Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni) |
Ricerca di Rosa
Erano passati quasi dieci anni da quando i Dursley si erano
svegliati una mattina e avevano trovato il nipote sul gradino di
casa, ma Privet Drive non era cambiata affatto. Il sole sorgeva sugli
stessi giardinetti ben tenuti e illuminava il numero 4 d'ottone sulla
porta d'ingresso dei Dursley; si insinuava nel loro soggiorno, che
era pressoché identico a quella sera in cui Mr Dursley aveva visto il
fatidico telegiornale che parlava di gufi. Soltanto le fotografie
sulla mensola del caminetto denotavano quanto tempo fosse passato in
realtà. Dieci anni prima c'era un'infinità di fotografie di quello
che sembrava un grosso pallone da spiaggia Rosa, con indosso
cappellini di vari colori. Ma Dudley Dursley non era più un lattante,
e ora le fotografie ritraevano un bambinone biondo in sella alla sua
prima bicicletta, sulle giostre alla fiera, che giocava al computer
col padre, o che si faceva abbracciare e baciare dalla madre. Nulla,
in quella stanza, denotava che in casa viveva anche un altro bambino. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Ma in quel preciso istante, Hagrid balzò in piedi ed estrasse
da sotto il pastrano un ombrello Rosa tutto contorto. Puntandolo
contro zio Vernon come una spada, disse: ‘Ti avverto, Dursley...
ti avverto: un'altra parola e...’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Certo che sì’ disse Harry, che non vedeva l'ora di assistere
ad altre magie. Hagrid estrasse di nuovo l'ombrello Rosa, lo batté
due volte sulla fiancata della barca e partirono verso terra a
tutta velocità. ‘Perché ci sarebbe da esser matti a organizzare una rapina alla
Gringott?’ chiese Harry. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Che ti preoccupi?’ rispose Hagrid alzandosi e grattandosi
vigoRosamente la testa. ‘Pensi che i tuoi genitori non ti hanno
lasciato niente?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Hagrid sbadigliò rumoRosamente, si mise seduto e si stiracchiò.
‘Meglio che andiamo, Harry, abbiamo un sacco di cose da fare, oggi: dobbiamo arrivare a Londra e fare gli acquisti per la scuola’. Harry si stava rigirando tra le mani le monete magiche e le osservava. Gli era appena venuto in mente un pensiero che lo fece sentire come se quel palloncino di felicità gli si fosse bucato. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Quest'ultimo negozio era angusto e sporco. Un'insegna a lettere d'oro scortecciate sopra la porta diceva: Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.. Nella vetrina polveRosa, su un cuscino color porpora stinto, era esposta una sola bacchetta. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Oh, no, signore’ si affrettò a rispondere Hagrid. Harry notò che, nel parlare, si stringeva forte forte al suo ombrello Rosa. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Un cliente difficile, eh? No, niente paura, troveremo quella che va a pennello... Ora, mi chiedo... sì, perché no... combinazione insolita... agrifoglio e piume di fenice, undici pollici, bella flessibile’. Harry la prese in mano. Avvertì un calore improvviso alle dita. La alzò sopra la testa, la abbassò sferzando l'aria polveRosa e una scia di scintille rosse e d'oro si sprigionò dall'estremità come un fuoco d'artificio, proiettando sulle pareti minuscoli riflessi danzanti di luce. Hagrid gridò d'entusiasmo e batté le mani e Mr Olivander esclamò: ‘Bravo! Sì, proprio così, molto bene. Bene, bene, bene... che strano... ma che cosa davvero strana...’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry si fece largo tra la folla finché non trovò uno scompartimento vuoto verso la coda del treno. Prima di tutto sistemò Edvige e poi cominciò a spingere e a tentare di sollevare il baule per caricarlo sul treno. Cercò di fargli superare i gradini, ma riuscì a malapena a sollevarne un'estremità, e due volte se lo fece cadere doloRosamente su un piede. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Una nube di fumo proveniente dalla locomotiva si alzava in grossi anelli sopra la testa della folla rumoRosa, mentre gatti di ogni colore si aggiravano qua e là tra le gambe della gente. Gufi e civette si chiamavano l'un l'altro col loro verso cupo, quasi di malumore, sovrastando il cicaleccio e il rumore dei pesanti bauli che venivano trascinati. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Ognuno terminò la canzone in tempi diversi. Alla fine, erano rimasti solo i gemelli Weasley a cantare a un ritmo lento da marcia funebre. Silente diresse le ultime battute con la bacchetta magica e, alla fine, fu uno di quelli che applaudirono più fragoRosamente. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘E infine, devo avvertirvi che da quest'anno è vietato l'accesso al corridoio del terzo piano a destra, a meno che non desideriate fare una fine molto doloRosa’. Harry rise, ma fu uno dei pochi a farlo. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry udì il cappello gridare l'ultima parola a tutta la sala. Se lo tolse di testa e si avviò con passo vacillante verso il tavolo dei Grifondoro. Il sollievo di essere stato scelto per quel dormitorio e non per Serpeverde era tale che a malapena si accorse di essere stato salutato dall'applauso più fragoroso. Il prefetto Percy si alzò in piedi e gli strinse vigoRosamente la mano, mentre i gemelli Weasley si sgolavano: ‘Potter è dei nostri! Potter è dei nostri!’ Harry si sedette davanti al fantasma con la gorgiera che aveva visto prima. Questo gli batté un colpetto sul braccio, dandogli l'improvvisa, orribile sensazione di averlo appena immerso in un catino di acqua ghiacciata. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
All'estremità del corridoio, era appeso il ritratto di una donna molto grassa, con indosso un abito di seta Rosa. ‘La parola d'ordine?’ chiese. ‘Caput Draconis’ disse Percy, e il ritratto si staccò dal muro scoprendo un'apertura circolare. Passarono tutti, aiutandosi con le mani e coi piedi - Neville ebbe bisogno di una spinta - e sbucarono nella sala di ritrovo di Grifondoro, una stanza accogliente a pianta rotonda, piena di soffici poltrone. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Una lampadina brillò nel buio. Era Hermione Granger, con indosso una vestaglia Rosa e la faccia aggrondata. ‘Tu!’ disse Ron furibondo. ‘Tornatene a letto!’ ‘Stavo per dire tutto a tuo fratello’ sbottò Hermione. ‘Percy... lui che è un prefetto, saprebbe come metter fine a questa faccenda’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Fuori, Pix!’ gli gridò. Pix lanciò il gessetto in un recipiente, facendolo risuonare rumoRosamente, e sparì imprecando. La Mcgranitt gli sbatté la porta alle spalle e si voltò a guardare i due ragazzi. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Be' è proprio vero’ disse Harry tutto gongolante quando furono in cima alla scala di marmo, ‘se non avesse rubato la Ricordella di Neville, ora non sarei nella squadra...’ ‘E magari pensi che questa sia la ricompensa per avere infranto le regole!’ gli arrivò proprio da dietro una voce irata. Hermione stava risalendo rumoRosamente le scale lanciando sguardi di disapprovazione al pacco che Harry teneva in mano. ‘Mica starai dicendo a noi?’ fece Harry. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
La sala di ritrovo era gremita di gente e molto rumoRosa. Tutti stavano mangiando le pietanze spedite su dalle cucine. Hermione era sola soletta, vicino alla porta, e li aspettava. Ci fu un silenzio pieno d'imbarazzo. Poi, senza guardarsi negli occhi, tutti e tre dissero ‘Grazie’ e corsero via a procurarsi dei piatti. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Grazie del conforto morale, Seamus’ disse Harry guardandolo versarsi una geneRosa quantità di ketchup sulle salsicce. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘A dopo, allora’ disse Harry. Hagrid se ne andò caracollando col suo passo goffo. ‘Ma che cosa nascondeva dietro la schiena?’ chiese Hermione pensieRosa. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Le braccia del ragazzo si bloccarono con uno scatto lungo i fianchi; le gambe si strinsero insieme. Il suo corpo s'irrigidì come uno stoccafisso, e il povero ragazzo ondeggiò pauRosamente per poi cadere in avanti, lungo disteso e tutto d'un pezzo. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
«Mangia, svelto! I Mason saranno qui tra poco!» lo incalzò zia Petunia indicando due fette di pane e un pezzo di formaggio sul tavolo di cucina. Lei indossava già un abito da cocktail Rosa salmone.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
I Weasley commentarono con una fragoRosa risata e Harry si rimise seduto comodo, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Un pallido bagliore Rosato era visibile all’orizzonte, verso oriente.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
La signora Weasley si muoveva per la stanza rumoRosamente, preparando la colazione un po’ alla buona e gettando occhiate bieche ai suoi figli mentre lanciava le salsicce nella padella. Di tanto in tanto bofonchiava frasi del tipo: «Non so cosa avete in testa» oppure: «Non me lo sarei mai aspettato».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry ricevette notizie da Hogwarts una mattina di sole, circa una settimana dopo essere arrivato alla Tana. Lui e Ron erano scesi per fare colazione e avevano trovato i signori Weasley e Ginny già seduti a tavola. Nel vedere Harry, Ginny rovesciò fragoRosamente la sua ciotola di porridge: sembrava che la ragazzina tendesse a far cadere qualcosa ogni volta che Harry entrava in una stanza. Si infilò sotto il tavolo per recuperare la ciotola e ne emerse rossa come il sole al tramonto. Facendo finta di non essersi accorto di niente, Harry si sedette e prese il toast che mamma Weasley gli porgeva.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2) |
In una teca di vetro c’erano una mano avvizzita, appoggiata su un cuscino, un mazzo di carte macchiate di sangue e un occhio di vetro che lo guardava fisso. Dalle pareti, maschere dall’espressione maligna sembravano spiarlo, sopra al bancone era accatastato un assortimento di ossa umane e dal soffitto pendevano strumenti arrugginiti e acuminati. Ma la cosa peggiore di tutte era che la strada stretta e buia che Harry intravedeva attraverso la vetrina polveRosa decisamente non era Diagon Alley.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2) |
Harry alzò gli occhi sul gigantesco orologio con una sensazione doloRosa alla bocca dello stomaco. Dieci secondi… nove secondi…
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Non dovremmo essere molto lontani, non trovi?» disse Ron qualche ora più tardi con voce arrochita, mentre il sole cominciava a sprofondare dietro le nuvole che gli facevano da pista, colorandole di un Rosa intenso. «Sei pronto per un altro controllo al treno?»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Noooooo!» gridò Ron sterzando vigoRosamente. Evitarono per un pelo la muraglia di pietra nera e la macchina descrisse un grande arco, volteggiando sopra le serre, poi sopra l’orto e poi ancora più in là, sui prati bui, sempre perdendo quota.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Quando ebbero mangiato quanti più tramezzini potevano (il vassoio tornava a riempirsi da solo) si alzarono e lasciarono la stanza, percorrendo il familiare tragitto fino alla torre dei Grifondoro. Il castello era immerso nel silenzio; sembrava che la festa fosse terminata. Oltrepassarono i ritratti brontoloni e le armature cigolanti, salirono le anguste rampe della scala di pietra e finalmente raggiunsero il passaggio dove si trovava l’ingresso segreto alla torre dei Grifondoro, dietro al quadro a olio della Signora Grassa nel suo vestito di seta Rosa.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Ci fu una mischia perché nessuno voleva finire con un vaporoso paraorecchi Rosa.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry eseguì il comando. I paraorecchi escludevano completamente qualsiasi suono. Anche la professoressa Sprite ne indossò un paio Rosa e vaporoso, si tirò su le maniche, afferrò saldamente una piantina cespugliosa e tirò forte.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Quando tutta la classe fu entrata Allock si schiari rumoRosamente la gola e cadde il silenzio. Lui si avvicinò ai banchi, prese la copia del suo Trekking con i troll dal banco di Neville Paciock e la sollevò per mostrare il proprio ritratto ammiccante in copertina.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry sbirciò fuori della finestra. Sospesa tra il Rosa e l’oro del cielo c’era una nebbiolina sottile. Ora che si era svegliato non riusciva a capire come avesse potuto dormire con tutto il baccano degli uccelli.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
La squadra dei Serpeverde scoppiò in una risata fragoRosa.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Forse è la cosa più offensiva che gli poteva venire in mente» disse Ron boccheggiante, riemergendo da sopra il bacile. «’Mezzosangue’ è un insulto spregevole e significa un mago nato Babbano… voglio dire, da genitori non maghi. Alcuni — come la famiglia di Malfoy, per esempio — pensano di essere meglio di tutti perché sono quello che la gente chiama ‘puRosangue’». Ebbe un lieve conato e questa volta un’unica lumaca gli cadde nella mano tesa. La gettò nel bacile e proseguì: «Tutti quanti noi sappiamo che non fa nessuna differenza. Prendi Neville Paciock: lui è un puRosangue, eppure non riesce neanche a fare star dritto un paiolo».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Harry notò l’ombrello Rosa a fiori di Hagrid appoggiato alla parete, in fondo alla capanna. Harry aveva già avuto ragione di credere che quell’ombrello non fosse soltanto quel che sembrava; in realtà, aveva la netta impressione che vi fosse nascosta la bacchetta magica dei tempi in cui Hagrid frequentava la scuola. Hagrid non poteva usare la magia. Era stato espulso da Hogwarts quando faceva il terzo anno, ma Harry non era mai riuscito a scoprire perché: un minimo accenno all’argomento e subito Hagrid cominciava a schiarirsi fragoRosamente la gola e diventava stranamente sordo, fino a che non si cambiava discorso.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Dicevate?» domandò scontRosa.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Per alcuni giorni, a scuola, non si parlò d’altro che dell’attentato a Mrs Purr. Ci pensava Gazza a tenerne desto il ricordo, pattugliando il corridoio dove era avvenuto il misfatto, come se pensasse che il colpevole sarebbe tornato sulla scena del delitto. Harry lo aveva visto darsi da fare con il Solvente Magico di Nonna Acetonella per Ogni Tipo di Sporcizia, per cancellare il messaggio scritto sulla parete, ma invano. Le lettere continuavano a luccicare sulla pietra, imperterrite. Quando Gazza non montava la guardia al luogo del misfatto si appiattava nei corridoi con gli occhi iniettati di sangue e poi saltava fuori all’improvviso davanti agli studenti ignari, pretendendo di punirli accusandoli di ‘respirare rumoRosamente’, oppure di ‘avere l’aria felice’.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«L’ho sempre saputo che Salazar Serpeverde era un vecchio pazzo strampalato» disse Ron a Harry e a Hermione mentre, finita la lezione, si facevano largo nell’affollato corridoio per andare a posare le cartelle prima di pranzo. «Ma non sapevo che fosse stato lui a inventare questa storia dei puRosangue. Non vorrei essere nella sua Casa per tutto l’oro del mondo. Sinceramente, se il Cappello Parlante avesse cercato di mettermi tra i Serpeverde avrei ripreso di filato il treno per tornarmene a casa…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Hermione annuiva caloRosamente, ma Harry taceva. Gli si era chiuso lo stomaco, ed era una sensazione decisamente sgradevole.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Hai mai visto dei ragni comportarsi in questo modo?» chiese Hermione pensieRosa.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Cinque minuti dopo erano barricati di nuovo nel bagno ‘guasto’ di Mirtilla Malcontenta. Hermione aveva scartato le obiezioni di Ron spiegando che era l’ultimo posto dove chiunque sano di mente sarebbe andato, e che quindi potevano contare su una certa riservatezza. Mirtilla stava piangendo rumoRosamente nel suo gabinetto, ma la ignorarono e lei fece altrettanto.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Proprio così, signore» disse Dobby annuendo vigoRosamente, con le orecchie sbatacchiati. «Dobby si è nascosto e ha aspettato Harry e ha sprangato l’entrata, e dopo Dobby si è dovuto stirare le mani» — mostrò a Harry dieci lunghe dita bendate — «ma a Dobby non importava niente, signore, perché pensava che Harry Potter era salvo, e Dobby non si è neanche sognato che Harry Potter arrivasse a scuola per un’altra strada!»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Sono io» disse chiudendosi la porta alle spalle. Da dentro il gabinetto si udì qualcosa cadere rumoRosamente dentro l’acqua e un respiro soffocato; poi Harry vide l’occhio di Hermione sbirciare attraverso il buco della serratura.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Nel frattempo, all’insaputa dei professori, fra gli studenti prendeva piede un fiorente commercio di talismani, amuleti e altre protezioni. Neville Paciock acquistò una grossa cipolla verde e maleodorante, un cristallo appuntito color viola e una coda di tritone putrefatta prima che i suoi compagni del Grifondoro gli spiegassero che lui non correva pericolo: essendo un puRosangue, era assai improbabile che venisse aggredito.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Harry non poté trattenersi oltre. Schiarendosi rumoRosamente la gola, uscì da dietro gli scaffali. Non fosse stato per la gran rabbia che aveva dentro avrebbe trovato buffa la scena che accolse il suo arrivo: tutti i Tassorosso sembrarono effettivamente pietrificati al vederlo ed Ernie divenne pallidissimo.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
E uscì rumoRosamente, imbarazzato.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Immediatamente sentì torcersi le budella come se avesse inghiottito dei serpenti vivi: piegato in due, si chiedeva quando avrebbe vomitato; poi si sentì bruciare tutto, dallo stomaco fino alla punta delle dita delle mani e dei piedi. Un attimo dopo ebbe l’orribile sensazione di sciogliersi, come se tutta la pelle fosse fatta di cera bollente, e davanti agli occhi le mani crebbero, le dita s’ingrossarono, le unghie si allargarono e le nocche si gonfiarono come bulloni. Le spalle gli si stirarono doloRosamente e dal prurito sulla fronte capì che i capelli gli stavano crescendo quasi attaccati alle sopracciglia; il torace gli si allargò come un barile a cui saltassero i cerchioni, gli abiti si strapparono; aveva i piedi doloranti per via delle scarpe, che erano di quattro misure più piccole…
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Ah, sì… puRosangue!» disse Malfoy senza ascoltarlo, e una porta di pietra scorrevole, nascosta nella parete, si aprì. Malfoy la superò, seguito da Ron e Harry.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Arthur Weasley ama talmente tanto i Babbani che dovrebbe buttare alle ortiche la sua bacchetta magica e andarsene a vivere con loro» disse Malfoy con tono sprezzante. «Da come si comportano, non si direbbe mai che i Weasley siano dei puRosangue».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Mirtilla Malcontenta stava piangendo, se possibile, ancor più rumoRosa e disperata di prima. Sembrava fosse nascosta nel solito gabinetto. Il locale era buio, perché le candele erano state spente dallo scroscio d’acqua che aveva inondato pareti e pavimento.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Le pareti erano coperte di grossi fiori di un Rosa acceso. Come se non bastasse, dal soffitto color azzurro pallido piovevano coriandoli a forma di cuore. Harry si avvicinò al tavolo dei Grifondoro, dove Ron sembrava in preda a un attacco di nausea e Hermione rideva in maniera insulsa.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Ron indicò il tavolo degli insegnanti, troppo disgustato per parlare. Allock, che indossava un abito dello stesso colore Rosa acceso delle decorazioni, stava agitando le braccia per chiedere silenzio. Gli insegnanti che sedevano al suo fianco erano impassibili, come pietrificati. Dal punto dove si trovava, Harry vedeva un muscolo contrarsi sulla guancia della McGranitt. Quanto a Piton, pareva gli avessero propinato un bel bicchierone di Ossofast.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Alla fine decisero di non dirgli niente a meno che non si verificasse un’altra aggressione, e visto che i giorni passavano e la voce disincarnata non si faceva sentire, cominciarono a sperare che non ci sarebbe mai stato bisogno di chiedergli perché era stato espulso. Erano circa quattro mesi che Justin e Nick-Quasi-Senza-Testa erano stati pietrificati e quasi tutti sembravano dell’idea che l’aggressore, chiunque fosse, avesse rinunciato una volta per tutte. Pix si era finalmente stancato di canticchiare È Potter canaglia che infuria e si scaglia; un giorno, alla lezione di Erbologia, Ernie Macmillan chiese a Harry con grande gentilezza di passargli un secchio di funghi; e a marzo, nella Serra numero Tre, molte mandragole fecero festa a lungo e rumoRosamente, il che rese molto felice la professoressa Sprite.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Sembrava che non sapesse quel che stava facendo. Per poco non spense il fuoco, versandoci sopra dell’acqua dal bollitore, poi mandò in frantumi la teiera urtandola con la sua manona podeRosa.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Io?» esclamò Aragog con uno schiocco irato. «Ma io non sono nato nel castello. Io vengo da una terra lontana. Un viaggiatore mi ha dato a Hagrid quando ero un uovo. Hagrid era soltanto un ragazzo, ma si è preso cura di me, mi ha nascosto in una credenza, al castello, e mi dava da mangiare gli avanzi della tavola. Hagrid è mio buon amico, è un brav’uomo. Quando mi scoprirono e fui incolpato della morte di una ragazza lui mi protesse. Da allora vivo qui nella foresta, dove lui viene ancora a trovarmi. Mi ha anche trovato una moglie, Mosag, e vedi da te quanto è diventata numeRosa la nostra famiglia! Tutto per merito di Hagrid…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Avanzavano a tutta velocità attraverso il sottobosco; Thor latrava rumoRosamente sul sedile posteriore e quando passarono molto vicino a una grossa quercia Harry vide lo specchio retrovisore esterno staccarsi di schianto dall’ala. Dopo dieci minuti di quella frastornante gimcana gli alberi si fecero più radi e Harry riuscì a intravedere di nuovo qualche fazzoletto di cielo.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Ron… la ragazza che è morta. Aragog ha detto che fu trovata in un gabinetto» disse Harry ignorando Neville che russava fragoRosamente dall’altra parte della stanza. «E se non fosse mai uscita dal gabinetto? E se fosse ancora là?»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Mi ci vedi, tu, a fare gli esami con questa?» chiese a Harry mostrando la bacchetta magica che proprio in quel momento aveva cominciato a sibilare rumoRosamente.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«È la panzana migliore che potevi inventarti» disse Ron caloRosamente.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Lei sapeva qualcosa, Harry» disse Ron parlando per la prima volta da quando si erano infilati nell’armadio della sala dei professori. «Per questo è stata rapita. Non si trattava neanche lontanamente di Percy: aveva scoperto qualcosa sulla Camera dei Segreti. Deve essere questo il motivo per cui è stata…» Ron si strofinò energicamente gli occhi. «Voglio dire, lei era una puRosangue. Non può esserci altra ragione».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
La bacchetta esplose con la forza di una bomba. Harry si coprì la testa con le braccia e spiccò una corsa, scivolando sopra le spire della pelle di serpente e cercando di schivare i grossi massi che dal soffitto franavano fragoRosamente a terra. Un attimo dopo si ritrovò solo, davanti a una parete compatta di detriti di roccia.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ron diventò di un Rosa acceso molto simile ai fiori di Allock per san Valentino e chiuse la bocca.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«E immagini» proseguì Silente, «cosa avrebbe potuto succedere dopo… I Weasley sono una delle nostre famiglie di puRosangue più in vista. Immagini le conseguenze per Arthur Weasley e la sua Legge per la Protezione dei Babbani se fosse venuto fuori che sua figlia aggrediva e uccideva i figli dei Babbani. Fortunatamente è stato trovato il diario e i ricordi di Riddle ne sono stati cancellati. Chissà, altrimenti, quali avrebbero potuto essere le conseguenze…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Harry aveva partecipato a molti banchetti a Hogwarts, ma nessuno poteva essere paragonato a quello. Tutti indossavano il pigiama e i festeggiamenti durarono tutta la notte. Non avrebbe saputo dire quale fosse stato il momento più bello. Forse quando Hermione gli era corsa incontro gridando: «Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!»; oppure quando Justin, alzandosi dal tavolo dei Tassorosso per andargli a stringere la mano, non la finiva più di chiedergli scusa per avere sospettato di lui; o quando era tornato Hagrid, alle tre e mezzo del mattino, e aveva dato a lui e a Ron una pacca sulla spalla così podeRosa da mandarli con la faccia dentro al piatto di zuppa inglese; o quando avevano saputo di aver guadagnato quattrocento punti per il Grifondoro, assicurandosi così la vittoria della Coppa per il secondo anno consecutivo. O ancora, quando la professoressa McGranitt si era levata in piedi per annunciare che gli esami erano stati annullati come regalo della scuola («Oh, noi» aveva esclamato Hermione). O quando Silente aveva annunciato che purtroppo il professor Allock non avrebbe potuto tornare a insegnare l’anno seguente, perché doveva andare a recuperare la memoria. Non pochi insegnanti si unirono all’ovazione che accolse questo annuncio.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Girò sui tacchi, aprì la porta e la sbatté così forte che uno dei pannelli di vetro cadde fragoRosamente. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Quando tornò in cucina, a zia Marge erano stati serviti tè e torta alla frutta e Squarta, in un angolo, leccava rumoRosamente il piattino. Harry vide zia Petunia rabbrividire impercettibilmente notando le gocce di tè e bava che macchiavano il pavimento pulito. Zia Petunia odiava gli animali. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry rimase seduto a lungo sul letto, accarezzando Edvige con aria assente. Il cielo oltre il vetro mutò rapidamente da un blu intenso e vellutato a un freddo grigio acciaio e poi, piano piano, si fece Rosa e oro. Harry non riusciva a credere di aver lasciato Privet Drive solo poche ore prima, di non essere stato espulso e di avere davanti a sé due intere settimane lonta-no dai Dursley. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Due enormi rospi violetti dall'aria bavosa si stavano facendo una scorpacciata di tafani morti. Una tartaruga gigante con il carapace tempestato di pietre preziose luccicava vicino alla finestra. Parecchie lumache velenose di color arancione strisciavano lente su per la parete del loro terrario di vetro, e un grasso coniglio bianco continuava a trasformarsi in un cappello a cilindro e poi di nuovo in coniglio, accompagnando ogni metamorfosi con uno schiocco secco. Poi c'erano gatti di tutti i colori, una rumoRosa gabbia di corvi, un cestino di buffe palle di pelo color crema che ronzavano forte e, sul bancone, una grande gabbia piena di lustri topi neri che giocavano a saltare la corda con le lunghe code pelate. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Harry non riuscì a parlare con Ron né con Hermione nel caos della partenza: furono troppo occupati a trascinare tutti i loro bauli giù per la stretta scala del Paiolo magico e accatastarli vicino alla porta, con Edvige e Hermes, il gufo di Percy, in cima al tutto nelle loro gabbie. Un cestino di vimini vicino al mucchio di bauli sputacchiava rumoRosamente. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ah, ecco Penelope!» disse Percy, lisciandosi i capelli e diventando tutto Rosa. Ginny intercettò lo sguardo di Harry ed entrambi si voltarono per nascondere le risate mentre Percy avanzava verso una ragazza dai lunghi capelli ricci, camminando col petto così in fuori che nessuno avrebbe potuto ignorare il distintivo splendente. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry fece una risatina lugubre. La professoressa McGranitt, direttrice della Casa di Grifondoro, era molto rigoRosa. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Ron rimase a guardare la professoressa McGranitt che spingeva Harry e Hermione via dalla folla rumoRosa; insieme i tre attraversarono la Sala d'Ingresso, salirono le scale e si incamminarono lungo un corridoio. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione si unirono ai Grifondoro che sciamavano su per la scalinata di marmo e, sempre più stanchi, percorrevano altri corridoi e salivano altre scale fino all'ingresso nascosto alla Torre di Grifondoro. Un grande ritratto di una signora grassa vestita di Rosa chiese loro: «Parola d'ordine?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Spuntò nell'aula più strana che avesse mai visto. In effetti non aveva l'aspetto di un'aula; sembrava più un incrocio tra un solaio e una sala da tè vecchio stile. Ospitava almeno venti tavolini rotondi, tutti circondati da poltroncine foderate di chintz e piccoli, grassi sgabelli. Il tutto era illuminato da una bassa luce scarlatta; le tende alle finestre erano tirate, e le numerose lampade erano drappeggiate con sciarpe rosso scuro. C'era un caldo soffocante, e il fuoco che ardeva nel camino lambendo un grosso bollitore di rame emanava un profumo intenso, quasi malsano. Gli scaffali che correvano tutto attorno ai muri circolari erano stipati di piume dall'aria polveRosa, mozziconi di candele, scatole di vecchie carte da gioco, innumerevoli sfere di cristallo argentate e una gran varietà di tazze da tè. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
mano sinistra, poi rovesciate la tazza sul piattino, aspettate che il tè rimasto coli via e passate la vostra tazza al compagno per la lettura. Interpreterete i disegni consultando le pagine 5 e 6 di Svelare il Futuro. Io girerò fra di voi e vi darò una mano. Oh, caro» esclamò afferrando per il braccio Neville, che si stava alzando, «dopo che avrai rotto la prima tazza, vorresti essere così gentile da prenderne una di quelle con il disegno blu? Sono piuttosto affezionata a quelle Rosa». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Quando la lezione di Trasfigurazione fu terminata, si unirono tutti alla folla che si dirigeva rumoRosamente verso la Sala Grande per il pranzo. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry capì che cosa intendeva dire Hagrid. Una volta superato il primo moto di spavento alla vista di una cosa che era metà cavallo metà uccello, cominciavi ad apprezzare i mantelli lucenti degli Ippogrifi, che mutavano gradualmente da piuma a pelo, ciascuno di un colore diverso: grigio tempesta, bronzo, fulvo Rosato, castagna lucente, nero inchiostro. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Gazza era il custode di Hogwarts, un mago fallito dal pessimo carattere, perennemente in guerra contro gli studenti e anche contro Pix. Comunque, Pix non prestò attenzione alle parole del professor Lupin e, anzi, fece una fragoRosa pernacchia spruzzando saliva dappertutto. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Chissà come mai il professor Lupin ha paura delle sfere di cristallo» si chiese Lavanda pensieRosa. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
le piante dei loro grassi baccelli Rosa e sgranavano i fagioli luminosi in un secchio. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Non so» disse Hermione pensieRosa. «Ma spero tanto che il professor Lupin guarisca presto...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
C'erano scaffali su scaffali di dolci e caramelle, i più deliziosi che sì potessero immaginare. Blocchi di torrone cremoso, quadretti Rosa lucenti coperti di glassa al cocco, mou color del miele; centinaia di tipi diversi di cioccolato disposti in pile ordinate: c'era un barile di Gelatine Tuttigusti + 1, e un altro di Api Frizzole. le palline di sorbetto levitante di cui aveva parlato Roti; lungo un'altra parete c'erano le caramelle Effetti Speciali; la SuperPallaGomma di Drooble (che riempiva una stanza di palloni color genziana che si rifiutavano di scoppiare per giorni interi), i curiosi frammenti di Fildimenta Interdentali, le minuscole Piperille nere («sputate fuoco davanti ai vostri amici!»), I Topoghiacci («per far squittire i vostri denti!»), i Rospi alla Menta («saltano nello stomaco come se fossero veri!»), fragili piume di zucchero filato e bonbon esplosivi. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Era molto affollata, rumoRosa, calda e fumosa. Una donna ben tornita con un viso grazioso stava servendo una comitiva di chiassosi stregoni al bancone. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Lo sa che faccio ancora fatica a crederci?» disse Madama Rosmerta pensieRosa. «Di tutti quelli che passano al Lato Oscuro, Sirius Black era l'ultimo che mi sarei immaginata... voglio dire, me lo ricordo da ragazzo a Hogwarts. Se lei mi avesse detto allora che cosa sarebbe diventato, avrei pensato che forse aveva bevuto troppo idromele». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Si avviarono lentamente giù per il prato, scavando uno stretto passaggio nella neve scintillante e polveRosa, le calze e gli orli dei mantelli inzuppati. La foresta proibita sembrava avvolta da un incantesimo, con tutti gli alberi drappeggiati d'argento, e la capanna di Hagrid pareva un dolce con la glassa. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Anche Ron era furioso con Hermione. Per quello che lo riguardava, smontare una Firebolt nuova di zecca non era niente di meno che un crimine. Hermione, sempre convinta di aver agito per il meglio, prese a evitare la sala comune. Harry e Ron immaginarono che si fosse rifugiata in biblioteca, e non cercarono di convincerla a tornare. Dopotutto furono contenti quando gli altri fecero ritorno a scuola subito dopo il primo dell'anno, e la Torre dei Grifondoro fu di nuovo affollata e rumoRosa. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Ron scoppiò a ridere così fragoRosamente che dovette aggrapparsi alla staccionata per non cadere. Malfoy, Tiger e Goyle girarono stupidamente su se stessi, guardandosi intorno furenti, mentre Malfoy cercava di ripulirsi i capelli. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Per Harry fu un gran brutto periodo. Non poteva andare a lezione senza che qualche Serpeverde non cercasse di fargli lo sgambetto; Tiger e Goyle sbucavano da tutte le parti, e strisciavano via delusi quando lo vedevano circondato da altri ragazzi. Baston aveva dato istruzioni perché Harry venisse scortato ovunque, nel caso che i Serpeverde tentassero di metterlo fuori gioco. Tutta la Casa di Grifondoro raccolse la sfida con entusiasmo, così che per Harry era impossibile arrivare alle lezioni in orario perché era sempre circondato da un'enorme folla rumoRosa. Era più preoccupato per la sicurezza della sua Firebolt che per la propria. Quando non la cavalcava, la chiudeva al sicuro nel suo baule, e spesso durante gli intervalli sfrecciava su nella Torre di Grifondoro a controllare che ci fosse ancora. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Afferrò il topo che si contorceva tutto e lo sollevò. Crosta aveva un aspetto orribile. Era più magro che mai, grosse chiazze di pelo erano cadute lasciando ampie macchie Rosate, e si contorceva tra le mani di Ron, cercando disperatamente di liberarsi. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Era una stanza, una stanza molto polveRosa e disordinata. La carta da parati si scollava dai muri; il pavimento era tutto macchiato; ogni mobile era rotto come se qualcuno lo avesse preso a randellate. Le finestre erano chiuse da tavole inchiodate. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Si ritrovò nella cucina tenebRosa. Frank non entrava là dentro da molti anni; comunque, anche se era buio pesto, si ricordava dov’era la porta che si apriva sull’ingresso, e vi si diresse a tentoni, le narici piene dell’odore dell’abbandono, le orecchie tese a cogliere qualunque rumore di passi o voci provenisse da sopra. Raggiunse il vasto ingresso, un po’ più illuminato grazie alle ampie finestre che si trovavano ai due lati dell’entrata, e prese a salire le scale, benedicendo lo spesso strato di polvere che ricopriva la pietra, perché smorzava il rumore dei suoi piedi e del bastone.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Eppure… eppure… Harry, irrequieto, tornò verso il letto e vi si sedette, toccandosi di nuovo la cicatrice. Non era il dolore a preoccuparlo; male fisico e ferite non erano una novità per lui. Una volta aveva perso le ossa del braccio destro, e gli erano ricresciute tutte, doloRosamente, in una notte. Poco tempo dopo lo stesso braccio era stato dilaniato da una zanna velenosa lunga trenta centimetri. Solo l’anno prima Harry aveva fatto un volo di quindici metri da un manico di scopa volante. Era abituato agli incidenti più bizzarri: erano inevitabili, se frequentavi la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e avevi il dono di attirarti un sacco di guai.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Dudley aveva l’aria arrabbiata e scontRosa, e in qualche modo sembrava prendere ancora più spazio del solito. Il che era tutto dire, visto che da solo occupava sempre un lato intero del tavolo quadrato. Quando zia Petunia posò un quarto di pompelmo non zuccherato nel piatto di Dudley con un tremulo «Ecco, Diddy, tesoro», Dudley la fulminò con lo sguardo. La sua vita aveva preso una piega alquanto sgradevole da quando era tornato a casa per l’estate con il giudizio di fine anno.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Era stato appena colpito in testa da quella che sembrava una piccola palla da tennis grigia e piumata. Harry si massaggiò vigoRosamente, alzando lo sguardo per capire che cosa fosse, e vide un gufo minuscolo, tanto piccolo da entrare nel palmo della sua mano, che svolazzava eccitato per la stanza come un fuoco d’artificio appena acceso. Il gufo aveva lasciato cadere una lettera ai suoi piedi. Si chinò, riconobbe la calligrafia di Ron, poi strappò la busta. Dentro c’era un biglietto scritto di gran fretta.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry e i Weasley scoppiarono di nuovo in una fragoRosa risata.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Harry si districò da Ron e si alzò in piedi. Erano arrivati su quella che sembrava una striscia deserta di brughiera nebbiosa. Davanti a loro c’era una coppia di maghi stanchi dall’aria scontRosa, uno dei quali reggeva un grosso orologio d’oro, l’altro un grosso rotolo di pergamena e una penna d’aquila. Erano entrambi camuffati da Babbani, anche se maldestramente; l’uomo con l’orologio indossava un completo di tweed con galosce al polpaccio; il suo collega, un kilt e un poncho.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Percy scoccò a Fred uno sguardo feroce, e attizzò vigoRosamente il fuoco per far bollire di nuovo l’acqua.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Caramell, che non aveva sentito, disse: «Lucius ha appena fatto un’offerta molto geneRosa all’Ospedale di San Mungo per Malattie e Ferite Magiche, Arthur. È mio ospite, qui».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Gli occhi del signor Malfoy erano tornati a posarsi su Hermione, che arrossì un po’, ma sostenne il suo sguardo con fermezza. Harry sapeva esattamente che cosa faceva arricciare il labbro del signor Malfoy: lui e la sua famiglia si vantavano di essere maghi puRosangue, e cioè consideravano di seconda categoria chiunque fosse di origini babbane, come Hermione. Comunque, in presenza del Ministro della Magia il signor Malfoy non si arrischiò a dire nulla: fece solo un cenno beffardo al signor Weasley, e raggiunse i suoi posti nella fila. Draco scoccò a Harry, Ron e Hermione un’occhiata sprezzante, poi sedette tra sua madre e suo padre.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Poi oltre gli alberi risuonò un’esplosione più fragoRosa che mai. Parecchie persone vicine urlarono.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Harry richiuse il suo Kit di Manutenzione per Manici di Scopa, si mise la Firebolt in spalla e tornò di sopra con Ron. Lassù la pioggia rimbombava ancora più fragoRosamente, ed era accompagnata da forti sibili e gemiti del vento, per non parlare degli sporadici ululati del fantasma che viveva in soffitta. Leo prese di nuovo a cantare e a sfrecciare nella sua gabbia quando entrarono nella stanza di Ron. La vista dei bauli quasi pronti sembrava averlo precipitato in un delirio d’eccitazione.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Ma io sono convinta che Durmstrang si trovi da qualche parte nell’estremo Nord, su su» disse Hermione pensieRosa. «In un posto molto freddo, perché hanno anche mantelli di pelliccia come parte della divisa».
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
Non fece in tempo a finire la frase che le porte della Sala Grande si aprirono, e cadde il silenzio. La professoressa McGranitt guidò una lunga fila di ragazzini del primo anno fino all’altro capo del salone. Se Harry, Ron e Hennione erano bagnati, non era niente a confronto dei nuovi arrivati: sembrava che invece di arrivare in barca avessero attraversato il lago a nuoto. Tutti tremavano di freddo e nervosismo mentre sfilavano lungo il tavolo degli insegnanti e si fermavano davanti al resto della scuola — tutti tranne il più piccolo, un ragazzino coi capelli color topo, avvolto in quello che Harry riconobbe come il cappotto di pelliccia di talpa di Hagrid. Il cappotto era così grande per lui che sembrava avviluppato in un tendone nero e peloso: il suo faccino spuntava da sopra il collo, quasi doloRosamente eccitato. Quando ebbe preso posto accanto ai suoi terrorizzati coetanei, incrociò lo sguardo di Colin Canon, alzò entrambi i pollici e articolò: «Sono caduto nel lago!» Sembrava decisamente divertito per l’accaduto.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Dev’essere lui» disse Ron con voce bassa e timoRosa.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia desideroso di portare a Hogwarts la Coppa Tremaghi» disse, «i Presidi delle scuole partecipanti, assieme al Ministero della Magia, hanno convenuto di imporre un limite d’età per gli sfidanti di quest’anno. Solo gli studenti dell’età giusta — cioè da diciassette anni in su — potranno proporsi per la selezione. Questa» — Silente alzò un po’ la voce, perché una rumoRosa protesta si scatenò a quelle parole, e i gemelli Weasley all’improvviso divennero furibondi — «è una misura che riteniamo necessaria, dal momento che le prove del Torneo saranno pur sempre difficili e pericolose, quali che siano le precauzioni che prenderemo, ed è altamente improbabile che gli studenti al di sotto del sesto e del settimo anno siano in grado di affrontarle. Mi assicurerò personalmente che nessuno studente di età inferiore inganni il nostro giudice imparziale e lo induca a nominarlo campione di Hogwarts». I suoi occhi azzurro chiaro scintillarono indugiando sulle facce ribelli di Fred e George. «Pertanto vi prego di non perdere tempo a iscrivervi se avete meno di diciassette anni.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
Salirono fino all’ingresso della Torre di Grifondoro, che era nascosta dietro un grande ritratto di una signora grassa vestita di seta Rosa.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Vedo che hai ripreso a mangiare» disse Ron, osservando Hermione stendere una dose geneRosa di marmellata sul pane imburrato.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Non lo so» rispose Hermione, pensieRosa.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
La Signora Grassa scattò in avanti rivelando il passaggio, e i due salirono nella sala comune di Grifondoro, che era affollata e rumoRosa.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
Guardandosi intorno e cercando di pensare a una sventura che non aveva ancora usato, Harry vide Fred e George seduti accanto al muro dall’altra parte della sala, le teste vicine, le penne in mano, chini sullo stesso rotolo di pergamena. Era decisamente insolito vedere Fred e George appartati in un angolo a lavorare in silenzio; di solito amavano stare nel bel mezzo della mischia, e richiamare rumoRosamente l’attenzione. C’era qualcosa di misterioso nel modo in cui lavoravano chini sulla pergamena, e a Harry ricordò il modo in cui confabulavano alla Tana. Allora aveva pensato che si trattasse di un altro modulo di ordinazione per i Tiri Vispi Weasley, ma questa volta sembrava diverso, o avrebbero certamente coinvolto Lee Jordan. Si chiese se ciò che facevano avesse qualcosa a che vedere con la partecipazione al Torneo Tremaghi.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
Harry notò anche che il castello fu ripulito da cima a fondo. Parecchi ritratti sudici furono scrostati, con gran disappunto dei loro soggetti, che sedevano rannicchiati nelle cornici, borbottavano cupi e trasalivano tastandosi i volti di un Rosa acceso. Le armature all’improvviso diventavano scintillanti e si muovevano senza cigolare. E Argus Gazza, il custode, divenne talmente feroce con gli studenti che dimenticavano di pulirsi le scarpe che provocò una crisi isterica in un paio di ragazzine del primo anno.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Si precipitò fuori e lo videro lavarsi vigoRosamente nel barile d’acqua fuori dalla finestra.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Fece ruotare la bacchetta tra le lunghe dita e quella sprigionò una serie di scintille Rosa e oro. Poi l’avvicinò agli occhi e la osservò con attenzione.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
«Sì» disse piano, «nove pollici e mezzo… rigida… legno di Rosa… e contiene… santo cielo…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
«Sai, forse dovrei cercare di coinvolgere un po’ di gente del villaggio in CREPA» disse Hermione pensieRosa, guardandosi attorno.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Dobby lo lasciò andare e fece qualche passo indietro, sorridendogli da sotto in su, gli enormi occhi verdi a forma di palline da tennis traboccanti di lacrime di felicità. Aveva quasi lo stesso aspetto che ricordava Harry: naso a matita, orecchie da pipistrello, mani e piedi lunghi — tutto tranne gli abiti, che erano molto diversi. Quando Dobby lavorava per i Malfoy, indossava sempre la stessa vecchia federa sudicia. Ora, invece, portava il più stravagante assortimento di vestiti che Harry avesse mai visto; era ancora peggio dei maghi camuffati da Babbani alla Coppa del Mondo. In testa aveva un copriteiera con attaccato un bel numero di spille vistose; una cravatta a disegni di ferri di cavallo sul petto nudo, un paio di quelli che sembravano pantaloncini da calcio taglia bambino, e calzini spaiati. Uno era quello che Harry aveva usato per far sì che Lucius Malfoy liberasse Dobby; l’altro era a strisce Rosa e arancioni.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
La sala comune aveva un’aria strana, così piena di ragazzi dai vestiti colorati invece della solita massa nera. Calì aspettava Harry ai piedi delle scale. In effetti era molto carina, con un abito Rosa shocking, un nastro d’oro nella lunga treccia scura, e braccialetti d’oro che scintillavano ai polsi. Harry fu sollevato vedendo che non ridacchiava.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Un gruppo di Serpeverde sali dai gradini della loro sala comune sotterranea. Davanti c’era Malfoy; indossava un abito di velluto nero con il colletto alto, che secondo Harry lo faceva assomigliare a un vicario. Pansy Parkinson stringeva il braccio di Malfoy, avvolta in un abito Rosa pallido molto sontuoso. Tiger e Goyle erano vestiti di verde tutti e due; sembravano sassi color muschio, e nessuno dei due, Harry fu lieto di notare, era riuscito a trovare un’accompagnatrice.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry e Ron rimasero paralizzati. Non era proprio il genere di situazione da interrompere bruscamente… Harry si guardò intorno, su per il sentiero, e vide Fleur Delacour e Roger Davies seminascosti dietro un cespuglio di rose lì vicino. Diede un colpetto a Ron sulla spalla e fece cenno con la testa verso di loro, per dire che potevano sgattaiolare via da quella parte senza farsi notare (Fleur e Davies gli parvero parecchio indaffarati), ma Ron, gli occhi sgranati dall’orrore alla vista di Fleur, scosse vigoRosamente la testa e trascinò Harry nell’ombra fitta dietro la renna.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Il guaio era che il 24 febbraio sembrava molto più vicino visto da questo versante del Natale, e lui non aveva ancora fatto niente per decifrare l’indovinello dentro l’uovo d’oro. Quindi cominciò a tirar fuori l’uovo dal baule tutte le volte che saliva al dormitorio, ad aprirlo e ad ascoltare attentamente, nella speranza che questa volta l’ululato avrebbe avuto un senso. Si sforzò di pensare che cosa gli ricordava quel suono, a parte trenta Seghe Musicali, ma non aveva mai sentito niente del genere. Chiuse l’uovo, lo scosse vigoRosamente e lo riaprì per vedere se i rumori erano cambiati, ma niente da fare. Cercò di interrogare l’uovo, strillando più forte dei suoi gemiti, ma non successe nulla. Arrivò a scagliare l’uovo attraverso la stanza, anche se non si aspettava davvero che servisse.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Come se non bastasse, la Gazzetta del Profeta ha ora scoperto le prove del fatto che Hagrid non è — come ha sempre finto di essere — un mago puRosangue. In effetti non è nemmeno un umano puRosangue. Siamo in grado di rivelare in esclusiva che sua madre è nientemeno che la gigantessa Fridwulfa, il cui domicilio è attualmente sconosciuto.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Rita Skeeter era appena entrata. Quel giorno era vestita di giallo banana; le lunghe unghie erano dipinte di Rosa shocking, ed era accompagnata dal solito fotografo panciuto. Prese da bere per entrambi, e i due si fecero strada tra la folla fino a un tavolo vicino. Harry, Ron e Hermione la guardarono torvi mentre si avvicinava. Parlava in fretta e sembrava molto soddisfatta di qualcosa.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Fissò un attimo Harry e poi disse, in tono molto serio: «Lo sai cosa mi piacerebbe, Harry? Mi piacerebbe se vinci, davvero. Fagli vedere, a quelli, che uno non deve essere puRosangue per farcela. Non devi vergognarti di quello che sei. Fagli vedere che è Silente che ha ragione, a prendere tutti, basta che sanno fare le magie. Come va con quell’uovo, Harry?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Ne scorse acqua mischiata a vari tipi di bagnoschiuma, anche se era un genere di bagnoschiuma che Harry non aveva mai provato prima. Da un rubinetto schizzavano bolle Rosa e azzurre grandi come palloni da calcio, un altro versava una schiuma candida così densa all’aspetto che pareva ci si potesse camminare sopra; un terzo spruzzava nubi violette dall’aroma intenso che galleggiavano appena sopra l’acqua. Harry si divertì per un po’ ad aprire e chiudere i rubinetti, apprezzandone soprattutto uno, dal getto che rimbalzava in ampi archi sulla superficie dell’acqua. Poi, quando la piscina fu piena di acqua calda, schiuma e bolle (e ci mise pochissimo tempo, considerate le dimensioni), Harry chiuse tutti i rubinetti, si sfilò la vestaglia, il pigiama e le pantofole, e scivolò dentro.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Bagman gli diede una strizzatina alla spalla, e tornò al tavolo dei giudici; puntò la bacchetta verso la propria gola come aveva fatto alla Coppa del Mondo, disse «Sonorus!» e la sua voce si levò fragoRosa verso le tribune, al di là dell’acqua scura.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Karkaroff rimase a incombere dietro la cattedra di Piton per quel che restava delle due ore. Sembrava intenzionato a impedire a Piton di sgattaiolare via alla fine della lezione. Deciso a sentire quello che Karkaroff aveva da dire, Harry rovesciò di proposito la bottiglia di bile di armadillo due minuti prima della campana, cosa che gli diede il pretesto di chinarsi dietro il proprio calderone ad asciugare il danno mentre gli altri si accalcavano rumoRosamente verso la porta.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Una luce fioca illuminava l’ambiente; poteva trovarsi sottoterra, perché non c’erano finestre, solo torce sorrette da bracci come quelle che illuminavano le sale di Hogwarts. Abbassando il viso fin quasi a sfiorare col naso la sostanza vetRosa, Harry vide file e file di maghi e streghe seduti lungo tutte le pareti, sopra quelle che sembravano panche disposte a diverse altezze. Nel centro della stanza troneggiava una sedia vuota. Aveva un aspetto vagamente sinistro. Dai braccioli pendevano delle catene.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Poi la punta del suo naso toccò la superficie vetRosa.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Lievemente accigliato, con la punta della bacchetta diede un colpetto alla superficie vetRosa. Immediatamente ne emerse una sagoma, una ragazzina robusta e torva sui sedici anni, che prese a girare lentamente, i piedi ancora dentro la sostanza. Non fece alcun caso a Harry o al professor Silente. Quando parlò, la sua voce echeggiò come quella di Piton poco prima, come se provenisse dal profondo del bacile di pietra: «Mi ha scagliato un incantesimo, professor Silente, e io lo stavo solo prendendo in giro, avevo solo detto che l’avevo visto baciare Florence dietro le serre giovedì scorso…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
La mattina della terza prova la colazione al tavolo di Grifondoro fu molto rumoRosa. Comparvero i gufi postini e consegnarono a Harry una cartolina di auguri da parte di Sirius. Era solo un foglio di pergamena piegato in due con stampata davanti un’impronta fangosa, ma Harry la gradì comunque. A Hermione arrivò un barbagianni con l’edizione del mattino della Gazzetta del Profeta, come al solito. Lei aprì il giornale, diede un’occhiata alla prima pagina e sputacchiò una sorsata di succo di zucca.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Stupeficium!» Ci fu un lampo accecante di luce rossa, e con un’esplosione fragoRosa la porta dell’ufficio di Moody andò in pezzi…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Fu Silente, alzandosi a porre fine alle riflessioni di Harry. La Sala Grande, che era già meno rumoRosa di quanto non fosse di solito al Banchetto d’Addio, cadde nel silenzio.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
In tutta quella confusione nessuno parve notare Harry, cosa che gli andava benissimo. Riuscì a scivolare dentro appena prima che zio Vernon sbattesse la porta per chiuderla e, intanto che i Dursley avanzavano rumoRosamente lungo il corridoio diretti in cucina, si spostò cauto e silenzioso verso le scale.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Harry ricopiò queste parole su tre diversi fogli di pergamena non appena fu alla sua scrivania nella camera da letto buia. Indirizzò il primo a Sirius, il secondo a Ron e il terzo a Hermione. La sua civetta, Edvige, era fuori a caccia; la gabbia era sulla scrivania, vuota. Harry fece su e giù per la stanza in attesa del suo ritorno, la testa che gli rimbombava, la mente troppo agitata per dormire, anche se gli occhi gli bruciavano e gli dolevano per la stanchezza. Gli faceva male la schiena per aver trascinato Dudley fino a casa, e i due bernoccoli sulla testa dove la finestra e Dudley lo avevano colpito pulsavano doloRosamente.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Zio Vernon gli scoccò un’occhiata obliqua, chiaramente insospettito da quella mansuetudine, poi uscì rumoRosamente dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle. Harry sentì la chiave girare nella toppa e i passi pesanti di zio Vernon che scendevano le scale. Qualche minuto dopo udì uno sbattere di portiere, un rombo di motore e l’inconfondibile stridore dell’auto che percorreva il vialetto.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Sai, non credo che il viola sia proprio il mio colore» disse pensieRosa, tirandosi una ciocca di capelli irti. «Non trovi che mi sbatta un po’?»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Sì, è così» concluse Tonks. Strizzò gli occhi in un’espressione tesa, come se cercasse di ricordare qualcosa. Un attimo dopo, i suoi capelli erano diventati di un Rosa cicca.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Lontano lontano, sopra di loro, una pioggia di scintille rosso vivo era esplosa tra le stelle. Harry le riconobbe all’istante come scintille di bacchetta. Gettò la gamba destra oltre la Firebolt, afferrò stretto il manico e la sentì vibrare appena, come se fosse desideRosa quanto lui di ritrovarsi di nuovo per aria.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Ti devo le mie scuse» grugnì una voce dal centro della nube odoRosa.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5) |
Edvige e Leotordo tubarono doloRosamente. Il pavimento scricchiolò di nuovo e sentirono la signora Weasley salire a controllare Fred e George.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5) |
«No, no, ma credimi, erano convinti che Voldemort avesse ragione, erano per la purificazione della razza magica, per liberarsi dei Babbani di nascita e avere al governo dei puRosangue. Non erano soli, comunque; molta gente, prima che Voldemort mostrasse il suo vero volto, credeva che avesse ragione… poi però si sono spaventati quando hanno visto che cosa era pronto a fare per ottenere il potere. Ma scommetto che i miei genitori erano convinti che Regulus fosse un autentico piccolo eroe per essersi unito a Voldemort all’inizio».
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5) |
«Le sorelle di Andromeda ci sono ancora perché hanno contratto deliziosi, rispettabili matrimoni con puRosangue, ma Andromeda ha sposato un Babbano di nascita, Ted Tonks, e così…»
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5) |
«Le famiglie puRosangue sono tutte imparentate» disse Sirius. «Se hai deciso che i tuoi figli e le tue figlie sposino solo dei puRosangue la scelta è molto limitata; siamo rimasti pochissimi. Io e Molly siamo cugini acquisiti e Arthur dev’essere mio cugino di secondo grado. Ma non serve cercarli qua: se c’è una famiglia di rinnegati, sono i Weasley».
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5) |
Harry si sentì come se lo stomaco gli fosse sprofondato nella moquette polveRosa. Non aveva più pensato all’udienza dalla cena della sera prima; nell’eccitazione di essere di nuovo tra le persone che preferiva, e di essere messo al corrente di quanto stava succedendo, gli era del tutto passata di mente. Alle parole di Sirius, però, lo schiacciante senso di terrore fece ritorno. Fissò Hermione e i Weasley, che stavano addentando i loro panini, e pensò a come si sarebbe sentito se loro fossero tornati a Hogwarts senza di lui.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5) |
Trovarono uno strumento d’argento dall’aspetto inquietante, delle specie di pinzette con molte zampe, che si arrampicarono su per il braccio di Harry come un ragno quando lui le prese, e cercarono di perforargli la pelle. Sirius le afferrò e le schiacciò con un pesante volume intitolato Nobiltà di Natura: Genealogia Magica. C’era un carillon che una volta caricato emise una musichetta tintinnante e vagamente sinistra, e si sentirono tutti stranamente deboli e sonnolenti, finché Ginny non ebbe il buonsenso di chiudere il coperchio; un pesante lucchetto che nessuno di loro riuscì ad aprire; un certo numero di antichi sigilli; e, in una scatola polveRosa, un Ordine di Merlino, Prima Classe, che era stato attribuito al nonno di Sirius per “servizi resi al Ministero”.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5) |
Un vecchio mago curvo dall’aria timoRosa e soffici capelli bianchi era appena entrato, ansante.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5) |
Harry si scoprì a fantasticare su Hogwarts sempre più spesso via via che si avvicinava la fine delle vacanze; non vedeva l’ora di ritrovare Hagrid, di giocare a Quidditch, perfino di passeggiare tra i rettangoli dell’orto verso le serre di Erbologia; sarebbe stata una festa solo lasciare quella casa polveRosa e muffita, dove metà degli armadi erano ancora sprangati e nell’ombra Kreacher sibilava insulti, anche se Harry stava bene attento a non lasciar indovinare questi suoi sentimenti a Sirius.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5) |
«Silente sperava che sarei riuscito a esercitare un po’ di controllo sui miei migliori amici» aggiunse Lupin. «Inutile dire che ho fallito clamoRosamente».
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5) |
«Non si è divertita granché» lo informò Luna. «Dice che tu non l’hai trattata molto bene, perché non hai voluto ballare con lei. Io non credo che me la sarei presa» aggiunse pensieRosa, «a me non piace molto ballare».
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5) |
«Costringerò Goyle a scrivere cento volte la stessa frase, lo ucciderà, lui odia scrivere» disse Ron allegro. Abbassò la voce per imitare il ringhio sordo di Goyle e, contraendo il viso in un’espressione doloRosamente concentrata, fece il gesto di scrivere per aria. «Io… non… devo… assomigliare… al sedere… di un babbuino».
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5) |
Lo sguardo di Harry seguì il suo. Si posò prima sul professor Silente, seduto sul suo seggio d’oro dall’alto schienale al centro del lungo tavolo; indossava una veste viola scuro cosparsa di stelle d’argento e un cappello in tinta. La testa di Silente era china verso la strega seduta accanto a lui, che gli parlava all’orecchio. Aveva l’aspetto, pensò Harry, di una zia zitella: tarchiata, con corti capelli ricci color topo in cui aveva infilato un orrendo cerchietto, Rosa come il vaporoso cardigan che indossava sopra la veste. Voltò appena il viso per bere un sorso dal calice e Harry riconobbe con orrore una faccia pallida da rospo e un paio di gonfi occhi sporgenti.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5) |
La sua voce era acutissima, tutta di gola, da bambinetta, e di nuovo Harry provò un potente moto di disgusto che non riuscì a spiegarsi; sapeva solo che detestava tutto di lei, dalla sua stupida voce al suo soffice cardigan Rosa. Lei fece un altro colpetto di tosse per schiarirsi la voce («Hem hem») e continuò.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5) |
«Ehm…» mormorò, depresso, fissando la Signora Grassa, che si lisciò le pieghe dell’abito di satin Rosa e sostenne il suo sguardo con fermezza.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5) |
Per qualche attimo parve che Seamus considerasse un castigo un prezzo ragionevole per dire quello che gli passava per la mente; poi con un verso sprezzante si voltò, balzò nel letto e chiuse le tende così violentemente che si strapparono e caddero in una pila polveRosa sul pavimento. Ron guardò torvo Seamus, poi si rivolse a Dean e Neville.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5) |
«Forse…» disse Hermione pensieRosa.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5) |
Quando entrarono nella classe di Difesa contro le Arti Oscure, trovarono la professoressa Umbridge già seduta alla cattedra, con addosso il vaporoso cardigan Rosa della sera prima e il fiocco di velluto nero in cima alla testa. A Harry ricordò di nuovo con estrema precisione una grossa mosca che per imprudenza si fosse posata su un rospo ancora più grosso.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5) |
Tutti entrarono in silenzio; la professoressa Umbridge era ancora un’entità ignota e nessuno sapeva quanto potesse essere rigoRosa in fatto di disciplina.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5) |
La professoressa Umbridge estrasse un piccolo rotolo di pergamena Rosa dalla borsetta, lo srotolò sulla cattedra, intinse la piuma in una boccetta di inchiostro e prese a scrivere in fretta, chinandosi in modo che Harry non potesse vedere quello che scriveva. Nessuno parlò. Dopo un minuto la Umbridge arrotolò la pergamena e la colpì con la bacchetta; il rotolo si sigillò completamente, in modo che lui non potesse aprirlo.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5) |
Alle cinque meno cinque Harry salutò gli altri due e s’incamminò verso l’ufficio della Umbridge al terzo piano. Quando bussò alla porta lei disse «Avanti» con voce zuccheRosa. Entrò cauto e si guardò attorno.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5) |
Harry si alzò. La mano era tutta una puntura doloRosa. Quando la guardò, vide che la ferita si era chiusa, ma la pelle era rosso vivo.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5) |
«È abbastanza orrida da poterlo essere» osservò Harry cupo, e Ron e Hermione annuirono vigoRosamente.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5) |
Deciso a non offrire a Piton alcuna scusa per non dargli punti un’altra volta, Harry lesse e rilesse ogni riga di istruzioni sulla lavagna almeno tre volte prima di metterla in pratica. La sua Soluzione Corroborante non aveva proprio una limpida sfumatura turchese come quella di Hermione, ma almeno era azzurra invece che Rosa come quella di Neville, e alla fine della lezione ne posò un flacone sulla cattedra di Piton con un senso misto di sfida e di sollievo.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5) |
Rimase pensieRosa per tutto il tragitto fino a Hogsmeade.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5) |
La porta del pub si era aperta. Un ampio raggio di luce polveRosa divise per un attimo la sala a metà e poi scomparve, oscurato dall’ingresso di una vera folla.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5) |
Ma si sbagliava; l’unico insegnante nell’aula era il professor Rüf, che fluttuava come sempre un paio di centimetri al di sopra della sedia e si preparava a continuare il suo monotono borbottio sulle guerre dei giganti. Harry non tentò nemmeno di seguire quello che stava dicendo; scarabocchiò distratto sulla sua pergamena, ignorando i frequenti cenni e le occhiatacce di Hermione, finché una gomitata particolarmente doloRosa fra le costole non gli fece alzare la testa con rabbia.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5) |
Durante la ricreazione, ebbero il permesso di restare dentro la scuola per via della fitta pioggia. Trovarono posto in un’aula rumoRosa e affollata al primo piano, in cui Pix vagava sognante dalle parti del lampadario, soffiando di tanto in tanto bolle d’inchiostro sulla testa di qualcuno. Si erano appena seduti quando Angelina venne loro incontro, facendosi largo a fatica tra i gruppi di studenti chiacchieroni.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5) |
La stanza si riempì all’istante di grida di Expelliarmus. Le bacchette volarono in tutte le direzioni; incantesimi sbagliati colpirono i libri sugli scaffali e li fecero cadere. Harry era troppo rapido per Neville, la cui bacchetta roteò via, colpì il soffitto con una pioggia di scintille e atterrò rumoRosamente in cima a una libreria. Harry la recuperò con un Incantesimo di Appello. Guardandosi intorno, si disse che aveva fatto bene a ripartire dai fondamenti: c’era un sacco di tecnica scadente. Molti non riuscivano affatto a disarmare i loro avversari, ma si limitavano a farli indietreggiare di qualche passo o sobbalzare, investiti da incantesimi troppo deboli.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5) |
«Piantala» lo rimproverò Harry severo. «Pensa alla parata che hai fatto col piede l’altro giorno: persino Fred e George hanno detto che è stata clamoRosa».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5) |
Harry tacque. Le parole di Hermione aprivano un nuovo scenario di raccapriccianti possibilità. Cercò di immaginare di andare da qualche parte con Cho, magari a Hogsmeade, e restare solo con lei per ore e ore. Naturalmente lei si aspettava un invito dopo quello che era successo… il pensiero gli fece contrarre doloRosamente lo stomaco.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5) |
Neville respirava rumoRosamente. Un gufo tubò nel buio.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5) |
Quando Ron si svegliò, Harry finse di essersi goduto anche lui un sonno ristoratore. I loro bauli arrivarono da Hogwarts durante il pranzo, così poterono vestirsi da Babbani per andare al San Mungo. Tutti tranne Harry erano chiassosamente felici e ciarlieri mentre scambiavano le vesti con jeans e felpe. Quando Tonks e Malocchio arrivarono per scortarli attraverso Londra, li salutarono con calore: risero di cuore alla vista della bombetta che Malocchio portava sulle ventitré per nascondere l’occhio magico e gli assicurarono che Tonks, nonostante i capelli Rosa acceso e di nuovo corti, avrebbe attirato l’attenzione molto meno di lui in metropolitana.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5) |
«No» ripeté pensieRosa Tonks, «no, immagino che non sia una vera profezia, la tua, giusto? Insomma, tu non vedi il futuro, vedi il presente… bizzarro. Utile, però…»
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5) |
Non c’era traccia del brutto manichino o della vetrina. Si trovavano in quella che sembrava una grande sala di accettazione, con file di maghi e streghe seduti su traballanti sedie di legno, alcuni dall’aspetto perfettamente normale, intenti a sfogliare vecchie copie del Settimanale delle Streghe, altri affetti da orrende deformità, tipo zampe da elefante o mani supplementari che spuntavano dal torace. La sala era poco meno rumoRosa della strada, anche perché molti pazienti producevano suoni bizzarri: una strega con il viso sudato al centro della prima fila, che si sventolava vigoRosamente con una copia del La Gazzetta del Profeta, emetteva un fischio acuto e continuo, sbuffando vapore dalla bocca; in un angolo uno stregone dall’aspetto sudicio risuonava come una campana appena si muoveva, e a ogni rintocco la testa gli vibrava in modo spaventoso, tanto che doveva afferrarsi le orecchie per tenerla ferma.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5) |
La tela restò in silenzio. Furioso, Harry trascinò di nuovo il baule ai piedi del letto, poi si gettò a faccia in giù sulle coperte tarmate, con gli occhi chiusi e le membra doloRosamente pesanti.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5) |
Sentì una fitta al ginocchio. L’ufficio di Piton era di nuovo visibile e si rese conto di essere caduto a terra; aveva sbattuto doloRosamente contro una gamba della scrivania. Guardò Piton, che aveva abbassato la bacchetta e si massaggiava il polso, dove si era aperta una brutta piaga, simile a un’ustione.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5) |
«Bene» borbottò Harry. Prese la sua borsa e corse alla porta. Mentre la apriva si voltò a guardare Piton, che gli dava le spalle: stava raccogliendo i propri pensieri dal Pensatoio e se li rimetteva con cura dentro la testa. Harry uscì senza aggiungere altro, chiudendo con attenzione la porta. La cicatrice gli pulsava doloRosamente.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5) |
«Cappelli Decapitati!» gridò George, mentre Fred sventolava davanti al pubblico un cappello a punta ornato di piume Rosa. «Due galeoni l’uno, guardate Fred, ora!»
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5) |
«E via di nuovo!» gridò George, e le mani di Fred afferrarono l’aria al di sopra delle spalle; poi la sua testa riapparve quando si tolse il cappello di piume Rosa.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5) |
Prima di cominciare a studiare Occlumanzia, la sua cicatrice pizzicava ogni tanto, di solito di notte, o durante uno di quegli strani picchi dell’umore di Voldemort. Invece ora non smetteva mai di bruciare, e spesso Harry avvertiva un senso improvviso di fastidio o allegria che non aveva alcun legame con ciò che gli stava succedendo, accompagnato da una fitta particolarmente doloRosa alla fronte. Aveva l’orribile sensazione di essersi trasformato in una sorta di antenna sintonizzata sulle minime fluttuazioni d’umore di Voldemort, ed era certo di poter fare risalire l’inizio di questa sensibilità esasperata alla prima lezione di Occlumanzia con Piton. In più, sognava quasi ogni notte di camminare lungo il corridoio che portava all’Ufficio Misteri, e finiva sempre con lui che si fermava a guardare con desiderio la semplice porta nera.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5) |
«Guarda, l’ha decorato per San Valentino!» esclamò Cho, indicando una quantità di putti d’oro che fluttuavano sopra i tavolini tondi e di tanto in tanto scagliavano una manciata di coriandoli Rosa sugli avventori.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5) |
Nella sala regnava un silenzio totale. Gli occhi di tutti erano puntati su Harry. Lui gettò un galeone sul tavolo, si tolse i coriandoli Rosa dai capelli e seguì Cho fuori.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5) |
Harry e Ron aspettarono fino all’intervallo, il giorno dopo, per raccontare tutto a Hermione; volevano essere assolutamente certi di non essere ascoltati. Nel loro solito angolo fresco e ventoso del cortile, Harry le raccontò ogni dettaglio che riuscì a ricordare del sogno. Quando finì, lei non disse nulla per qualche istante, ma fissò con una sorta di doloRosa intensità Fred e George: entrambi senza testa, vendevano cappelli magici da sotto i mantelli all’altro capo del cortile.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5) |
«Bene, bene» disse caloRosamente Caramell. «Tale madre, tale figlia, eh? Su, cara, guardami, non essere timida, sentiamo cos’hai da dire… Per tutti i gargoyle galoppanti!»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5) |
Era seduta alla scrivania e scribacchiava rapida su una delle sue pergamene Rosa, ma non appena entrarono alzò la testa e rivolse loro un sorriso smagliante.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5) |
Draghi formati da scintille verdi e oro sfrecciavano nei corridoi emettendo vampe roventi e botti assordanti; girandole Rosa shocking grandi quasi due metri sibilavano nell’aria, simili a pericolosi dischi volanti; razzi dalle lunghe code di luccicanti stelle argentate rimbalzavano sui muri; bengala tracciavano parolacce a mezz’aria; petardi esplodevano dappertutto come mine; e invece di consumarsi e svanire — o fermarsi e spegnersi — tutte quelle meraviglie pirotecniche sembravano acquistare energia e velocità.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5) |
«È un lavoro di grande responsabilità, no?» osservò distrattamente Hermione, esaminando uno sgargiante volantino Rosa e arancione intitolato: TI PIACEREBBE LAVORARE ALLE RELAZIONI BABBANE? «Per questo non sembra che ci sia bisogno di grandi qualifiche: chiedono soltanto un G.U.F.O. in Babbanologia. Le cose più importanti sono entusiasmo, pazienza e un buon senso dell’umorismo!»
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5) |
«Sarebbe questo?» chiese la professoressa McGranitt disgustata, sfilando una pergamena Rosa dal fascicolo di Harry. Le lanciò un’occhiata, inarcò d’un millimetro le sopracciglia e la rimise nel plico senza fare commenti.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5) |
Hagrid tirò rumoRosamente su col naso e senza parlare gli assestò una pacca così energica da scaraventarlo contro un albero.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5) |
Hermione e Harry arretrarono il più possibile, senza perdere d’occhio il gigante. Quando Grop si inginocchiò fra due alberi non ancora sradicati, la sua faccia galleggiò sulla radura e su di loro come un’enorme, grigiastra luna piena. Sembrava che i suoi lineamenti fossero stati rozzamente sbozzati in una grossa palla di pietra. Il naso era schiacciato e informe; la bocca obliqua, piena di denti storti e gialli, grandi come mattoni; gli occhi, piccoli per quel testone, erano di un fangoso verdebruno e ancora cisposi di sonno. Grop sollevò le nocche sudicie, ognuna grossa quanto una palla da tennis, si strofinò vigoRosamente le palpebre e di scatto, con velocità e agilità sorprendenti, si alzò.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5) |
«Per adesso non dobbiamo fare niente» le ricordò Harry mentre si univano alla rumoRosa fiumana dei Tassorosso diretti verso il castello. «Almeno finché non buttano fuori Hagrid. E potrebbe non succedere mai».
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5) |
Quella sera a cena nessuno aveva molta voglia di chiacchierare. Harry e Ron, che avevano studiato sodo tutto il giorno, mangiarono in silenzio ma affamati. Hermione invece continuava a lasciare le posate e a tuffarsi sotto il tavolo per ripescare qualche libro dalla borsa e controllare qualche dato. Ron le stava proprio dicendo che avrebbe fatto meglio a mangiare tranquilla o quella notte non sarebbe riuscita a chiudere occhio, quando la forchetta le sfuggì di mano e atterrò fragoRosamente sul piatto.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5) |
«Harry…» cominciò Hermione timoRosa, «be’… come… come ha fatto Voldemort a entrare al Ministero della Magia senza che nessuno se ne accorgesse?»
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5) |
Malfoy scoppiò in una fragoRosa risata servile. Con un gran sorriso soddisfatto, la Umbridge si sistemò in una poltrona ricoperta di chintz a fiori e guardò i suoi prigionieri sbattendo le palpebre come un rospo in un’aiuola.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5) |
«No-non capiamo bene come funziona» rispose Hermione, tirando su col naso fragoRosamente. «Abbiamo… abbiamo solo fatto quello che il professore ci ha d-d-detto».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5) |
Quando raggiunsero la frescura ombRosa dei primi alberi, Harry tentò di intercettare lo sguardo di Hermione: addentrarsi nella foresta senza bacchetta gli sembrava più temerario di qualunque altra cosa avessero fatto quella sera. Ma Hermione si limitò a scoccare alla Preside un’occhiata sprezzante e si inoltrò fra gli alberi così svelta che le gambe corte della Umbridge facevano fatica a tenere il passo.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5) |
«Voglio che ci sentano» replicò lei a voce bassa, mentre la Umbridge arrancava rumoRosamente alle loro spalle. «Vedrai…»
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5) |
Esplosero altre proteste. E la cicatrice gli diede una nuova fitta, più doloRosa. Ogni momento perduto era prezioso; non aveva tempo per discutere.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5) |
Cedendo a un impulso avventato, chiuse le dita sulla superficie polveRosa della sfera. Immaginava che fosse fredda: invece no. Anzi, sembrava che fosse rimasta al sole per ore, come se la tenue luce interna la riscaldasse. Aspettandosi, quasi sperando che succedesse qualcosa di drammatico, qualcosa di eccitante che dopotutto giustificasse il loro lungo, pericoloso viaggio, tolse la sfera di vetro dallo scaffale e la fissò.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5) |
La mente di Harry lavorava spedita. I Mangiamorte volevano quella polveRosa sfera di vetro di cui a lui non importava nulla. A lui interessava soltanto portare fuori di lì gli amici sani e salvi, evitando che pagassero un prezzo terribile per la sua stupidità…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5) |
«Non lo sapevi che è un Mezzosangue anche lui?» ribatté Harry, irrefrenabile. Colse un gemito sommesso di Hermione. «Voldemort? Sì, sua madre era una strega, ma il suo papà era un Babbano… o vi ha raccontato d’essere un puRosangue?»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5) |
I piedi di Harry toccarono il suolo; fletté le ginocchia e la testa dorata del mago cadde rumoRosamente sul pavimento. Harry si guardò attorno e scoprì di essere nell’ufficio di Silente.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5) |
«Ha scelto il ragazzo che a suo parere aveva più probabilità di costituire un pericolo» disse Silente. «E nota bene, Harry: non il puRosangue (che secondo il suo credo è l’unico mago degno d’esistere), ma il Mezzosangue come lui. Prima ancora di averti visto, si è riconosciuto in te; e nell’imprimerti quella cicatrice non ti ha ucciso, com’era sua intenzione, ma ti ha dato un potere, e un futuro, che ti ha permesso di sfuggirgli non una volta, ma quattro: un’impresa mai riuscita né ai tuoi genitori, né a quelli di Neville».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5) |
Harry la guardò, e quella nuova sensazione di pietà s’intensificò fino a diventare quasi doloRosa.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5) |
C’era Malocchio Moody, la bombetta inclinata a nascondere l’occhio magico che gli dava un’aria decisamente sinistra (la stessa, in effetti, che avrebbe avuto senza bombetta), le mani nodose strette sul pomo di un lungo bastone, il corpo avvolto in un ampio mantello da viaggio. Tonks era subito dietro di lui, i capelli Rosa acceso scintillanti nel sole che entrava dai lucemari sporchi della stazione, un paio di jeans costellati di toppe e una sgargiante maglietta viola con la scritta Le Sorelle Stravagarie. Accanto a lei c’era Lupin, pallido, i capelli ingrigiti, un lungo pastrano logoro sopra un maglione e un paio di pantaloni trasandati. E davanti a tutti c’erano il signore e la signora Weasley, agghindati nel loro migliore stile Babbano, e Fred e George, entrambi con giubbotti nuovi fiammanti di uno squamoso materiale verde livido.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5) |
«Non è questo il punto» intervenne Tonks, i cui capelli Rosa parevano turbare zia Petunia più di tutto il resto, tanto che chiuse gli occhi per non guardarla. «Il punto è: se veniamo a sapere che trattate male Harry…»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5) |
«Be’…» Moody spinse indietro la bombetta per mostrare il sinistro, roteante occhio magico. Inorridito, zio Vernon fece un balzo indietro e urtò doloRosamente contro un carrello. «Sì, direi proprio di sì, Dursley» concluse Moody.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5) |
Un terzo colpo di bacchetta e apparvero a mezz’aria una bottiglia impolverata e cinque bicchieri. La bottiglia s’inclinò e versò una dose geneRosa di liquido color miele nei bicchieri, che poi svolazzarono fino a ciascuno dei presenti.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6) |
«Tua madre era Babbana per nascita, naturalmente. Non ci credevo quando l’ho scoperto. Pensavo che fosse PuRosangue, era così brava».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6) |
Pareva incredibilmente stanca, quasi malata, con qualcosa di forzato nel sorriso. Il suo aspetto era meno vivace del solito, senza i suoi soliti capelli color Rosa gomma da masticare.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6) |
«Smettila di chiamarla così, Ginny» la sgridò la signora Weasley, mentre Harry e Hermione ridevano. «Be’, è meglio se mi sbrigo… Mangia le uova finché sono calde, Harry». E uscì dalla stanza, pensieRosa.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6) |
Tom annuì cupo e tornò ad asciugare i bicchieri; Harry, Hermione, Hagrid e i Weasley attraversarono la sala e uscirono nel gelido cortiletto sul retro, dove c’erano i bidoni dell’immondizia. Hagrid alzò l’ombrello Rosa e batté su un certo mattone nel muro, che si aprì subito per far posto a un arco, che dava su una tortuosa via acciottolata. Oltrepassarono l’ingresso e si fermarono a osservare la scena.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6) |
Vicino alla vetrina c’era una gamma di prodotti Rosa shocking attorno ai quali alcune ragazze ridacchiavano entusiaste. Hermione e Ginny si ritrassero sospettose.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6) |
«Qualunque cosa vi abbia detto Ron è una menzogna» tagliò corto Ginny tranquilla, sporgendosi in avanti per prendere dallo scaffale un vasetto Rosa. «Questo cos’è?»
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6) |
Indicò un gruppo di palle pelose in varie sfumature di Rosa e viola, che rotolavano sul fondo di una gabbia emettendo strilli acutissimi.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6) |
«… Bill e io voliamo due damijelle, Jinnì e Gabrielle saranno delisiose ansieme. Ponsavo a vestiti color oro pallido… Rosa sarebbe spavontoso con i capelli di Jinnì…»
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6) |
Il treno sussultò, facendo rotolare Harry sul fianco. Ora fissava la polveRosa parte inferiore dei sedili, invece del soffitto. Il pavimento prese a vibrare mentre il motore rombava a nuova vita. L’Espresso era in partenza e nessuno sapeva che lui era ancora a bordo…
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6) |
«Aspetta» ribatté lei, rancoRosa. «Scommetto che Piton ci caricherà».
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6) |
«Oho»fece di nuovo Lumacorno. Harry era sicuro che non si fosse affatto scordato della pozione, ma che avesse aspettato la domanda per fare un po’ di teatro. «Sì. Quella. Be’, quella, signore e signori, è una pozioncina assai curiosa chiamata Felix Felicis. Suppongo» e si rivolse con un sorriso a Hermione, che aveva rumoRosamente trattenuto il fiato, «che lei conosca gli effetti della Felix Felicis, signorina Granger».
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6) |
«Esatto. Altri dieci punti per Grifondoro. Sì, è una pozioncina bizzarra, la Felix Felicis» spiegò Lumacorno. «Assurdamente difficile da preparare, e disastRosa se si sbaglia. Tuttavia, se viene lavorata correttamente, come questa, scoprirete che tutti i vostri sforzi tendono ad avere successo… almeno finché l’effetto dura».
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6) |
Harry mescolò in senso antiorario, trattenne il respiro e mescolò una volta in senso orario. L’effetto fu immediato. La pozione diventò Rosa pallidissimo.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6) |
«E l’ho fatto» ribatté Silente tranquillo. «Ti ho detto tutto quello che so. Da questo momento in poi, lasceremo le salde fondamenta dei fatti e viaggeremo insieme attraverso le torbide paludi della memoria, per addentrarci nel folto delle più audaci congetture. D’ora in poi, Harry, potrei clamoRosamente sbagliarmi tanto quanto Humphrey Ruttus, convinto che i tempi fossero maturi per un calderone di formaggio».
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6) |
Nonostante il cielo limpido, i vecchi alberi facevano un’ombra fonda, scura e fresca, e ci volle qualche istante prima che gli occhi di Harry distinguessero la costruzione seminascosta nel groviglio di tronchi. Gli parve un posto molto strano per una casa, con gli alberi che ostruivano la luce e la vista della valle sottostante. Si chiese se fosse abitata; i muri erano coperti di muschio e dal tetto erano cadute tante tegole che qua e là si vedevano le travi. Tutto attorno crescevano le ortiche, alte fino alle finestre minuscole e incrostate di sporco. Quando ormai sembrava impossibile che qualcuno potesse viverci, una delle finestre fu aperta rumoRosamente e ne sbucò un sottile filo di fumo, come se qualcuno stesse cucinando.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6) |
«Eh, quello è Orfin» confermò il vecchio con indifferenza. «Sei PuRosangue?» chiese, improvvisamente aggressivo.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6) |
«Giusto!» ruggì Gaunt. Per un attimo, Harry pensò che stesse facendo un gesto osceno con la mano, ma poi si accorse che stava mostrando a Ogden il brutto anello con la pietra nera che portava al medio, e lo agitava davanti agli occhi di Ogden. «Lo vedi questo? Lo vedi questo? Lo sai cos’è? Lo sai da dove viene? Sono secoli che è in famiglia, ecco quanto passato abbiamo, e siamo sempre stati PuRosangue! Lo sai quanto mi hanno offerto per questo, col blasone dei Peverell inciso sulla pietra?»
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6) |
«Allora!» esclamò Gaunt trionfante, come se avesse appena dimostrato un complicato argomento ormai indiscutibile. «Non osare parlarci come se fossimo polvere sulle tue scarpe! Generazioni di PuRosangue, tutti maghi… è più di quanto tu possa dire di te, non ne dubito!»
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6) |
«Signor Gaunt»insistette Ogden. «Temo che né i suoi antenati né i miei abbiano nulla a che fare con la questione. Sono qui a causa di Orfin. Di Orfin e del Babbano che ha avvicinato ieri notte. Siamo a conoscenza» e diede un’occhiata alla pergamena, «del fatto che Orfin ha eseguito una fattura o una stregoneria sul detto Babbano, provocandogli un’eruzione di assai doloRosa orticaria».
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6) |
«È vero?» insistette Gaunt con voce mortifera, muovendo qualche passo verso la ragazza agghiacciata. «Mia figlia… discendente PuRosangue di Salazar Serpeverde… che muore dietro a un sudicio Babbano con le vene sporche?»
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6) |
«Probabilmente vogliono dare l’impressione di far qualcosa» disse Hermione, pensieRosa. «La gente è terrorizzata… sapete che i genitori delle gemelle Patil vogliono farle tornare a casa? Ed Eloise Midgeon si è già ritirata dalla scuola. Suo padre è venuto a prenderla ieri sera».
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6) |
Già nel dirlo, a Harry venne in mente che suo padre era un PuRosangue, ma allontanò il pensiero; se ne sarebbe preoccupato più tardi…
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6) |
«I Mangiamorte non possono essere tutti PuRosangue, non ne sono rimasti abbastanza» insistette Hermione. «Per la maggior parte saranno Mezzosangue che si fanno passare per puri. Sono solo i Babbani di nascita che detestano, sarebbero felici di permettere a te e a Ron di unirvi a loro».
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6) |
«Oh, Ron» sospirò Hermione esasperata, «sarebbe stata tutta impacchettata, per non toccarla, e quindi piuttosto facile da nascondere sotto un mantello: nessuno l’avrebbe vista! Secondo me, qualunque cosa si sia fatto mettere da parte Malfoy, dev’essere rumoRosa o voluminosa: qualcosa che sapeva avrebbe attirato l’attenzione… e comunque» continuò a voce alta, prima che Harry riuscisse a interromperla, «io ho chiesto a Sinister della collana, non vi ricordate? Quando sono entrata per cercare di scoprire che cosa gli aveva chiesto Malfoy, l’ho vista. E Sinister mi ha detto il prezzo, non ha detto che era già venduta…»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6) |
La signora Cole si versò quasi distrattamente un’altra bella dose di gin. Sugli zigomi le erano comparsi due pomelli Rosa. Poi riprese: «È un ragazzo strano».
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6) |
«Dammelo, Harry» disse Hermione premuRosa, «dice che dovremmo forarlo con qualcosa di aguzzo…»
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6) |
Uscirono, Piton davanti e Malfoy dietro con l’aria rancoRosa. Harry rimase un attimo indeciso, poi disse: «Torno subito, Luna… ehm… il bagno».
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6) |
«Non necessariamente» ribatté Lupin. «Le fatture seguono le mode, come tutto il resto». Studiò Harry e poi mormorò: «James era PuRosangue, Harry, e ti garantisco che non ci ha mai chiesto di chiamarlo ‘Principe’».
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6) |
«Si, lo parlo»rispose Riddle. Avanzò, lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle. Harry non poté non provare una rancoRosa ammirazione per la totale assenza di paura di Voldemort. Il suo volto esprimeva solo disgusto e, forse, delusione.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6) |
Irritato, Harry stappò il veleno che aveva preso dalla cattedra di Lumacorno, un liquido di un Rosa sgargiante, lo versò nel calderone e vi accese sotto il fuoco. Non aveva la minima idea di che cosa fare. Guardò Ron, che aveva copiato tutte le sue mosse e ora stava lì con espressione idiota.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6) |
«Buon compleanno, Ron» disse Harry il primo di marzo, quando furono svegliati da Seamus e Dean che scendevano rumoRosamente a colazione. «Un regalo per te».
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6) |
«Ottimo» approvò Ron entusiasta, e bevve rumoRosamente l’antidoto.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6) |
«Il padrone mi ha chiamato?» gracchiò Kreacher, profondendosi in un inchino ma lanciando a Harry un’occhiata che palesemente gli augurava una morte doloRosa.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6) |
«Il padrone vuole che io segua il più giovane dei Malfoy?» gracchiò Kreacher. «Il padrone vuole che io spii il pronipote PuRosangue della mia vecchia padrona?»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6) |
Harry si alzò in piedi e si chinò sul bacile di pietra finché il suo viso toccò l’argenteo liquido increspato. Precipitò in un nulla buio e atterrò in un salotto, davanti a una vecchia signora immensamente grassa con una sontuosa parrucca rossiccia e drappeggiata in un completo Rosa acceso che la faceva assomigliare a una torta glassata un po’ sciolta. Si stava guardando in uno specchietto tempestato di pietre preziose e si dava il fard con un grosso pennello sulle guance già molto rosse, mentre la più minuscola e antica elfa domestica che Harry avesse mai visto le allacciava strette pantofole di satin ai piedi carnosi.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6) |
«Anche Dobby ha dato una mano, Harry Potter!» squittì, lanciando a Kreacher un’occhiata rancoRosa. «E Kreacher dovrebbe dire a Dobby quando viene a trovare Harry Potter, così possono fare rapporto insieme!»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6) |
«Già»disse Harry, «be’, adesso che tu sei tornata e Ron è in forma, avremo una decoRosa possibilità di battere Corvonero, quindi potremmo essere ancora in corsa per la Coppa. Senti, Katie…»
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6) |
Harry corse in uno dei molti vicoli che serpeggiavano tra tutti quei tesori. Voltò a destra dopo un enorme troll impagliato, percorse qualche metro, girò a sinistra davanti all’Armadio Svanitore in cui Montague si era perso l’anno prima, e infine si fermò davanti a una vasta credenza la cui superficie piena di bolle pareva essere stata danneggiata dall’acido. Aprì una delle ante cigolanti: era già stato usato come nascondiglio per una creatura in gabbia, morta da tempo; il suo scheletro aveva cinque zampe. Harry ficcò il libro del Principe Mezzosangue dietro la gabbia e chiuse l’anta. Si fermò un istante, col cuore che batteva orrendamente, osservando la confusione… sarebbe riuscito a ritrovare quel punto, in mezzo a tutto quel ciarpame? Sollevò il busto sbeccato di un brutto vecchio stregone dalla cima di una botte vuota, lo posò sull’armadio dove il libro era nascosto, mise una vecchia parrucca polveRosa e una tiara annerita sulla testa della statua per renderla più riconoscibile, poi sfrecciò a ritroso lungo i vicoli più velocemente possibile, tornò alla porta, uscì e la chiuse. Con un tonfo la porta si nascose di nuovo nella parete.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6) |
«Quando è comparso?» domandò Silente, e cercò di rialzarsi stringendo doloRosamente la spalla di Harry.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6) |
«Mi pareva che era una roba così» borbottò Hagrid. Levò un bruciacchiato ombrello a fiori Rosa e disse: «Aguamenti.!»
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6) |
«No» rispose lei triste, «ci sto provando, Harry, ma non ho trovato nulla… ci sono un paio di maghi abbastanza noti con quelle iniziali… Rosalind Antigone Bungs… Rupert ‘Asciarude’ Brookstanton… ma non sembra proprio che corrispondano. A giudicare da quel biglietto, la persona che ha rubato l’Horcrux conosceva Voldemort, e non riesco a trovare uno straccio di prove che la Bungs o Asciarude abbiano mai avuto a che fare con lui… No, veramente si tratta… be’, di Piton».
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6) |
«Sì, corrisponde»concordò Harry. «Punta sul suo lato PuRosangue in modo da farsi amici Lucius Malfoy e tutti gli altri… come Voldemort. Madre PuRosangue, padre Babbano… si vergogna della propria ascendenza, vuole farsi temere usando le Arti Oscure, si sceglie un nuovo nome impressionante… Lord Voldemort… Principe Mezzosangue… Com’è possibile che sia sfuggito a Silente…?»
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6) |
Uno straordinario assortimento di persone aveva già preso posto: sciatti ed eleganti, vecchi e giovani. Harry non ne riconobbe la gran parte, ma alcuni sì, compresi i membri dell’Ordine della Fenice: Kingsley Shacklebolt, Malocchio Moody, Tonks dai capelli tornati miracolosamente di un accesissimo Rosa, Remus Lupin, mano nella mano con lei, i signori Weasley, Bill sorretto da Fleur e seguito da Fred e George, che indossavano giacche di pelle di drago nera. Poi c’erano Madame Maxime, che occupava da sola due sedie e mezzo, Tom, il padrone del Paiolo Magico, Arabella Figg, la vicina Maganò di Harry, la villosa bassista del gruppo magico le Sorelle Stravagarie, Ernie Urto, autista del Nottetempo, Madama McClan del negozio di vestiti di Diagon Alley, e alcune persone che Harry conosceva solo di vista, come il barista della Testa di Porco e la strega che spingeva il carrello dell’Espresso per Hogwarts. C’erano anche i fantasmi del castello, appena visibili alla splendente luce del sole, riconoscibili solo quando si muovevano, tremando evanescenti nell’aria luminosa.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6) |
«Silenzio» le intimò Voldemort, con un altro piccolo movimento della bacchetta di Malfoy, e Charity tacque, come imbavagliata. «Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei Babbani sulla Gazzetta del Profeta. I maghi, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia. La diminuzione dei PuRosangue È, sostiene la professoressa Burbage, una circostanza assai auspicabile... Se fosse per lei, ci farebbe accoppiare tutti con i Babbani... o con i lupi mannari...» L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7) |
Sei rimasta in contatto con Harry Potter dopo la clamoRosa intervista in esclusiva dell'anno scorso, nella quale ti parlò della sua convinzione che Tu-Sai-Chi fosse tornato? In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7) |
trasformare in parole. Dopo alcuni istanti di lotta interiore evidentemente doloRosa, chiese: «Ma dov'È che va?» La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7) |
Harry li condusse tutti in cucina dove, tra risa e chiacchiere, si sedettero, si appollaiarono sui lustri banconi di zia Petunia o si appoggiarono ai suoi immacolati elettrodomestici: Ron, lungo e allampanato; Hermione, i capelli cespugliosi legati in una lunga treccia; Fred e George, con due sorrisi identici; Bill, capelli lunghi e brutte cicatrici; il signor Weasley, gentile, con la calvizie incipiente e gli occhiali un po' storti; Malocchio, sciupato, zoppo, l'occhio magico azzurro vivo che roteava nell'orbita; Tonks, i capelli corti del suo Rosa preferito; Lupin, più grigio, più segnato; Fleur, snella e bellissima, i lunghi capelli di un biondo argenteo; Kingsley, calvo, nero, le spalle larghe; Hagrid, capelli e barba incolti, tutto gobbo per non picchiare la testa sul soffitto, e Mundungus Fletcher, piccolo, sudicio e depresso, con i suoi occhi cadenti da bassethound e i capelli impastati. Il cuore di Harry si allargò a quella vista: sentiva di volere un bene incredibile a tutti, compreso Mundungus, che aveva cercato di strangolare l'ultima volta che si erano incontrati. I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7) |
«Porto Fleur su un Thestral» disse Bill. «Non le piacciono le scope». Fleur gli si avvicinò con un'espressione zuccheRosa e remissiva che I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7) |
Con un inconfondibile boato, dal tubo si sprigionò fuoco di drago, incandescente e azzurro, e la moto scattò in avanti come un proiettile in un fracasso di metallo lacerato. Harry vide i Mangiamorte deviare per evitare la scia mortifera di fiamme e allo stesso tempo sentì il sidecar ondeggiare pauRosamente: i giunti di ferro che lo fissavano alla moto si erano spaccati per la forza dell'accelerazione. I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7) |
«Ci sono, Harry, non preoccuparti!» urlò Hagrid, e sfilò dalla tasca della giacca l'ombrello Rosa a fiori. I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7) |
Hagrid tese la manona e gli assestò una doloRosa pacca sulla spalla. Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7) |
Da quel momento, la signora Weasley tenne Harry, Ron e Hermione così occupati con i preparativi che non ebbero quasi tempo per pensare. La spiegazione più geneRosa di quel comportamento era che voleva distrarli dal ricordo di Malocchio e dagli orrori del recente viaggio. Dopo due giorni ininterrotti di posate lucidate, consulenze sull'accostamento di colori, nastri e fiori, degnomizzazione del giardino e collaborazione nel cuocere enormi infornate di canapÈ, tuttavia, Harry cominciò a sospettare che il movente fosse un altro. Tutti quei compiti tenevano lui, Ron e Hermione a debita distanza; non era più riuscito a parlare da solo con i due amici dalla prima notte, quando aveva raccontato loro delle torture inflitte da Voldemort a Olivander. Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7) |
Ginny non cercò un'altra occasione per restare sola con Harry per tutto il resto della giornata, né dai suoi sguardi o dai suoi gesti trasparì che avessero condiviso altro che una garbata conversazione nella sua stanza. Ma l'arrivo di Charlie fu un sollievo per Harry. Fu una distrazione vedere la signora Weasley costringere il figlio a sedersi, levare minacciosa la bacchetta e annunciargli che stava per subire un sacRosanto taglio di capelli. Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7) |
Mentre Luna scivolava via dietro il padre, Ron ricomparve con una vecchia strega appesa al braccio. Il naso a becco, gli occhi arrossati e il cappello di piume Rosa le davano l'aspetto di un fenicottero irascibile. Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7) |
Un attimo dopo Bill e Charlie apparvero in fondo alla passatoia, entrambi in abito da cerimonia, con una gran Rosa bianca all'occhiello; Fred fece un fischio e le cugine Veela scoppiarono a ridere. Poi la folla tacque mentre si diffondeva la musica: a quel che pareva, veniva dai palloncini dorati. Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7) |
«Petrificus Totalus!» gridò Hermione, fuori del suo campo visivo, e il Mangiamorte cadde rumoRosamente in avanti come una statua sul miscuglio di tazze rotte, pezzi di tavolo e caffÈ. Hermione strisciò fuori da sotto la panca, scuotendosi i frammenti di vetro del portacenere dai capelli, tutta tremante. Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7) |
Cautamente, Harry fece un altro passo avanti. Qualcosa si mosse tra le ombre in fondo all'ingresso e, prima che uno dei tre potesse dire un'altra parola, dalla moquette emerse una figura alta, polveRosa e terribile. Hermione urlò, e altrettanto fece la signora Black, spalancando le tende; la figura grigia scivolava verso di loro, sempre più rapida, i capelli lunghi fino alla vita e la barba fluttuanti, il volto scavato, scarnificato, con le orbite vuote, orrendamente familiare, spaventosamente alterato: levò un braccio putrefatto, indicando Harry. Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7) |
«Naturalmente Voldemort avrà considerato le caratteristiche degli elfi domestici assolutamente indegne della sua attenzione, proprio come tutti quei PuRosangue che li trattano come animali... non gli sarebbe mai venuto in mente che potessero avere un potere che lui non aveva». Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7) |
Hermione trattenne rumoRosamente il fiato e corse di nuovo su. Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7) |
cambiato idea... ma non si direbbe che l'abbia spiegato a Kreacher, no? Io credo di sapere perché: la sua famiglia e Kreacher erano più al sicuro se si attenevano alla vecchia storia dei PuRosangue. Regulus stava cercando di proteggerli tutti». Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7) |
La fattura s'infranse: la sagoma polveRosa esplose di nuovo, rendendo impossibile riconoscere il nuovo arrivato nella fitta nube grigia. La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7) |
Ron guardò Hermione, poi disse: «E se dei PuRosangue e dei Mezzosangue giurano che un Nato Babbano fa parte della loro famiglia? Dirò a tutti che Hermione è mia cugina...» La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7) |
La cucina silenziosa sembrava vibrare per l'emozione della recente scenata e per i rimproveri inespressi di Ron e Hermione. La Gazzetta del Profeta di Lupin era ancora sul tavolo e il volto di Harry fissava il soffitto dalla prima pagina. Lui si avvicinò e si sedette, aprì il giornale a caso e finse di leggere. Non riusciva a capire le parole, era ancora stordito per lo scontro con Lupin. Era certo che Ron e Hermione avevano ripreso a comunicare in silenzio dall'altra parte del giornale. Voltò una pagina rumoRosamente e il nome di Silente gli balzò agli occhi. Gli ci volle qualche secondo per cogliere il significato della foto, che mostrava un gruppo di famiglia. La didascalia recitava: 'La famiglia Silente: da sinistra, Albus, Percival con in braccio la neonata Ariana, Kendra e Aberforth'. La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7) |
Completata la doloRosa trasformazione, si ritrovò alto più di un metro e ottanta e, da quel che poteva giudicare dalle braccia muscolose, decisamente ben piazzato. Aveva la barba. Ficcò il Mantello dell'Invisibilità e gli occhiali nei nuovi vestiti e raggiunse gli altri due. La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7) |
Il mago scoppiò in una fragoRosa risata alla propria battuta. Ron rispose con una risatina forzata. La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7) |
«Lo sai che sto scendendo a interrogare tua moglie, Cattermole? In effetti sono sorpreso che tu non sia giù a tenerle la mano nell'attesa. L'hai già data per persa, eh? Probabilmente una mossa saggia. La prossima volta assicurati di sposare una PuRosangue». La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7) |
Le griglie dorate davanti a loro si aprirono fragoRosamente. Con un cenno e uno sgradevole sorriso a Harry, che evidentemente avrebbe dovuto apprezzare il trattamento riservato a Cattermole, Yaxley si avviò verso un altro ascensore. Harry, Ron e Hermione entrarono nel loro, ma nessuno li seguì: era come se fossero contagiosi. La griglia si chiuse con un tonfo e l'ascensore prese a salire. La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7) |
Facendo attenzione ai nomi sulle porte, Harry voltò l'angolo. A metà del secondo corridoio si ritrovò in un ampio open space dove una decina di maghi e streghe sedevano ordinatamente dietro a piccoli scrittoi simili a banchi di scuola, anche se molto più lustri e privi di graffiti. Si fermò a guardarli, perché l'effetto era ipnotico. Facevano ondeggiare e girare le bacchette all'unisono, e quadratini di carta colorata svolazzavano da tutte le parti come piccoli aquiloni Rosa. Dopo qualche istante, Harry capì che nel procedimento c'era un ritmo, che i foglietti seguivano tutti uno stesso moto, e dopo qualche altro secondo capì che stava assistendo alla creazione di opuscoli, che i quadratini di carta erano pagine, le quali una volta magicamente piegate e assemblate si posavano in pile accanto a ciascun mago o strega. La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
Harry si avvicinò furtivo, anche se gli scrivani erano così concentrati che difficilmente si sarebbero accorti dei suoi passi sulla moquette, e sfilò un opuscolo completo dalla pila di una giovane strega. Lo esaminò sotto il Mantello. La copertina Rosa recitava, a lettere dorate in rilievo: La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
NATI BABBANI e i Pericoli che Pongono a una Pacifica Società PuRosangue La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
Sotto il titolo era disegnata una Rosa rossa, con un faccino lezioso tra i petali, strangolata da una torva e zannuta erbaccia verde. La copertina non riportava il nome dell'autore, ma Harry avvertì un pizzicore alle cicatrici sul dorso della mano. La giovane strega confermò i suoi sospetti dicendo, senza smettere di muovere la bacchetta: «Qualcuno sa se oggi la vecchia megera interroga Mezzosangue tutto il giorno?» La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
Quello zampettò subito tra le gambe di streghe e maghi. Harry attese, la mano posata sulla maniglia; un attimo dopo risuonò uno scoppio sonoro e da un angolo si levò una gran quantità di acre fumo nero. La giovane strega in prima fila strillò: pagine Rosa volarono ovunque mentre lei e i compagni balzavano in piedi e si guardavano intorno, in cerca della fonte dell'esplosione. Harry abbassò la maniglia, entrò nell'ufficio della Umbridge e si richiuse la porta alle spalle. La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
Stato di Sangue: PuRosangue, ma con inaccettabili inclinazioni filoBabbane. Noto membro dell'Ordine della Fenice. La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
Famiglia: Moglie (PuRosangue), sette figli, i due più giovani a Hogwarts. N.B.: figlio maschio più giovane attualmente a casa, gravemente ammalato, confermato da ispettori del Ministero. La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
«Indesiderabile Numero Uno» borbottò Harry. Rimise al suo posto la cartelletta e richiuse il cassetto. Era sicuro di conoscerlo. Infatti, quando si rialzò, in cerca di altri nascondigli, vide alla parete un manifesto che lo ritraeva, con le parole 'INDESIDERABILE NUMERO UNO' impresse sul petto. C'era appiccicato un bigliettino Rosa, con un gattino in un angolo. Harry si avvicinò per leggerlo: la Umbridge aveva scritto 'Da punire'. La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
«Cosa?» chiese brusca la Umbridge, guardando in giù. «Oh, sì... un vecchio cimelio di famiglia» osservò, picchiettando il medaglione adagiato sul suo largo petto. «La 'S' di Selwyn... sono imparentata con i Selwyn... in realtà sono poche le famiglie PuRosangue con le quali non sono imparentata... peccato» riprese a voce più alta, sfogliando il questionario della signora Cattermole, «che non si possa dire lo stesso di lei. Professione dei genitori: fruttivendoli». La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
Fu la menzogna della Umbridge che fece salire a Harry il sangue al cervello, spazzando via ogni cautela, l'idea che potesse usare il medaglione estorto a un criminale da quattro soldi per sostenere le proprie credenziali di PuRosangue. Levò la bacchetta, senza nemmeno darsi la pena di nasconderla sotto il Mantello, ed esclamò: «Stupeficium!» La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7) |
«Sapevo che sarebbero venuti a prendermi» rispose la voce pastosa di Ted, e Harry lo riconobbe: era il padre di Tonks. «Ho sentito che c'erano dei Mangiamorte in zona la settimana scorsa e ho deciso che era meglio darsela a gambe. Ho rifiutato di registrarmi come Nato Babbano per principio, quindi era solo questione di tempo, sapevo che alla fine avrei dovuto scappare. Mia moglie dovrebbe essere tranquilla, lei è PuRosangue. E poi ho incontrato Dean, cos'È stato, qualche giorno fa, ragazzo?» La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7) |
Non parlarono di Ron nei giorni che seguirono. Harry era deciso a non nominarlo mai più e Hermione evidentemente capiva che era inutile insistere, anche se a volte, di notte, quando era convinta che lui dormisse, Harry la sentiva piangere. Intanto lui aveva preso l'abitudine di aprire la Mappa del Malandrino e di esaminarla alla luce della bacchetta. Aspettava il momento in cui il puntino con il cartiglio che diceva 'Ron' fosse ricomparso nei corridoi di Hogwarts, dimostrando che era tornato al sicuro nel castello, protetto dal suo Stato di PuRosangue. Ma Ron non apparve, e dopo un po' Harry si ritrovò ad aprire la Mappa solo per guardare il nome di Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7) |
A se stesso non poteva negarlo: Ron aveva ragione. Silente l'aveva lasciato praticamente senza nulla. Avevano scoperto un Horcrux, ma non avevano modo di distruggerlo; gli altri restavano irraggiungibili. La disperazione minacciava di soffocarlo. Non si capacitava, ora, della propria arroganza nell'accettare che gli amici lo accompagnassero in quel viaggio errabondo e inutile. Non sapeva nulla, non aveva idee, e adesso stava costantemente, doloRosamente all'erta, temendo che anche Hermione da un momento all'altro gli dicesse che era stufa, che se ne andava. Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7) |
Lui scosse il capo. La donna ripeté il gesto, più vigoRosamente. Harry avrebbe potuto elencare una lunga serie di ragioni per non obbedirle, ma la sensazione di sapere chi fosse cresceva a ogni secondo che passavano l'uno di fronte all'altra nella strada deserta. Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7) |
Anche lì la neve pesava sugli alberi e il freddo era pungente, ma almeno erano protetti dal vento. Passarono quasi tutta la giornata dentro la tenda, rannicchiati a scaldarsi vicino alle utili fiamme azzurre che Hermione era così abile a produrre e che si potevano raccogliere e portare con sé in un barattolo. Harry si sentiva come in convalescenza dopo una malattia breve ma grave, impressione rafforzata dalle premure di Hermione. Quel pomeriggio nuovi fiocchi cominciarono a cadere e ben presto anche la loro radura riparata fu ricoperta da una spruzzata di neve polveRosa. La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7) |
Ron non rispose, ma distolse il volto e si asciugò rumoRosamente il naso nella manica. Harry si rialzò e si avvicinò all'enorme zaino, qualche metro più in là, che Ron aveva gettato via per correre verso la pozza a salvarlo. Se lo caricò in spalla e tornò vicino all'amico, che si mise in piedi a fatica, gli occhi arrossati, ma ormai calmo. La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7) |
Guardò di nuovo fuori dalla finestra. Il cielo era venato di una debolissima traccia di Rosa. La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7) |
«No» rispose lei, sollevata di cambiare argomento. «Ho cercato informazioni dopo aver visto il simbolo sulla tomba; se fosse stato famoso o avesse compiuto qualcosa di importante, sono sicura che uno dei nostri libri ne parlerebbe. Sono riuscita a trovare il nome 'Peverell' solo in Nobiltà di Natura: Genealogia Magica. L'ho preso in prestito da Kreacher» spiegò, quando Ron inarcò le sopracciglia. «Elenca le famiglie PuRosangue che si sono estinte nella linea maschile. A quanto pare i Peverell furono una delle prime famiglie a sparire». I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7) |
«Cavoli... pensi che fosse di nuovo quel simbolo? Il simbolo dei Doni?» «Perché no?» balbettò Harry, eccitato. «Orvoloson Gaunt era un vecchio imbecille ignorante che viveva come un maiale, l'unica cosa a cui teneva erano i suoi antenati. Se quell'anello era stato tramandato attraverso i secoli, forse non sapeva cos'era veramente. Non c'erano libri in quella casa, e credetemi, non era tipo da leggere le fiabe ai suoi bambini. Gli piaceva pensare che i graffi sulla pietra fossero un blasone, perché secondo lui essere PuRosangue ti rendeva praticamente un reale». I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7) |
«E che cosa diresti, Royal, a quegli ascoltatori che obiettano che in tempi così pericolosi dovrebbe valere il motto 'prima i maghi'?» gli chiese Lee. «Direi che da 'prima i maghi' a 'prima i PuRosangue', e infine a 'prima i Mangiamorte' il passo è breve» rispose Kingsley. «Siamo tutti esseri umani, no? Ogni vita umana ha lo stesso valore e merita di essere salvata». «Ben detto, Royal, ti garantisco il mio voto per il Ministero della Magia non appena saremo usciti da questo disastro» continuò Lee. «E ora passiamo la parola a Romulus per la nostra popolare rubrica: 'Amici di Potter'». I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7) |
«Abbiamo anche saputo nelle ultime ore che Rubeus Hagrid...» e tutti e tre trattennero rumoRosamente il respiro, rischiando di perdersi il resto della frase «... noto guardiacaccia alla Scuola di Hogwarts, è sfuggito per un soffio all'arresto nel territorio della Scuola, dove corre voce che abbia ospitato una festa 'Pro Harry Potter'. Tuttavia Hagrid non è stato fatto prigioniero e pensiamo che si sia dato alla macchia». I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7) |
Mentre Scabior parlava, la cicatrice di Harry, che era tirata sulla fronte gonfia, arse doloRosamente. Più nitida di qualunque altra cosa attorno a lui, vide una torre. Una cupa fortezza, minacciosa e nera come la pece. I pensieri di Voldemort erano improvvisamente tornati chiarissimi; avanzava scivolando verso la gigantesca costruzione con serena e gioiosa determinazione... Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7) |
Si Smaterializzarono, trascinando con sé i prigionieri. Harry cercò di liberarsi dalla presa di Greyback, ma fu inutile: aveva Ron e Hermione appiccicati ai suoi fianchi, non poteva separarsi dal gruppo, e mentre il fiato gli veniva schiacciato fuori dai polmoni, la cicatrice arse ancora più doloRosa... Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7) |
Entrò in cucina e si avvicinò al lavandino, sotto una piccola finestra affacciata sul mare. L'alba colorava l'orizzonte, Rosa conchiglia e oro chiaro, mentre lui si sciacquava e seguiva il corso dei pensieri che gli erano venuti alla mente nel giardino buio... Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7) |
Chiuse gli occhi per qualche istante e ascoltò il rumore del mare. L'idea che Grifondoro potesse aver rubato la spada era sgradevole; si era sempre sentito fiero di essere un Grifondoro; Grifondoro era stato il difensore dei Mezzosangue, il mago che aveva combattuto i Serpeverde amanti dei PuRosangue... Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7) |
«Sarà un onore» replicò Olivander con un piccolo inchino, «È il minimo che possa fare in cambio della vostra geneRosa ospitalità». Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7) |
Un drago gigantesco era incatenato al pavimento, in modo da sbarrare l'accesso a quattro o cinque delle camere blindate più profonde. Le squame della bestia erano sbiadite e screpolate per la lunga prigionia nel sottosuolo; i suoi occhi erano di un Rosa lattiginoso; entrambe le zampe posteriori erano strette in pesanti ceppi le cui catene erano assicurate alla roccia da enormi picchetti. Teneva le immense ali spinate lungo il corpo, ma se le avesse aperte avrebbero riempito tutta la caverna; girò verso di loro il brutto testone, ruggì con un fragore che fece tremare la roccia e sputò un getto di fuoco che li costrinse ad arretrare di corsa nel cunicolo. La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7) |
I piedi di Harry toccarono il suolo. Vide High Street di Hogsmeade, doloRosamente familiare: vetrine buie, il profilo delle montagne nere oltre il villaggio, la curva là in fondo che portava a Hogwarts e la luce alle finestre dei Tre Manici di Scopa. Con una stretta al cuore fu trafitto dal ricordo di come fosse arrivato proprio lì, quasi un anno prima, sorreggendo un Silente senza forze; tutto questo nell'istante dell'atterraggio, ma quando ancora stava allentando la stretta sulle braccia di Ron e Hermione, accadde. Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7) |
«Sì» rispose subito Aberforth. «Hai letto Rita Skeeter, eh, signorina?» Anche alla luce Rosata del fuoco si notava che Hermione era arrossita. «Ce ne ha parlato Elphias Doge» spiegò Harry, cercando di difendere Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7) |
«Mmm... tu cosa dici, Harry?» chiese Luna, pensieRosa. Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7) |
Si addentrò nel labirinto, cercando di riconoscere qualche oggetto dalla sua unica precedente visita. Il respiro gli rimbombava nelle orecchie e poi la sua anima stessa rabbrividì: eccola laggiù, la vecchia credenza piena di bolle in cui aveva nascosto il libro di Pozioni, e in cima lo stregone di pietra sbeccata con la parrucca polveRosa e quella che sembrava un'antica tiara scolorita. La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7) |
«Come facciamo a uscire?» urlò Ron sopra le grida, ma prima che Harry o Hermione potessero rispondere furono scaraventati di lato: Hagrid stava scendendo le scale a passi pesanti, brandendo il suo ombrello Rosa a fiori. La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7) |
«Avete combattuto valoRosamente» diceva la voce acuta e fredda. «Lord Voldemort sa apprezzare il coraggio. La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7) |
James scoppiò in una risata fragoRosa. Lily si raddrizzò nel sedile, nervosa, e guardò prima James poi Sirius, disgustata. La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7) |
«Ah, sì, ricordo» mormorò Voldemort, guardando Neville che cercava di rialzarsi, disarmato e allo scoperto, nella terra di nessuno tra i sopravvissuti e i Mangiamorte. «Ma tu sei un PuRosangue, vero, mio coraggioso ragazzo?» gli chiese, e Neville si alzò in piedi davanti a lui, le mani vuote chiuse a pugno. La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7) |
strada rumoRosa verso l'enorme stazione fuligginosa, i fumi delle auto e il fiato dei pedoni scintillavano come ragnatele nell'aria fredda. Due grandi gabbie sbattevano in cima ai carrelli stracolmi spinti dai genitori; i gufi all'interno gridavano indignati e la bambina con i capelli rossi si trascinava in lacrime dietro i fratelli, aggrappandosi al braccio del padre. La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7) |
«Hai ragione, scusa» concesse Ron, ma non riuscì a trattenersi e aggiunse: «Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un PuRosangue». La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7) |
«Oggetto disgustoso!» urlò, e cercò prima di far Evanescere la pentola, poi di pulirla magicamente, infine di gettarla fuori di casa. Ma nessuno dei suoi incantesimi funzionò ed egli non poté impedire alla pentola di seguirlo saltellando fuori dalla cucina e fino a letto, salendo fragoRosamente i gradini di legno della scala.
IL MAGO E IL PENTOLONE SALTERINO (Cap. 1 Harry Potter 8) |
E allora la piccola pentolina d'oro danzò per la gioia - hoppitti, hoppiti, hop! - sui piedini di Rosa! Gigetta Cosetta aveva curato tutte le bambole dal male al pancino, e la pentolina era così felice che si colmò di dolcetti per Gigetta Cosetta e le sue bamboline!
«Ma mi raccomando di lavarti i dentini!» gridò la pentola. E Gigetta Cosetta baciò e abbracciò la pentolina saltellosa e promise di aiutare sempre le bambole e di non fare mai più la vecchia cicciosa lagnosa. IL MAGO E IL PENTOLONE SALTERINO (Cap. 1 Harry Potter 8) |
Le cosiddette famiglie PuRosangue mantengono la propria presunta purezza negando, cancellando o nascondendo la presenza di Babbani o nati-Babbani nel proprio albero genealogico. Dopodiché cercano di imporre la loro ipocrisia su di noi, chiedendoci di bandire opere che parlano delle verità da loro negate. Non esistono maghi o streghe il cui sangue non sia mischiato a quello dei Babbani, pertanto ritengo tanto illogico quanto immorale togliere dal bagaglio di conoscenze dei nostri studenti opere che trattino tale argomento.[7]
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8) |
Una mattina, il ciarlatano e il Re stolto stavano agitando i loro rametti, saltellando in cerchio e cantando rime insensate, quando una fragoRosa risata raggiunse le orecchie del Re. Baba la lavandaia li stava guardando dalla finestra della sua baracca, e rideva così forte che presto non ebbe più la forza di reggersi in piedi e sparì alla vista.
BABÀ RABA E IL CEPPO GHIGNANTE (Cap. 4 Harry Potter 8) |
La morale della Storia dei Tre Fratelli non potrebbe essere più chiara: gli sforzi umani per evitare o sconfiggere la morte sono destinati al fallimento. Il terzo fratello della storia ('il più umile e anche il più saggio') è l'unico a capire che, avendo già scansato la Morte una volta, il meglio che possa sperare è rimandare il loro prossimo incontro il più a lungo possibile. Egli sa che tentare la Morte - praticando la violenza, come il primo fratello, o l'arte tenebRosa della negromanzia,[19] come il secondo - significa mettersi contro un nemico che non può perdere.
LA STORIA DEI TRE FRATELLI (Cap. 5 Harry Potter 8) |
[11] Gli Horklumps sono creature Rosa e ispide, simili a funghi. È veramente difficile immaginare perché qualcuno dovrebbe volerle palpeggiare. Per maggiori informazioni, cfr. Gli Animali Fantastici: dove trovarli.
Note (Cap. 7 Harry Potter 8) |