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Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Serpeverde e di Slytherin


   ‘No’ rispose Harry sentendosi sempre più stupido ogni minuto che passava.
‘Be', nessuno lo sa veramente finché non si trova sul posto non è vero? Ma io so che starò a Serpeverde: tutta la nostra famiglia è stata lì. Pensa, ritrovarsi a Tassorosso! Io credo che me ne andrei, e tu?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘E che cosa sono Serpeverde e Tassorosso?’
‘Sono dormitori. A Hogwarts ce ne sono quattro. Tutti dicono che quelli di Tassorosso sono un branco di mollaccioni, ma...’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Meglio Tassorosso che Serpeverde’ disse Hagrid cupo. ‘Tutti i maghi e le streghe che hanno fatto una brutta fine sono stati a Serpeverde. Tu-Sai-Chi era uno di loro’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Grifondoro’ disse Ron. E di nuovo sembrò offuscato da un velo di tristezza. ‘Anche papà e mamma sono stati lì. Chissà che cosa diranno se io non ci vado. Non credo che Pecoranera sarebbe tanto male, ma pensa se mi mettono a Serpeverde...’
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

    Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)


   Harry gettò un'occhiata al tavolo dei Serpeverde e vide, lì seduto, un orribile fantasma dallo sguardo fisso e vuoto, il volto macilento e gli abiti tutti imbrattati di sangue argentato. Era seduto proprio vicino a Malfoy che - Harry lo notò con piacere - non sembrava molto soddisfatto per l'assegnazione dei posti.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Così’ disse irritato. Si afferrò l'orecchio destro e tirò. Tutta la testa gli si staccò dal collo e gli ricadde sulla spalla come se fosse incernierata. Qualcuno aveva evidentemente provato a decapitarlo, ma non lo aveva fatto a dovere. Tutto compiaciuto per gli sguardi sbalorditi che lesse sui loro volti, con un movimento deciso, Nick-Quasi-Senza-Testa si rimise la testa sul collo, tossì e disse: ‘Allora... nuovi Grifondoro! Spero che ci aiuterete a vincere il campionato di quest'anno. Non è mai successo che Grifondoro non vincesse per tanto tempo: Serpeverde ha vinto la coppa per sei anni di fila! Il Barone Sanguinario sta diventando a dir poco insopportabile... ehm... sarebbe il fantasma di Serpeverde’.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Ben fatto, Ron, ottimo!’ si congratulò Percy Weasley pomposamente da sopra la testa di Harry, mentre ‘Zabini Blaise’ veniva mandato a Serpeverde. A quel punto, la professoressa Mcgranitt arrotolò la sua pergamena e portò via il Cappello Parlante.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Harry udì il cappello gridare l'ultima parola a tutta la sala. Se lo tolse di testa e si avviò con passo vacillante verso il tavolo dei Grifondoro. Il sollievo di essere stato scelto per quel dormitorio e non per Serpeverde era tale che a malapena si accorse di essere stato salutato dall'applauso più fragoroso. Il prefetto Percy si alzò in piedi e gli strinse vigorosamente la mano, mentre i gemelli Weasley si sgolavano: ‘Potter è dei nostri! Potter è dei nostri!’ Harry si sedette davanti al fantasma con la gorgiera che aveva visto prima. Questo gli batté un colpetto sul braccio, dandogli l'improvvisa, orribile sensazione di averlo appena immerso in un catino di acqua ghiacciata.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Harry si aggrappò forte ai bordi dello sgabello e pensò: ‘Non a Serpeverde, non a Serpeverde!’
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Non a Serpeverde, eh?’ disse la vocina. ‘Ne sei proprio così sicuro? Potresti diventare grande, sai: qui, nella tua testa, c'è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c'è dubbio... No? Be', se sei proprio così sicuro... meglio GRIFONDORO!’
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Malfoy si presentò con aria tracotante, quando venne chiamato il suo nome, e fu esaudito immediatamente: il cappello gli aveva appena sfiorato la testa quando gridò: ‘Serpeverde!’
Malfoy andò a unirsi ai suoi amici Tiger e Goyle, con aria molto compiaciuta.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Poi ‘Bulstrode Millicent’ diventò una Serpeverde. Forse era una pura fantasia di Harry, dopo tutto quel che aveva sentito dire su quel dormitorio, ma gli venne da pensare che avevano tutti un aspetto sgradevole.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘I quattro dormitori si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Pecoranera e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti al vostro dormitorio, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, il dormitorio che avrà totalizzato più punti verrà premiato con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro al dormitorio cui verrà destinato.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Forse Harry aveva mangiato un po' troppo, perché fece un sogno molto strano. Indossava il turbante del professor Raptor, e il turbante gli parlava senza posa, dicendogli che doveva trasferirsi a Serpeverde immediatamente, perché a quello era destinato. Harry gli rispondeva che no, non voleva andarci; allora il turbante diventava sempre più pesante e Harry cercava di sfilarselo dalla testa, ma quello lo stringeva sempre più facendogli molto male; e c'era anche Malfoy che si faceva beffe di lui, mentre era alle prese col turbante, e poi Malfoy si tramutava nell'insegnante dal naso adunco, Piton, che rideva in modo stridulo e glaciale. Poi ci fu un bagliore di luce verde e Harry si destò, madido di sudore e scosso dai brividi.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)


    Il venerdì successivo fu un giorno importante per Harry e Ron. Finalmente riuscirono ad arrivare alla Sala Grande per colazione senza perdersi neanche una volta.
‘Cosa abbiamo oggi?’ chiese Harry a Ron versandosi lo zucchero nel tè.
‘Pozioni doppie per i Serpeverde’ disse Ron. ‘Il capo del dormitorio Serpeverde è Piton, e quelli di Serpeverde dicono che lui li favorisce sempre... vedremo se è vero’.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘A voi non interessa niente di Grifondoro. A voi interessa solo di voi stessi. Io non voglio che i Serpeverde vincano la coppa, e voi ci farete perdere tutti i punti che ho ottenuto dalla professoressa Mcgranitt quando mi ha interrogato sugli Incantesimi di Trasfigurazione’.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Parlerò con il professor Silente e vedremo di fare un'eccezione alla regola che esclude quelli del primo anno. Sa il cielo se abbiamo bisogno di una squadra migliore di quella dell'anno scorso. I Serpeverde ci hanno stracciato nell'ultima partita... Per settimane non ho avuto il coraggio di guardare in faccia Severus Piton...’
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Oh, non prenderai mica le difese di Paciock!’ disse Pansy Parkinson, una ragazza Serpeverde dai lineamenti duri. ‘Non avrei mai creduto che proprio a te, Calì, stessero simpatici i piagnucolosi, e per di più ciccioni’.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Non erano ancora fuori della portata di voce che Malfoy scoppiò in una sonora risata.
‘Hai visto che faccia, quel gran salame che non è altro?’ Gli altri Serpeverde si unirono a lui nel prenderlo in giro. ‘Chiudi il becco, Malfoy!’ sbottò Calì Patil.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   I Serpeverde erano già arrivati, e per terra c'erano anche venti manici di scopa ordinatamente disposti in tante file. Harry aveva sentito Fred e George Weasley lamentarsi delle scope della scuola, dicendo che, se uno volava troppo alto, alcune cominciavano a vibrare, oppure sbandavano leggermente a sinistra.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Dopo il biglietto di Hagrid, Harry non aveva ricevuto più missive, cosa che naturalmente Malfoy non aveva mancato di notare. A lui, il suo gufo reale portava sempre pacchi di dolci da casa, che il ragazzo apriva con gioia maligna alla tavola dei Serpeverde.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Harry non avrebbe mai creduto possibile incontrare un ragazzo più odioso di Dudley; questo, prima di conoscere Draco Malfoy. Eppure, i Grifondoro del primo anno frequentavano con i Serpeverde soltanto il corso di Pozioni e quindi non gli toccava sopportarlo troppo a lungo. O per lo meno, fu così fino a quando, nella bacheca della sala di ritrovo di Grifondoro, non comparve un avviso che li fece gemere di disperazione. Il giovedì successivo sarebbero iniziate le lezioni di volo, cui Grifondoro e Serpeverde avrebbero partecipato insieme.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   I Serpeverde esultavano. Nessuno sembrava essersi accorto che la scopa di Harry si stava comportando in modo strano. Lentamente, a sbalzi e a strattoni, lo stava trasportando sempre più in alto, lontano dal gioco.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Lee stava ancora commentando.
‘Palla al Serpeverde... Flitt ha la Pluffa... oltrepassa Spinnet... supera Bell... viene colpito in faccia da un Bolide, spero che gli abbia rotto il naso... ma no, professoressa, sto solo scherzando... il Serpeverde segna... oh, no...’
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)


   Harry lo vide. In un impeto di eccitazione, si tuffò in picchiata dietro quella scia d'oro. Anche il Cercatore del Serpeverde, Terence Higgs, lo aveva avvistato. Testa a testa, si lanciarono entrambi alla rincorsa del Boccino, e intanto sembrava che i Cacciatori avessero dimenticato il loro ruolo, sospesi a mezz'aria, tutti intenti a guardare.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘Palla ai Serpeverde’ stava dicendo Lee Jordan, ‘il Cacciatore Pucey schiva due Bolidi, due Weasley e il Cacciatore Bell, e avanza veloce verso... aspettate un attimo... ma quello non era il Boccino?’
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   L'aria gelida fu saturata dall'applauso dei Grifondoro e dalle urla e dai fischi dei Serpeverde.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   A commentare la partita era Lee Jordan, l'amico dei due gemelli Weasley, sorvegliato a vista dalla professoressa Mcgranitt. ‘...La ragazza si muove davvero veloce, lassù. Effettua un passaggio puntuale ad Alicia Spinnet, un'ottima scoperta di Oliver Baston, che l'anno scorso ha giocato soltanto come riserva... indietro alla Johnson e... no, la Pluffa è stata intercettata dal capitano del Serpeverde Marcus Flitt, che se la porta via: eccolo che vola alto come un'aquila... sta per... no, bloccato da un'ottima azione del Portiere del Grifondoro Baston, e il Grifondoro è di nuovo in possesso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice del Grifondoro Katie Bell... bella picchiata intorno a Flitt, poi di nuovo su... AHI!... deve averle fatto male quel colpo di Bolide dietro la testa! La Pluffa ritorna al Serpeverde. Ecco Adrian Pucey che parte a tutta birra verso i pali della porta, ma è bloccato da un secondo Bolide lanciatogli contro da Fred o George Weasley, non riesco a distinguere chi dei due... comunque, davanti a lei il campo è sgombero, e si allontana e letteralmente vola via - schiva un micidiale Bolide... è davanti alla porta - vai, Angelina! - il Portiere Bletchley si tuffa... manca il bersaglio... IL GRIFONDORO HA SEGNATO!
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Harry notò che sembrava rivolgersi in modo speciale al capitano dei Serpeverde, Marcus Flitt, un alunno del quinto anno. Harry pensò che Flitt potesse avere del sangue di mostro nelle vene. Con la coda dell'occhio vide lo striscione che sventolava sopra la folla con il motto fosforescente Potter sei tutti noi. Il cuore gli balzò in petto. Si sentì tornare un po' di coraggio.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Nel frattempo, negli spogliatoi, Harry e il resto della squadra si stavano cambiando e indossavano la loro divisa scarlatta (i Serpeverde avrebbero giocato in verde).
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   All'inizio di novembre cominciò a fare molto freddo. Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto di brina. Dalle finestre delle scale dei piani superiori si vedeva Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo da Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio ed enormi stivali foderati di castoro. La stagione del Quidditch era iniziata. Quel sabato, Harry avrebbe giocato la sua prima partita dopo settimane di allenamento: Grifondoro contro Serpeverde. Se avesse vinto, il Grifondoro avrebbe rimontato la classifica, passando al secondo posto nel campionato dei dormitori.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Quidditch, Malfoy era diventato, se possibile, ancora più antipatico. Deluso per la sconfitta del Serpeverde, aveva cercato di suscitare l'ilarità di tutti con una battuta, e cioè che la volta successiva
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Via via che si avvicinava il giorno della partita, però, il nervosismo di Harry non faceva che aumentare, nonostante quel che aveva detto a Ron e a Hermione. Neanche gli altri giocatori della squadra erano tanto tranquilli. L'idea di superare il Serpeverde nel campionato dei dormitori faceva sognare: erano sette anni che non succedeva, ma ci sarebbero riusciti, con un arbitro così poco imparziale?
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Scenderò in campo’ disse ai suoi due amici. ‘Altrimenti, tutti quelli del Serpeverde penseranno che ho troppa paura per affrontare Piton. Gliela farò vedere... se vinciamo, gli cancellerò il sorriso dalla faccia’.
‘Sempre che loro non cancellino te dal campo da gioco!’ commentò Hermione.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)


   ‘Tu vali dodici Malfoy’ disse. ‘E' stato il Cappello Parlante ad assegnarti a Grifondoro, non è vero? E Malfoy, dov'è finito? In quella fogna di Serpeverde’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   A quelle parole, George Weasley cadde per davvero dalla scopa.
‘L'arbitro è Piton?’ esclamò con la bocca ancora impastata di fango. ‘E da quando in qua fa l'arbitro per le partite di Quidditch? Se per caso superiamo il Serpeverde, sarà tutt'altro che imparziale’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Baston faceva lavorare la squadra sempre più duramente. Neanche la pioggia incessante che aveva preso il posto della neve riusciva a smorzare la sua foga. I gemelli Weasley si lamentavano che Baston stava diventando un fanatico, ma Harry stava dalla sua parte. Se avessero vinto il prossimo incontro, stavolta contro il Tassorosso, per la prima volta da sette anni avrebbero superato il Serpeverde nel campionato dei dormitori. E poi, a parte il desiderio di vincere, Harry aveva notato che, quando andava a letto esausto dopo l'allenamento; aveva meno incubi.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Abbiamo vinto! Hai vinto! Abbiamo vinto!’ gridò Ron, mollandogli una pacca sulla schiena. ‘E io ho fatto un occhio nero a Malfoy, mentre Neville si batteva da solo contro Tiger e Goyle! ancora in coma, ma Madama Chips dice che non ha niente. L'avevamo detto che gliel'avremmo fatta vedere noi, a quelli del Serpeverde! Sono tutti nella sala di ritrovo che ti aspettano. Abbiamo organizzato una festa: Fred e George hanno sgraffignato dalle cucine un po' di dolci e altra roba buona’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘In castigo!’ gridò. ‘E venti punti in meno a Serpeverde! Come ti permetti di andare in giro di notte a questo modo!’
‘Professoressa, lei non capisce... sta arrivando Harry Potter... ha un drago!’
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   quanti avevano sperato che il Serpeverde perdesse il campionato dei dormitori. Dovunque Harry andasse, veniva segnato a dito, e i compagni non si davano neanche la pena di abbassare la voce quando lo insultavano. Quelli del Serpeverde, invece, applaudivano al suo passaggio, fischiavano e dicevano in tono entusiasta: ‘Grazie, Potter, ti siamo debitori!’
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

    Il frastuono divenne assordante. Quelli che erano riusciti a fare il conto mentre gridavano a squarciagola, sapevano che il Grifondoro aveva raggiunto quattrocentosettantadue punti, esattamente come il Serpeverde. La coppa sarebbe stata loro… se soltanto Silente avesse dato a Harry un punto in più!
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Sì, Silente lo va strombazzando ai quattro venti» disse Ron tutto orgoglioso. «Senti, devi rimetterti in piedi per la festa di fine anno di domani. Il conteggio dei punti è stato ultimato, e naturalmente i Serpeverde hanno vinto: tu mancavi all’ultima partita di Quidditch e, senza di te, il Corvonero ci ha stracciati… Ma almeno il rinfresco sarà ottimo».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Quella sera Harry si avviò da solo alla festa di fine anno. Era stato trattenuto dalle assidue cure di Madama Chips, che aveva insistito per dargli un’ultima controllata, quindi la Sala Grande era già piena. Era parata a festa con i colori di Serpeverde, verde e argento, per festeggiare il fatto che aveva vinto la coppa per il settimo anno di fila. Un immenso stendardo con il serpente di Serpeverde copriva la parete dietro alla Tavola delle Autorità.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Ora, se ho ben capito» proseguì, «deve essere assegnata la Coppa delle Case, e la classifica è questa: al quarto posto Grifondoro, con trecentododici punti; terzo Tassorosso con trecentocinquantadue punti; secondo Corvonero, con quattrocentoventisei punti e primo Serpeverde, con quattrocentosettantadue».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Una boato di ovazioni e battimani esplose dal tavolo di Serpeverde. Harry vide Draco Malfoy che batteva il suo calice sul tavolo, e quella visione lo fece star male.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Sì, sì, molto bene, Serpeverde» continuò Silente. «Ma ci sono alcuni recenti avvenimenti che vanno presi in considerazione».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    La stanza piombò nel silenzio più assoluto. A quelli di Serpeverde si gelò il sorriso sulle labbra.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Ciò significa» riprese Silente sovrastando l’uragano di applausi dei Corvonero e dei Tassorosso, anche loro al settimo cielo per la sconfitta di Serpeverde, «ciò significa che dovremo ritoccare un po’ quelle decorazioni!»
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Batté le mani, e istantaneamente i parati verdi si fecero scarlatti e quelli d’argento divennero d’oro; l’enorme serpente di Serpeverde scomparve, lasciando il posto al leone rampante di Grifondoro. Piton stringeva la mano alla professoressa McGranitt con stampato in volto un orribile sorriso stiracchiato. Il suo sguardo incrociò quello di Harry e il ragazzo capì all’istante che i sentimenti di Piton verso di lui non erano cambiati di un ette. Ma questo non lo preoccupava: a quanto pareva, l’anno seguente la vita sarebbe tornata normale… o quanto meno, normale per Hogwarts.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Ogni anno quel millenario cappello, tutto rappezzato, consunto e lercio, assegnava i nuovi studenti ai dormitori delle quattro Case di Hogwarts (Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde). Harry ricordava bene quando lo aveva indossato lui, esattamente un anno prima, ed era rimasto impalato, ad aspettare la sua decisione, mentre quello gli bofonchiava all’orecchio i suoi commenti. Per alcuni, spaventosi secondi aveva temuto che il cappello lo avrebbe assegnato a Serpeverde, la Casa da cui, più di qualsiasi altra, erano usciti streghe e maghi malefici… ma invece era stato assegnato a Grifondoro, insieme a Ron, Hermione e a tutti gli altri fratelli Weasley. Nell’ultimo semestre, Harry e Ron avevano contribuito a far vincere a Grifondoro la Coppa di fine anno, sconfiggendo Serpeverde per la prima volta dopo sette anni.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Il professor Severus Piton era l’insegnante meno simpatico a Harry. E si dava il caso che Harry fosse lo studente meno simpatico a Piton. Crudele, sarcastico e sgradito a tutti, tranne agli studenti della sua Casa (Serpeverde), Piton insegnava Pozioni.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    A queste parole, un gruppetto di Serpeverde del quinto anno scoppiò a ridere sonoramente.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Che succede?» chiese Baston accigliato, raggiungendoli in volo. «Perché quel ragazzo del primo anno scatta foto? Non mi piace. Potrebbe essere una spia dei Serpeverde che cerca di saperne di più sul nuovo programma di allenamento».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «E, Oliver, i Serpeverde non hanno bisogno di spie» spiegò George.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Flitt!» gridò Baston al capitano dei Serpeverde. «Questo è il nostro turno di allenamento. Ci siamo alzati di buon’ora apposta. E ora fuori dai piedi!»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Si erano avvicinate anche Angelina, Alicia e Katie. Non c’erano ragazze nella squadra dei Serpeverde… che, spalla a spalla, facevano muro davanti ai Grifondoro gettando occhiate maliziose a qualcuno dietro di loro.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Ah!» replicò Flitt, «ma io ho un permesso speciale del professor Piton. Il sottoscritto, professor S. Piton, autorizza la squadra del Serpeverde ad allenarsi oggi sul campo di Quidditch per l’istruzione del suo nuovo Cercatore».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Strano che tu nomini il padre di Draco» disse Flitt mentre gli altri sorridevano ancora più apertamente. «Lascia che io ti mostri il generoso dono che ha fatto alla squadra dei Serpeverde».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Guardò Malfoy, che nel frattempo stava indossando la tuta dei Serpeverde.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Io sono il nuovo Cercatore dei Serpeverde, Weasley» gli rispose il ragazzo con aria compiaciuta. «E tutti stanno ammirando i manici di scopa che mio padre ha comprato alla nostra squadra».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    La squadra dei Serpeverde scoppiò in una risata fragorosa.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    La squadra dei Serpeverde era paralizzata dal ridere. Flitt era piegato in due e per non cadere si reggeva al suo nuovo manico di scopa. Malfoy era caduto a quattro zampe e picchiava freneticamente il pugno a terra. I Grifondoro erano tutti intorno a Ron, che continuava a vomitare grosse lumache lucenti. Sembrava che nessuno volesse toccarlo.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    A parte la pioggia e il vento, non era stato un allenamento felice. Fred e George, che avevano spiato la squadra dei Serpeverde, avevano constatato con i propri occhi la superiorità delle nuove Nimbus Duemila Uno. Riferirono che la squadra dei Serpeverde era composta da sette forme indistinte, di colore verdastro, che saettavano nell’aria come aerei da decollo verticale.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Stai attento a non passare attraverso gli spettri» disse Ron nervoso, e si avviarono lungo il bordo della pista da ballo. Passarono accanto a un gruppo di malinconiche suore, a un uomo stracciato in catene e al Frate Grasso, un allegro fantasma del Tassorosso, che stava parlando con un cavaliere con una freccia conficcata in fronte. Harry non fu sorpreso di vedere che gli altri fantasmi facevano largo intorno al Barone Sanguinario, un fantasma dei Serpeverde, macilento, dallo sguardo fisso, coperto di macchie di sangue argenteo.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Naturalmente, sapete tutti che Hogwarts è stata fondata più di mille anni fa — si ignora la data precisa — dai due maghi e dalle due streghe più famosi dell’epoca. Le quattro Case prendono nome da loro: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Insieme, essi costruirono questo castello, lontano dagli occhi curiosi dei Babbani, perché a quel tempo la magia era molto temuta dalla gente comune, e maghi e streghe erano crudelmente perseguitati».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    S’interruppe, volse intorno alla stanza uno sguardo opaco e proseguì: «Per alcuni anni, i quattro fondatori lavorarono insieme in grande armonia, andando in cerca di giovani che mostrassero doti magiche e portandoli al castello per educarli. Ma un giorno tra loro nacquero dei dissapori. Fra Serpeverde e gli altri cominciò a crearsi una spaccatura. Serpeverde voleva essere più severo nella scelta degli studenti da ammettere a Hogwarts. Era convinto che il sapere magico dovesse essere custodito nelle famiglie di maghi. Non gli piaceva prendere studenti nati in famiglie di Babbani: li riteneva inaffidabili. Dopo qualche tempo, tra Grifondoro e Serpeverde scoppiò una gravissima lite al riguardo e Serpeverde lasciò la scuola».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Tutto ciò proviene da fonti storiche sicure» proseguì, «ma questi fatti chiari e inoppugnabili sono stati offuscati dalla fantasiosa leggenda della Camera dei Segreti. Si racconta che Serpeverde costruì nel castello una stanza segreta, di cui gli altri fondatori ignoravano l’esistenza.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Stando alla leggenda, Serpeverde sigillò la Camera dei Segreti affinché nessuno potesse aprirla fintanto che non fosse giunto il suo vero erede. Soltanto lui sarebbe stato in grado di spezzare il sigillo apposto sulla Camera dei Segreti, sprigionare gli orrori che vi erano racchiusi e servirsene per epurare la scuola da tutti coloro che erano indegni di studiare la magia».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Si ritiene che si tratti di una specie di mostro, da cui solo l’erede di Serpeverde riesce a farsi obbedire» rispose il professor Rüf con la sua solita voce esile e asciutta.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Ma, signore» disse Seamus Finnigan, «se la Camera può essere aperta soltanto dal vero erede di Serpeverde, nessun altro può trovarla, non le pare?»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Ma forse bisogna che ci sia un legame con Serpeverde; per questo Silente non è riuscito…» cominciò a dire Dean Thomas. Ma Rüf ne aveva abbastanza.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Basta così» disse tagliando corto. «È un mito! Non esiste! Non c’è la minima prova che Serpeverde abbia mai costruito neanche un armadio per le scope che sia segreto! Mi rincresce di avervi raccontato una storia tanto insensata! E ora, se non vi dispiace, torniamo alla storia, ai fatti concreti, credibili, verificabili!»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «L’ho sempre saputo che Salazar Serpeverde era un vecchio pazzo strampalato» disse Ron a Harry e a Hermione mentre, finita la lezione, si facevano largo nell’affollato corridoio per andare a posare le cartelle prima di pranzo. «Ma non sapevo che fosse stato lui a inventare questa storia dei purosangue. Non vorrei essere nella sua Casa per tutto l’oro del mondo. Sinceramente, se il Cappello Parlante avesse cercato di mettermi tra i Serpeverde avrei ripreso di filato il treno per tornarmene a casa…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Harry non aveva mai raccontato a Ron e a Hermione che il Cappello Parlante aveva preso in seria considerazione la possibilità di mandare lui dai Serpeverde. Ricordava come fosse stato ieri quel che gli aveva detto all’orecchio la vocina, un anno prima, quando si era messo il cappello in testa: Potresti diventare grande, sai: qui, nella tua testa, c’è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c’è dubbio…
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Ma Harry, che aveva già sentito dire che la Casa di Serpeverde aveva fama di aver formato molti maghi oscuri, aveva pensato disperatamente: Non a Serpeverde, non a Serpeverde! Allora il cappello aveva detto: Be’, se sei proprio così sicuro… meglio Grifondoro!
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Che sono l’erede di Serpeverde, immagino» rispose Harry con lo stomaco che gli si era chiuso ancora di più al ricordo improvviso di come era scappato Justin Finch-Fletchley quando lo aveva incontrato.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Malfoy l’Erede di Serpeverde?» commentò Hermione scettica.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Guarda la sua famiglia» disse Harry chiudendo anche lui il libro. «Sono stati sempre tutti Serpeverde, lui non fa che vantarsene in continuazione. Non è impossibile che discendano da Serpeverde in persona. Il padre di Malfoy è decisamente abbastanza cattivo per esserlo».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Va bene» disse Hermione in tono gelido. «Dovremmo introdurci nella sala di ritrovo dei Serpeverde e fare a Malfoy qualche domanda senza che lui sappia che siamo noi».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «È una pozione che ti trasforma in un’altra persona. Pensateci! Potremmo trasformarci in tre studenti del Serpeverde. Nessuno saprebbe che siamo noi. È assai probabile che Malfoy sputerebbe fuori tutto. Forse se ne sta vantando nella sala di ritrovo dei Serpeverde in questo preciso momento, se solo potessimo ascoltarlo».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Allora, Harry» disse Allock mentre Hermione ripiegava il biglietto e con dita tremanti lo riponeva nella cartella, «domani, se non sbaglio, si gioca la prima partita di Quidditch della stagione. Grifondoro contro Serpeverde, vero? Mi dicono che sei molto bravo. Anch’io giocavo come Cercatore. Mi chiesero di entrare nella Nazionale, ma ho preferito dedicare la vita a combattere le Forze Oscure. Se dovessi sentire il bisogno di allenarti un po’ privatamente, non esitare a chiedermelo. Sono sempre felice di trasmettere la mia esperienza a giocatori meno abili…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Sabato mattina Harry si svegliò di buon’ora e rimase a letto pensando all’imminente partita a Quidditch. Lo innervosiva il pensiero di quel che avrebbe detto Baston se il Grifondoro avesse perso, ma anche l’idea di dover affrontare una squadra che montava le più veloci scope da corsa reperibili sul mercato. Mai come in quel momento aveva desiderato battere i Serpeverde. Rimase mezz’ora steso a letto a rimuginare tutti questi pensieri, poi si alzò, si vestì e scese a fare colazione. Era presto, e nella Sala Grande trovò gli altri compagni di squadra del Grifondoro seduti intorno al lungo tavolo semideserto, taciturni e tesi.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «I Serpeverde hanno scope migliori delle nostre» cominciò, «inutile negarlo. Ma a cavallo delle nostre scope ci sono giocatori più valenti. Ci siamo allenati più di loro, abbiamo volato col sole e con la pioggia…» («Troppo vero» bofonchiò tra sé George Weasley. «Non ricordo di avere mai indossato vestiti completamente asciutti, da agosto fino a oggi») «…e gli faremo rimpiangere il giorno che hanno permesso a quello schifoso di Malfoy di comperarsi l’ammissione nella squadra».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Quando entrarono in campo furono accolti da un boato, soprattutto applausi, perché il Tassorosso e il Corvonero erano ansiosi di vedere battuto il Serpeverde, ma in mezzo alla folla, questi ultimi fecero sentire anche i loro fischi e le loro grida. Madama Bumb, l’insegnante di Quidditch, chiese a Flitt e a Baston di scambiarsi una stretta di mano, cosa che loro fecero lanciandosi occhiate velenose e stringendo un bel po’ più del necessario.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Fuori uno, Harry» gli disse George sfrecciandogli accanto a tutta velocità con la mazza in resta, pronto a colpire il Bolide e rinviarlo ai Serpeverde. Harry lo vide centrarlo con un gran fendente in direzione di Adrian Pucey, ma a mezza strada il Bolide cambiò rotta e puntò di nuovo su Harry.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Aveva cominciato a piovere; Harry sentì alcune gocce pesanti cadergli sul viso e schizzargli gli occhiali. Non aveva la minima idea di come se la stessero cavando i suoi compagni, fino a quando non udì Lee Jordan, che faceva la radiocronaca, annunciare: «I Serpeverde sono in vantaggio per sessanta a zero».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    La superiorità delle scope dei Serpeverde stava dando i suoi frutti, mentre il Bolide impazzito faceva di tutto per disarcionare Harry. Fred e George gli volavano talmente vicini che Harry non vedeva altro che un agitarsi di braccia e non riusciva a individuare il Boccino, figuriamoci acchiapparlo.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Che succede?» chiese Baston quando la squadra del Grifondoro si fu riunita, mentre i Serpeverde facevano partire una bordata di fischi. «Ci stanno facendo a pezzi. Fred, George, dove eravate quando l’altro Bolide ha impedito ad Angelina di segnare?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Stavamo sei metri sopra di lei, cercando di evitare che l’altro massacrasse Harry» disse George tutto arrabbiato. «Qualcuno lo ha truccato. Non ha lasciato in pace Harry neanche un attimo, per tutta la partita non ha inseguito nessun altro. I Serpeverde devono avergli fatto qualche incantesimo».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Madama Bumb si stava avvicinando. Alle sue spalle, Harry vedeva la squadra dei Serpeverde fischiare e indicare dalla sua parte.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Se ci fermiamo adesso perdiamo la partita!» disse Harry. «E non ci lasceremo certo sconfiggere dai Serpeverde solo per un Bolide impazzito! Su, Oliver, convincili a lasciarmi in pace!»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Con pezzetti di Serpeverde dentro? Vuoi scherzare?» disse Ron.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Purtroppo la pozione era pronta solo per metà. Mancavano ancora il corno di Bicorno e la pelle di Girilacco, e l’unico posto dove reperirli era la dispensa privata di Piton. Personalmente, Harry avrebbe preferito affrontare il leggendario mostro di Serpeverde piuttosto che essere scoperto da Piton a rubare nel suo ufficio.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Le lezioni di Pozioni si tenevano in una vasta sala dei sotterranei. Quel giovedì pomeriggio la lezione si svolse nel modo consueto. Venti calderoni fumanti erano stati sistemati fra i banchi di legno, su cui erano poggiate bilance d’ottone e i barattoli degli ingredienti necessari. Piton si aggirava in mezzo a tutto quel fumo, facendo osservazioni pungenti sul lavoro dei Grifondoro, mentre i Serpeverde sogghignavano in segno di approvazione. Draco Malfoy, che era il cocco del professore, continuava a lanciare occhi di pesce-palla su Ron e Harry, il quale sapeva che qualsiasi rappresaglia sarebbe costata loro una punizione immediata.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Pensi proprio che il mostro di Serpeverde sappia duellare?» commentò Ron, ma anche lui lesse l’avviso con interesse.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Malfoy e qualche altro Serpeverde applaudirono. Hermione saltellava sulla punta dei piedi. «Si sarà fatto male?» strillava.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Malfoy si fece largo tra i compagni, con un sorriso beffardo stampato sul viso, seguito da una ragazza Serpeverde, che ricordò a Harry un’illustrazione del libro In vacanza con le streghe. Era grossa e tarchiata, con l’aria aggressiva. Hermione le rivolse un debole sorriso, che lei non ricambiò.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Conta, eccome!» disse Hermione prendendo finalmente la parola con voce strozzata. «Perché la capacità di parlare ai serpenti era la cosa per cui era famoso Salazar Serpeverde. Per questo il simbolo della sua Casa è un serpente».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Poteva essere davvero un discendente di Salazar Serpeverde? Dopo tutto, lui non sapeva niente della famiglia di suo padre. I Dursley gli avevano sempre proibito di fare domande sui suoi antenati maghi.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    ‘Ma io sono nel Grifondoro’ pensò. ‘Se avessi sangue di Serpeverde nelle vene, il Cappello Parlante non mi avrebbe messo qui…’
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    ‘Ah!’ esclamò una vocina maligna dentro di lui. ‘Ma il Cappello Parlante voleva metterti tra i Serpeverde, non ti ricordi?’
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «In ogni caso» stava dicendo un ragazzo corpulento, «ho detto a Justin di nascondersi nel nostro dormitorio. Voglio dire, se Potter lo ha preso di mira come sua prossima vittima è meglio che lui si tenga alla larga per un po’. Inutile dire che Justin si aspettava qualcosa del genere da quando s’era lasciato sfuggire con Potter che era figlio di Babbani. In realtà Justin gli ha spiattellato che era stato scelto per Eton, e non è certo il genere di cose che uno va a strombazzare quando è in giro l’erede di Serpeverde, non trovate?»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Hannah» disse solennemente il ragazzo corpulento, «lui è un Rettilofono. Tutti sanno che quello è il segno della Magia Oscura. Hai mai sentito dire che un mago per bene parli ai serpenti? Lo stesso Serpeverde veniva chiamato ‘Lingua di Serpente’».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Ti chiedi se ti ho messo nel posto giusto» disse il cappello con grande perspicacia. «Sì, devo ammetterlo… è stata una decisione particolarmente difficile. Ma rimango del mio parere» il cuore di Harry gli balzò in petto, «saresti stato benissimo tra i Serpeverde».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Harry non sapeva cosa dire. Pensò a Malfoy che aveva gridato: La prossima volta toccherà a voi, mezzosangue! e alla Pozione Polisucco che bolliva pian piano nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Poi pensò alle due volte che aveva udito la voce disincarnata e ricordò le parole di Ron: ‘Udire voci che nessun altro sente non è un buon segno, neanche tra i maghi’. Pensò anche a tutte le dicerie che giravano su di lui e alla sua crescente paura di avere in qualche modo a che fare con Salazar Serpeverde
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Per Fred e George, invece, tutto questo era molto divertente. Avrebbero fatto qualsiasi cosa per precedere Harry lungo i corridoi, gridando: «Fate largo all’Erede di Serpeverde, passa un mago pericoloso e cattivo…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Harry non se la prendeva; lo confortava il pensiero che almeno Fred e George giudicassero ridicola l’idea che lui fosse l’erede di Serpeverde. Chi invece sembrava infastidito da quelle pagliacciate era Draco Malfoy, che reagiva ogni volta in maniera sempre più irritata.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «È perché muore dalla voglia di dire che l’erede di Serpeverde, in realtà, è lui» disse Ron astuto. «Lo sapete che non sopporta di essere secondo a nessuno, di qualsiasi cosa si tratti, e che qualcun altro si prenda il merito delle sue mascalzonate».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    La Sala Grande era uno splendore. Non solo era addobbata con una dozzina di alberi di Natale coperti di ghiaccio e con grossi festoni di agrifoglio e di vischio che andavano da una parte all’altra del soffitto, ma dall’alto fioccava anche neve magica, calda e asciutta. Silente diresse il canto corale di alcune delle sue carole preferite, mentre Hagrid, man mano che tracannava grog, batteva il tempo sempre più freneticamente. Percy non s’era accorto che Fred aveva fatto un incantesimo al suo cartellino di Prefetto, su cui ora si leggeva ‘Perfetto’, e continuava a chiedere che avessero tanto da ridere. Dalla tavola dei Serpeverde, Draco Malfoy, con voce stentorea, faceva commenti maligni sul maglione nuovo di Harry, ma lui lo ignorava. Con un po’ di fortuna, di lì a poche ore lo avrebbe sistemato a dovere.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Io ho già quel che mi serve!» disse Hermione animandosi ed estraendo dalla tasca una bottiglietta con un unico capello dentro. «Vi ricordate Millicent Bulstrode con cui mi sono accapigliata al Club dei Duellanti? Quando stava cercando di strangolarmi mi ha lasciato questo sul vestito. Lei è andata a casa per Natale… ma basterà che io dica ai Serpeverde che ho deciso di tornare».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Ma con grande sorpresa di Harry e Ron, la fase numero uno dell’operazione andò liscia come Hermione aveva previsto. Dopo il tè, si attardarono nella Sala d’Ingresso deserta in attesa di Tiger e Goyle che, rimasti soli al tavolo dei Serpeverde, si stavano rimpinzando di una quarta porzione di zuppa inglese. Harry aveva appoggiato i pasticcini al cioccolato sulla balaustra delle scale. Quando videro Tiger e Goyle uscire dalla Sala Grande, Harry e Ron si nascosero in fretta dietro a un’armatura, accanto al portone principale.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «È meglio che ci avviamo» disse Harry allentando il cinturino dell’orologio che gli stava segando il grosso polso da Goyle. «Dobbiamo ancora scoprire dov’è la sala di ritrovo dei Serpeverde. Speriamo soltanto di incontrare qualcuno da seguire…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Scesero le scale di marmo. Ora, l’unica cosa di cui avevano bisogno era incontrare un Serpeverde da seguire fino alla sala di ritrovo del loro dormitorio, ma in giro non si vedeva nessuno.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «La mattina i Serpeverde arrivano sempre da lì» disse Ron indicando l’ingresso ai sotterranei. Aveva appena finito di parlare che una ragazza dai lunghi capelli ricci apparve dalla porta d’ingresso.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Videro una figura uscire da una stanza laterale. Ma avvicinandosi ebbero un tuffo al cuore: non era un Serpeverde, era Percy.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «…O come diavolo si chiama» disse Malfoy. «Ho notato che ultimamente se ne va in giro con aria equivoca. E scommetto di sapere cos’ha in testa: pensa di riuscire a scovare da solo l’erede di Serpeverde».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    La sala comune dei Serpeverde era un sotterraneo lungo e basso con le pareti e il soffitto di pietra, da cui, appese a delle catene, pendevano lampade rotonde e verdastre. Di fronte a loro, in un camino dalle sculture elaborate, scoppiettava un fuoco contro cui si stagliava il profilo di molti ragazzi, seduti tutt’intorno su sedie scolpite.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «San Potter, l’amico dei mezzosangue» scandì lentamente Malfoy. «Lui è un altro che non ha una vera sensibilità da mago, altrimenti non se ne andrebbe sempre in giro con quella presuntuosa Babbanastra della Granger. E pensare che la gente crede che l’erede di Serpeverde sia lui!»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Harry e Ron rimasero in attesa, trattenendo il fiato: di certo, Malfoy stava per dirgli che l’erede di Serpeverde era lui. E invece…
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Si agitò sulla sedia e poi aggiunse: «Mio padre mi dice di non immischiarmi e di lasciare che l’erede di Serpeverde prosegua il suo lavoro. Dice che la scuola deve essere liberata da tutti quegli sporchi mezzosangue, ma che io non me ne devo impicciare. Naturalmente in questo momento lui ha ben altro da fare. Lo sapete che il Ministero della Magia ha perquisito il nostro Castello, la settimana scorsa?»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Presto, una medicina per il mal di stomaco!» grugnì Ron, e senza altre storie attraversarono di corsa la sala comune dei Serpeverde, si lanciarono contro la parete di pietra e attraversarono il passaggio segreto, sperando ardentemente che Malfoy non si fosse accorto di nulla. Harry rimpiccioliva e sentiva i piedi sciacquare dentro le enormi scarpe di Goyle e i vestiti ballargli addosso. Fecero di volata le scale verso la sala d’ingresso, che era avvolta nell’oscurità: dall’armadio dove erano rinchiusi Tiger e Goyle provenivano dei colpi soffocati. Lasciarono le scarpe fuori dall’armadio e, con i soli calzini ai piedi, fecero di corsa la scalinata di marmo, dritti al bagno di Mirtilla Malcontenta.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Dài, Ron, svegliati!» sbottò Hermione con impazienza. «Noi sappiamo che la persona che ha aperto la Camera l’ultima volta è stata espulsa cinquant’anni fa. Sappiamo che cinquant’anni fa T.O. Riddle ha ricevuto un premio per servigi speciali resi alla scuola. Che ne diresti se Riddle avesse ottenuto il premio per aver scoperto chi era l’Erede di Serpeverde? Probabilmente il suo diario potrebbe dirci tutto: dove si trova la Camera, come si fa ad aprirla e che genere di creatura ci vive chiusa dentro. La persona che oggi sta dietro agli attentati non vorrebbe certo che il diario andasse in giro, non trovi?»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Forse l’erede di Serpeverde si era scoraggiato, pensò Harry. Doveva essere sempre più rischioso aprire la Camera dei Segreti, con la scuola così allertata e sospettosa. Chissà, forse in quello stesso momento il mostro — di qualsiasi cosa si trattasse — si stava preparando ad andare in letargo per altri cinquant’anni…
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Madama Chips era china su una ragazza del quinto anno dai lunghi capelli ricciuti. Harry la riconobbe per la Corvonero cui avevano chiesto casualmente informazioni sulla sala di ritrovo dei Serpeverde. E sul letto vicino al suo c’era…
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «E con questo i Grifondoro colpiti sono due, senza contare un fantasma del Grifondoro, una Corvonero e un Tassorosso» commentò Lee Jordan, l’amico dei gemelli Weasley, contando sulla punta delle dita. «Nessuno degli insegnanti ha notato che i Serpeverde sono tutti incolumi? Non è evidente che all’origine di tutta questa storia c’è Serpeverde? L’erede di Serpeverde, il mostro di Serpeverde… perché non li buttano fuori tutti?» tuonò tra cenni di assenso e sporadici applausi.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Quel Draco Malfoy!» commentò Ernie tagliando rametti morti. «Sembra che tutta questa situazione lo diverta, non pare anche a voi? Sapete che vi dico? Penso che l’erede dei Serpeverde potrebbe essere proprio lui».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Non riusciva a capire cos’altro potessero fare. Da qualunque lato esaminasse la situazione erano a un punto morto. Riddle aveva preso la persona sbagliata, l’erede di Serpeverde se l’era svignata, e nessuno era in grado di dire se questa volta fosse stata la stessa persona o qualcun altro ad aprire la Camera. Non c’era più nessuno a cui poter chiedere. Harry si sdraiò, continuando a pensare alle parole di Aragog.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    «Avete preso l’Erede di Serpeverde!» squittì una ragazza al tavolo dei Tassorosso.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Ci fu un’esplosione di applausi. Harry lanciò un’occhiata al tavolo dei Serpeverde e non fu affatto sorpreso nel constatare che Draco Malfoy non si era unito al tripudio. Ron, invece, sembrava felice come non lo vedeva da molti giorni.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Il canto del gallo gli è fatale» lesse ad alta voce. «I galli di Hagrid sono stati uccisi! Una volta aperta la Camera, l’Erede di Serpeverde non ne voleva vedere neanche uno intorno al castello! I ragni fuggono davanti a lui! Torna tutto!»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Ciò significa» disse Harry, «che qui a scuola io non sono l’unico Rettilofono. Anche l’Erede di Serpeverde lo è. Ecco come ha tenuto sotto controllo il Basilisco».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «L’Erede dei Serpeverde ha lasciato un altro messaggio» disse la professoressa McGranitt pallidissima. «Proprio sotto al primo. Il suo scheletro giacerà nella Camera, per sempre».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Non hai ancora capito, Harry Potter?» chiese Riddle con dolcezza. «È stata Ginny Weasley ad aprire la Camera dei Segreti. È stata lei a strangolare i galli e a scrivere messaggi minacciosi sulle pareti. Lei ad aizzare il Serpente di Serpeverde contro quattro mezzosangue oltre che contro la gatta di Gazza».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Era la mia parola contro quella di Hagrid. Be’, puoi immaginare da te com’è rimasto il vecchio Armando Dippet. Da una parte Tom Riddle, povero in canna ma brillante, orfano ma così coraggioso, Prefetto della scuola, studente modello; dall’altra quel gran pasticcione confusionario di Hagrid, che si metteva nei guai una settimana sì e una no, che tentava di allevare cuccioli di lupi mannari sotto il letto, che sgattaiolava nella foresta proibita per combattere i troll. Ma devo ammettere che persino io sono rimasto sorpreso della riuscita del mio piano. Pensavo che qualcuno si sarebbe reso conto che l’Erede di Serpeverde non poteva assolutamente essere Hagrid. C’erano voluti a me cinque anni interi per scoprire quel che c’era da sapere sulla Camera dei Segreti e trovarne l’ingresso… figuriamoci se Hagrid poteva avere il cervello o il potere per farlo!
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Be’, certo, dopo l’espulsione di Hagrid non mi ha mai perso d’occhio, e la cosa era molto seccante» disse Riddle con indifferenza. «Sapevo che riaprire la Camera mentre ero ancora a scuola non era prudente. Ma non avevo certo intenzione di buttare al vento tutti gli anni che avevo passato a cercarla. Decisi allora di lasciare un diario che conservasse tra le sue pagine la memoria di quel che io ero a sedici anni; in questo modo, con un po’ di fortuna, sarei riuscito a istruire qualcuno abbastanza per seguire le mie orme e a portare a compimento la nobile opera di Salazar Serpeverde».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Immagina la mia rabbia quando ho scoperto che chi aveva riaperto il diario per scrivermi non eri tu, ma Ginny. Lei te l’ha visto in mano ed è stata presa dal panico. Cosa sarebbe successo se tu avessi scoperto come funzionava e se io ti avessi spiattellato tutti i suoi segreti? O se — peggio ancora — io ti avessi detto chi era stato a strangolare i galli? Cosi, quella stupida mocciosa ha aspettato che nel tuo dormitorio non ci fosse nessuno e ha trafugato il diario. Ma io sapevo cosa fare. Ormai mi era chiaro che tu eri sulle tracce dell’Erede di Serpeverde. Da tutto quel che Ginny mi aveva detto di te, sapevo che avresti risolto il mistero a ogni costo, specie poi se a essere aggredita fosse stata una delle tue migliori amiche. E Ginny mi aveva detto che a scuola aveva suscitato un grande scalpore il fatto che tu parlassi il Serpentese…
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Vedi?» bisbigliò. «Era un nome che già usavo a Hogwarts, ma naturalmente soltanto con gli amici più intimi. Credi forse che intendessi usare per sempre lo sporco nome da Babbano di mio padre? Io, che per parte di madre ho nelle vene il sangue di Salazar Serpeverde? Io, chiamarmi con il nome di uno stupido Babbano qualunque, che mi aveva abbandonato ancor prima che nascessi solo perché aveva scoperto che sua moglie era una strega? No, Harry. Mi sono creato un nuovo nome, un nome che, quando fossi diventato il più grande stregone di tutti i tempi, al solo pronunciarlo avrebbe fatto tremare tutti i maghi della terra!»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «E così tua madre è morta per salvarti? Sì, devo ammettere che si tratta di un potente contro-incantesimo. Ora lo capisco… in fin dei conti, in te non c’è niente di speciale. Me lo chiedevo, capisci? Perché fra noi, Harry Potter, esistono strane somiglianze. Perfino tu devi averle notate. Tutti e due siamo mezzosangue, orfani, e allevati da Babbani. Probabilmente gli unici Rettilofoni che mai abbiano frequentato Hogwarts dai tempi del grande Serpeverde. Anche fisicamente ci assomigliamo un po’… Ma in fondo a salvarti da me è stato solo un caso, un caso fortunato. Era quello che m’interessava sapere».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Ora, Harry, voglio darti una piccola lezione. Misuriamo i poteri di Lord Voldemort, Erede di Salazar Serpeverde e quelli del famoso Harry Potter, munito delle migliori armi che Silente e in grado di offrirgli».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Lanciò uno sguardo divertito a Fanny e al Cappello Parlante poi si allontanò. Harry, con le gambe intorpidite e molli per la paura, lo vide fermarsi fra le due immense colonne e guardare in alto, verso il volto di pietra di Serpeverde, che lo sovrastava nella semioscurità. Riddle spalancò la bocca, e ne uscì un sibilo. Ma Harry capiva quel che stava dicendo.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Parlami, Serpeverde, tu che sei il più grande dei Quattro di Hogwarts».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Il gigantesco volto di pietra di Serpeverde si mosse. Inorridito, Harry vide la sua bocca spalancarsi sempre più fino a diventare un immenso buco nero.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Qualcosa di pesante cadde con un tonfo sul pavimento di pietra: Harry lo senti tremare sotto i piedi. Sapeva quel che stava accadendo, lo intuiva, gli sembrava quasi di vedere il serpente gigantesco srotolarsi dalla bocca di Serpeverde. Poi udì il sibilo di Riddle: «Uccidilo!»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Professore» riprese di nuovo dopo un istante. «Il Cappello Parlante mi disse che io… che… sarei stato bene fra i Serpeverde. Per un po’ tutti hanno pensato che fossi io l’erede di Serpeverde… perché parlo il Serpentese…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Harry, tu parli il Serpentese» disse calmo Silente, «perché Voldemort — che è l’ultimo discendente rimasto di Salazar Serpeverde — parla il Serpentese. A meno che io non mi sbagli di grosso, la notte in cui ti ha lasciato quella cicatrice ti ha trasmesso alcuni dei suoi poteri. Anche se di certo non ne aveva intenzione…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Allora è vero che dovrei stare con i Serpeverde!» disse Harry guardando Silente disperato. «Il Cappello Parlante ha visto in me il potere di Serpeverde e…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Ti ha assegnato al Grifondoro» disse Silente sempre calmo. «Ascoltami bene, Harry. Si dà il caso che tu abbia molte qualità che Salazar Serpeverde apprezzava nei suoi alunni, che selezionava accuratamente. Il dono molto raro del Serpentese… intraprendenza… determinazione… un certo disprezzo per le regole» soggiunse, e ancora una volta i suoi baffi vibrarono. «E tuttavia, il Cappello Parlante ti ha assegnato al Grifondoro. Tu sai perché. Pensaci».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Lo ha fatto» disse Harry con la delusione nella voce, «perché gli ho chiesto io di non andare fra i Serpeverde…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   Draco Malfoy e Harry erano nemici sin dal momento in cui si erano incontrati durante il primo viaggio verso Hogwarts. Malfoy, che aveva un viso pallido, appuntito e beffardo, era nella Casa dei Serpeverde; giocava da Cercatore nella squadra di Quidditch del Serpeverde, lo stesso ruolo di Harry nel Grifondoro. Tiger e Goyle sembravano essere al mondo solo per
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   I nuovi arrivati a Hogwarts indossavano il Cappello Parlante, che li assegnava strillando alle case a cui erano più adatti (Grifondoro, Corvonero, Tassorosso o Serpeverde). La professoressa McGranitt si avviò verso il suo posto al tavolo degli insegnanti, mentre Harry e Hermione si dirigevano, cercando di non farsi notare, verso il tavolo dei Grifondoro. Tutti si voltarono a guardarli mentre strisciavano lungo il muro della sala, e alcuni indicarono Harry. La storia del suo svenimento davanti al Dissennatore si era diffusa cosi in fretta?
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Quando Harry, Ron e Hermione entrarono nella Sala Grande per la colazione, la mattina dopo, la prima cosa che videro fu Draco Malfoy impegnato a intrattenere un folto gruppo di Serpeverde con una storia molto divertente. Mentre passavano, Malfoy si esibì in una ridicola imitazione di uno svenimento che fece scoppiare tutti a ridere.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Ehi, Potter!» strillò Pansy Parkinson, una ragazza di Serpeverde con la faccia da carlino. «Potter! Stanno arrivando i Dissennatori. Potter! Uuuuuu!»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Malfoy» disse Ron, sedendosi dall'altro lato di George e lanciando un'occhiata al tavolo dei Serpeverde.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Comunque, vedremo come riderà Malfoy dopo la prima partita a Quidditch» disse Fred. «Grifondoro contro Serpeverde, il primo incontro della stagione, ti ricordi?»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Finirono in fretta la colazione, salutarono Fred e George e riattraversarono la sala. Mentre passavano accanto al tavolo dei Serpeverde, Malfoy fece ancora finta di svenire. Le risate seguirono Harry fino all'ingresso.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   limitare della foresta proibita. Fu solo quando riconobbe tre schiene fin troppo familiari che si rese conto che avrebbero dovuto seguire la lezione con i Serpeverde. Malfoy stava parlando animatamente con Tiger e Goyle, che ridacchiavano. Harry era sicuro di sapere di cosa stavano parlando.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Molto scossa, la classe di Cura delle Creature Magiche li seguì a distanza. I Serpeverde erano infuriati con Hagrid.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Vado a vedere se sta bene!» disse Pansy, e corse su per la scalinata. I Serpeverde, sempre confabulando contro Hagrid, si avviarono verso la loro sala comune nei sotterranei; Harry, Ron e Hermione salirono verso la torre del Grifondoro.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Harry teneva d'occhio il tavolo dei Serpeverde. Un bel gruppo che comprendeva Tiger e Goyle era immerso in un fitto conciliabolo. Harry era sicuro che stessero mettendo a punto la loro versione di come Malfoy era
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Malfoy non si ripresentò a lezione fino a martedì mattina tardi, quando i Serpeverde e i Grifondoro erano a metà della doppia ora di Pozioni. Entrò spavaldo nel sotterraneo, il braccio destro bendato e appeso al collo, con l'aria baldanzosa, almeno secondo Harry, di uno che è eroicamente sopravvissuto a una tremenda battaglia.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Harry e Ron si scambiarono sguardi cupi. Piton non si sarebbe limitato a dire 'al posto' se fossero stati loro ad arrivare in ritardo: li avrebbe puniti e basta. Invece Malfoy se la cavava sempre alle lezioni di Piton, che era il direttore dei Serpeverde e di solito riservava un trattamento di favore agli studenti della sua Casa.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   I Grifondoro osservarono la scena intimoriti. I Serpeverde avevano l'aria eccitata. Piton prese il rospo e lo sistemò nella mano sinistra, immerse un cucchiaino nella pozione di Neville, che ora era verde, e ne fece colare alcune gocce nella gola di Oscar.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   In un lampo, Difesa contro le Arti Oscure diventò la lezione più amata. Solo Draco Malfoy e la sua banda di Serpeverde avevano qualcosa di sgradevole da dire sul professor Lupin.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Il professor Silente rispedì tutti i ragazzi del Grifondoro nella Sala Grande, dove dieci minuti più tardi li raggiunsero gli studenti di Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, tutti estremamente confusi.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Non giochiamo contro Serpeverde!» disse, con aria molto arrabbiata. «Flirt è appena venuto a trovarmi. L'incontro è con i Tassorosso».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Lo so, ma non possiamo dimostrarlo» disse Baston amaramente. «Abbiamo provato tutte quelle tattiche convinti di incontrare i Serpeverde, e invece sfidiamo i Tassorosso, e il loro stile è totalmente diverso. Hanno un nuovo Capitano e un nuovo Cercatore, Cedric Diggory...»
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Ma giocavamo in condizioni completamente diverse!» urlò Baston, gli occhi un po' sporgenti. «Diggory ha messo su una squadra molto forte! È un ottimo Cercatore! Era proprio quello che temevo, che la prendeste così alla leggera! Non dobbiamo rilassarci! Dobbiamo restare concentrati! I Serpeverde stanno cercando di prenderci in contropiede! Dobbiamo vincere!»
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Il giorno prima della partita, il vento prese a ululare e la pioggia cadde più fitta che mai. Era così buio che nei corridoi e nelle classi furono accese torce e lanterne supplementari. La squadra dei Serpeverde era molto soddisfatta, e Malfoy più di tutti.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Non è ancora finita» disse Fred. «Abbiamo perso per cento punti, giusto? Quindi se Tassorosso perde con Corvonero e noi battiamo Corvonero e Serpeverde...»
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Impossibile, i Corvonero sono troppo bravi. Ma se Serpeverde perde contro Tassorosso...»
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Probabilmente costa più di tutte le scope dei Serpeverde messe insieme» disse Ron allegramente.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   All'ora di pranzo scesero nella Sala Grande e scoprirono che i tavoli erano stati di nuovo disposti lungo le pareti, e che al centro della stanza c'era un solo tavolo, preparato per dodici. I professori Silente, McGranitt, Piton, Sprite e Vitious erano seduti con Gazza, il guardiano, che aveva sostituito il solito cappotto marrone con un frac dall'aria molto vecchia e piuttosto muffita. C'erano solo altri tre studenti, due del primo anno, che sembravano parecchio tesi, e un imbronciato Serpeverde del quinto anno.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Corvonero giocò contro Serpeverde una settimana dopo l'inizio del trimestre. Vinse Serpeverde, anche se di stretta misura. Secondo Baston, era un bene per Grifondoro, che si sarebbe piazzato secondo se a sua volta avesse battuto Corvonero. Quindi Baston portò il numero degli allenamenti a cinque la settimana. Con le lezioni AntiDissennatore di Lupin, che da sole erano più faticose di sei allenamenti di Quidditch, Harry aveva solo una sera la settimana per fare i compiti. Anche così, non parve accusare lo sforzo tanto quanto Hermione, il cui immenso carico di lavoro cominciava a farsi sentire. Tutte le sere, senza eccezioni, Hermione era in un angolo della sala comune, con parecchi tavoli coperti di libri, schemi di Aritmanzia, dizionari di rune, diagrammi di Babbani che sollevavano oggetti pesanti e quaderni su quaderni di appunti fitti fitti; quasi non parlava con nessuno, e quando veniva interrotta scattava, nervosissima. «Come fa?»
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   La mattina dopo Harry scese a colazione con gli altri ragazzi del suo dormitorio, tutti convinti che la Firebolt meritasse una sorta di drappello d'onore. Quando Harry entrò nella Sala Grande, tutti si voltarono a guardare la Firebolt, e si diffuse un mormorio di eccitazione. Harry vide con enorme soddisfazione che la squadra dei Serpeverde sembrava colpita da un fulmine.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   La squadra dei Grifondoro scoppiò in una sonora risata. Gli occhi pallidi di Malfoy diventarono due fessure, e il ragazzo si allontanò. Lo guardarono raggiungere il resto della squadra di Serpeverde, che si riunì a confabulare, certo per chiedere a Malfoy se la scopa di Harry fosse davvero una Firebolt.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Harry guardò la scena stupefatto. Per terra, in un mucchio aggrovigliato, c'erano Malfoy, Tiger, Goyle e Marcus Flitt, il capitano dei Serpeverde, che lottavano per liberarsi dei loro lunghi mantelli neri col cappuccio. A quanto pareva, Malfoy doveva essere salito sulle spalle di Goyle. La professoressa McGranitt, furiosa come non mai, era in piedi di fronte a loro.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Davvero un tiro spregevole!» urlava. «Un basso, vile tentativo di sabotare il Cercatore dei Grifondoro! Siete tutti puniti, e cinquanta punti in meno per Serpeverde! Ne parlerò con il professor Silente, non dubitate! Ah, eccolo che arriva!»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Non glielo dovette ripetere due volte. Neville afferrò la busta e tenendola davanti a sé come se fosse una bomba corse fuori dalla sala, mentre il tavolo dei Serpeverde scoppiava a ridere. Sentirono la Strillettera che partiva nell'ingresso: la voce della nonna di Neville, prodigiosamente aumentata di volume di almeno cento volte, che strillava ai quattro venti come il nipote aveva coperto di vergogna tutta la famiglia.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Harry, sarà meglio che tu lo batta alla finale di Quidditch!» disse Hermione con voce acuta. «Sarà meglio, perché se Serpeverde vince non riuscirò a sopportarlo!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry, nel frattempo, doveva far convivere i compiti e le lezioni con l'allenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili discussioni di tattica con Baston. La partita GrifondoroSerpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di duecento punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava costantemente alla sua squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino valeva da sola centocinquanta punti.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Mai, a memoria di nessuno, l'attesa di una partita era trascorsa in un'atmosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi esplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di Grifondoro e un sesto anno di Serpeverde finirono in infermeria con dei porri che gli spuntavano dalle orecchie.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Per Harry fu un gran brutto periodo. Non poteva andare a lezione senza che qualche Serpeverde non cercasse di fargli lo sgambetto; Tiger e Goyle sbucavano da tutte le parti, e strisciavano via delusi quando lo vedevano circondato da altri ragazzi. Baston aveva dato istruzioni perché Harry venisse scortato ovunque, nel caso che i Serpeverde tentassero di metterlo fuori gioco. Tutta la Casa di Grifondoro raccolse la sfida con entusiasmo, così che per Harry era impossibile arrivare alle lezioni in orario perché era sempre circondato da un'enorme folla rumorosa. Era più preoccupato per la sicurezza della sua Firebolt che per la propria. Quando non la cavalcava, la chiudeva al sicuro nel suo baule, e spesso durante gli intervalli sfrecciava su nella Torre di Grifondoro a controllare che ci fosse ancora.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry dormì male. Prima sognò di aver dormito troppo, e che Baston gli strillava: «Dov'eri? Abbiamo dovuto far giocare Neville al tuo posto!» Poi sognò che Malfoy e il resto della squadra di Serpeverde erano arrivati alla partita a cavallo di draghi. Stava volando a rotta di collo, cercando di evitare una fiammata uscita dalle fauci del destriero di Malfoy, quando gli venne in mente che aveva dimenticato la Firebolt. Precipitò e si svegliò di soprassalto.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Gli ci volle qualche secondo prima di ricordare che la partita non era ancora arrivata, che era al sicuro nel suo letto e che alla squadra di Serpeverde non sarebbe certo stato permesso di giocare a cavallo di draghi. Aveva molta sete. Più piano che poteva, scese dal letto a baldacchino e andò a versarsi dell'acqua dalla brocca d'argento sotto la finestra.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry e il resto della squadra di Grifondoro la mattina dopo entrarono nella Sala Grande salutati da un fragoroso applauso. Harry non poté fare a meno di sorridere quando vide che anche i tavoli di Corvonero e di Tassorosso li applaudivano. Al loro passaggio, dal tavolo di Serpeverde si alzò un fischio acuto. Harry notò che Malfoy era ancora più pallido del solito.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   quarti della folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come 'VAI GRIFONDORO!' e 'LA COPPA AI LEONI'. Dietro la porta di Serpeverde, comunque, erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, e il professor Piton era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia un sorriso sgradevole.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Il commento di Lee fu seppellito da una marea di 'buuu' dal fronte di Serpeverde.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Ed ecco la squadra di Serpeverde, guidata dal capitano Flitt. Il capitano ha apportato alcune modifiche nello schieramento, e si direbbe che abbia privilegiato la taglia più che l'abilità...»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Altri 'buuu' dalla folla di Serpeverde. Harry, comunque, pensava che Lee avesse ragione. Malfoy era di gran lunga il più piccolo in campo; tutti i suoi compagni erano enormi.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Grifondoro in possesso di palla. Alicia Spinnet di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso la porta di Serpeverde, vai così, Alicia! Argh, no... Pluffa intercettata da Warrington, Warrington di Serpeverde attraversa il campo... WHAM! Bel colpo di Bolide per George Weasley, Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson, Grifondoro è di nuovo in possesso, forza, Angelina... bel dribbling su Montague... stai giù, Angelina, è un Bolide!... E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Basta così!» strillò Madama Bumb sfrecciando fra di loro. «Rigore a Grifondoro, per attacco immotivato al suo Cacciatore! Rigore a Serpeverde, per deliberata aggressione al suo Cacciatore!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry voltò bruscamente la Firebolt e vide Flitt che, sempre sanguinando abbondantemente, volava in avanti per battere il rigore a favore di Serpeverde. Baston era accovacciato davanti alla porta di Grifondoro, le mascelle serrate.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Grifondoro in possesso, no, è Serpeverde in possesso... no! ...Grifondoro torna in possesso, ed è Katie Bell, Katie Bell per Grifondoro con la Pluffa, sta risalendo il campo... L'HA FATTO APPOSTA!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Montague, un Cacciatore di Serpeverde, aveva scartato davanti a Katie, e invece di prendere la Pluffa le aveva afferrato la testa. Katie si rovesciò in aria, riuscì a rimanere in sella ma lasciò cadere la Pluffa.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Fingendo un'improvvisa concentrazione, Harry voltò la Firebolt e filò verso il campo di Serpeverde. Funzionò. Malfoy si affrettò a inseguirlo, convinto che Harry avesse visto il Boccino laggiù...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Un Bolide sfrecciò accanto all'orecchio destro di Harry, colpito dal gigantesco Battitore di Serpeverde, Derrick. Un attimo dopo...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Ha haaa!» urlò Lee Jordan, mentre i Battitori di Serpeverde si allontanavano l'uno dall'altro tenendosi la testa fra le mani. «Peccato, ragazzi! Dovete darvi una sveglia se volete battere una Firebolt! E Grifondoro è di nuovo in possesso, ecco Johnson che prende la Pluffa... Flitt la segue... colpiscilo nell'occhio, Angelina! Scherzavo, professoressa, scherzavo... oh, no... Flitt in possesso, Flitt vola verso le reti di Grifondoro, dài, Baston, prendila!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ma Flitt aveva segnato; ci fu uno scoppio di applausi dall'ala di Serpeverde e Lee disse una parolaccia così grossa che la McGranitt cercò di strappargli il megafono magico.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Stava diventando la partita più sporca a cui Harry avesse mai preso parte. Furiosi che Grifondoro fosse passato in vantaggio così in fretta, i Serpeverde ricorrevano ormai a ogni mezzo per prendere la Pluffa. Bole colpì Alicia con la mazza e si giustificò dicendo che l'aveva scambiata per un Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole. Madama Bumb assegnò altri rigori a entrambe le squadre, e Baston fece un altro salvataggio spettacolare. Il punteggio era quaranta a dieci per Grifondoro.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   intorno, le mazze levate, in caso che un Serpeverde meditasse vendetta. Bole e Derrick approfittarono dell'assenza di Fred e George per sparare entrambi i Bolidi contro Baston; lo colpirono allo stomaco, uno dopo l'altro, e Baston rotolò nell'aria, stretto alla scopa, col fiato mozzo.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   E Angelina segnò. Sessanta a dieci. Un attimo dopo, Fred Weasley sparò un Bolide contro Warrington, facendogli perdere la Pluffa; Alicia la prese e la spedì nella porta di Serpeverde. Settanta a dieci.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Alicia batté il rigore per Grifondoro, ma era così arrabbiata che mancò la porta di diversi metri. La squadra di Grifondoro stava perdendo la concentrazione e i Serpeverde, eccitati dal fallo di Malfoy su Harry, cavalcavano a spron battuto, sempre più in alto.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Serpeverde in possesso, Serpeverde avanza verso la porta... Montague segna...» gemette Lee. «Settanta a venti per Grifondoro...»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry si voltò. Ogni singolo giocatore di Serpeverde a parte Malfoy stava risalendo il campo verso Angelina, compreso il Portiere: volevano bloccarla a tutti i costi...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry puntò la Firebolt, si chinò tanto da aderire al manico e la spronò in avanti. Come un proiettile, filò verso i Serpeverde.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Non avete sentito?» disse Hagrid col sorriso un po' meno largo. Abbassò la voce, anche se non c'era nessun altro in vista. «Ehm... Piton l'ha detto a tutti i Serpeverde stamattina... ormai lo sanno tutti... il professor Lupin è un Lupo Mannaro, ecco. E ieri notte era libero nel parco... adesso sta facendo le valigie, naturale».
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    La Sala Grande era magnifica come sempre, decorata per il banchetto d’inizio anno. Piatti e calici d’oro scintillavano alla luce di centinaia e centinaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sopra i tavoli. Le quattro lunghe tavolate delle case erano affollate di studenti vocianti; in fondo alla Sala, gli insegnanti sedevano lungo un solo lato di un quinto tavolo, di fronte ai loro allievi. Lì dentro faceva molto più caldo. Harry, Ron e Hermione passarono oltre i Serpeverde, i Corvonero e i Tassorosso e si sedettero con gli altri di Grifondoro all’estremità della Sala, vicino a Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro. Nick quella sera portava il suo solito farsetto, con una gorgiera particolarmente ampia, che serviva al doppio scopo di avere un’aria festaiola e di assicurare che la testa non ciondolasse troppo sul collo in parte tagliato.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Or son mille anni, o forse anche più, che l’ultimo punto cucito mi fu: vivevano allor quattro maghi di fama, che ancora oggi celebri ognuno qui chiama. Il fier Grifondoro, di cupa brughiera, e Corvonero, beltà di scogliera, e poi Tassorosso, signor di vallata, e ancor Serpeverde, di tana infossata. Un solo gran sogno li accomunava, un solo progetto quei quattro animava: creare una scuola, stregoni educare. E Hogwarts insieme poteron fondare. Ciascuno dei quattro una casa guidava, ciascuno valori diversi insegnava: ognuno stimava diverse virtù e quelle cercava di accrescer vieppiù. E se Grifondoro il coraggio cercava e il giovane mago più audace premiava, per Corvonero una mente brillante fu tosto la cosa davvero importante. Chi poi nell’impegno trovava diletto del buon Tassorosso vinceva il rispetto, e per Serpeverde la pura ambizione contava assai più di ogni nobile azione. I quattro, concordi, gli allievi diletti sceglievan secondo criteri corretti. Ma un giorno si dissero: chi li spartirà quando ognuno di noi defunto sarà? Così Grifondoro un modo trovava e me dal suo capo veloce sfilava: poi con i tre maghi una mente mi fece capace di scegliere in loro vece. E se sulle orecchie mi avrete calato, voi state pur certi, non ho mai sbagliato: nelle vostre teste un occhiata darò e alla Casa giusta vi assegnerò!
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Serpeverde
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il tavolo all’altro capo della Sala esplose in applausi; Harry vide Malfoy battere le mani mentre Baddock si univa ai Serpeverde. Harry si chiese se Baddock sapeva che la casa di Serpeverde aveva prodotto più Maghi e Streghe Oscuri di qualunque altra. Fred e George fischiarono mentre Malcolm Baddock si sedeva.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Serpeverde
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il Barone Sanguinario era lo spettro di Serpeverde, un fantasma magro e silenzioso coperto di macchie di sangue argentato. Era l’unico a Hogwarts in grado di controllare Pix.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Oggi non è male… siamo fuori tutta la mattina» disse Ron, che scorreva col dito la colonna dell’orario dedicata al lunedì. «Erbologia con quelli di Tassorosso e Cura delle Creature Magiche… accidenti, siamo ancora con i Serpeverde».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    «’giorno!» disse Hagrid, con un gran sorriso rivolto a Harry, Ron e Hermione. «Aspetto i Serpeverde, non vorranno perdersi questa roba: Schiopodi Sparacoda!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Era Draco Malfoy. I Serpeverde erano arrivati: Tiger e Goyle sghignazzarono in segno di approvazione.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Quando scesero per colazione la mattina del 30 ottobre, scoprirono che la Sala Grande era stata addobbata durante la notte. Enormi stendardi di seta pendevano dai muri. Ciascuno rappresentava una Casa di Hogwarts: rosso con un leone d’oro per Grifondoro, blu con un’aquila di bronzo per Corvonero, giallo con un tasso nero per Tassorosso, e verde con un serpente d’argento per Serpeverde. Dietro il tavolo degli insegnanti, lo stendardo più grande di tutti portava il blasone di Hogwarts: leone, aquila, tasso e serpente uniti sotto una grande H.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Le prime tre file di studenti si ritrassero mentre la carrozza sfrecciava più in basso e si preparava ad atterrare a una tremenda velocità; poi, con un fracasso abnorme che fece balzare Neville indietro sul piede di un Serpeverde del quinto anno, gli zoccoli dei cavalli, più grossi di piatti da portata, toccarono terra. Dopo un secondo, atterrò anche la carrozza, rimbalzando sulle vaste ruote, mentre i cavalli d’oro scuotevano le enormi teste e roteavano i grandi occhi fieri.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Viktor Krum e i suoi compagni di Durmstrang si erano seduti al tavolo di Serpeverde. Harry notò che Malfoy, Tiger e Goyle erano molto compiaciuti per questo; Malfoy si chinò in avanti per dire qualcosa a Krum.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Ma questo interrogativo ebbe quasi subito una risposta. Avevano raggiunto il tavolo di Serpeverde, e Karkaroff aveva appena chiamato a raccolta i suoi studenti.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Gira voce che Warrington si sia alzato presto e abbia presentato il suo nome» disse Dean a Harry. «Quello grosso di Serpeverde che sembra un bradipo».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Harry, che aveva giocato a Quidditch contro Warrington, scosse la testa disgustato. «Non possiamo avere un campione di Serpeverde
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Lo sapevo, io!» strillò Ron, mentre una tempesta di applausi e urla invadeva la Sala. Harry vide Viktor Krum alzarsi dal tavolo di Serpeverde e dirigersi goffo verso Silente; girò a destra, avanzò lungo il tavolo degli insegnanti e spari oltre la porta che conduceva alla stanza accanto.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    In circostanze normali non avrebbe visto l’ora di parlare con Hagrid, ma Cura delle Creature Magiche voleva dire trovarsi faccia a faccia con i Serpeverde — per la prima volta da quando era diventato campione.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Poteva capire l’atteggiamento dei Tassorosso, anche se non gli piaceva; avevano il loro campione da sostenere. Non si aspettava altro che biechi insulti dai Serpeverde — era estremamente impopolare tra loro e lo era sempre stato, perché con i colori di Grifondoro li aveva battuti un’infinità di volte, sia a Quidditch che nella Coppa delle Case. Ma aveva sperato che i Corvonero sarebbero stati disposti a tifare per lui come per Cedric. Invece no: i Corvonero parevano convinti in gran parte che avesse imbrogliato il Calice solo perché era avido di celebrità.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    La doppia lezione di Pozioni era sempre un’esperienza terribile, ma in quei giorni rasentava la tortura. Essere rinchiusi in una cantina per un’ora e mezza con Piton e i Serpeverde, tutti decisi, a quanto pareva, a fargli pagare l’ardire di essere diventato campione della scuola, era la cosa più orrenda che Harry potesse immaginare, o quasi. Aveva già sofferto per un venerdì, con Hermione seduta accanto a lui che ripeteva “Ignorali, ignorali, ignorali” sottovoce, e non vedeva perché quel giorno le cose avrebbero dovuto andare meglio.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Quando lui e Hermione raggiunsero il sotterraneo di Piton dopo pranzo, scoprirono che i Serpeverde li aspettavano fuori, ognuno con una grossa spilla appuntata sulla divisa in bella vista. Per un folle attimo Harry pensò che si trattasse di spille CREPA — poi si accorse che avevano tutte lo stesso slogan a lettere rosse che brillavano vivaci nel corridoio sotterraneo scarsamente illuminato:
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    I Serpeverde ulularono dalle risate. Anche loro, tutti quanti, premettero le loro spille, finché la frase POTTER FA SCHIFO non scintillò intorno a Harry. Lui sentì il calore invadergli di colpo la faccia e il collo.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Oh, molto divertente» disse Hermione sarcastica a Pansy Parkinson e alla sua banda di ragazze di Serpeverde, che ridevano più di tutti, «davvero spiritoso».
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Nel chiasso generale, i Serpeverde cercarono di dare la loro versione dei fatti. Piton puntò un lungo dito giallastro verso Malfoy e disse: «Spiegati».
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Costrinse Hermione a mostrare i denti a Piton — lei stava facendo del suo meglio per nasconderli con le mani, anche se era difficile, visto che ormai avevano superato il colletto della divisa. Pansy Parkinson e le altre di Serpeverde erano piegate in due dalle risate silenziose e additavano Hermione da dietro le spalle di Piton.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Harry si gettò la borsa sulla spalla, si alzò e si diresse verso la porta. Mentre passava accanto ai banchi dei Serpeverde, POTTER FA SCHIFO ammicco verso di lui da tutte le direzioni.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

   La prospettiva di parlare faccia a faccia con Sirius fu la sola cosa che sostenne Harry per i quindici giorni che seguirono, l’unica luce in un orizzonte che non era mai stato più cupo. Lo shock di essere campione della scuola ormai si era un po’ attenuato, e cominciava a farsi strada la paura per ciò che lo attendeva. La prima prova era sempre più vicina; la sentiva acquattata davanti a lui come un mostro orrendo che gli sbarrava il cammino. I suoi nervi non avevano mai sofferto così tanto, nemmeno prima di un incontro di Quidditch, compreso l’ultimo contro Serpeverde, in cui Grifondoro aveva vinto la Coppa. Harry non riusciva a pensare a un dopo, era come se tutta la sua vita lo avesse condotto alla prima prova, e con questa dovesse finire…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Dal momento in cui uscì l’articolo, Harry dovette sopportare un’incredibile quantità di battute e commenti sarcastici da parte di tutti, soprattutto i Serpeverde.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Ignorale» disse Hermione con voce piena di dignità, oltrepassando a testa alta le Serpeverde sogghignanti come se non esistessero. «Ignorale e basta, Harry».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Ma a Harry non importava, non gli sarebbe importato nemmeno se Karkaroff gli avesse dato zero; l’indignazione di Ron valeva almeno cento punti per lui. Non lo disse a Ron, naturalmente, ma il suo cuore era più leggero dell’aria quando si voltò per uscire dallo steccato. E non era solo Ron… non erano solo i Grifondoro quelli che applaudivano nella folla. Quando si era arrivati al dunque, quando avevano visto che cosa doveva affrontare, gran parte dei ragazzi della scuola si erano schierati dalla sua parte, come da quella di Cedric… non gli importava dei Serpeverde, ora poteva sopportare qualunque insulto da parte loro.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Un gruppo di Serpeverde sali dai gradini della loro sala comune sotterranea. Davanti c’era Malfoy; indossava un abito di velluto nero con il colletto alto, che secondo Harry lo faceva assomigliare a un vicario. Pansy Parkinson stringeva il braccio di Malfoy, avvolta in un abito rosa pallido molto sontuoso. Tiger e Goyle erano vestiti di verde tutti e due; sembravano sassi color muschio, e nessuno dei due, Harry fu lieto di notare, era riuscito a trovare un’accompagnatrice.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Harry udì alle sue spalle un suono di risate basse e sgradevoli. Si voltò: Draco Malfoy e il resto dei Serpeverde erano in arrivo. Erano tutti giulivi, e nessuno parve sorpreso di vedere la professoressa Caporal.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Era vero, anche se era solo perché Harry, Ron e Hermione avevano scoperto nel bagno guasto di Mirtilla il luogo adatto per preparare in segreto la Pozione Polisucco, una miscela proibita che aveva trasformato Harry e Ron in copie viventi di Tiger e Goyle per un’ora, in modo da permettere loro di intrufolarsi nella sala comune di Serpeverde.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Sentiva le risate della folla, e sapeva di avere un’aria stupida, lì a camminare nel lago senza mostrare alcuna traccia di poteri magici. Ciò che di lui era ancora asciutto era coperto di pelle d’oca; semisommerso dall’acqua gelata, mentre un venticello crudele lo spettinava, Harry prese a tremare violentemente. Evitò di guardare le tribune; le risate si facevano più alte, e si udivano fischi e grida di scherno dei Serpeverde
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Malfoy, Tiger e Goyle erano davanti alla classe insieme a Pansy Parkinson e alla sua banda di ragazze di Serpeverde. Guardavano qualcosa che Harry non riuscì a vedere e sghignazzavano con tutta l’anima. Il muso da carlino di Pansy spuntò eccitato da dietro la vasta schiena di Goyle mentre Harry, Ron e Hermione si avvicinavano.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Eccoli, eccoli!» disse con una risatina, e il manipolo di Serpeverde si disperse. Harry vide che Pansy aveva in mano una rivista: Il Settimanale delle Streghe. La foto animata sulla copertina mostrava una strega ricciuta che esibiva un sorriso tutto denti e puntava la bacchetta contro una grossa torta di pan di Spagna.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Guardò verso i Serpeverde, che fissavano lei e Harry dall’altra parte della stanza per vedere se l’articolo li aveva turbati. Hermione rivolse loro un sorriso sarcastico e un saluto con la mano, e lei, Harry e Ron tirarono fuori gli ingredienti necessari per preparare la Pozione Aguzzaingegno.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Nella cantina echeggiarono le risate dei Serpeverde, e un sorriso sgradevole increspò la bocca sottile di Piton. Con gran rabbia di Harry, l’insegnante cominciò a leggere l’articolo ad alta voce.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry sentì la faccia ardere. Piton faceva una pausa alla fine di ogni frase per consentire ai Serpeverde di farsi una bella risata. Letto da Piton, l’articolo suonava dieci volte più disgustoso.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «…i sostenitori di Harry Potter devono sperare che la prossima volta egli affidi il suo cuore a una candidata più meritevole. Davvero commovente» concluse Piton con un sorrisetto beffardo, arrotolando la rivista mentre i Serpeverde continuavano a sghignazzare. «Be’, credo che sia meglio separarvi, voi tre, cosi potrete concentrarvi sulle vostre pozioni invece che sulla vostra complicata vita sentimentale. Weasley, tu resti qui. Signorina Granger, laggiù, vicino alla signorina Parkinson. Potter… quel tavolo davanti alla mia cattedra. Muovetevi. Ora».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «lo credo che abbiano ragione tutti e due» rispose Sirius, guardandoli pensieroso. «Da quando ho scoperto che Piton insegnava qui, mi sono chiesto come mai Silente gli ha offerto un lavoro. Piton è sempre stato attratto dalle Arti Oscure, a scuola era celebre per questo. Era un tipo viscido, untuoso, coi capelli appiccicaticci» aggiunse Sirius, e Harry e Ron si scambiarono un sorrisetto. «Quando è arrivato a scuola, conosceva più incantesimi di metà degli allievi del settimo anno e faceva parte di una banda di Serpeverde che sono diventati quasi tutti Mangiamorte».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «No, non è quello» disse Hermione. «Mi sono appena abbonata alla Gazzetta del Profeta. Sono stufa di venire a sapere tutto dai Serpeverde».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Ma prima che Harry potesse impuntarsi per vedere il giornale, Draco Malfoy gridò dal tavolo di Serpeverde:
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Anche lui brandiva una copia della Gazzetta del Profeta. I Serpeverde seduti a tavola ridacchiavano, agitandosi sulle sedie per riuscire a vedere la reazione di Harry.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Al tavolo di Serpeverde, Malfoy, Tiger e Goyle ridevano di lui, si picchiavano la testa con le dita, facevano grottesche smorfie da matti e dardeggiavano la lingua come serpenti.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Tutti quanti in Sala erano rivolti a Silente, stupefatti e sconvolti… o meglio, quasi tutti. Al tavolo di Serpeverde, Harry vide Draco Malfoy bofonchiare qualcosa a Tiger e Goyle. Harry sentì lo stomaco contrarsi per la rabbia, una rabbia folle e bruciante. Si costrinse a guardare di nuovo verso Silente.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Silente si voltò con gravità verso Harry, e levò di nuovo il calice. Quasi tutti in Sala Grande lo imitarono subito. Mormorarono il suo nome, come avevano mormorato quello di Cedric, e bevvero alla sua salute. Ma da uno spazio vuoto tra le persone in piedi, Harry notò che Malfoy, Tiger, Goyle e molti degli altri Serpeverde erano rimasti seduti al loro posto in segno di sfida, senza toccare i calici. Silente, che dopotutto non possedeva occhi magici, non li vide.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Silente spostò lo sguardo da Madame Maxime e Hagrid a Fleur Delacour e ai suoi compagni di Beauxbatons, a Viktor Krum e ai ragazzi di Durmstrang al tavolo di Serpeverde. Krum, osservò Harry, era guardingo, quasi spaventato, come se si aspettasse che Silente dicesse qualcosa di terribile.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Stava parlando con lei, e la teneva in mano» spiegò Hermione. «Lui sapeva, naturalmente. È così che lei ha ottenuto tutte quelle belle intervistine con i Serpeverde. A loro non importava che lei facesse qualcosa di illegale, pur di raccontarle cose orribili su di noi e su Hagrid».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «E indovina chi è il prefetto di Serpeverde?» chiese Ron, sempre a occhi chiusi.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Un tempo, quand’ero assai nuovo berretto e Hogwarts neonata acquistava rispetto, i gran fondatori del nobil maniero sortivan tra loro un patto sincero: divisi giammai, uniti in eterno per crescere in spirito sano e fraterno la scuola di maghi migliore del mondo, per dare ad ognuno un sapere profondo. ’Insieme insegnare, vicini restare!’ Il motto riuscì i quattro amici a legare: perché mai vi fu sodalizio più vero che tra Tassorosso e il fier Corvonero, e tra Serpeverde e messer Grifondoro l’unione era salda, l’affetto un ristoro. Ma poi cosa accadde, che cosa andò storto per rendere a tale amicizia gran torto? Io c’ero e ahimè qui vi posso narrare com’è che il legame finì per errare. Fu che Serpeverde così proclamò: «Di antico lignaggio studenti vorrò». E il fier Corvonero si disse sicuro: «Io stimerò sol l’intelletto più puro». E poi Grifondoro: «Darò gran vantaggio a chi compie imprese di vero coraggio». E ancor Tassorosso: «Sarà l’uguaglianza del mio insegnamento la sana sostanza». Fu scarso il conflitto all’inizio, perché ciascuno dei quattro aveva per sé un luogo in cui solo i pupilli ospitare, e a loro soltanto la scienza insegnare. Così Serpeverde prescelse diletti di nobile sangue, in astuzia provetti, e chi mente acuta e sensibile aveva dal fier Corvonero ricetto otteneva, e i più coraggiosi, i più audaci, i più fieri con ser Grifondoro marciavano alteri, e poi Tassorosso i restanti accettava, sì, Tosca la buona a sé li chiamava. Allora le Case vivevano in pace, il patto era saldo, il ricordo a noi piace. E Hogwarts cresceva in intatta armonia, e a lungo, per anni, regnò l’allegria. Ma poi la discordia tra noi s’insinuò e i nostri difetti maligna sfruttò. Le Case che con profondissimo ardore reggevano alto di Hogwarts l’onore mutarono in fiere nemiche giurate, e si fronteggiaron, d’orgoglio malate. Sembrò che la scuola dovesse crollare, amico ed amico volevan lottare. E infine quel tetro mattino si alzò che Sal Serpeverde di qui se ne andò. La disputa ardente tra gli altri cessava ma le Case divise purtroppo lasciava, né furon mai più solidali da che i lor fondatori rimasero in tre. E adesso il Cappello Parlante vi appella e certo sapete qual è la novella che a voi tutti quanti annunciare dovrò: ma sì, nelle Case io vi smisterò. Però questa volta è un anno speciale, vi dico qualcosa ch’è senza l’uguale: e dunque, vi prego, attenti ascoltate e del mio messaggio tesoro ora fate. Mi spiace dividervi, ma è mio dovere: eppure una cosa pavento sapere. Non so se sia utile voi separare: la fine che temo potrà avvicinare. Scrutate i pericoli, i segni leggete, la storia v’insegna, su, non ripetete l’errore commesso nel nostro passato. Adesso su Hogwarts sinistro è calato un grande pericolo, un cupo nemico l’assedia da fuori, pericolo antico. Uniti, e compatti resister dobbiamo se il crollo di Hogwarts veder non vogliamo. Io qui ve l’ho detto, avvertiti vi ho… e lo Smistamento or comincerò.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «E vuole che tutte le Case siano amiche?» chiese Harry, guardando il tavolo di Serpeverde, dove Draco Malfoy teneva banco. «Facile».
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Be’, ecco, non dovresti assumere questo atteggiamento» lo rimproverò Nick. «Cooperazione pacifica, questa è la chiave. Noi fantasmi, anche se apparteniamo a Case distinte, manteniamo legami di amicizia. Nonostante la competitività tra Grifondoro e Serpeverde, non mi sognerei mai di scatenare una disputa con il Barone Sanguinario».
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Harry aveva ragione ieri sera» ribatté Ron. «Se vuol dire che dobbiamo fare gli amiconi con Serpeverde… non se ne parla proprio».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    I Serpeverde in prima fila alzarono lo sguardo eccitati; adoravano quando Piton tormentava Harry.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    La giornata era diventata fresca e ventosa e, attraversando il prato che scendeva fino alla capanna di Hagrid al limitare della foresta proibita, sentirono qualche rara goccia di pioggia sul viso. La professoressa Caporal aspettava la classe a una trentina di metri dalla capanna; davanti a lei c’era un lungo tavolo su cavalletti carico di bastoncini. Harry e Ron si stavano avvicinando, quando un alto scoppio di risate risuonò alle loro spalle: si voltarono e videro Draco Malfoy che avanzava, circondato dalla solita banda di compari di Serpeverde. Doveva appena aver detto qualcosa di molto divertente, perché Tiger, Goyle, Pansy Parkinson e gli altri continuarono a sghignazzare di cuore mentre si radunavano attorno al tavolo; e a giudicare da come lo guardavano, Harry indovinò l’argomento della battuta senza troppe difficoltà.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Qualcosa nel suo finto tono disinvolto suggerì a Harry che forse sapeva chi erano gli spettatori non invitati; infatti uscirono dallo spogliatoio nella vivida luce solare sotto una tempesta di fischi e urla della squadra di Serpeverde e di tifosi assortiti, raggruppati a metà delle tribune vuote. Le loro voci echeggiavano forte nello stadio.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    I Serpeverde, guidati da Malfoy, esplosero in urla e scoppi di risate. Ron, che si era precipitato per afferrare la Pluffa prima che toccasse il suolo, sterzò dalla picchiata in maniera goffa, e scivolò di lato sulla scopa, poi tornò in quota, tutto rosso. Harry vide Fred e George scambiarsi uno sguardo, ma stranamente nessuno dei due disse nulla, cosa di cui fu loro grato.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Il naso di Katie sanguinava. Giù in basso, i Serpeverde battevano i piedi e sghignazzavano. Fred e George volarono verso Katie.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Tornarono in aria. Quando Angelina fischiò, Harry liberò il Boccino e Fred e George lasciarono il Bolide. Da quel momento, Harry quasi non si rese conto di quello che facevano gli altri. Il suo compito era riacchiappare la pallina dorata svolazzante che valeva centocinquanta punti per la squadra del Cercatore e questo richiedeva enorme rapidità e abilità. Accelerò, vorticando e scartando tra i Cacciatori, la tiepida aria autunnale che gli frustava il volto; le urla remote dei Serpeverde erano un ruggito insignificante nelle sue orecchie… ma troppo presto un fischio lo costrinse di nuovo a fermarsi.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Be’, riproviamo» disse Angelina. Stava ignorando i Serpeverde, che avevano intonato Grifondoro schiappe, Grifondoro schiappe, ma c’era senza dubbio una certa rigidità nel suo modo di cavalcare la scopa.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    I Serpeverde continuarono a scandire i loro slogan e i Grifondoro si trascinarono verso lo spogliatoio.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Sì, la Umbridge ha dato subito il permesso alla squadra di Quidditch di Serpeverde di continuare a giocare, gliel’ho chiesto per prima cosa questa mattina. Be’, è stato praticamente automatico, lei conosce benissimo mio padre, lui entra ed esce dal Ministero come gli pare… sarà interessante vedere se anche Grifondoro otterrà il permesso, non credete?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Aiutami!» disse Harry a Ron. Riuscì a passare un braccio attorno al collo di Neville e a trascinarlo via, lontano dai Serpeverde. Tiger e Goyle avevano fatto un passo avanti, i pugni in guardia, pronti alla rissa. Ron afferrò il braccio di Neville e insieme a Harry riuscì a trascinarlo nella fila di Grifondoro. Neville era paonazzo; la pressione del braccio di Harry sulla sua gola rendeva incomprensibili le strane parole che gli uscivano dalle labbra.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Pensare a cosa?» chiese Ron con rabbia. «Ha dato il permesso a Serpeverde: perché a noi no?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Bene, ascoltate tutti quanti» disse Angelina a voce molto alta, uscendo dall’ufficio del Capitano. «So che il clima non è ideale, ma forse dovremo giocare contro Serpeverde in condizioni simili, perciò è una buona idea cercare di capire come possiamo affrontarle. Harry, non avevi fatto qualcosa ai tuoi occhiali per non farli appannare dalla pioggia quando abbiamo giocato contro Tassorosso con quella tempesta?»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    All’avvicinarsi della prima partita di Quidditch della stagione, Grifondoro contro Serpeverde, le riunioni dell’ES furono sospese perché Angelina pretese allenamenti quasi quotidiani. Il fatto che la Coppa di Quidditch non si tenesse da molto tempo aumentava di parecchio l’interesse e l’eccitazione per la partita; per Corvonero e Tassorosso il risultato era importante, perché naturalmente avrebbero incontrato entrambe le squadre nel corso dell’anno; e i Direttori delle Case in campo, malgrado tentassero di esibire un decoroso equilibrio, erano determinati a veder vincere la propria parte. Harry si rese conto di quanto la professoressa McGranitt tenesse a battere Serpeverde quando lei si astenne dall’assegnare compiti la settimana prima dell’incontro.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Piton non era meno partigiano; aveva prenotato il campo di Quidditch per gli allenamenti di Serpeverde così spesso che Grifondoro aveva difficoltà ad andare a giocare. Faceva anche orecchie da mercante alle varie testimonianze di fatture scagliate dai Serpeverde sui giocatori di Grifondoro nei corridoi. Quando Alicia Spinnet si presentò in infermeria con le sopracciglia così folte che le oscuravano la vista e le finivano in bocca, Piton sostenne che doveva aver tentato un Incantesimo Parruccone su se stessa e rifiutò di ascoltare i quattordici testimoni oculari che dichiaravano di aver visto il Portiere di Serpeverde, Miles Bletchley, colpirla alle spalle con un incantesimo mentre studiava in biblioteca.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    L’unica preoccupazione reale di Harry era che le tattiche della squadra di Serpeverde per far perdere le staffe a Ron ancor prima di entrare in campo funzionavano benissimo. Harry sopportava i loro commenti velenosi da oltre quattro anni, perciò i bisbigli del tipo «Ehi, Potty, ho sentito che Warrington ha giurato di buttarti giù dalla scopa, sabato» non gli facevano neanche il solletico, invece di gelargli il sangue. «Warrington? Con la mira che ha, mi preoccuperei di più se puntasse qualcuno accanto a me» ribatteva, facendo ridere Ron e Hermione e cancellando il sorrisetto dalla faccia di Pansy Parkinson.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Ma Ron non aveva mai affrontato un’implacabile campagna di insulti, beffe e intimidazioni. Quando quelli di Serpeverde, alcuni dei quali avevano diciassette anni ed erano parecchio più grossi di lui, gli mormoravano nei corridoi «Prenotato il letto in infermeria, Weasley?» lui non rideva, ma assumeva una delicata tonalità di verde. Quando Draco Malfoy imitava Ron che si lasciava sfuggire la Pluffa (e lo faceva ogni volta che si incontravano), le orecchie di Ron avvampavano e le mani gli tremavano così forte che lasciava cadere qualunque cosa avesse in mano in quel momento.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    La Sala Grande si riempiva in fretta, il volume delle chiacchiere era più alto e l’umore più esuberante del solito. Quando passarono davanti al tavolo di Serpeverde, scoppiò un gran vociare. Harry si voltò e vide che, oltre alle solite sciarpe e cappelli verdi e argento, ciascuno di loro portava un distintivo d’argento dalla forma simile a una corona. Per qualche motivo molti salutarono Ron, ridendo forte. Harry cercò di scorgere che cosa c’era scritto sulle spille, ma era troppo occupato a portare via Ron in fretta per riuscire a leggere.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Bello, vero?» chiese Luna, allegra. «Volevo mettergli in bocca un serpente che rappresentava Serpeverde, ma non ho avuto tempo. Comunque… forza, Ronald!»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Non far vedere a Ron che cosa c’è scritto sulle spille di Serpeverde» bisbigliò concitata.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Ron parve riprendersi appena mentre attraversavano la Sala Grande. Si toccò perplesso dove Hermione l’aveva baciato, come se non fosse sicuro di che cosa era successo. Era troppo distratto per notare altro, ma Harry lanciò un’occhiata curiosa alle spille passando accanto al tavolo di Serpeverde, e stavolta distinse le parole che vi erano incise:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Allora, ho avuto solo adesso la formazione ufficiale di Serpeverde» disse Angelina, consultando una pergamena. «I Battitori dell’anno scorso, Derrick e Bole, sono andati via, ma a quanto pare Montague li ha rimpiazzati con i soliti gorilla, invece che con gente brava a volare. Sono due tipi che si chiamano Tiger e Goyle, non so molto di loro…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    La squadra di Serpeverde li stava aspettando. Anche loro portavano le spille d’argento a forma di corona. Il nuovo Capitano, Montague, era un tipo alla Dudley Dursley, con avambracci come prosciutti pelosi. Alle sue spalle erano appostati Tiger e Goyle, quasi altrettanto grossi, che battevano stolidamente le palpebre nella luce facendo oscillare le loro nuove mazze da Battitori. Malfoy era su un lato, e la sua testa biondo platino luccicava. Incrociò lo sguardo di Harry e ghignò, picchiettando la spilla a forma di corona sul petto.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    E mentre Lee si interrompeva per ascoltare, la canzone si levò forte e chiara dal mare verde e argento della curva di Serpeverde:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Bletchley, il Portiere di Serpeverde, aveva parato; lanciò la Pluffa a Warrington che schizzò via, zigzagando tra Alicia e Katie; il canto dal basso si fece sempre più forte man mano che lui si avvicinava a Ron.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Il canto si levò forte dagli spalti di Serpeverde:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Ma l’urlo di trionfo venne da Serpeverde: Ron si era tuffato, a braccia aperte, e la Pluffa ci era passata proprio in mezzo, finendo nell’anello centrale.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Serpeverde segna!» urlò la voce di Lee tra gli applausi e i fischi della folla. «Dieci a zero per Serpeverde… che sfortuna, Ron».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    I Serpeverde cantarono ancora più forte:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…di nuovo Warrington» ululò Lee, «che passa a Pucey, Pucey supera Spinnet, forza, Angelina, puoi prenderlo ora… e invece no… bel Bolide di Fred Weasley, cioè George Weasley, oh, chi se ne importa, uno di loro, e Warrington perde la Pluffa e Katie Bell… ehm… la perde anche lei, è Montague con la Pluffa, il Capitano di Serpeverde Montague prende la Pluffa e si lancia, forza Grifondoro, bloccalo!»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Harry sfrecciò attorno all’estremità dello stadio, dietro le porte di Serpeverde, deciso a non guardare dalla parte di Ron. Quando passò accanto al Portiere di Serpeverde, lo sentì cantare insieme alla folla di sotto:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Harry non ebbe bisogno di guardare per sapere che cos’era successo: sentì il rumoroso disappunto dei tifosi di Grifondoro, insieme a nuove grida e applausi di Serpeverde. Harry guardò giù e vide la faccia rincagnata di Pansy Parkinson in piedi di fronte agli spalti, con le spalle al campo, che dirigeva il coro dei tifosi di Serpeverde:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…Katie Bell di Grifondoro dribbla Pucey, schiva Montague, bella virata Katie, e lancia a Johnson, Angelina Johnson prende la Pluffa, supera Warrington, si lancia verso la porta, forza, Angelina… E GRIFONDORO SEGNA! Quaranta a dieci, quaranta a dieci per Serpeverde e Pucey ha la Pluffa…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…Pucey passa a Warrington, Warrington a Montague, Montague ripassa a Pucey… Johnson interviene, Johnson in possesso di Pluffa, passa a Bell, buona mossa… invece no, un Bolide di Goyle di Serpeverde colpisce Bell e la Pluffa ripassa a Pucey…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Certo» rispose cupo Harry, afferrando la mano di lei per rimettersi in piedi. Madama Bumb sfrecciava verso uno dei giocatori di Serpeverde sopra di lui, anche se Harry dalla sua posizione non riuscì a vedere chi era.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Ci fu un mormorio di assenso tra i Serpeverde e anche alcuni Grifondoro parvero pensare che Malfoy non avesse tutti i torti.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Quasi tutti gli allievi mostravano facce confuse e nervose come quella di Ron e guardavano dappertutto tranne che verso il cavallo a pochi metri da loro. C’erano solo altre due persone che parevano vederlo: un ragazzo magro di Serpeverde che, alle spalle di Tiger, osservava mangiare il cavallo con un’espressione di profondo disgusto; e Neville, i cui occhi seguivano il moto frusciante della lunga coda nera.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Silente andò a un altro ritratto, stavolta quello di un mago dall’aria scaltra, con la barba a punta, che indossava i colori verde e argento di Serpeverde, e apparentemente immerso in un sonno così profondo da non sentire la voce che tentava di svegliarlo.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Dice che ne sarà deliziato» annunciò una voce annoiata alle spalle di Silente; il mago Phineas era riapparso davanti al suo stendardo di Serpeverde. «Il mio propronipote ha sempre avuto gusti strani in fatto di ospiti».
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Pensavo» disse Phineas Nigellus, accarezzandosi la barba a punta, «che per appartenere alla Casa di Grifondoro si dovesse essere coraggiosi… A me pare che saresti stato meglio nella mia. Noi di Serpeverde siamo coraggiosi, certo, ma non stupidi. Per esempio, se possiamo, scegliamo sempre di salvarci la pelle»,
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Aveva cinque anni, e guardava Dudley sulla sua nuova bicicletta rossa col cuore gonfio di invidia… aveva nove anni, e Squarta il bulldog lo aveva costretto a scappare su un albero, con i Dursley che ridevano nel prato… era seduto sotto il Cappello Parlante, che gli diceva che sarebbe stato bene a Serpeverde… Hermione era a letto in infermeria, col viso coperto di folti peli neri… un centinaio di Dissennatori lo circondavano sulla riva del lago scuro… Cho Chang gli si avvicinava sotto il vischio…
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    L’argomento “Coppa del Mondo di Quidditch” li accompagnò per tutto il viale e fuori dai cancelli. Harry stentava a credere quanto fosse facile parlare con lei (non più difficile, in effetti, che parlare con Ron e Hermione), e stava appena cominciando a sentirsi più sicuro e allegro, quando un manipolo di ragazze di Serpeverde, tra cui Pansy Parkinson, passò loro accanto.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Harry apprezzava Angelina per la fiducia che riponeva in Ron, ma era anche convinto che sarebbe stato più umano lasciarlo andare. Ron era uscito di campo accompagnato da un coro assordante di Perché Weasley è il nostro re cantato con gran gusto dai Serpeverde, che ormai erano i favoriti nella corsa alla Coppa di Quidditch.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Le grida venivano proprio dalla Sala d’Ingresso e si facevano sempre più forti via via che Harry correva verso le scale che risalivano dal sotterraneo. Trovò la Sala d’Ingresso piena di gente; gli studenti erano usciti in massa dalla Sala Grande, dove la cena era ancora in corso, per vedere che cosa stava succedendo; altri si erano affollati sulla scalinata di marmo. Harry si fece strada fra un gruppo di Serpeverde e vide che gli spettatori si erano disposti in un ampio cerchio, alcuni sbalorditi, altri addirittura spaventati. La professoressa McGranitt era al capo opposto della Sala rispetto a Harry e guardava la scena nauseata.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «È lui!» esultò, vedendo Harry sul pavimento. «Eccellente, Draco, eccellente, oh, sì… cinquanta punti a Serpeverde! Adesso ci penso io… in piedi, Potter!»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Ma Harry, Ron e Hermione si erano già voltati verso le grandi clessidre incastonate nella parete alle loro spalle, dove erano segnati i punti di ogni Casa. Quella mattina, Grifondoro e Corvonero erano in testa alla pari. Ma ora, davanti ai loro occhi, molte piccole pietre scintillanti volarono in alto, diminuendo la quantità nella parte in basso. In effetti, la sola clessidra che sembrava invariata era quella di Serpeverde, ancora piena di smeraldi.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Si guardò alle spalle, il cuore che batteva sempre più forte e rapido. Quanto ci sarebbe voluto a Piton per estrarre Montague dal water? E sarebbe tornato subito in ufficio o lo avrebbe accompagnato in infermeria? Era molto più probabile che lo accompagnasse… in fin dei conti Montague era il Capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, e Piton avrebbe voluto assicurarsi che stesse bene.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Gazza si aggirava per i corridoi brandendo una frusta, ansioso di usarla sui colpevoli, ma ce n’erano così tanti che non sapeva da chi cominciare. La Squadra d’Inquisizione tentava di aiutarlo, ma ai suoi componenti continuavano a capitare gli incidenti più strani. Warrington della squadra di Quidditch di Serpeverde fu ricoverato in infermeria con un’orribile malattia della pelle, che pareva ricoperta di fiocchi d’avena; e il giorno dopo, con grande gioia di Hermione, Pansy Parkinson saltò tutte le lezioni perché le era spuntato un imponente palco di corna.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Sai» disse Ron, le orecchie ancora paonazze, «se Montague non si riprende prima della partita fra Serpeverde e Tassorosso, forse abbiamo una possibilità di vincere la Coppa».
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Insomma, ne abbiamo vinta una e persa un’altra… se sabato prossimo Serpeverde perde contro Tassorosso…»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    La partita conclusiva della stagione di Quidditch — Grifondoro contro Corvonero — si sarebbe svolta l’ultimo finesettimana di maggio. Serpeverde era stata sconfitta di misura da Tassorosso, ma Grifondoro non osava sperare in una vittoria, soprattutto per colpa (anche se naturalmente nessuno glielo diceva) delle disastrose prestazioni del suo Portiere. Ron sembrava tuttavia pervaso da un insolito ottimismo.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Oh, cielo, ci mancava anche questa!» disse Hermione, guardando l’aquila agitare le ali; Luna superò imperturbabile un gruppo di Serpeverde che la additarono sghignazzando. «Gioca anche Cho, vero?»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Trovarono due posti nella penultima fila in alto delle tribune. Era una bella giornata limpida; Ron non avrebbe potuto desiderare di meglio, e Harry sperò contro ogni ragione che non desse motivo ai Serpeverde d’intonare altri Perché Weasley è il nostro re.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Harry e Hermione gemettero insieme agli altri Grifondoro. Prevedibilmente, orrendamente, sulla tribuna di fronte gli odiosi Serpeverde attaccarono in coro:
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Dài, rientriamo prima di incrociare i Serpeverde» disse Hermione.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Il canto crebbe di volume… però non veniva dalla folla verde e argento dei Serpeverde, ma da quella rossa e oro che avanzava verso il castello portando in trionfo una figura solitaria.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Bene» annuì, aggrottando la fronte, senza interrompere il suo andirivieni fra i banchi. «E dobbiamo anche tenere gli altri studenti alla larga dal suo ufficio, perché non ci vedano entrare, altrimenti qualche Serpeverde si precipiterà a farle una soffiata».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Preceduti da un notevole parapiglia in corridoio, diversi robusti Serpeverde entrarono trascinandosi dietro Ron, Ginny, Luna e — con sbalordimento di Harry — Neville, che aveva un braccio di Tiger stretto attorno al collo e sembrava sul punto di soffocare. Tutti e quattro erano stati imbavagliati.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Presi tutti!» annunciò Warrington, spingendo brutalmente Ron nella stanza. «Lui» puntò un dito tozzo contro Neville, «ha cercato d’impedirmi di fermare quella» e indicò Ginny, che tentava di prendere a calci le gambe di una grossa ragazza di Serpeverde, «così ho catturato anche lui».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    L’ufficio era silenzioso, a parte i suoni soffocati dei Serpeverde che cercavano di tenere fermi Ron e gli altri. Ron gocciolava sangue dal labbro sul tappeto della Umbridge mentre lottava per liberarsi dalla presa di Warrington; Ginny si sforzava ancora di prendere a calci la ragazza del sesto anno che le aveva bloccato le braccia in una morsa ferrea; Neville stava diventando sempre più paonazzo nel debole tentativo di allentare la stretta di Tiger attorno al suo collo; Hermione cercava invano di togliersi di dosso Millicent Bulstrode. Luna, invece, era immobile al fianco della Serpeverde che l’aveva catturata, e guardava distrattamente fuori dalla finestra, come se la faccenda non la riguardasse.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Ron si immobilizzò e sgranò gli occhi; Ginny smise di attentare ai piedi della Serpeverde; e perfino Luna parve vagamente stupita. Per fortuna la Umbridge e i suoi compari erano troppo concentrati su Hermione per notare quei segni sospetti.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «A loro non la faccio vedere» strillò Hermione, sbirciando i Serpeverde fra le dita socchiuse.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Era appena giunto in fondo alla scala di marmo, nella Sala d’Ingresso, quando Malfoy, Tiger e Goyle emersero dalla porta sulla destra che conduceva alla sala comune di Serpeverde. Harry si bloccò; e così pure Malfoy e gli altri due. Gli unici suoni erano quelli che arrivavano dall’esterno, al di là del portone aperto: grida, risate, spruzzi.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Ero direttore di Serpeverde» disse Lumacorno. «Oh, adesso» continuò in fretta, notando l’espressione di Harry e agitandogli contro un dito tozzo, «non avercela con me per questo! Tu sei Grifondoro come lei, immagino. Sì, in genere è una cosa ereditaria. Non sempre, però. Mai sentito parlare di Sirius Black? Immagino di sì… È stato sui giornali per gli ultimi due anni… È morto qualche settimana fa…»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Assomiglia un po’ a un tricheco ed è stato direttore di Serpeverde» spiegò Harry. «Qualcosa non va, Hermione?»
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «Vorrei tanto che il carrello si spicciasse, muoio di fame». Ron sospirò, sprofondando nel sedile accanto a Harry e accarezzandosi lo stomaco. «Ciao, Neville, ciao, Luna. Indovina un po’?» aggiunse, rivolto a Harry. «Malfoy non è in servizio come prefetto. Sta seduto nel suo scompartimento con gli altri Serpeverde, l’abbiamo visto passando».
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Neville annuì, spaventato. A un gesto di Lumacorno, si sedettero di fronte a lui nei due soli posti vuoti, i più vicini alla porta. Harry osservò i loro compagni. Riconobbe un Serpeverde del loro anno, un alto ragazzo nero con gli zigomi pronunciati e lunghi occhi obliqui; c’erano anche due ragazzi del settimo anno che non conosceva e, strizzata nell’angolo accanto a Lumacorno, con l’aria di non sapere bene come mai era finita lì, Ginny.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Zabini non diede segno di riconoscerli né li salutò, e nemmeno Harry o Neville lo fecero: gli studenti di Grifondoro e Serpeverde si detestavano per principio.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Ma si interruppe. Gli era appena venuta un’idea, sconsiderata ma potenzialmente meravigliosa… entro un minuto, Zabini sarebbe rientrato nello scompartimento dei Serpeverde del sesto anno e Malfoy sarebbe stato lì, convinto che lo sentissero solo i compagni Serpeverde… se solo Harry fosse riuscito a entrare non visto dietro di lui, che cosa avrebbe potuto vedere o sentire? Vero, restava ancora un breve tratto di viaggio — la stazione di Hogsmeade doveva essere a meno di mezz’ora, a giudicare dall’aspetto selvaggio dello scenario che lampeggiava dai finestrini — ma nessun altro sembrava prendere sul serio i suoi sospetti, quindi stava a lui dimostrarne la fondatezza.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Harry non aveva paura di Malfoy, ma non gli andava di essere scoperto lì, nascosto sotto il Mantello dell’Invisibilità, da un gruppo di ostili Serpeverde. Con gli occhi ancora lacrimanti e la testa che pulsava, estrasse la bacchetta, attento a non scostare il Mantello, e attese, trattenendo il fiato. Con suo sollievo, Malfoy parve decidere di aver solo immaginato quel rumore; si infilò la divisa come gli altri, chiuse il baule e mentre il treno rallentava sussultando si allacciò il nuovo, pesante mantello da viaggio.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Gli parve di sentire il fruscio degli alberi che circondavano il lago, e il remoto tubare di un gufo, ma nessun suono che indicasse una ricerca in corso, e nemmeno (si disprezzò un po’ per averlo sperato) voci di panico che si chiedessero dov’era finito Harry Potter. La disperazione lo assalì: immaginava il corteo di carrozze trascinate dai Thestral che saliva lentamente verso la scuola e le risate soffocate in quella di Malfoy, che raccontava ai compagni Serpeverde il suo attacco a Harry.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Harry guardò verso la tavola degli insegnanti e fece un gran sorriso a Hagrid, che in effetti stava agitando la mano. Hagrid non riusciva mai a comportarsi con la dignità della professoressa McGranitt, direttore della Casa di Grifondoro, la cui testa spuntava tra il suo gomito e la sua spalla, visto che erano seduti fianco a fianco, e che osservava con disapprovazione quel saluto entusiastico. Harry fu sorpreso di vedere l’insegnante di Divinazione, la professoressa Cooman, seduta all’altro lato di Hagrid; abbandonava di rado la sua stanza nella torre e lui non l’aveva mai vista al banchetto d’inizio anno. Era stravagante come al solito, tutta uno scintillio di perline e scialli drappeggiati, gli occhi enormemente dilatati dagli occhiali. Avendola sempre considerata un po’ un’impostora, Harry era rimasto scioccato, alla fine dell’anno precedente, scoprendo che era lei l’autrice della profezia che aveva indotto Voldemort a uccidere i suoi genitori e ad aggredire lui. Saperlo l’aveva reso ancora meno desideroso di ritrovarsi in sua compagnia, ma grazie al cielo quell’anno non avrebbe più seguito Divinazione. Gli enormi occhi a fanale della professoressa Cooman ruotarono su Harry, che distolse in fretta lo sguardo per puntarlo sulla tavola di Serpeverde. Draco Malfoy stava mimando la rottura di un naso, in mezzo a risate roche e applausi. Harry abbassò lo sguardo sulla torta alla melassa, e si sentì di nuovo ribollire. Che cosa non avrebbe dato per sfidare Malfoy faccia a faccia…
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Piton, seduto alla destra di Silente, non si alzò quando fu citato, ma levò solo una mano in pigro ringraziamento per l’applauso della tavola di Serpeverde. Harry però fu certo di aver riconosciuto il trionfo sul volto tanto detestato.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Quando arrivarono nel corridoio, videro che a continuare la materia fino al livello M.A.G.O. erano solo una decina di ragazzi. Tiger e Goyle evidentemente non erano riusciti a ottenere il voto richiesto al G.U.F.O., ma quattro Serpeverde ce l’avevano fatta, compreso Malfoy. C’erano poi quattro Corvonero e un Tassorosso, Ernie Macmillan, che a Harry era simpatico nonostante i suoi modi pomposi.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    La segreta era, cosa alquanto insolita, già piena di fumi e strani odori. Ron e Hermione annusarono interessati passando accanto ai grandi calderoni ribollenti. I quattro Serpeverde si raggrupparono attorno a un tavolo, come i quattro Corvonero. Così Harry, Ron e Hermione divisero il tavolo con Ernie. Scelsero quello più vicino a un calderone dorato che esalava uno degli aromi più seducenti che Harry avesse mai inspirato: gli ricordava al tempo stesso la torta di melassa, l’odore di legno di un manico di scopa e quello dei fiori che poteva aver annusato alla Tana. A un tratto si accorse che il suo respiro era diventato lento e profondo, e che i vapori della pozione sembravano saziarlo come una bibita. Un’enorme contentezza lo pervase; fece un gran sorriso a Ron, che gli sorrise pigramente di rimando.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Indicò il calderone più vicino al tavolo di Serpeverde. Harry si alzò a metà e vide che conteneva qualcosa di simile ad acqua pura che ribolliva.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Harry alzò lo sguardo; Lumacorno stava passando vicino al tavolo dei Serpeverde.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Harry fece scivolare la minuscola bottiglia di liquido dorato nella tasca interna, con uno strano miscuglio di gioia per le espressioni furiose dei Serpeverde e di senso di colpa per il cipiglio deluso di Hermione. Ron era semplicemente sbalordito.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «È di Serpeverde!» urlò Gaunt. «Di Salazar Serpeverde! Noi siamo i suoi ultimi discendenti ancora in vita, che cos’hai da dire, eh?»
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «È vero?» insistette Gaunt con voce mortifera, muovendo qualche passo verso la ragazza agghiacciata. «Mia figlia… discendente Purosangue di Salazar Serpeverde… che muore dietro a un sudicio Babbano con le vene sporche?»
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «Sì, ne siamo entrati in possesso in circostanze curiose. Ci fu portata da una giovane strega appena prima di Natale, oh, ormai sono passati tanti anni. Disse che aveva un disperato bisogno di denaro, be’, era evidente. Era coperta di stracci e parecchio avanti con… aspettava un bambino, insomma. Disse che il medaglione era appartenuto a Serpeverde. Be’, sentiamo di continuo storie del genere — ‘Oh, questa era di Merlino, sul serio, la sua teiera prefenta’ — ma, quando lo guardai, vidi che portava veramente il suo blasone, e bastarono pochi semplici incantesimi a rivelarmi la verità. Naturalmente questo lo rendeva senza prezzo. Lei non sembrava avere la minima idea di quanto valesse. Fu felice di prendere dieci galeoni. L’affare migliore che abbiamo mai fatto!»
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Katie Bell era ancora all’Ospedale San Mungo senza alcuna prospettiva di uscirne, e ciò significava che la promettente squadra di Grifondoro che Harry allenava con tanta cura da settembre aveva un Cacciatore di meno. Continuava a rimandare la sostituzione di Katie nella speranza che guarisse, ma la partita inaugurale contro Serpeverde incombeva e alla fine dovette accettare il fatto che non sarebbe tornata in tempo per giocare.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Seamus non fu l’unico scontento: ci furono molti borbottii in sala comune sul fatto che Harry avesse scelto due compagni di classe per la squadra. Avendo sopportato maldicenze ben peggiori nella sua carriera scolastica, Harry non se ne preoccupò molto; ma la necessità di assicurarsi una vittoria nell’imminente partita contro Serpeverde diventò più forte. Se Grifondoro avesse vinto, Harry era sicuro che l’intera Casa avrebbe dimenticato ogni critica, giurando di aver sempre saputo che quella era una squadra eccezionale. Se avesse perso… be’, pensò Harry amaramente, aveva sempre sopportato di peggio…
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Bel lavoro, tutti quanti, schiacceremo Serpeverde» li incoraggiò, e i Cacciatori e i Battitori uscirono dagli spogliatoi con aria soddisfatta.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    La mattina dopo la colazione fu, come al solito, agitata: i Serpeverde fischiarono e vociarono ogni volta che un membro della squadra di Grifondoro entrò nella Sala Grande. Harry diede un’occhiata al soffitto e vide un pallido, limpido cielo azzurro: un buon segno.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Le condizioni sembrano ideali» osservò Ginny, ignorando il fratello. «E indovina un po’? Quel Cacciatore di Serpeverde, Vaisey… Si è preso un Bolide in testa ieri in allenamento e sta troppo male per giocare! E ancora meglio… anche Malfoy è malato!»
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry abbozzò un sorriso, ma mentre indossava la divisa scarlatta non pensava al Quidditch. Malfoy aveva già sostenuto una volta di non poter giocare per via di un infortunio, ma aveva fatto in modo che la partita venisse spostata a un momento più opportuno per i Serpeverde. Come mai adesso era felice di mandare avanti una riserva? Stava davvero male, o fingeva?
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Capitani, stringetevi la mano» disse lei, e Harry si sentì frantumare la sua dal nuovo Capitano di Serpeverde, Urquhart. «Sulle scope. Al mio fischio… tre… due… uno…»
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Queste parole furono accolte con risate di scherno e applausi dal lato Serpeverde del campo. Harry allungò la testa per scrutare verso il podio del commentatore. Un ragazzo biondo, alto e magro col naso all’insù parlava dentro il megafono magico che era appartenuto a Lee Jordan; Harry riconobbe Zacharias Smith, un giocatore di Tassorosso che detestava con tutto il cuore.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Oh, ecco il primo tentativo di segnare di Serpeverde, è Urquhart che sfreccia giù per il campo e…»
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «E credo che Harper di Serpeverde abbia visto il Boccino!» esultò Zacharias Smith nel megafono. «Sì, ha sicuramente visto qualcosa che a Potter è sfuggito!»
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Invece sì, Harry, ed è per questo che tutto è filato liscio, c’erano dei giocatori di Serpeverde assenti e Ron ha parato tutto!»
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Gli fu facile, una volta fuori dalla festa, sfilarsi di tasca il Mantello dell’Invisibilità e gettarselo addosso, perché il corridoio era deserto; più difficile fu trovare Piton e Malfoy. Harry corse, il rumore dei passi coperto dalla musica e dalle voci che ancora uscivano dall’ufficio di Lumacorno alle sue spalle. Forse Piton aveva portato Malfoy nel suo ufficio nelle segrete… o forse lo stava scortando fino alla sala comune di Serpeverde… ma Harry, mentre sfrecciava nel corridoio, premette l’orecchio contro ogni porta, finché si rannicchiò vicino a quella dell’ultima classe e, con un brivido di eccitazione, sentì delle voci.
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    «Be’, arrivò l’inizio dell’anno scolastico e con esso arrivò Tom Riddle, un ragazzo tranquillo, con un’uniforme di seconda mano, che si mise in fila con gli altri del primo anno per essere Smistato. Fu assegnato alla Casa di Serpeverde nello stesso istante in cui il Cappello Parlante sfiorò la sua testa». Silente agitò la mano annerita verso lo scaffale che ospitava il Cappello, antico e immobile. «Non so quanto tempo dopo Riddle apprese che il celebre fondatore della Casa sapeva parlare coi serpenti… forse quella sera stessa. La scoperta può soltanto averlo esaltato e aver accresciuto il suo senso di importanza.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Tuttavia, se spaventò o cercò di affascinare i compagni Serpeverde con esibizioni di Serpentese in sala comune, non ne giunse voce al corpo insegnanti. Riddle non diede alcun segnale di arroganza o aggressività. Essendo un orfano di insolito talento e di bell’aspetto, fin dal suo arrivo attirò l’attenzione e la comprensione dei professori. Sembrava educato, tranquillo, e avido di sapere. Quasi tutti furono assai favorevolmente colpiti da lui».
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Aveva solo un nome su cui basarsi, ‘Orvoloson’, e dal personale dell’orfanotrofio aveva saputo che era il nome del padre di sua madre. Infine, dopo faticose ricerche in vecchi libri sulle famiglie magiche, scoprì l’esistenza del ramo sopravvissuto dei Serpeverde. Nell’estate del suo sedicesimo anno, lasciò l’orfanotrofio e partì alla ncerca dei parenti Gaunt. E ora, Harry, se sei pronto…»
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Già, l’ha lasciata, e le sta bene, sposare quella feccia!»ringhiò Orfin, sputando di nuovo per terra. «Ci ha derubati, sai, prima di scappare! Dov’è il medaglione, eh, dov’è il medaglione di Serpeverde
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Ecco!» disse lui dopo un minuto. «È nella sala comune di Serpeverde, guarda… con la Parkinson e Zabini e Tiger e Goyle…»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Prego» replicò Harry distrattamente, cercando Malfoy nel dormitorio di Serpeverde. «Ehi… non mi pare che sia a letto…»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Forte» borbottò Harry, dedicando uno sguardo rapido all’orologio prima di scrutare la Mappa più da vicino. Dov’era Malfoy? Non sembrava che fosse alla tavola di Serpeverde in Sala Grande, a fare colazione… non era vicino a Piton, nel suo studio… non era in nessuno dei bagni o in infermeria…
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Baston avrebbe ammazzato i Serpeverde, se fosse riuscito a farla franca» ammise Fred con onestà.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Non lo so, Harry, era come se Piton era un po’ stanchino, ecco… comunque Silente ci ha detto chiaro e tondo che aveva accettato di farlo e basta. È stato molto deciso. E poi ha detto qualcosa di Piton che doveva fare delle indagini nella sua Casa, Serpeverde. Be’, non c’è mica niente di strano in questo!» aggiunse in fretta, quando Harry e Hermione si scambiarono sguardi eloquenti. «Tutti i direttori delle Case hanno dovuto indagare sulla storia della collana…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    E così Silente aveva litigato con Piton. Nonostante tutto quello che aveva detto a Harry, nonostante insistesse a fidarsi ciecamente di Piton, aveva perso le staffe con lui… Pensava che non avesse mdagato abbastanza a fondo tra i Serpeverde… o su un solo Serpeverde: Malfoy?
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Ed ecco che Harry Potter discute con il suo Portiere» commentò Luna soave, mentre sia i Tassorosso che i Serpeverde sugli spalti esultavano e ridacchiavano. «Non credo che questo lo aiuterà a trovare il Boccino, ma forse è un astuto stratagemma…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Il marchio di Serpeverde» mormorò, osservando la luce che giocherellava su un’elaborata, sinuosa S.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Siccome era domenica mattina, quasi tutti gli studenti si trovavano nelle sale comuni, i Grifondoro in una torre, i Corvonero in un’altra, i Serpeverde nei sotterranei e i Tassorosso nella cantina vicino alle cucine. Qua e là uno studente isolato vagava per la biblioteca o in un corridoio… c’era un gruppetto fuori nel prato… e là, solo nel corridoio del settimo piano, c’era Gregory Goyle. Non c’era traccia della Stanza delle Necessità, ma Harry non se ne preoccupava; se Goyle stava facendo la guardia, la Stanza era aperta, che la Mappa lo sapesse o no. Quindi filò su per le scale, rallentando solo quando raggiunse l’angolo che svoltava nel corridoio, e lì cominciò ad avvicinarsi, molto lentamente, alla bambinetta che reggeva la pesante bilancia di ottone, la stessa che Hermione aveva aiutato con tanta gentilezza due settimane prima. Aspettò di trovarsi alle sue spalle prima di chinarsi su di lei e sussurrare: «Ciao… sei molto carina, lo sai?»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Insomma, funzionava come un Horcrux… il frammento di anima nascosto all’interno era protetto e di certo aveva avuto la sua parte nell’evitare la morte del proprietario. Ma senza dubbio Riddle voleva che quel diario venisse letto, che il frammento della sua anima abitasse o possedesse qualcun altro, in modo che il mostro di Serpeverde venisse nuovamente scatenato».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Be’, non voleva che il suo duro lavoro andasse sprecato» commentò Harry. «Voleva che si sapesse che era lui l’erede di Serpeverde, perché tanti anni prima non aveva potuto attribuirsene il merito».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Il diario, come hai detto tu, era la prova che lui è l’erede di Serpeverde. Sono sicuro che Voldemort lo considerasse di immensa importanza».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    Silente sorrise. «Sarei pronto a scommettere — forse non la mano che mi resta ma almeno un paio di dita — che quelli sono diventati gli Horcrux numero tre e quattro. Gli altri due, sempre supponendo che ne abbia creati sei in tutto, sono più problematici, ma azzarderò l’ipotesi che, essendosi assicurato trofei di Tassorosso e Serpeverde, abbia deciso di rintracciarne altri posseduti da Grifondoro o Corvonero. Quattro oggetti dei quattro fondatori avrebbero esercitato sull’immaginazione di Voldemort un’attrattiva irresistibile. Non so dire se sia riuscito a trovare qualcosa di Corvonero; ho però la certezza che il solo cimelio noto di Grifondoro è al sicuro».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Come sappiamo, fallì. Dopo un intervallo di alcuni anni, però, usò Nagini per uccidere un vecchio Babbano, e può darsi che gli sia venuto in mente allora di trasformarla nel suo ultimo Horcrux. Lei sottolinea il legame coi Serpeverde, ciò che alimenta la mistica di Lord Voldemort. Credo che le sia più affezionato che a qualsiasi altra cosa; di sicuro ama averla vicina e sembra esercitare su di lei un controllo insolito, persino per un Rettilofono».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    Il suo buonumore non durò a lungo. Il giorno dopo dovette sopportare le frecciate dei Serpeverde, per non parlare della rabbia dei Grifondoro, inviperiti che il loro Capitano si fosse fatto bandire dalla partita decisiva della stagione. Ora di sabato mattina, anche se non l’avrebbe mai ammesso con Hermione, Harry avrebbe scambiato con gioia tutta la Felix Felicis del mondo per poter scendere in campo con Ron, Ginny e gli altri. Fu quasi insopportabile allontanarsi dalla massa di studenti che sciamavano fuori nel sole, carichi di coccarde, cappelli, stendardi e sciarpe, e scendere invece gli scalini che portavano ai sotterranei finché i rumori della folla furono cancellati, sapendo che non sarebbe riuscito a sentire né una parola della cronaca né un grido di esultanza o di disperazione.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Si rigirò il medaglione fra le dita. Non era grande come quello che aveva visto nel Pensatoio, e non recava segni, nessuna traccia della S elaborata del marchio di Serpeverde. Per giunta, dentro non c’era nulla, tranne un pezzetto di pergamena ripiegata infilato con cura nel posto in cui avrebbe dovuto esserci un ritratto.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Grazie, Hagrid»rispose la McGranitt. Si alzò e si voltò verso il gruppo riunito attorno al letto di Bill. «Dovrò vedere quelli del Ministero, quando arriveranno. Hagrid, per favore, di’ ai direttori delle Case — Lumacorno può rappresentare Serpeverde — che voglio vederli nel mio ufficio immediatamente. Vorrei che venissi anche tu».
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Sono d’accordo» dichiarò la professoressa McGranitt. «In ogni caso, non si può dire che Silente non abbia mai previsto che Hogwarts potesse chiudere. Lo prese in considerazione quando la Camera dei Segreti venne riaperta… e l’assassinio del professor Silente mi turba assai più dell’idea che il mostro di Serpeverde abitasse nelle viscere del castello…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Alla tavola di Serpeverde, Tiger e Goyle borbottavano tra loro. Corpulenti com’erano, sembravano stranamente soli senza l’alta figura pallida di Malfoy che li strapazzava. Harry non gli aveva dedicato molti pensieri. La sua ostilità era tutta per Piton, ma non aveva dimenticato la paura nella voce di Malfoy in cima a quella Torre, e nemmeno il fatto che aveva abbassato la bacchetta prima che arrivassero gli altri Mangiamorte. Harry non credeva che Malfoy avrebbe ucciso Silente. Lo disprezzava per la sua infatuazione per le Arti Oscure, ma ora una minuscola goccia di pietà si mescolava alla sua avversione. Si chiese dove fosse in quel momento, e che cosa Voldemort lo stesse costringendo a fare sotto la minaccia di ucciderlo insieme ai genitori.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Si misero in fila dietro le panche in un silenzio quasi perfetto. Harry scorse Lumacorno in testa alla colonna di Serpeverde, con una magnifica veste verde smeraldo ricamata d’argento. Non aveva mai visto la professoressa Sprite, direttrice dei Tassorosso, cosi pulita; sul suo cappello non c’era una sola toppa, e quando raggiunsero la Sala d’Ingresso trovarono Madama Pince in piedi accanto a Gazza, lei avvolta in un pesante velo nero che le arrivava alle ginocchia, lui in un antico completo con la cravatta, sempre neri, e olezzanti di naftalina.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   «Non è uno scherzo, Potter!» ringhiò Scrimgeour. «È perché Silente credeva che solo la spada di Godric Grifondoro potesse sconfiggere l'Erede di Serpeverde? Ha voluto darti quella spada, Potter, perché era convinto, come molti, che tu sia il predestinato a distruggere Colui-Che-Non-DeveEssere-Nominato?»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Un piccolo sbuffo di polvere si levò dal copriletto quando lei si sedette per leggere gli articoli. Nel frattempo Harry aveva notato un'altra foto, in cui i giocatori di una squadra di Quidditch di Hogwarts salutavano con la mano, sorridenti. Si avvicinò e vide il serpente sul loro petto: Serpeverde. Regulus, immediatamente riconoscibile, era il ragazzo seduto al centro della prima fila; aveva gli stessi capelli neri e l'aria un po' altera del fratello, anche se era più basso, più magro e decisamente meno attraente di Sirius.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Varcarono la soglia insieme, guardandosi attorno. La stanza di Regulus era un po' più piccola di quella di Sirius, ma aveva la stessa atmosfera di trascorsa grandeur. Là dove Sirius aveva cercato di sottolineare il proprio contrasto con il resto della famiglia, Regulus si era sforzato di rimarcare la sua appartenenza. I colori di Serpeverde, smeraldo e argento, erano ovunque, a drappeggiare il letto, le pareti e le finestre. Lo stemma dei Black era dipinto con straordinaria cura sopra il letto, assieme al suo motto, Toujours pur. Sotto c'era una collezione di ritagli di giornale ingialliti, attaccati insieme a formare un lacero collage. Hermione attraversò la stanza per esaminarli.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Da adolescente Sirius aveva tappezzato le pareti con un tale numero di poster e foto da lasciar libere solo poche strisce della seta grigio argento sottostante. Harry dedusse che i genitori di Sirius non erano riusciti a spezzare l'Incantesimo di Adesione Permanente che assicurava le immagini alle pareti, perché era certo che non gradissero i gusti del figlio maggiore. E Sirius doveva aver esagerato apposta per irritarli. C'erano molti stendardi di Grifondoro, rosso e oro sbiadito, a sottolineare la sua distanza dal resto della famiglia Serpeverde. C'erano molte foto di motociclette Babbane e anche (Harry ammirò il coraggio del padrino) poster di ragazze Babbane in bikini; si capiva che erano Babbane perché restavano immobili nelle foto, i sorrisi scoloriti e gli occhi vitrei pietrificati sulla carta. Un bel contrasto con l'unica foto magica appesa: quattro studenti di Hogwarts che ridevano tenendosi a braccetto.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Passarono molte serate quasi in totale silenzio e Hermione incominciò a tirar fuori il ritratto di Phineas Nigellus e appoggiarlo su una sedia, come se potesse in qualche modo riempire il vuoto lasciato da Ron. Pur avendo dichiarato che non sarebbe mai tornato a trovarli, Phineas Nigellus non riusciva a resistere alla tentazione di scoprire i piani di Harry e acconsentiva a ricomparire, bendato, ogni due o tre giorni. Harry era quasi lieto di vederlo, perché era una compagnia, sebbene sprezzante e sarcastica. Erano avidi di qualsiasi notizia su Hogwarts, ma Phineas Nigellus non era un informatore ideale. Venerava Piton, il primo Preside di Serpeverde da quando lui stesso aveva diretto la scuola, e dovevano stare attenti a non criticarlo o fare troppe domande impertinenti, se no Phineas Nigellus andava via all'istante.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «Serpeverde» rispose Harry senza pensare.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Bene bene, pare che abbiamo preso davvero un piccolo Serpeverde» osservò Scabior. «Buon per te, Vernon, perché non ci sono tanti Serpeverde impuri. Chi è tuo padre?»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

    Chiuse gli occhi per qualche istante e ascoltò il rumore del mare. L'idea che Grifondoro potesse aver rubato la spada era sgradevole; si era sempre sentito fiero di essere un Grifondoro; Grifondoro era stato il difensore dei Mezzosangue, il mago che aveva combattuto i Serpeverde amanti dei Purosangue...
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   Non riconobbe la stanza. Era enorme e assomigliava all'interno di una casa sull'albero particolarmente lussuosa, o forse a una gigantesca cabina di nave. Amache multicolori erano appese al soffitto e a una balconata che correva tutto intorno alle pareti rivestite di legno scuro e senza finestre, adorne di vivaci arazzi: Harry vide il leone d'oro di Grifondoro in campo scarlatto; il tasso nero di Tassorosso su fondo giallo, e il corvo di bronzo di Corvonero sul blu. Mancavano solo il verde e l'argento di Serpeverde. C'erano librerie traboccanti, alcuni manici di scopa appoggiati alle pareti, e nell'angolo una grossa radio nel suo mobiletto di legno.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Aspetto anche te e i Serpeverde in Sala Grande tra venti minuti» lo interruppe la professoressa McGranitt. «Se desideri andartene con i tuoi studenti, non ti fermeremo. Ma se qualcuno di voi tenta di sabotare la nostra resistenza o prende le armi contro di noi dentro le mura di questo castello, allora, Horace, combatteremo per uccidere».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «È venuto il momento che la Casa di Serpeverde decida da che parte stare» tagliò corto la professoressa McGranitt. «Vai a svegliare i tuoi studenti, Horace».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Dov'È il professor Piton?» urlò una Serpeverde.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Il silenzio li inghiottì di nuovo. Le teste si voltarono, ogni occhio nella Sala sembrava aver trovato Harry e tenerlo immobilizzato nel riverbero di migliaia di raggi invisibili. Poi una figura si alzò dal tavolo di Serpeverde; Harry riconobbe Pansy Parkinson, che levò un braccio tremante e urlò: «Ma è laggiù! Potter è laggiù! Qualcuno lo prenda!»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Prima che Harry potesse parlare, ci fu un movimento collettivo. I Grifondoro si alzarono a fronteggiare non lui, ma i Serpeverde. Poi anche i Tassorosso si alzarono, e quasi nello stesso istante i Corvonero: davano tutti le spalle a Harry e guardavano Pansy. Harry, sgomento e commosso, vide bacchette sbucare dappertutto, sfilate da sotto i mantelli e dalle maniche.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Harry udì lo stridio delle panche spostate e il rumore dei Serpeverde che uscivano tutti insieme dall'altro lato della Sala.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Lentamente, i quattro tavoli sì svuotarono. Quello di Serpeverde rimase deserto, ma alcuni dei Corvonero più anziani restarono seduti mentre i loro compagni uscivano in fila: ancora di più ne rimasero tra i Tassorosso, costringendo la professoressa McGranitt a scendere dalla pedana degli insegnanti per costringere i minorenni ad andarsene.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Ma l'unico oggetto che tutti associavano a Corvonero era il diadema perduto... possibile che l'Horcrux fosse il diadema? Possibile che Voldemort, il Serpeverde, avesse trovato il diadema che aveva eluso generazioni
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «non sono sordo, l'ha sentito tutta Hogsmeade. E non è venuto in mente a nessuno di tenere qualche Serpeverde in ostaggio? Avete messo al sicuro i figli dei Mangiamorte. Non sarebbe stato più furbo tenerli qui?»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Se tuo figlio è morto, Lucius, non è colpa mia. Non è venuto da me come gli altri Serpeverde. Forse ha deciso di diventare amico di Harry Pot ter?»
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Harry, Ron e Hermione si lanciarono giù per la scalinata di marmo: udirono un rumore di vetro rotto alla loro sinistra e la clessidra di Serpeverde, che registrava i punti della Casa, riversò ovunque i suoi smeraldi, facendo scivolare chi vi correva sopra. Due corpi caddero dalla balconata e una macchia grigia che Harry prese per un animale attraversò l'ingresso a quattro zampe per affondare i denti in uno dei caduti.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Lei annuì, stropicciandosi gli occhi, e quasi suo malgrado sorrise. «Speriamo che tu sia una Serpeverde» continuò Piton, rinfrancato. «Serpeverde
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

    «Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?» chiese James al ragazzo mollemente abbandonato sul sedile di fronte al suo, e con un sussulto Harry si rese conto che era Sirius, che non sorrise.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde» rispose.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Harry lo seguì allo sgabello e lo guardò mettersi in testa il Cappello. «Serpeverde!» gridò il Cappello Parlante.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   E Severus Piton andò dall'altro lato della Sala, lontano da Lily, dove i Serpeverde lo accolsero con grida di tripudio, dove Lucius Malfoy, con una spilla da prefetto che brillava sulla veste, gli diede una pacca sulla schiena e lo fece sedere accanto a sé...
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Mi hai dato la tua parola, Severus. E già che stiamo parlando dei favori che mi devi, mi pareva che tu avessi promesso di tenere d'occhio il tuo giovane amico Serpeverde...»
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Non vi saranno altri Smistamenti alla scuola di Hogwarts» annunciò Voldemort. «Non vi saranno più Case. Lo stemma e i colori del mio nobile antenato, Salazar Serpeverde, basteranno per tutti, non è vero, Neville Paciock?»
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Ma erano applausi. Dalle pareti, i Presidi di Hogwarts in piedi nei loro ritratti gli battevano le mani; agitavano i cappelli e in qualche caso le parrucche, si sporgevano dalle cornici per felicitarsi a vicenda, saltavano sulle poltrone; Dilys Derwent singhiozzava senza pudore, Dexter Fortebraccio sventolava il cornetto acustico; e Phineas Nigellus gridò con la sua voce acuta ed esile: «Vorrei rimarcare che la Casa di Serpeverde ha fatto la sua parte! Che il nostro contributo non sia dimenticato!»
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Non voglio! Non voglio essere un Serpeverde
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «E se divento un Serpeverde
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Albus Severus» mormorò, in modo che nessuno sentisse a parte Ginny, e lei, con molto tatto, finse di salutare Rose, già sul treno. «Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «... vorrà dire che la Casa di Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa, Al. Ma se per te è importante, potrai scegliere Grifondoro invece di Serpeverde. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)