vedrai che Madama Chips è ancora sveglia. Sta distribuendo la pozione di mandragola… Credo che le vittime del Basilisco stiano per svegliarsi da un momento all’altro».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Ti spiace accompagnare anche il professor Allock in Infermeria?» disse Silente a Ron. «Vorrei scambiare ancora due parole con Harry…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   «Di cosa ha bisogno?» chiese la McGranitt asciutta. «Riposo? È meglio se stanotte dorme in Infermeria
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Sto bene!» disse Harry balzando in piedi. L'idea di quello che avrebbe detto Draco Malfoy se lui avesse passato la notte in Infermeria era una tortura.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry tornò in corridoio con Madama Chips, che si avviò verso l'Infermeria parlottando tra sé. Dovette aspettare solo qualche minuto, e poi Hermione uscì con l'aria molto soddisfatta, seguita dalla professoressa McGranitt, e il terzetto ridiscese le scale fino alla Sala Grande.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Sapete che cosa mi fa fare quel...» (e qui definì Piton con un epiteto che strappò a Hermione una protesta scandalizzata) «Devo pulire i vasi da notte dell'Infermeria. Senza magia!» Respirava forte, e aveva i pugni stretti. «Perché Black non si è nascosto nello studio di Piton, eh? Almeno poteva farlo fuori, una buona volta!»
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry spalancò gli occhi. Era in Infermeria. La squadra di Quidditch dei Grifondoro, schizzata di fango da capo a piedi, era riunita attorno al suo letto. C'erano anche Ron e Hermione, con l'aria di essere appena usciti da una piscina.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Madama Chips insistette per trattenere Harry in Infermeria per tutto il finesettimana. Lui non discusse e non si lamentò, ma non le permise di buttare via i miseri resti della sua Nimbus Duemila. Sapeva che era stupido, sapeva che la Nimbus non poteva essere riparata, ma era più forte di lui; era come se avesse perduto uno dei suoi migliori amici.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Perché Harry ormai sapeva di chi erano quelle grida. Aveva sentito quelle parole, le aveva sentite e risentite durante le ore della notte in Infermeria, mentre giaceva sveglio a guardare le strisce di luce lunare sul soffitto. Quando i Dissenatori gli si avvicinavano, riascoltava gli ultimi istanti di vita di sua madre, i suoi tentativi di proteggere lui, Harry, da Voldemort, e la risata di Voldemort appena prima che la uccidesse... Harry dormiva sonni agitati, sprofondava in sogni affollati di mani marce e appiccicose e di suppliche impietrite, e si svegliava di soprassalto cercando di fissare nella mente la voce di sua madre, cercando di ricordarla.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Be', in Infermeria non c'era» disse Ron. «Io ero là, a pulire i vasi da notte per ordine di Piton, ti ricordi?»
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)


   Mai, a memoria di nessuno, l'attesa di una partita era trascorsa in un'atmosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi esplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di Grifondoro e un sesto anno di Serpeverde finirono in Infermeria con dei porri che gli spuntavano dalle orecchie.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ma la professoressa Cooman parve non sentirlo. I suoi occhi si rovesciarono. Harry rimase lì spaventato. Sembrava che lei stesse per avere una specie di attacco. Esitò, pensando di correre fino all'Infermeria. Poi la professoressa Cooman parlò di nuovo con quella voce dura, cosi diversa dal solito:
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   «Bene» disse Lupin assumendo all'improvviso un'aria efficiente. «Ron, io non so aggiustare le ossa bene come Madama Chips, quindi è meglio se per adesso ci limitiamo a immobilizzarti la gamba finché non potremo accompagnarti in Infermeria».
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   Tutto era leggermente sfocato. Qualcuno gli aveva sfilato gli occhiali. Era disteso al buio, nell'Infermeria. All'altra estremità della corsia, riconobbe Madama Chips che gli dava le spalle e si curvava su un letto. Harry socchiuse gli occhi. I capelli rossi di Ron spuntavano sotto il braccio di Madama Chips.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   «Per l'amor del cielo!» esclamò Madama Chips in tono isterico. «Questa è un'Infermeria o che cosa? Preside, devo insistere...»
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   «Va bene, è quasi ora» disse Hermione tesa, guardando l'orologio. «Ci restano circa quarantacinque minuti prima che Silente chiuda la porta dell'Infermeria. Dobbiamo salvare Sirius e rientrare prima che qualcuno si accorga che non ci siamo...»
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   «Harry!»
Hermione lo tirò per la manica e guardò l'orologio. «Abbiamo esattamente dieci minuti per tornare nell'Infermeria senza che nessuno ci veda... prima che Silente chiuda a chiave la porta...»
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Erano alla fine del corridoio dell'Infermeria. «Ok, sento la voce di Silente» disse Hermione, tesa. «Dài, Harry!»
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   «Ben fatto. Credo...» Tese l'orecchio per ascoltare i rumori provenienti dall'Infermeria. «Sì, credo che anche voi siate fuggiti... entrate... vi chiuderò dentro...»
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Harry e Hermione entrarono. L'Infermeria era vuota a parte Ron, che giaceva ancora immobile nell'ultimo letto. Mentre la serratura scattava alle loro spalle, Harry e Hermione andarono in punta di piedi verso i loro letti. Hermione si infilò di nuovo la GiraTempo sotto il vestito. Un attimo dopo, Madama Chips usciva a grandi passi dal suo ufficio.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   La porta dell'Infermeria si aprì di colpo.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   «Basta così, Severus» disse Silente tranquillo. «Pensa a quello che dici. Questa porta è chiusa da quando sono uscito dall'Infermeria, dieci minuti fa. Madama Chips, questi ragazzi si sono allontanati dai loro letti?»
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Piton rimase lì, furibondo, lo sguardo che correva da Caramell, profondamente turbato dal suo comportamento, a Silente, i cui occhi scintillavano dietro gli occhiali. Piton si voltò di scatto, con il mantello che frusciava alle sue spalle, e uscì rapido dall'Infermeria.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   «Hagrid lo apprezzerebbe di sicuro» commentò Silente sorridendo a Harry e Hermione. Mentre lui e Caramell uscivano dall'Infermeria, Madama Chips corse alla porta e la chiuse di nuovo a chiave. Borbottando furiosa fra sé, tornò nel suo ufficio.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Quando Harry, Ron e Hermione uscirono dall'Infermeria la mattina dopo a mezzogiorno, trovarono il castello semideserto. Grazie alla calura opprimente e alla fine degli esami tutti si stavano godendo un'altra visita a Hogsmeade. Né Ron né Hermione avevano voglia di andarci, comunque, così vagarono per i prati assieme a Harry, discutendo ancora gli eventi straordinari della notte passata e chiedendosi dove fossero Sirius e Fierobecco in quel momento. Seduto vicino al lago, dove la piovra gigante muoveva pigramente i tentacoli sull'acqua, Harry si distrasse guardando verso la riva opposta. Solo la notte prima il cervo era venuto al galoppo verso di lui proprio da laggiù...
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    Fred e George si diressero all’Infermeria, accompagnati da Lee, che ululava dal ridere, mentre Harry, Ron e Hermione, ridacchiando a loro volta, entrarono per far colazione.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «In Infermeria, Goyle» disse tranquillamente.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Harry scese a cena. Hermione non c’era — immaginò che si trovasse ancora in Infermeria a farsi sistemare i denti. Cenò tutto solo all’estremità del tavolo, poi tornò alla Torre di Grifondoro. pensando a tutto il lavoro extra sugi; Incantesimi di Appello che doveva fare. Su in dormitorio, incrociò Ron.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Vai in Infermeria, presto» disse Harry, mentre i gufi attorno a Hermione spiccavano il volo, «lo diremo noi alla professoressa Sprite…»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «È dovuta andare in Infermeria» disse Ron.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Devo andare in Infermeria, credo» disse. «Ho un brutto mal di testa».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Quando Harry fu ai piedi della scala a pioli, comunque, non si diresse verso l’Infermeria. Non aveva alcuna intenzione di andarci. Sirius gli aveva detto che fare se la cicatrice gli avesse fatto di nuovo male, e Harry avrebbe seguito il suo consiglio: stava andando difilato nell’ufficio del Preside. Percorse i corridoi pensando a ciò che aveva visto nel sogno… era reale quanto quello che lo aveva svegliato di soprassalto a Privet Drive… ripassò i particolari nella mente, cercando di ricordarli… aveva sentito Voldemort accusare Codaliscia di aver combinato un pasticcio… ma il gufo aveva portato buone notizie, il guaio era stato rimediato, qualcuno era morto… quindi Codaliscia non sarebbe stato dato in pasto al serpente… questa sorte sarebbe toccata a lui, Harry…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    «Deve andare in Infermeria!» disse Caramell ad alta voce. «Sta male, è ferito… Silente, i genitori di Diggory, sono qui, sono in tribuna…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Va tutto bene, ragazzo, ti reggo io… andiamo… Infermeria…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Vieni con me, Potter» sussurrò. La sua bocca sottile si contrasse come se stesse per piangere. «Andiamo… in Infermeria…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Severus» Silente si volse verso Piton, «per favore, di’ a Madama Chips di venire qui. Dobbiamo portare Alastor Moody in Infermeria. Poi vai nel parco, trova Cornelius Caramell e accompagnalo qui. Vorrà certo interrogare Crouch di persona. Digli che se ha bisogno di me mi troverà in Infermeria tra mezz’ora».
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Lo dirò ancora» disse Silente, mentre la fenice spiccava il volo e si posava di nuovo sul trespolo vicino alla porta. «Questa notte hai dato prova di un coraggio ben superiore a quanto mi sarei aspettato da te, Harry. Hai dimostrato un coraggio pari a quello di coloro che sono morti combattendo Voldemort al massimo del suo potere. Ti sei fatto carico della responsabilità di un mago adulto e ti sei scoperto pari a lui — e ora ci hai dato ciò che abbiamo il diritto di aspettarci. Vieni con me in Infermeria. Non voglio che torni in dormitorio stanotte. Una Pozione Sonnifera, e un po’ di pace… Sirius, ti andrebbe di restare con lui?»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Sirius annuì. Si trasformò di nuovo nel grosso cane nero e uscì dall’ufficio con Harry e Silente, scortandoli giù per una rampa di scale verso l’Infermeria.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Harry prese il calice e bevve qualche sorsata. Gli venne subito sonno. Tutto attorno a lui divenne sfuocato: sembrava che le lampade dell’Infermeria ammiccassero attraverso le tende, sembrava che il suo corpo affondasse sempre più giù nel calore del materasso di piuma. Prima ancora di finire la pozione, prima di poter dire un’altra parola, la stanchezza lo fece sprofondare nel sonno.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Ora anche Harry riusciva a sentirli: gente che gridava e correva verso l’Infermeria.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Harry udì spalancarsi le porte dell’Infermeria. Senza che nessuno di quelli che si trovavano attorno al suo letto se ne accorgesse, Harry si alzò a sedere e inforcò gli occhiali.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Non è qui» rispose lei seccamente. «Questa è un’Infermeria, Ministro. Non crede che farebbe meglio a…»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Fu con il cuore oppresso che Harry preparò il baule la sera prima del suo ritorno a Privet Drive. Temeva il Banchetto d’Addio, che di solito era l’occasione per grandi festeggiamenti e il momento della proclamazione del vincitore della Coppa delle Case. Fin da quando era uscito dall’Infermeria aveva evitato di entrare in Sala Grande quando era gremita, e aveva preferito mangiare quando era quasi vuota, per evitare gli sguardi dei suoi compagni.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «No che non scherzo» disse Hermione, raggiante. «L’ho catturata sul davanzale dell’Infermeria. Guardate bene, e vedrete che i segni attorno alle antenne sono identici a quei suoi orrendi occhiali».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Una linea di dolci per farti star male» sussurrò George, sorvegliando con attenzione la schiena della signora Weasley. «Non male sul serio, però, solo abbastanza da farti uscire da un’ora di lezione quando ti va. Io e Fred ci stiamo lavorando. Sono dolcetti che hanno le due estremità marcate con colori diversi. Se mangi la metà arancione delle Pasticche Vomitose, per esempio, vomiti. Non appena ti hanno fatto uscire di corsa dall’aula per spedirti in Infermeria, tu mandi giù la metà viola…»
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    «Ehi, Potter, come va la cicatrice?» urlò Malfoy. «Sicuro che non hai bisogno di un riposino? Dev’essere, vediamo un po’, una settimana intera che non vai in Infermeria, per te è un record, no?»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Deve andare in Infermeria» disse Angelina.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Per niente» rispose Harry deciso, e si alzò tenendo Edvige nascosta dietro la schiena. «Credo di dover andare in Infermeria».
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Sì» disse il professor Rüf, preso alla sprovvista. «Sì… sì, l’Infermeria… bene, vai pure, Perkins…»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Piton non era meno partigiano; aveva prenotato il campo di Quidditch per gli allenamenti di Serpeverde così spesso che Grifondoro aveva difficoltà ad andare a giocare. Faceva anche orecchie da mercante alle varie testimonianze di fatture scagliate dai Serpeverde sui giocatori di Grifondoro nei corridoi. Quando Alicia Spinnet si presentò in Infermeria con le sopracciglia così folte che le oscuravano la vista e le finivano in bocca, Piton sostenne che doveva aver tentato un Incantesimo Parruccone su se stessa e rifiutò di ascoltare i quattordici testimoni oculari che dichiaravano di aver visto il Portiere di Serpeverde, Miles Bletchley, colpirla alle spalle con un incantesimo mentre studiava in biblioteca.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Ma Ron non aveva mai affrontato un’implacabile campagna di insulti, beffe e intimidazioni. Quando quelli di Serpeverde, alcuni dei quali avevano diciassette anni ed erano parecchio più grossi di lui, gli mormoravano nei corridoi «Prenotato il letto in Infermeria, Weasley?» lui non rideva, ma assumeva una delicata tonalità di verde. Quando Draco Malfoy imitava Ron che si lasciava sfuggire la Pluffa (e lo faceva ogni volta che si incontravano), le orecchie di Ron avvampavano e le mani gli tremavano così forte che lasciava cadere qualunque cosa avesse in mano in quel momento.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Aveva cinque anni, e guardava Dudley sulla sua nuova bicicletta rossa col cuore gonfio di invidia… aveva nove anni, e Squarta il bulldog lo aveva costretto a scappare su un albero, con i Dursley che ridevano nel prato… era seduto sotto il Cappello Parlante, che gli diceva che sarebbe stato bene a Serpeverde… Hermione era a letto in Infermeria, col viso coperto di folti peli neri… un centinaio di Dissennatori lo circondavano sulla riva del lago scuro… Cho Chang gli si avvicinava sotto il vischio…
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Gli avvisi erano comparsi in tutta la scuola durante la notte, ma non spiegavano come mai ogni singolo abitante del castello fosse al corrente del fatto che Silente aveva sconfitto due Auror, l’Inquisitore Supremo, il Ministro della Magia e il suo Assistente per poi svanire nel nulla. Ovunque Harry andasse, il solo argomento di conversazione era la fuga di Silente, e anche se nel passare di bocca in bocca alcuni particolari erano stati travisati (sentì una ragazza del secondo anno assicurare a un’altra che Caramell era stato ricoverato al San Mungo con una zucca al posto della testa), l’accuratezza delle informazioni era incredibile. Per esempio, tutti sapevano che Harry e Marietta erano stati gli unici ragazzi presenti nell’ufficio del Preside e, dato che Marietta era tenuta sotto chiave in Infermeria, Harry si ritrovò assediato dalle richieste di un resoconto di prima mano.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Sì, d’accordo» replicò Harry imbronciato. Era convinto che Cho avrebbe potuto scegliere con più cura le proprie amicizie; era una scarsa consolazione, per quanto lo riguardava, che Marietta fosse sempre chiusa in Infermeria e Madama Chips non avesse ancora trovato un rimedio per i suoi brufoli.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Si guardò alle spalle, il cuore che batteva sempre più forte e rapido. Quanto ci sarebbe voluto a Piton per estrarre Montague dal water? E sarebbe tornato subito in ufficio o lo avrebbe accompagnato in Infermeria? Era molto più probabile che lo accompagnasse… in fin dei conti Montague era il Capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, e Piton avrebbe voluto assicurarsi che stesse bene.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «È già finito. Ron ha dovuto accompagnare Jack Sloper in Infermeria».
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Gazza si aggirava per i corridoi brandendo una frusta, ansioso di usarla sui colpevoli, ma ce n’erano così tanti che non sapeva da chi cominciare. La Squadra d’Inquisizione tentava di aiutarlo, ma ai suoi componenti continuavano a capitare gli incidenti più strani. Warrington della squadra di Quidditch di Serpeverde fu ricoverato in Infermeria con un’orribile malattia della pelle, che pareva ricoperta di fiocchi d’avena; e il giorno dopo, con grande gioia di Hermione, Pansy Parkinson saltò tutte le lezioni perché le era spuntato un imponente palco di corna.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

   «No… non ho bisogno di andare in Infermeria… non voglio…»
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Non appena il vecchio ebbe varcato la soglia della Sala Grande, Harry salì di corsa la scala di marmo, sfrecciò nel corridoio così in fretta che i ritratti gli borbottarono rimproveri, salì un’altra rampa di scale e fece irruzione in Infermeria con la violenza di un uragano, strappando un grido di spavento a Madama Chips, che stava infilando un cucchiaio pieno di un liquido blu elettrico nella bocca aperta di Montague.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Ma nel mio meraviglioso piano c’era una pecca» disse Silente. «Una pecca ovvia, e già allora ero consapevole che avrebbe potuto mandarlo a rotoli. Eppure, sapendo quanto fosse importante che il mio piano avesse successo, decisi di non permettere a quell’unica pecca di rovinarlo. Io solo potevo impedirlo, perciò io solo dovevo essere forte. E affrontai la mia prima prova quando tu eri in Infermeria, ancora debole dopo la battaglia contro Voldemort».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Non ricordi di avermi chiesto, là in Infermeria, perché Voldemort aveva tentato di ucciderti quando eri piccolissimo?»
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    Erano in Infermeria. Harry era seduto in fondo al letto di Ron, ed entrambi ascoltavano Hermione leggere la prima pagina del Profeta della Domenica. Ginny, la cui caviglia era stata guarita in un baleno da Madama Chips, era raggomitolata ai piedi del letto di Hermione; Neville, col naso tornato a forma e dimensioni normali, era seduto su una poltrona in mezzo ai due letti; e Luna, che era passata per una breve visita, leggeva l’ultimo numero del Cavillo tenendolo capovolto, in apparenza senza ascoltare una parola di quello che Hermione stava dicendo.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Sussultò e si portò una mano alle costole. La maledizione di Dolohov, benché meno efficace di quanto sarebbe stata se pronunciata a voce alta, le aveva comunque causato, per dirla con le parole di Madama Chips, «abbastanza danni da tenerla buona». Hermione doveva prendere ogni giorno dieci pozioni diverse, ma stava già molto meglio ed era pronta a lasciare l’Infermeria.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Devo andare a trovare Ron e Hermione in Infermeria» disse meccanicamente.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Tre giorni prima della fine della scuola, Ron e Hermione lasciarono l’Infermeria del tutto ristabiliti. Hermione continuava a voler parlare di Sirius, ma Ron la zittiva ogni volta che lei ne pronunciava il nome. Quanto a Harry, non era ancora sicuro di voler affrontare l’argomento: i suoi desideri variavano con il suo umore. Ma di una cosa almeno era sicuro: per quanto avvilito fosse, di lì a pochi giorni, una volta tornato al numero quattro di Privet Drive, avrebbe sentito da morire la mancanza di Hogwarts. E anche se ormai sapeva perché doveva tornarci ogni estate, non per questo si sentiva meglio. Anzi, non aveva mai temuto tanto di farvi ritorno.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    La professoressa Umbridge lasciò Hogwarts il giorno prima della fine delle lezioni. Sgattaiolò fuori dall’Infermeria all’ora di cena, nella chiara speranza di allontanarsi inosservata, ma purtroppo per lei incontrò Pix, che afferrò al volo l’ultima possibilità di obbedire a Fred e la inseguì allegramente fino al cancello, picchiandola un po’ con un bastone da passeggio, un po’ con una calza piena di gesso. Molti studenti corsero nella Sala d’Ingresso per assistere alla sua fuga, e i Direttori delle Case tentarono con scarsa convinzione di fermarli. Per la precisione, dopo qualche fiacca protesta la professoressa McGranitt tornò a sedersi al tavolo degli insegnanti esprimendo a gran voce il disappunto per non poterla inseguire personalmente dal momento che Pix le aveva preso il bastone.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Ero in Infermeria quando ci sono stati i provini» rispose McLaggen con una certa spavalderia. «Avevo mangiato mezzo chilo di uova di Doxy per una scommessa».
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «D’accordo» la consolò la professoressa McGranitt con una certa dolcezza, «ora sali in Infermeria, Leanne, e fatti dare da Madama Chips qualcosa per calmarti».
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Perché era in punizione con me. Non ha finito i compiti di Trasfigurazione per due volte di fila. Quindi grazie per avermi rivelato i tuoi sospetti, Potter» proseguì, «ma adesso devo andare in Infermeria per vedere come sta Katie Bell. Buona giornata a tutti.».
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Forte» borbottò Harry, dedicando uno sguardo rapido all’orologio prima di scrutare la Mappa più da vicino. Dov’era Malfoy? Non sembrava che fosse alla tavola di Serpeverde in Sala Grande, a fare colazione… non era vicino a Piton, nel suo studio… non era in nessuno dei bagni o in Infermeria
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Era sera; l’Infermeria era tranquilla, le tende tirate, le lampade accese. Il letto di Ron era il solo occupato. Harry, Hermione e Ginny erano seduti attorno a lui; avevano aspettato tutto il giorno fuori dalla porta doppia, cercando di guardare dentro tutte le volte che qualcuno entrava o usciva. Madama Chips li aveva lasciati passare solo alle otto. Fred e George erano arrivati dieci minuti dopo.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Hermione tirò su col naso, in modo quasi impercettibile. Era stata straordinariamente zitta per tutto il giorno. Dopo essersi precipitata pallidissima da Harry fuori dall’Infermeria e aver chiesto notizie, non aveva quasi preso parte alla discussione ossessiva tra Harry e Ginny su come Ron era stato avvelenato, ma era rimasta accanto a loro, a denti stretti e con la paura sul viso, finché non li avevano fatti entrare.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Le porte dell’Infermeria si spalancarono, facendoli tutti sobbalzare, e Hagrid venne verso di loro a grandi passi, i capelli coperti di goccioline di pioggia, la pelliccia d’orso svolazzante, una balestra in mano, lasciando sul pavimento una striscia di orme fangose grandi come delfini.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Ti stavo aspettando» esordì McLaggen, ignorando la bacchetta sfoderata di Harry. «Devo essermi addormentato. Senti, ho visto che portavano Weasley in Infermeria. Non sembrava in forma per la partita della prossima settimana».
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Nel frattempo, Lavanda si avvicinava furtiva a Harry per parlare di Ron, cosa che Harry trovava quasi altrettanto estenuante delle conferenze sul Quidditch di McLaggen. All’inizio era molto seccata perché nessuno aveva pensato di dirle che Ron era in Infermeria — «Insomma, sono la sua ragazza!» — ma purtroppo aveva deciso di perdonare a Harry questa dimenticanza ed era ansiosa di discutere con lui dei sentimenti di Ron, un’esperienza spiacevolissima che Harry avrebbe volentieri evitato.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Davvero?» chiese Harry, sorpreso, perché tutte le volte che era andato in Infermeria aveva trovato Ron sveglissimo, molto interessato alla lite fra Silente e Piton e altrettanto desideroso di insultare McLaggen.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    La mattina della partita di Quidditch contro Tassorosso, Harry fece un salto in Infermeria prima di scendere in campo. Ron era molto agitato: Madama Chips non gli voleva dare il permesso di vedere l’incontro, pensando che l’avrebbe sovreccitato.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Harry batté le palpebre e si guardò intorno. Ma certo: era in Infermeria. Il cielo fuori era color indaco, striato di cremisi. La partita doveva essere finita da ore… come ogni speranza di sorprendere Malfoy. Harry aveva la testa stranamente appesantita; alzò una mano e tastò un rigido turbante di bende.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Al buio, Harry pensò che era la terza volta che finiva in Infermeria per una ferita da Quidditch. Al terzo anno era caduto dalla scopa per la presenza dei Dissennatori attorno al campo, e prima ancora tutte le ossa gli erano state rimosse dal braccio da quella frana del professor Allock… quello era stato l’infortunio più doloroso, finora… Ricordava il tormento di far ricrescere una manciata di ossa in una sola notte, un disagio non alleviato da una visita inaspettata nel cuore della…
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

   Harry e Ron uscirono dall’Infermeria il lunedì mattina, completamente guariti dalle cure di Madama Chips. Potevano finalmente godersi i privilegi di essere stati abbattuti e avvelenati, il migliore dei quali era la rinata amicizia tra Hermione e Ron. Lei arrivò perfino a scortarli a colazione, annunciando che Ginny aveva litigato con Dean. La creatura che sonnecchiava nel petto di Harry alzò all’improvviso la testa, annusando l’aria, speranzosa.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Sono venuta a trovarvi in Infermeria» disse lei, frugando nella borsa. «Ma mi hanno detto che eravate usciti…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Devi andare in Infermeria. Può darsi che restino delle cicatrici, ma se prendi subito del dittamo forse riusciamo a evitarlo… vieni…»
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Harry non era sceso per cena; non aveva fame per niente. Aveva appena finito di raccontare a Ron, Hermione e Ginny quello che era successo, anche se pareva che non ce ne fosse un gran bisogno. La notizia era circolata molto in fretta: evidentemente Mirtilla Malcontenta si era presa la briga di sbucare in tutti i bagni del castello a raccontare l’accaduto; Pansy Parkinson era già andata a trovare Malfoy in Infermeria, e non aveva perso tempo a diffamare Harry in lungo e in largo, e Piton aveva raccontato ai colleghi l’accaduto con dovizia di particolari; Harry era già stato chiamato fuori dalla sala comune per patire quindici minuti assolutamente spiacevoli in compagnia della professoressa McGranitt, secondo la quale era fortunato a non essere stato espulso e che approvava incondizionatamente la punizione di Piton, tutti i sabati fino alla fine del quadrimestre.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Si guardò intorno, disperato, ma non si vedeva nessuno; riuscì a pensare solo che doveva portare Silente in fretta in Infermeria.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Andiamo in Infermeria» disse Ginny.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Neville è in Infermeria, però Madama Chips pensa che si riprenderà completamente, e il professor Vitious è stato steso, ma sta bene, è solo un po’ scosso. Ha insistito per andare a prendersi cura dei Corvonero. Ed è morto un Mangiamorte, è stato colpito da un Anatema che Uccide di quelli che il grosso biondo scagliava da tutte le parti… Harry, se non avessimo avuto la tua pozione Felix, credo che saremmo stati uccisi, tutte le maledizioni ci mancavano…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Erano arrivati all’Infermeria: Harry spinse la porta e vide Neville addormentato in un letto lì accanto. Ron, Hermione, Luna, Tonks e Lupin, riuniti attorno a un altro letto in fondo alla corsia, alzarono tutti gli occhi. Hermione corse da Harry e lo abbracciò; anche Lupin venne avanti, preoccupato.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Non avrebbe saputo dire quanto rimasero in ascolto, né perché il suono del loro lutto lenisse un po’ il dolore, ma sembrava che fosse passata un’eternità quando la porta dell’Infermeria si riaprì ed entrò la professoressa McGranitt. Come tutti gli altri, recava tracce della recente battaglia: graffi sul volto e la veste strappata.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Ci fu un sussulto generale quando si spalancarono le porte dell’Infermeria: i signori Weasley entrarono con Fleur alle loro spalle, il bel viso sconvolto dal terrore.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Andavano in Infermeria due volte al giorno: Neville era stato dimesso, ma Bill era ancora ricoverato da Madama Chips. Le sue cicatrici non erano migliorate; anzi, ormai somigliava molto a Malocchio Moody, anche se grazie al cielo possedeva tutti e due gli occhi e le gambe, ma per il resto era lo stesso di sempre. Il solo cambiamento sembrava la nuova, smodata passione per le bistecche molto al sangue.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Basti dire che i nostri cercatori di Buona Sorte non arrivarono mai in vetta al Colle. Il sipario si era appena alzato quando la 'Serpe' del Professor Kettleburn - rivelando di essere un Ashwinder[5] sotto Incantesimo di Ingozzamento - esplose in una pioggia di scintille incandescenti e polvere, riempiendo la Sala Grande di fumo e frammenti di scenografia. Mentre le enormi uova infuocate che aveva deposto ai piedi del mio Colle incendiavano le tavole del palcoscenico, 'Amata' e 'Asha' si scagliarono l'una contro l'altra, duellando con tanto ardore che il Professor Beery cadde vittima di fuoco incrociato, gli insegnanti dovettero evacuare la Sala e l'inferno che si era scatenato sul palco rischiò di inghiottire tutto quanto. L'intrattenimento serale si concluse con un'Infermeria piena; ci vollero diversi mesi prima che la Sala Grande perdesse l'aroma pungente del legno bruciato, e molto di più perché la testa del Professor Beery riassumesse le normali dimensioni, mentre il Professor Kettleburn fu messo in verifica.[6] Il Preside Armando Dippet vietò ogni futura rappresentazione, una tradizione non teatrale che Hogwarts è fiera di continuare tutt'oggi.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)