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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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   Malfoy e Tiger non erano ancora arrivati. Le teche di cristallo dei trofei luccicavano nei punti illuminati dai raggi della luna. Coppe, scudi, piatti e statue, era tutto uno scintillio d'oro e d'argento. Strisciavano lungo i muri, tenendo d'occhio le porte situate a entrambe le estremità della stanza. Harry estrasse la sua bacchetta nel caso Malfoy fosse arrivato e avesse attaccato subito... I minuti scorrevano lentamente.
‘in ritardo. Forse ha avuto paura’ fece Ron in un sussurro.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

    Ginny Weasley, compagna di banco di Colin alla lezione di Incantesimi, aveva l’aria disperata, e Harry riteneva che Fred e George avessero scelto il modo sbagliato per farla ridere: a turno, si coprivano di pelo o di bolle e poi sbucavano all’improvviso di fronte a lei da dietro le statue. Smisero soltanto quanto Percy, inferocito, li minacciò di scrivere alla madre che Ginny soffriva di incubi notturni.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Ma invece di essere rassicurati, i Dursley furono ancor più presi dal panico: zia Petunia singhiozzava isterica, strattonando la lingua di Dudley come se fosse decisa a strappargliela via; Dudley sembrava sul punto di soffocare grazie all’effetto combinato di sua madre e della sua lingua, e zio Vernon, che aveva perso completamente il controllo di sé, afferrò una statuetta di porcellana dalla credenza e la scagliò con tutte le sue forze contro il signor Weasley, che si chinò mandando il soprammobile in frantumi dentro il camino esploso.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

   Le carrozze avanzarono pesantemente attraverso i cancelli, fiancheggiati da statue di cinghiali alati, e su per il ripido viale, oscillando pericolosamente in quella che stava diventando in fretta una tempesta. La fronte contro il finestrino, Harry vide Hogwarts avvicinarsi, le molte finestre illuminate confuse e tremolanti al di là della fitta cortina di pioggia. Un fulmine dardeggiò nel cielo mentre la loro carrozza si fermava davanti ai grandi portoni di quercia in cima alla rampa di gradini di pietra. Chi era a bordo delle carrozze davanti a loro già si affrettava a salire e a entrare nel castello; anche Harry, Ron, Hermione e Neville balzarono giù e sfrecciarono per gli scalini, alzando lo sguardo solo quando si trovarono al riparo nell’imponente Sala d’Ingresso illuminata dalle torce con la sua grandiosa scalinata di marmo.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Cosine da nionte» disse in tono sbrigativo, guardando le pareti scintillanti della Sala Grande. «Al palazzo di Beauxbatons abiamo sculture di ghiascio tutto intorno la Sala da Pranzo a Natale. Non si sciolgono, naturalmonte… sono grondi statue di diamonte che brillano. E il mongiare è sempliscemonte superbe. E abiamo cori di ninfe dei boschi, mentre mongiamo. Non abiamo quelle brutte armature nei corridoi, e se un poltergeist mai ontra a Beauxbatons, viene espulso comme ça». E colpi sonoramente il tavolo con la mano.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)


    Fingendo di avere sete, Harry e Ron si allontanarono dal tavolo, costeggiarono la pista da ballo e uscirono nella Sala d’Ingresso. Il portone era ancora aperto, e le luci danzanti delle fatine nel giardino delle rose baluginavano e scintillavano mentre loro due scendevano i gradini. Poi si trovarono circondati da cespugli, tortuosi sentieri ornamentali e grandi statue di pietra. Harry sentì un gocciolio: sembrava proprio una fontana. Qua e là, panchine intagliate ospitavano ragazzi e ragazze. Harry e Ron s’incamminarono lungo uno dei viottoli tortuosi attraverso i cespugli di rose, ma avevano fatto pochi passi quando udirono una voce sgradevolmente familiare.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Al centro dell’ingresso c’era una fontana. Un gruppo di statue dorate, più grandi del naturale, si ergeva al centro di una vasca circolare. La più alta di tutte rappresentava un mago dall’aspetto nobile, con la bacchetta puntata diritta in aria. Radunati attorno a lui c’erano una bella strega, un centauro, un goblin e un elfo domestico. Gli ultimi tre guardavano con aria adorante la strega e il mago. Scintillanti zampilli d’acqua schizzavano dalle estremità delle loro bacchette, dalla punta della freccia del centauro, dalla cima del cappello del goblin e dalle orecchie dell’elfo domestico, così che il gorgogliare dell’acqua che cadeva si aggiungeva ai pop e crac di coloro che si Materializzavano e al frastuono dei passi di centinaia di maghi e streghe che, con espressioni accigliate e assonnate, avanzavano verso una serie di cancelli d’oro all’altro capo dell’ingresso.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    «Atrium» annunciò la fredda voce femminile, e le griglie si aprirono, offrendo a Harry uno scorcio remoto delle statue dorate nella fontana. La strega grassa scese e salì un mago con la pelle olivastra e un viso molto funereo.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Ma nemmeno i consumatori di Merendine Marinare potevano competere col signore del caos, Pix, che evidentemente aveva preso a cuore le parole di congedo di Fred. Ridacchiando come un folle, sfrecciava per la scuola rovesciando tavoli, sbucando a sorpresa dalle lavagne, capovolgendo statue e vasi; e per ben due volte chiuse Mrs Purr dentro un’armatura, dalla quale fu estratta ululante dal custode furioso. Pix frantumava lanterne e spegneva candele, faceva volteggiare torce fiammeggianti sulle teste degli studenti atterriti, scagliava ordinate pile di pergamene tra le fiamme o fuori dalla finestra; aprì tutti i rubinetti dei bagni, inondando il secondo piano; rovesciò un sacco pieno di tarantole in mezzo alla Sala Grande durante la colazione; e quando aveva voglia di rilassarsi, svolazzava per ore dietro alla Umbridge, facendole una pernacchia ogni volta che lei apriva bocca.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Ne uscì prima ancora che si fosse completamente riaperto e si guardò attorno. Bellatrix aveva quasi raggiunto la cabina telefonica all’altro capo dell’ingresso, ma mentre lui si lanciava all’inseguimento, lei si voltò e gli scagliò un’altra maledizione. Harry si tuffò dietro la fontana dei Magici Fratelli, e l’incantesimo colpì sibilando i cancelli d’oro battuto, facendoli rintoccare come campane. Il suono di passi cessò. Bellatrix si era fermata. Harry si rannicchiò dietro le statue, in ascolto.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    Voldemort levò la bacchetta e un altro getto di luce verde sfrecciò contro Silente, che si voltò e svanì con un guizzo del mantello. Un attimo dopo riapparve dietro Voldemort e agitò la bacchetta verso i resti della fontana. Le altre statue presero vita. Quella della strega corse verso Bellatrix — che urlando le lanciò invano un incantesimo dopo l’altro — e le saltò addosso, bloccandola sul pavimento. Il goblin e l’elfo domestico zampettarono vicino ai camini lungo la parete, e il centauro con un braccio solo galoppò verso Voldemort, che svanì per ricomparire accanto alla vasca. La statua senza testa spinse indietro Harry, lontano dalla battaglia, mentre Silente si avvicinava a Voldemort e il centauro dorato galoppava loro intorno.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    A mezz’aria sopra Silente esplose una vampata, e Voldemort ricomparve sul piedistallo al centro della vasca, dove fino a poco prima si ergevano le cinque statue.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    L’Atrium era pieno di gente; il pavimento rifletteva le alte fiamme smeraldine che si erano accese nei camini lungo tutta una parete, e sciami di streghe e di maghi ne uscivano senza posa. Mentre Silente lo aiutava a rialzarsi, Harry vide le piccole statue d’oro dell’elfo domestico e del goblin precedere un Cornelius Caramell dall’aria sbigottita.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Se vorrai scendere nell’Ufficio Misteri, Cornelius» intervenne Silente — che pareva rincuorato sullo stato di salute di Harry — facendosi avanti perché i nuovi arrivati notassero la sua presenza (qualcuno alzò la bacchetta, altri si limitarono a fissarlo sbalorditi; le statue dell’elfo domestico e del goblin applaudirono, e Caramell fece un tale balzo che le sue pantofole si staccarono dal pavimento), «vi troverai parecchi Mangiamorte evasi rinchiusi nella Camera della Morte, bloccati da un Incantesimo Antismaterializzante, in attesa che tu decida che cosa farne».
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Io… non… ecco…» farfugliò Caramell, guardandosi attorno come nella speranza che qualcuno gli suggerisse cosa fare. Alla fine, visto che nessuno apriva bocca, si decise a dire: «Molto bene… Dawlish! Williamson! Scendete all’Ufficio Misteri e vedete… Silente, tu… dovrai raccontarmi per filo e per segno… La fontana dei Magici Fratelli… cos’è successo?» aggiunse in una specie di piagnucolio, fissando il pavimento cosparso dai resti delle statue di strega, mago e centauro.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)


   Lungo tutto il corridoio statue e armature balzarono giù dai piedistalli, e dai tonfi che echeggiavano dai piani di sopra e di sotto Harry capì che le altre in tutto il castello avevano fatto lo stesso.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Tra urla e clangori, l'orda di statue superò Harry: alcune più piccole, altre gigantesche. C'erano anche degli animali, e le fragorose armature brandivano spade e mazzafrusti.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)